giovedì 26 giugno 2014

Documento: Iniziativa 21 giugno

Iniziativa 21 giugno: un campo aperto per la sinistra. COMUNICATO Il 21 giugno 2014, nella sede romana della Fondazione Nenni, si è svolto un incontro informale tra persone che, a titolo individuale o nella qualità di esponenti di Associazioni, Circoli, movimenti, esprimono realtà ed esperienze facenti parte della Sinistra Italiana, diverse, ma accomunate dalla preoccupazione per il progressivo degrado delle condizioni economiche e sociali del Paese e per lo stato della nostra democrazia, e dall’esigenza di operare perché dal vuoto di oggi possa emergere una Sinistra moderna e capace di un riformismo volto alla trasformazione della società più che alla sua ordinaria manutenzione. Questo incontro fa seguito a quello tenutosi a Bologna il 17 Maggio. La quasi totalità dei partecipanti all’incontro ha fatto propri i concetti espressi nel testo col quale l’iniziativa è stata proposta ed avviata (Allegato 1). Di conseguenza, i sottoscrittori di questo comunicato hanno convenuto sulla necessità di avviare un percorso comune senza che ciò comporti il predefinire forme e strutture organizzative e partecipative. E quindi, ferme restando le esistenti forme associative nelle loro individualità, caratteri culturali e politici, autonomie, hanno stabilito di costituirsi come un gruppo di liberi cittadini, denominato “iniziativa 21 giugno – un campo aperto per la sinistra”, aperto a tutti coloro che, individualmente, o a nome di Fondazioni, Associazioni, Circoli, soggetti politici, riviste, condividano quella preoccupazione e quell’esigenza, e ritengano di doversi impegnare in tal senso. In tal senso, ed in vista di ulteriori e più larghi confronti e della necessaria articolazione delle comuni iniziative da avviare, si è convenuto sul fatto che compito prioritario ed ineludibile di una forza di sinistra sia quello della tutela e dello sviluppo della democrazia; a maggior ragione in un ciclo culturale e politico nel quale vengono stravolte le premesse giuridico-istituzionali della rappresentatività, della tutela delle minoranze, e del principio dei “checks and balances”. Si osserva però come la degenerazione della nostra democrazia non si manifesti unicamente nella manomissione di quelle regole ed Istituzioni che ne consentono il funzionamento. Da oltre due decenni si sono isterilite e sono state messe in discussione quelle forme partecipative e di democrazia diffusa, che richiedono la presenza, la vitalità, e l’apertura di corpi intermedi quali partiti, sindacati, associazioni; sono state contratte le possibilità di partecipazione dei cittadini alle scelte riguardanti le comunità locali; è venuto meno il concetto che diritti individuali, civili, sociali, seppur configurantisi in ambiti e realtà diverse, costituiscano un corpus inscindibile che solo in una concezione democratica, laica e sociale dello stato può essere tutelato e promosso. Infine, ma non per ultimo, il ventennio appena trascorso ha visto la progressiva erosione di quelle basi economiche senza le quali la democrazia rischia comunque di restare pura affermazione di principii, infragilite a seguito di dilazioni e scelte coscienti, e non solo a causa di una crisi finanziaria che, dopo aver colpito le economie di tutto il mondo, vede l’Italia tra i Paesi ancora in fase di stagnazione. Mancato sviluppo, disoccupazione, malaoccupazione, insicurezza e scarsa mobilità sociale, eccessive disparità nella distribuzione della ricchezza, iniquità fiscale, hanno peggiorato le condizioni di vita della maggior parte degli italiani, chiudendo e non aprendo la società, disconoscendo meriti e capacità, vanificando la pienezza dei diritti dei cittadini, pur sanciti in Costituzione. La struttura ed il funzionamento dell’economia devono quindi esser tali da non render la democrazia un esercizio inutile o privo di effetti: ciò riguarda il peso e l’effetto delle scelte economiche private e pubbliche, che spetta alla politica di indirizzare verso l’utilità comune. Ma non si vedono all’orizzonte politiche capaci di operare in tal senso e ribaltare la situazione. Ciò premesso, ed in relazione a quanto sopra, quali prime iniziative da condurre immediatamente, si è convenuto di: • Dover combattere in ogni modo ed in ogni ambito la manomissione istituzionale rappresentata dal progetto di legge elettorale Berlusconi-Renzi e dalla prevista riforma del Senato: controriforme gravissime in sè nella distruzione della rappresentanza democratica dei cittadini, e gravissime nella loro conseguenza immediata di far venir meno il sistema dei pesi e contrappesi, omologando gli Organi di garanzia all’Esecutivo. A tal fine, avvertendo come la menomazione dei diritti civili dei cittadini comporti, non molto alla lunga, anche la compressione dei diritti individuali e sociali, verranno avviate e condotte tutte le iniziative sviluppabili in ambito politico e nei confronti della pubblica opinione e della società civile; e si esprime sostegno a quelle avviate in ambito giudiziario e rivolte a veder ripristinare i principii costituzionali violati da leggi ordinarie, come già è avvenuto per il “Porcellum”, per la legge 40, per la legge sulle tossicodipendenze. La designazione parlamentare di due membri della Consulta, in corso in questi giorni, acquista significato non solo simbolico: a tal proposito, si è ritenuto significativo il fatto che la candidatura dell’Avv. Felice Carlo Besostri, che si invita a sostenere in ogni sede, abbia ottenuto nelle prime votazioni un buon numero di voti. Al riguardo, si fa proprio il comunicato qui avanti allegato (Allegato 2). • Sempre in questa logica, si è convenuto di sostenere i quesiti referendari miranti alla modifica della Legge n°243 del 2012 (Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di Bilancio ai sensi dell’Art.81, comma VI, della Costituzione), e