mercoledì 10 giugno 2009

Claudio Bellavita: e adesso, pover'uomo?

Con questo risultato elettorale è indiscutibile che dobbiamo considerare chiusa l'esperienza del PS. E forse sarebbe stato meglio farlo dopo la batosta delle politiche, di dimensioni irreversibili: infatti dal 0,93% siamo passati allo 0,70, dimezzando il numero dei voti, là dove siamo andati da soli alle provinciali (nell'illusione di tutelare il nostro monoeletto).
Non è dignitoso, neanche per tutelare un nome, vivacchiare con % da "partito della mela cotta" mendicando raggruppamenti sempre diversi a ogni elezione.

Altri hanno già tratteggiato le varie possibilità. Secondo me, visto che portiamo un nome storico e una realtà inconsistente, è meglio attrezzarci a portare delle idee, prima di andare a sperimentare candidature. Quindi moltiplicare in Italia le iniziative tipo il gruppo di Volpedo, che con i suoi 2 convegni ogni tre mesi riesce a mobilitare ogni volta un centinaio di compagni attenti, preparati e qualificati, e a creare una intensa circolazione internet di opinioni e ragionamenti, che un giorno possono anche diventare solidarietà elettorali.

Mi preoccuperei piuttosto di orientare la nostra elaborazione ai temi sui quali la sinistra è carente: il precariato, l'ambiente, il rapporto con gli immigrati.( che, tra l'altro, votano alle amministrative, se qualcuno li organizza e ne fa emergere dei candidati). Ma anche il ripensamento delle città, del loro uso e della loro valorizzazione: l'Italia è da sempre il paese delle 100 città, e nel localismo i socialisti si sono sempre saputi muovere bene. Mentre la gestione ds, priva del nostro apporto e in posizione conflittuale con la componente cattolica che ben più dei quadri ds e sindacali ha mantenuto il rapporto con la gente si è burocratizzata, per delega eccessiva ai troppo potenti funzionari comunali e ai professionisit arrroganti, senza controllo e indirizzo politico. I guai che stanno arrivando al pd nelle città sono anche fatti di multe scriteriate, di progetti urbani non condivisi, di sinistronze petulanti su faccende superflue e tanto litigiose.

Non dimentichiamo che al nord la Lega ha dimostrato di governare bene negli enti locali, e, faccenda non trascurabile, in 20 anni senza guai giudiziari, e con un rapporto continuo con i loro elettori. Possiamo non condvidere come sono trattate le tematiche, ma dobbiamo ammirare l'organizzazione.

Quando agli spazi dove andare a operare, c'è solo l'imbarazzo della scelta, e io sarei per dare il via libera, ma col patto di ritrovarsi a parlarne tra noi, nei nostri circoli. Pannella, bontà sua, riparla di Rosa nel Pugno (da solo ha preso gli stessi voti) e sottolinea che bisogna anche parlare di ambiente. In effetti c'è bisogno di ambientalisti non solo estremisti, e neanche solo negazionisti e profittatori come i Pecoraro. Si può diventare una correntina del PD (ci avrebbero trattato meglio prima), ma francamente penso che sia necessario unire tutte le forze possibili contro l'accordo bipolare che vuol consegna il paese a due soli partiti.
Non sappiamo se i nostri compagni di Sinistra e libertà vogliono andare avanti, ma ci sono troppi burocrati ds senza seguito alcuno, che devono campare di politica (noi per fortuna non ne abbiamo più da tempo) e quei pochi verdi sono dei fessi emeriti.

Sono certo che adesso mi lapiderete, ma non trascurerei il rapporto con Italia dei Valori. Di Pietro non solo ha saputo muoversi, e conquistare audience con Grillo e Travaglio, ma ha trovato in De Magistris un altro Robin Hood per l'attenzione popolare, e soprattutto ha deciso di fare un congresso che speriamo tolga il suo partito dal numero di quelli monofamiliari, che purtroppo si prendono il voto della maggioranza degli italiani. Siccome dalle giunte di sinistra è stato sempre trattato con la puzza sotto il naso, non ha assessori inguaiati. E tutto sommato, anche a noi farebbe bene scrollarci l'etichetta di craxiani, pronti al salto con berlusconi se cooptati..

Una cosa è certa: che se dovessimo continuare a vivacchiare di nostalgie e di rancori, senza voti e senza che nessuno si interessi di noi (perchè piccoli ma anche perchè non diciamo niente di interessante e di attuale, i radicali li ascoltano, guarda un pò) dovremmo cambiare la nostra icona: dal Quarto Stato a un quadro di un altro pittore socialista alessandrino dell'ottocento: il Morbelli. Penso a "Natale al Pio albergo Trivulzio" (già, proprio quello) dove 4 vecchietti abbandonati cercano di scaldarsi alla stufa a muro della stanza comune. Deve essere alla GAM di Torino....

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