Se il PD riparte dai valori
Data di pubblicazione: 11.06.2009
Autore: Urbinati, Nadia
Consigli al Partito democratico perché recuperi i voti che ha perso alla sua sinistra: difenda l’eguaglianza democratica e la libertà individuale, civile e di coscienza. La Repubblica, 11 giugno 2009
Un messaggio interessante e promettente è venuto dalle elezioni (da quelle europee soprattutto, che sono anche quelle più squisitamente politiche): la fase espansiva del partito di governo è finita per la ragione non proprio banale che il Pdl non può sperare di pescare voti da coloro che non hanno votato per il Pd e preferito astenersi o votare per liste perdenti. Il Pd ha perso a sinistra, un territorio dal quale il Pdl non può sperare di mietere consensi. Questo è un messaggio confortante. Anche se lo è solo per metà. Perché la condizione sia compiutamente confortante è necessario che i leader del Pd siano disposti a ben interpretare il messaggio, ovvero a voler guardare a sinistra, dove, è bene metterlo in evidenza, non ci stanno rivoluzionari o estremisti ma invece cittadini che vorrebbero poter contare su una politica di governo che rispetti la Costituzione sia nei diritti che nelle promesse. Che vorrebbero che il Pd cominci a preparare fin da ora le condizioni per poter portare il paese fuori da questa fase terribile e vergognosa. Il messaggio verte essenzialmente sulle carenze ideali e propositive di un partito che, per ripetere le parole di Ezio Mauro sulla Repubblica di qualche giorno fa, «dopo un anno disastroso» ha «salvato la pelle». Salvata la pelle, si tratta di metter su carne e acquistare in corposità.
La carenza del Pd è, dicevamo, ideale o programmatica. Chi non lo ha votato ha lanciato un messaggio che è a ben vedere abbastanza chiaro e che ardentemente spera che venga ascoltato: non si può ingessare il maggior partito d´opposizione a fare da controcanto al governo, alle boutade pubblicitarie del suo a dir poco stravagante capo (se, per esempio, dice che vuole fare un Parlamento di cento rappresentanti non gli si può rispondere: "Beh cento forse no, ma cinquecento sì"!). Avere una politica autonoma, sapere fare opposizione opponendo una visione alternativa di come il paese dovrebbe essere rispetto a questioni drammaticamente importanti. Insomma la richiesta rivolta al Pd è che imbastisca proposte politiche concrete e coerenti con valori e ideali che sono propri di un vero patriottismo costituzionale e che possono essere rappresentati solo da un Partito che si chiama democratico. Vediamo di riassumere in breve questi valori.
Il primo valore fondamentale è quello dell´eguaglianza democratica, un valore che viene messo a durissima prova non soltanto dalla crisi economica (per la quale il nostro governo non ha fatto pressoché nulla, se non cercare di convincere i telespettatori che non esiste) ma anche da scelte, determinate e precise, fortemente inclinate verso oligarchie economiche e finanziarie molto più che verso le classi medie. Tra queste scelte va menzionata in primo luogo la penalizzazione scientemente perpetrata della scuola pubblica: la ministra Gelmini sbandiera di voler riqualificare la scuola e poi ci regala il taglio di 3 ore di italiano nelle scuola media, toglie soldi alle università al punto che molte devono cancellare programmi di dottorato o smettere di acquistare libri. Penalizzare la scuola pubblica ha come esito quello di impoverire i molti rendendoli meno attrezzati a fare scelte competenti e, soprattutto, a ragionare criticamente. In secondo luogo, questo governo è colpevole di penalizzare più di una generazione di lavoratori e lavoratrici che sono condannati alla precarietà a vita con la conseguenza che il rischio e l´incertezza diventano la loro condizione permanente, un esito che vanifica le stesse ragioni che avevano spinto alla liberalizzazione del mercato del lavoro come la dinamicità, l´innovazione e migliori opportunità di carriera. I partiti populisti di destra rispondono alla nuova povertà dei cittadini italiani con proclami e misure che sono razziste e xenofobe, addossando a quelle poche migliaia di disperati che cercano di raggiungere l´Europa le colpe delle loro scelte ingiuste. Il Pd deve con molta più forza e limpidezza di quanto non abbia fatto finora denunciare queste politiche e farsi promotore di una rinascita riformista di giustizia sociale e nuova solidarietà.
Il secondo valore del patriottismo democratico è quello della libertà individuale, civile e di coscienza. Tre sono i rischi che questo governo ha reso altissimi alle nostre libertà: quello che viene dall´aver sistematicamente trasformato le politiche di giustizia sociale in politiche di sicurezza, con l´esito prevedibile che le nostre città sono più violente e meno sicure di prima senza essere più libere e giuste; quello che viene da una violazione pericolosa del principio di libertà di coscienza su questioni personalissime come la decisione di farsi curare e di vigilare sulla propria dignità, quando si è malati non meno di quando si è sani; quello infine che viene dalla tirannia del monopolio dell´informazione e mediatico che genera distorsione delle opinioni, censura e limita fortemente il pluralismo e la libertà di pensiero.
Su questa costellazione di valori costituzionali e democratici il Pd deve essere unito e soprattutto non balbuziente. Lo deve essere se vuol attirare a sé quegli elettori che preferiscono o astenersi o anche rischiare che il loro voto vada sprecato pur di non darlo a un partito che non ha mostrato sufficientemente il coraggio della chiarezza ideale. Questi, val la pena ricordarlo, non sono elettori incerti, ma invece certissimi: non voterebbero mai per chi non sa distinguersi da un avversario che tra l´altro è, esso sì, radicale in tutto e per nulla moderato nel linguaggio e nelle politiche.
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