di esser presenti nei relativi costituendi Comitati Promotori. I firmatari di questo comunicato hanno poi convenuto sulla necessità di allargare e dare concretezza ad “iniziativa 21 giugno”, avviando laboratori politici territoriali nei quali si ritrovino tutte le esperienze e le realtà qui presenti, ed altre che dovessero aggiungervisi, concretamente finalizzati all’indagine ed alla definizione di proposte e politiche territoriali, coinvolgendo e confrontandosi con altre realtà associative e politiche, ed avviando capacità di collegamento, iniziativa, impegno, e presenza politica saldamente connesse alle esigenze più acutamente sentite dai cittadini. E’ stato infine stabilito di dotarsi di uno strumento di comunicazione interna ed esterna via web, quale l’avvio di un gruppo di Facebook, moderato da un amministratore. Roma, 21 giugno 2014 Sottoscrivono questo comunicato: Enrico Antonioni (Network per il Socialismo Europeo) Luciano Belli-Paci (Circolo Rosselli – MI) Alberto Benzoni (Iniziativa Socialista) Felice C. Besostri (Iniziativa Socialista – Rete Socialista) Roberto Biscardini (Iniziativa Socialista) Daniele Bonifati Andrea Cabassi (Alleanza Lib-Lab) Marco Calabrese Gim Cassano (Presidente di Alleanza Lib-Lab) Andrea Costa Critica Liberale Elena Hileg Iannuzzi (Circolo La Riforma – MI) Associazione “Il Socialista” Marco Lang (Network per il Socialismo Europeo) Franco Lotito (Laboratorio Politico per la Sinistra) Claudio Melchiorre Silvano Mulas (Sinistra d’Azione) Giancarlo Nobile (Comitato Piero Gobetti – Napoli) Antonio Panaccione (Azione Socialista per la Costituente) Saro Pettinato (Alleanza Lib-Lab) Silvana Prosperi Fabio Quadrana Giovanni Rebechi (Rete Socialista) Cesare Salvi (Socialismo 2000) Francesco Somaini (Presidente Circolo Rosselli – MI) Spazio lib-lab Stefano Sylos Labini Lanfranco Turci (Coordinatore del Network per il Socialismo Europeo) Geppino Vetrano Giovanni Vetritto Vincenzo Vita Olimpia Volpe (Comitato Piero Gobetti – Napoli) Paolo Zinna Marco Capodaglio per Repubblica e Progresso, Maurizio Caserta per Officine Siciliane, Angelo Giubileo per Associazione Guido Calogero – Salerno, dichiarano il loro interesse e disponibilità per comuni iniziative ed attività a carattere territoriale. e-mail: iniziativa21giugno@gmail.com ALLEGATO 1. Presentazione preliminare dell’incontro del 21 giugno. Crediamo inutile ripetere ragionamenti che, con diverse angolature, tutti stiamo facendo, per spiegare a noi stessi quanto siano preoccupanti lo stato e le prospettive del Paese. Non solo per quanto riguarda le regole di funzionamento della democrazia e la manomissione istituzionale già avviata, ma anche osservando il progressivo degradarsi di quelle basi sociali ed economiche, venendo meno le quali una democrazia degenera verso oligarchia o populismo, ed una società si divide sempre più nettamente tra chi prende e chi da, tra chi può e chi non può. Crediamo anche inutile spender troppe parole per spiegare quanto grande sia il bisogno che il Paese ha di una sinistra nuova, aperta e plurale; e come, per chi ritenga necessaria questa presenza, i partiti attuali -nessuno escluso- non possano più rappresentare un adeguato punto di riferimento. Se nelle democrazie industriali la sinistra politica annaspa, in Italia, e più per errori propri che per altrui responsabilità, essa è ridotta ad un campo di macerie, sul quale sia anche stato sparso il sale: senza rivoltare profondamente il terreno, ben poco potrà ricrescervi sopra, anche perché oramai essa parla un linguaggio comprensibile, e non sempre, solo a se stessa. Quest’opera di dissodamento non può essere avviata dai partiti oggi esistenti: si rende necessario che la composita galassia dei “sans papiers” di una sinistra critica e non irreggimentata, fatta di associazioni, gruppi, circoli, realtà territoriali, tra cui si collocano quelle-i di cui siamo esponenti, nonché da individualità significativamente impegnate, inizi a farlo col cercare una via comune e nuova, dandosi una consistenza culturale, politica, operativa che vada oltre le capacità ed i meriti dei singoli, che devono diventare patrimonio comune e non individuale o di piccoli gruppi sovente litigiosi. Non è pensabile che un tale patrimonio di idee, tradizioni, esperienze, vada disperso in inutili rivoli, in personalismi, in disquisizioni sul sesso degli angeli e miranti a stabilire il tasso di socialismo, di liberalismo, di comunismo, di questo o di quell’altro dei nostri antenati (i quali probabilmente si sarebbero profondamente annoiati e disinteressati a tali esegesi), in un’attività che, grazie all’avvento dei computer, trova il modo di svolgersi solo sui loro schermi, ma che, in assenza di tali strumenti, sarebbe pressochè nulla. Esistono, ben più vivaci della sinistra organizzata politicamente, al di fuori di questa, e da questa trascurate, capacità culturali, intellettuali, amministrative, di proposta e di organizzazione, di lavoro politico e nella società, nei campi del diritto, dell’economia, della tutela dei diritti, della comunicazione, insieme alle quali si può ripartire, a condizione che queste vedano in atto percorsi che, in termini di volontà di ripensamento e di aggregazione, siano credibili nell’evitare gli errori e le incomprensioni del passato. Ricominciare non implica affatto l’abbandono di tradizioni, storie, esperienze, riferimenti culturali e politici che nella storia della sinistra si sono sviluppati attraverso percorsi non di rado in conflitto tra di loro. Implica però, necessariamente: • L’attitudine ad una visione critica e relativistica degli stessi come premessa per comprendere le ragioni di un arretramento comune a tutti e per aggiornare e valorizzare quelle esperienze; e, in definitiva, per definire una comune base di partenza da cui muovere. • La rinunzia a visioni escatologiche ed alle conseguenti “reductiones ad unum” che la storia del secolo scorso ha sconfitto, per riappropriarsi invece del termine di “riformismo”, abbandonato a chi lo ha interpretato in termini di pura manutenzione ordinaria della società, ridandovi il significato di metodo finalizzato alla trasformazione della società e dell’economia che questo termine ha avuto sino a qualche decennio fa. • Metodi di lavoro culturale e politico atti a superare le vecchie abitudini e le ricorrenti tentazioni al considerarsi depositari del vero, che si concludono in velleitarismi che cercano inutilmente di nascondere frustrazioni soggettive e debolezze oggettive. • Nella consapevolezza che una sinistra “nuova” non possa oggi realizzarsi attraverso un micropartito, né col perorare l’entrismo nei partiti esistenti, provare a costituire un terreno comune ed una base di partenza a partire dalla quale sia possibile avviare elaborazioni, proposte, confronti, iniziative. E quindi: definire una base concettuale; selezionare le priorità di campagne ed iniziative comuni; avviare laboratori di progettualità politica a livello territoriale. Avvertendo da un lato le difficoltà dell’oggi, e dall’altro la necessità ed il dovere di avviare una prima esplorazione e verifica in tal senso, abbiamo convenuto di incontrarci a Roma, presso la Fondazione Nenni (Via Alberto Caroncini,19), il 21 Giugno dalle 10,30 alle 16,00, in un incontro non pubblico ed informale. Incontro che può avere un senso ove questo: • Sia concepito e nasca senza primogeniture, come la comune autoconvocazione di gruppi e persone che condividono la necessità di superare frammentazioni e di collegare strategie ed iniziative. • Non sia concepito come sovrapposizione, contrapposizione, o sconfessione nei confronti di iniziative già in essere o in fase di avviamento. • Vi si verifichi, tutti insieme, la sussistenza o meno di una comune volontà di confrontare e collegare esperienze, capacità, volontà, linee di indirizzo; e, nel caso, e per chi sia disponibile, le condizioni minime per procedere e le prime iniziative da avviare. ALLEGATO 2 Riforme elettorali ed istituzionali; elezione membri Corte Costituzionale. In Italia, la stabilità e l’efficienza del sistema politico sono state ricercate attraverso il mito di una governabilità assicurata formalmente dalle leggi elettorali, quasi che le maggioranze artificiali derivanti da abnormi premi in seggi o dalla elezione diretta dei vertici esecutivi degli Enti Territoriali o delle Regioni potessero sostituire l’omogeneità politica e la coerenza programmatica delle coalizioni, e potessero ovviare alla progressiva scomparsa dei partiti politici intesi come soggetti in grado di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, libere associazioni di cittadini e non oligarchie di politici di professione o appendici di un capo, padre e padrone del suo partito. Malgrado l’obiettivo fallimento delle artificiali scorciatoie maggioritarie nel 2006, nel 2008, e nel 2013, si prosegue l’errore con progetti di riforma elettorale che non tengono conto dei chiari principii affermati nella “storica” sentenza n°1/2014, con la quale la Corte Costituzionale ha annullato le parti più importanti della legge n°270/2005 (il famigerato Porcellum); cioè il premio di maggioranza e le liste bloccate. L’approvazione dell’Italikum in tempi stretti viene spacciata come “democrazia dell’investitura”, che darebbe una forma più moderna ed adatta ai tempi della democrazia rappresentativa, quando la risposta più consona alla crescente disaffezione della popolazione verso il processo democratico è, invece, l’estensione di forme di democrazia partecipativa e diretta, da innestare nella struttura rappresentativa. L’invadenza dell’esecutivo nel processo di revisione costituzionale, del tutto inusuale in una forma di governo parlamentare, è preoccupante; tanto più quando si combina con un Parlamento di nominati, cui si vuole togliere il divieto di mandato imperativo sancito dall’Art. 67 Cost., e che sarà ancora composto da designati di partito in assenza di una compiuta ed organica legge sui partiti politici, come in Germania, Francia, Spagna, e come richiesto dal combinato disposto degli Artt.2, 39 comma3, e 49 della Costituzione. La consapevolezza della forzatura costituzionale della legge elettorale all’esame del Senato comporta di modificare gli equilibri della Corte Costituzionale approfittando della scadenza di mandato di 4 giudici: 2 di nomina parlamentare, e 2 di nomina presidenziale, con una procedura assolutamente non trasparente, in assenza di proposte di candidatura. Se è comprensibile che i partiti che stanno trattando l’accordo istituzionale ed elettorale, ed anche i nomi dei futuri giudici funzionali agli accordi, votino scheda bianca o non partecipino alle votazioni con la maggioranza qualificata dei 2/3, non è giustificabile l’inerzia o l’indifferenza di chi è estraneo o addirittura contrario agli accordi, a meno che non voglia comunicare una futura disponibilità. Per iniziativa di un gruppo politico è stata formulata una rosa di candidati tra i quali è possibile individuare un candidato di bandiera, sul quale far convergere i voti, a far tempo dalla prossima votazione. Anche come segnale e monito che non vi è unanimità sulle riforme elettorali ed istituzionali volute dal Governo, a cominciare da quella del Senato, se non per la sottrazione del voto di fiducia. Tra di loro, si segnala, per il carattere simbolico della scelta, quella dell’ Avvocato Felice Besostri, difensore della legalità costituzionale delle leggi elettorali, avendo contribuito, con l’ Avvocato Bozzi, a portare davanti alla Corte Costituzionale prima il Porcellum, e successivamente, con propria iniziativa, la legge elettorale lombarda e, di recente, la legge elettorale italiana per l’elezione dei Parlamentari europei spettanti all’Italia. Roma, 21 giugno 2014

