sabato 29 novembre 2008

panzeri: flussi migratori

dalla newsletter di antonio panzeri

L'editoriale
di A. Panzeri


I flussi migratori, che coinvolgono milioni di persone in tutto il pianeta ed investono anche l'Europa con crescente intensità nell'ultimo decennio, sono un fenomeno di dimensione globale. Per questo il governo dell'immigrazione, la lotta contro l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani, la definizione di politiche di integrazione e cittadinanza non possono essere affrontati in modo efficace dal chiuso di una Nazione ma sono, al contrario, grandi questioni europee. I diversi Paesi non possono affrontare questa sfida in solitudine o, peggio, contrapponendosi all'Europa definendo risposte demagogiche e parziali.



Soltanto una politica comune di immigrazione e asilo a livello dell'Unione europea può consentire risposte efficaci a questa sfida che costituisce, già oggi, non un problema ma una necessità e un'opportunità per l'Europa, se accompagnata da politiche responsabili di governo.
È noto infatti che l'invecchiamento della popolazione e il declino progressivo della popolazione attiva sono un problema crescente per la tenuta dei sistemi di welfare e, in generale, per il rilancio del "modello sociale europeo".
In questo contesto, l'immigrazione è divenuta una delle componenti essenziali della risposta all'evoluzione demografica in Europa e della "strategia di Lisbona" per la crescita, la competitività, l'occupazione, in particolare per compensare la necessità crescente di forza lavoro qualificata che, da sole, le nostre società non riescono già oggi a soddisfare.
L'Unione europea deve avere più coraggio. Occorre superare le diffidenze dei Governi nazionali e definire un coordinamento forte e norme comuni per tutti i Paesi su quattro versanti:

Una politica comune di ingresso e soggiorno: tenendo conto delle differenze dei mercati del lavoro nazionali, occorre definire condizioni uniformi per l'ingresso e il soggiorno per motivi di lavoro. Alla direttiva "Blue Card" per l'ingresso e il soggiorno dei lavoratori stranieri altamente qualificati, devono seguire altre proposte normative per criteri comuni di ingresso e soggiorno per le altre categorie di lavoratori migranti valide per tutti i Paesi membri.
Una politica comune di lotta all'immigrazione clandestina, al lavoro nero e al traffico di esseri umani: occorre rafforzare la cooperazione giudiziaria in materia penale e la cooperazione di polizia a livello europeo per colpire efficacemente le reti criminali internazionali. A questo fine, è essenziale definire sanzioni penali uniformi contro il traffico e lo sfruttamento del lavoro nero dei migranti, intensificare lo scambio di informazioni e il coordinamento delle indagini in seno a Europol e Eurojust, definire strumenti per la gestione comune delle frontiere esterne dell'Unione europea, anche attraverso il rafforzamento di Frontex, l'agenzia dell'UE per il controllo delle frontiere.
Una politica europea di integrazione, inclusione sociale e cittadinanza: l'Unione europea deve sostenere lo sforzo degli attori istituzionali, delle parti sociali e della società civile che da anni lavorano, spesso in solitudine, a livello locale, regionale e nazionale a progetti di integrazione e partecipazione nei territori, nelle città, nei quartieri. È necessario definire un approccio comune dell'Unione europea per l'integrazione dei migranti, per favorire la loro partecipazione attiva alla vita sociale, culturale e politica delle società d'accoglienza, perché società più integrate sono anche società più sicure, oltre che più civili. Occorre definire a livello europeo un nucleo di diritti dei migranti che costituisce il cuore di una cittadinanza europea di residenza fondata sull'estensione progressiva dei diritti, dai diritti del lavoro ai diritti sociali, ai diritti di cittadinanza, incluso il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee per gli immigrati residenti in un Paese membro da almeno cinque anni.
Un partenariato forte tra l'Unione europea e i Paesi di origine e transito dei flussi migratori: la gestione dei movimenti migratori non può fondarsi soltanto su accordi bilaterali con I Paesi di origine e transito. Occorre un partenariato forte tra l'Unione europea e questi Paesi, fondato, oltre che sulla gestione dei movimenti migratori e il controllo delle frontiere anche sul sostegno allo sviluppo economico e sociale, ai processi di democratizzazione e al rafforzamento delle istituzioni. Questo partenariato deve diventare sempre più una componente essenziale della politica estera dell'Unione europea e della politica di vicinato.
Questi sono i punti che sono stati oggetto di confronto nel convegno che si è tenuto sabato 22 novembre, alla Villa Reale di Monza, e sui quali ci sarà l’impegno sia in sede parlamentare, sia sul territorio.

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