dal sito di sd
Quale sinistra per quale democrazia?
Il documento “Costruire la Sinistra” è importante per quello che rappresenta, cioè il lancio del processo del nuovo partito (non generico “nuovo soggetto politico”) della sinistra; ma presenta dei limiti di merito che è bene individuare e chiarire, trattandosi evidentemente di problemi politici.
Mi sembra debole sul punto della democrazia. E sì che è un punto decisivo, oggettivamente perché si tratta di imporre un modello alternativo rispetto a quello imperante e soggettivamente perché costituisce il vero punto di debolezza del progetto veltroniano e del PD. Una vera alternativa a Berlusconi-Veltroni passa per un’idea forte, strutturata, di democrazia del XXI secolo. In Italia particolarmente. Non basta dire che siamo contro “la deriva bipartitica”. E’ riduttivo. Perché sembra che siamo contrari solo perché ci taglia fuori; perché se i partiti sono due, evidentemente non c’è posto per noi, ecc. Così si dà l’impressione di cercare un posto a tavola. E invece si tratta di ben altro. Siamo contrari a questa bipartitizzazione forzosa perché fondata su due partiti antidemocratici come quello di Berlusconi e il PD, perché una democrazia moderna non può fare a meno delle istanze di diritto e liberazione rappresentate dalla sinistra, perché se non c’è la sinistra poi si finisce con la (inutile oltre che sbagliata) “bicamerale” di Fini-D’Alema per facilitare il programma del governo Berlusconi (cioè il federalismo fiscale), anzi si arriva ad una commovente “sommer school” fra ex-fascisti ed ex-comunisti. E invece ci vuole una democrazia conflittuale, plurale, di alternativa, dove la destra sia una destra democratica e la sinistra portatrice di istanze di critica del capitalismo e di liberazione degli uomini e delle donne. La battaglia per la democrazia deve essere una nostra battaglia, una battaglia della sinistra. Come storicamente è sempre stato, almeno nei punti alti della sinistra italiana, comunista come socialista, laica come cattolica.
Per questo un partito è indispensabile. E’ indispensabile al Paese, alla maturazione del nostro sistema politico, agli interessi e alle aspettative di milioni di uomini e donne. Non a trovare una “casa” al ceto politico di SD o ai transfughi di Rifondazione.
Questo il messaggio che dobbiamo far passare. Altrimenti sembrerà davvero solo un transito di ceti politici.
Per questo è indispensabile sciogliere almeno un altro nodo strategico. Ho letto che intorno alla riunione di presentazione del documento Fava ha parlato di “nuovo soggetto politico ‘alleato naturale del PD’” e prima anche Vendola aveva parlato di indispensabile rapporto con il PD, in vista di un nuovo centro-sinistra, ecc. Bisogna esser chiari. E il documento non lo è. Manca proprio una parte di prospettiva politica.
L’autonomia della sinistra è fondamentale, irrinunciabile. Non costruiamo un nuovo partito per allearci con il PD. Costruiamo un nuovo partito della sinistra perché indispensabile in sé. Per rappresentare le esigenze di cui si diceva sopra. Il problema delle alleanze si porrà poi. Ma dovrà esser posto senza equivoci. La sinistra deve restare forza autonoma: strategicamente, organizzativamente, culturalmente. Il rapporto con il PD deve essere di competition. Di visioni diverse della sinistra e del gioco democratico. Per esser ancor più chiari: non potrà aversi nuovo centro-sinistra senza prima una rottura entro il PD. Senza una sconfitta della strategia di Veltroni e non solo quella della “vocazione maggioritaria” (che pure ha fatto vincere Berlusconi), ma proprio della sua visione della politica (senza la sinistra), del partito (con l’ibridazione fra ex-comunisti ed ex-democristiani), della democrazia in genere (all’americana e americanizzante) e sul piano interno (il plebiscitarismo, le primarie finte, ecc.).
Autonomia e alternativa sono le parole chiave. La sinistra potrà recuperare una funzione storica e dunque una concreta possibilità di rinascita solo se non sarà suicida sul piano tattico (dopo l’equivoco della Sinistra Arcobaleno, quello con il PD) e ambiziosa e lungimirante sul piano strategico.
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