venerdì 7 novembre 2008

valsangiacomo: "giù le mani dalle officine"

Cari amici del Circolo Rosselli,

Con la Fondazione Pellegrini-Canevascini (www.fpct.ch) mi sto occupando di un progetto di storia immediata: la raccolta di tutto il materiale (cartaceo, audiovisivo, ecc…) sullo sciopero delle Officine delle Ferrovie di Bellinzona. Nel frattempo, sono stati prodotti un libro e un documentario, che potrebbero essere spunto per un ampio dibattito.

In breve: nel marzo scorso, dopo anni di lento lavoro ai fianchi, le ferrovie federali Svizzere decisero di chiudere le Officine ( http://www.officine.unia.ch/Officine.2863.0.html?&L=0) che si occupano della manutenzione dei vagoni ecc. Gli operai si mobilitarono e la popolazioni li sostenne (12.000 persone in piazza, più volte, per una regione come la nostra non sono poche).

La vertenza non è conclusa. Nel frattempo, un capannone delle Officine, la pittureria, è diventata il centro di ritrovo e di attività sociale e culturale del Comitato e dell'Assemblea degli operai, delle loro famiglie e di tutta la popolazione. I partiti e il Governo cantonale sono stati costretti a seguire le manifestazioni. I motivi del sostegno popolare sono molteplici e di vario ordine. Non sto a enumerarli...

Perché vi scrivo di questa esperienza? Nel maggio scorso la INNSE di Milano ha subito la stessa sorte. Da allora 49 operai hanno "autogestito" (termine improprio ma che rende l'idea) la fabbrica e ora, mentre vi scrivo, stanno presidiandola ( la polizia li ha sgomberati in settembre, durante il turno di notte).

L'INNSE ha fatto un "gemellaggio" con le Officine e dunque ieri ho avuto modo di ascoltare le delegazioni della INNSE e delle Officine. La loro analisi è lucidissima e impietosa.I due casi sono simili, poiché (da quello che so, ma mi potrete smentire) la decisione di chiudere si basa su speculazioni; con le parole degli operai, siamo confrontati a degli "omicidi industriali".I discorsi di questi operai sulle pratiche democratiche, sulla cultura del lavoro e del confronto sono, permettetemi l'espressione, da brividi sulla pelle.

Scusate la semplicità dei propositi, ma non credo che le email siano il luogo adatto per lunghe disquisizioni. Volevo solo presentarvi brevemente la situazione ticinese (Giovanni mi dice che non è molto conosciuta e, vi assicuro, è un caso di grande interesse) e chiedervi lumi su quella milanese: vorrei sapere è se conoscete il caso, se ve ne siete occupati direttamente, se avete parlato con questi operai, che hanno voglia e bisogno di essere ascoltati, se non varrebbe la pena di partire da queste situazioni locali per discutere e agire. Conosco poco la situazione milanese e mi pare che queste siano le occasioni giuste per superare le frontiere e le censure mediatiche e mettere in comune le esperienze.

Giancarlo Pozzi della delegazione dell'INSSE, mi ha annunciato un incontro, il 29 novembre prossimo, dal titolo approssimativo ma altamente significativo di "operai e politica". La delegazione delle Officine ci sarà, e anch'io. Quando ne saprò di più, mi permetterò di farvi girare l'informazione e vi pregherei di fare altrettanto. Di Pozzi ho anche l'indirizzo email, se vi può interessare.



Vi ringrazio. Cordialmente.

Nelly Valsangiacomo

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Fondazione Pellegrini-Canevascini
Casella postale
CH-6500 Bellinzona
www.fpct.ch

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