mercoledì 10 giugno 2009

Fulvia Bandoli: Un breve commento al voto

dal sito di sd

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Un breve commento al voto e un la cronaca di un sogno
di Fulvia Bandoli
Mer, 10/06/2009 - 07:19
Pochi commenti sulle europee perché è un voto chiaro: Il Pdl non sfonda e perde 2 milioni di voti, il Pd ha un crollo del 7 % e ne perde 4 milioni, avanzano Lega, Italia dei valori, Udc. Sinistra e Libertà, Rifondazione , Radicali non raggiungono il quorum…ma non stiamo parlando di tre liste simili o uguali (come troppi in queste ore fanno dimenticando la sostanza). Se non si erano messe insieme c’erano delle ragioni. Sinistra e Libertà vuole costruire una sinistra nuova, popolare, aperta a tutte le culture della sinistra italiana, radicata socialmente e nei territori, che mette al centro il ruolo del lavoro, i diritti sociali e civili, una economia sostenibile e verde, la laicità dello stato, un modo diverso di fare la politica e di far pesare gli elettori nelle scelte.
Rifondazione adesso dice di volere “l’unità” (dopo averla rifiutata prima del voto) ma premette che deve avvenire solo sotto il suo simbolo, al quale mai e poi mai rinuncerà. Dunque zero disponibilità a mettersi in discussione. I radicali ottengono un risultato significativo che potrebbero giocare su varie ipotesi politiche e mentre su molti punti potremmo convergere con loro sulle politiche economiche e sulla politica estera le distanze sono ancora enormi. E non è poca cosa.
Commentare le amministrative è purtroppo ancora più facile, qui la vittoria delle destre è estesa: il centro sinistra perde un numero enorme di Comuni e Province in tutta Italia, il Pdl diventa il primo partito anche in Umbria e Marche, la Lega cresce ancora e si radica persino in Emilia, si va al ballottaggio a Bologna e a Firenze, così come nelle province di Torino, Milano, Venezia. Che il Pd presenti tutto questo come una “tenuta” è cosa incomprensibile ai comuni elettori, funzionale soltanto ai giochi delle molte correnti interne: chi vuole cambiare Franceschini dirà che è andata male, chi vuole tenere questo segretario e collocare il Pd sempre più nell’area di centro dirà che è una tenuta dalla quale ripartire. E qui finisce l’analisi del voto e cambia anche il linguaggio perché quello usato finora è stato volutamente un po’ “politichese”.
Stanotte, come spesso mi accade, ho fatto un sogno molto realistico e dettagliato: un milione di elettori con convinzione e passione avevano votato Sinistra e Libertà perché fiduciosi di poter contribuire a costruire una sinistra nuova, non avevamo passato il quorum (altissimo per chi come noi era nato da poche settimane) ma il clima tra i compagni e le compagne era buono, pieno di fiducia e l’intenzione era quella di andare avanti con passione sul progetto indicato prima del voto.
Che fare adesso? Ci chiedevamo chiusi in una stanza noi che a torto o a ragione siamo alcuni dei “ dirigenti” di questo progetto (dirigenti per altro non eletti da alcuno e questo è già un primo limite serio).
Forse, mi dicevo nel sogno, i dirigenti dovrebbero diventare coloro che si sono candidati, che hanno preso voti per la loro credibilità personale e politica, e molti/e anche per la freschezza e le novità che hanno portato dentro la lista e nella campagna elettorale. E comunque eletti perché la democrazia non può essere per noi un dettaglio marginale.
Improvvisamente il sogno si è trasferito in un grande spazio aperto, dove c’erano gli elettori, i candidati, i promotori, i simpatizzanti, e anche tanti che passavano di li per ascoltare e dire la loro opinione. La sintesi di questa lunga notte di discussione avvenuta in sogno è stata questa: stavolta, dicevano alcuni, non vi permetteremo (e si rivolgevano ai “dirigenti”) di ignorare o di piegare il nostro voto verso operazioni poco chiare o di perdere mesi e mesi nel decidere i vari posizionamenti delle vostre piccole forze di provenienza…stavolta è a noi che dovete rispetto, a noi che abbiamo votato perché una Sinistra nasca, anzi siamo noi che con il nostro voto già l’abbiamo fatta nascere! E vorremmo continuare su quella strada costruendo adesso Sinistra e Libertà nei paesi e nelle città, eleggendo con un voto trasparente chi deve dirigerci, e soprattutto iniziando subito a far proposte e a macinare politica sulle questioni concrete della crisi economica, della laicità dello stato, dell’ambiente, del lavoro. Una forza piccola dicevano altri non può stare su tutte le questioni, può deciderne alcune e martellare su quelle per farsi conoscere, capire, per ottenere qualche risultato visibile.
