sabato 22 novembre 2008

mangano: riformismo

carissimo Giovanni, tutta la stima e l'ammirazione per Arfè non impedisce di osservare che se avesse voluto intitolare il suo scritto perchè non sono riformista craxiano avrebbe chiarito meglio le cose, la debolezza del suo argomentare è tutta nellì' unificazione di due aspetti, il riformismo e il craxismo. Ma il primo termine ha la sua storia di fondo e ,a parte appunto i leninismi della" rottura della macchina statale ! e la massimalista distinzione fra "programma minimo e massimo", il riformismo è un orizzonte politico, un metodo e una strategia, in quanto tale ha le sue molteplici variabili, da Rosa Luxemburg al Togliatti stesso delle riforme di struttura, dal riformismo "dal basso" a quello "dall'alto, "con Morandi allo spostamento progressivo( ricordi il Psiup di Vecchietti e Valori?). insomma si può discutere e osservare anche come spesso alcune formule e modelli siano escogitati per distanziarsi dal riformismo classico ( ad esempio il togliattismo i,n cui l'ambivalenza delle riforme di struttura consentiva il "! qui lo dico e qui lo nego, si noi siamo riformisti ma diversi--") e altre invece siano una linea di ricerca più sofferta- Si potrebbe sostenere a ragion veduta che perfino i recenti modelli no global e latino americani della democrazia partecipativa siano una variante del riformismo o una aggiunta di quello che vi mancherebbe( vedi la democrazia dal basso, la democrazia diretta etc: in che misura fuoriescono dal riformismo o ne costituiscono una ripresa in forma originale?)
In fin dei conti proprio la distinzione fra riformismo storico e riformismo moderno , il primo socialdemocratico statalista e il secondo socialista liberale, comincia a prendere corpo negli anni di Craxi, Martelli e Blair e Zapatero.i Questo vuol dire che tutti i riformismi si equivalgono e sono semplici varianti di un ceppo storico? No di certo, permangono differenze e discussioni, ma rimane il fatto che c'è da un lato un tradizionale antiriformismo di derivazione comunista, in cui essere riformisti significa essere socialdemocratici, di destra, borghesi, traditori e dalll'altro un filone critico che fin dai tempi di Rosselli e dello stesso Morandi ha spiegato che è lo statalismo a spezzare le reni della Seconda Internazionale.
Il secondo punto, lo stare alla larga dai clericali, è molto meno significante, in un paese in cui i socialisti col primo centrosinistra governavano con la Dc senza per questo essere clericali.Del resto il laicismo è patrimonio comune di radicali e socialisti. Certo che più si sta alla larga da padroni e da clericali etc è meglio, ma a parte i distinguo classici ( c'è differenza tra Agnelli e Olivetti? Le cooperative sono con i padroni o contro?) alla fine contano le scelte, le decisioni, i processi reali-. In ogni politica c'è un equilibrio instabile tra stare alla larga e sporcarsi le mani- Naturalmente si procede a battute tutto è lecito e va bene fare rilievi a questi o a quelli , magari il problema del berlusconismo fosse quello di essere clericale...
Sono solo notazioni, senza intento polemico, fanne tu l'uso che ritieni opportuno, Se ritieni ci siano aspetti di interesse generale e non di polemica personale si può andare avanti.
Attiiio

1 commento:

Anonimo ha detto...

caro attilio,
è vero, l'obiettivo polemico di gaetano (e anche il mio) è soprattutto il craxismo, che ritengo del tutto fallimentare anche nell'accezione del riformismo da te sottolineata (quella del metodo) che anch'io accetto, ma che, come noti anche tu, in quanto tale, possiamo ritrovare persino in certe fasi del togliattismo.
io credo che l'obbiettivo di fondo di chiunque si voglia definire socialista continui ad essere quello di maggiore giustizia sociale, attraverso il metodo delle riforme (riformismo) e riconoscendo il principio della salvaguardia delle libertà (anzi, possibilmente estendendolo) e quindi la lezione del liberalismo.
Con tutti gli errori della sinistra, continuo a ritenere che questi principi (scopi e metodi) siano maggiormente salvaguardati da essa, in Europa e in Italia, per i motivi che ti ho detto (su adriano olivetti sono perfettamente d'accordo, anche se riconoscerai che è stata l'eccezione e non la regola: qualsiasi ps europeo non avrebbe mai candidato colaninno o calearo, anche perché sa il significato dell'autonomia della politica).

ciao, un caro saluto
Giovanni