Non ci pare, dicevano altri ancora, che il tema delle alleanze si ponga adesso, dunque al Pd che dopo aver messo lo sbarramento del 4% ora ci vorrebbe annettere diciamo che restiamo convinti del fatto che c’è uno spazio vuoto a sinistra del Pd e che noi possiamo coprirlo sempre di più e sempre meglio.
E anche a Rifondazione che torna a proporre generiche “unioni federate” della sinistra rispondiamo che è bene che ognuno metta alla prova il suo progetto.
La Sinistra che vogliamo costruire è autonoma e compete con il Pd . Ci auguriamo che si possano fare battaglie comuni tra tutte le opposizioni e noi ne proporremo diverse…e nel fuoco di quelle battaglie si capirà se sta nascendo un nuovo schieramento (una nuova coalizione) capace di opporsi e di battere le destre. E, ha aggiunto un ragazzetto dal fondo della sala, io non ho votato Sinistra e Libertà perchè si riaprisse il tormentone sul “ con chi andiamo” , con il Pd o con Rifondazione….ho votato perché ho creduto nel progetto di una sinistra come l’avete raccontata e rappresentata in campagna elettorale. Siate coerenti e non perdete tempo a guardarvi l’ombelico! E del resto, ha aggiunto, questo milione di voti non sono “vostri” sono “nostri” di tutte e tutti noi. E dunque nel prendere qualsiasi decisione stavolta cercate di non dimenticare ne la democrazia ne la partecipazione.
E un'altra compagna …. anche per eventuali alleanze future, tra un po’ di anni, bisogna prima esistere, essere sulle questioni, avere cultura e proposte, principi ed agirli. Bisogna far crescere questo tre per cento e raddoppiarlo e triplicarlo come ha fatto la Linke in Germania in sei anni di lavoro duro e paziente.
Poi si è alzato un compagno più maturo e con lunga esperienza politica che ha proposto la seguente domanda..”Ma se nel Pd cambia tutto? Se fanno un congresso, vincono D’Alema e Bersani, se Rutelli e altri se ne vanno con Casini, e quel partito deflagra diventando una cosa ben diversa da ciò che è ora? Se accadesse tutto questo noi che faremmo?” . Un silenzio riflessivo e rispettoso è calato nell’immenso spazio pieno di gente e due persone si sono alternate al microfono a rispondere a questa domanda. La prima risposta è stata scherzosa e ironica… “se la gatta avesse gli attributi maschili sarebbe un gatto diceva mia nonna, e comunque non dimenticate che tante volte le mirabolanti intuizioni di D’Alema finiscono nel nulla o vengono puntualmente sconfitte..e io non mi sento proprio di mettere il nostro destino ancora una volta in quelle mani”. La seconda risposta è stata più politica : “Se nel Pd capitasse tutto quello che dici tu caro compagno sarebbe un bel terremoto, ma la politica non si fa con i se … E per questo ti propongo di non guardare sempre e solo a quel che succede nel Pd o peggio ancora di non agire come se nel Pd stesse accadendo quel che tu ti augureresti ( e che per ora non sta affatto accadendo)…ma di alzarti in piedi, di pensarti autonomo e competitivo con il Pd, e di camminare sulle tue gambe, di costruire con altre e altri una Sinistra Nuova. Così semmai si dovesse arrivare a questo fantapolitico appuntamento ci arriveresti non da solo ma con altre e altri, con tante iniziative politiche e battaglie fatte nel frattempo e con un soggetto politico da mettere in campo”.
A questo punto mi sono svegliata, stanca come mi capita di essere alla fine di una riunione. Ma se facessi sempre sogni così partecipati non mi dispiacerebbe affatto!

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