10 commenti:

maurizio ha detto...

buon giorno,
mi sfugge come "Iniziativa 21 giugno.." possa essere qualcosa di diverso dall'ennesimo tentativo di dar vita ad un altro gruppo "..un campo aperto per la Sinistra". Secondo me, a questo punto, è ora di porsi l'obiettivo di costruire, in base al dettato dell'art. 49 della costituzione italiana, un partito che raccolga "i ragionamenti" che in tutti questi anni sono stati fatti dai gruppi e associazioni ad orientamento socialista.
maurizio quirico

francesco ha detto...

Tentativi di dar vita, non dico ad un partito, ma anche solo a qualcosa di meno polverizzato di quel che si vede oggi in giro, sono sempre falliti per la difficoltà di mettere insieme a priori soggetti e realtà diversi.
Voler circoscrivere a tavolino i confini di un campo delimitato è stato del resto uno degli errori per cui non si ad oggi costruito nulla di convincente, e per cui l'attuale offerta politica ha finito per essere così deludente.

A parole del resto è facile dire "facciamo un partito nuovo", che raccolga i vari ragionamenti che si sono venuti svolgendo in questi anni. Ma la realtà non è così semplice. I processi politici non si costruiscono a tavolino.
Qui l'idea è invece quella di muoversi con meno enfasi, ma con più concretezza. Costruire su campagne concrete, da individuare tutti assieme, e da far nascere anche localmente, consuetudini di azioni ed esperienze comuni.
Da lì, poi, a poco a poco, si potrà far maturare qualcosa di nuovo, e far crescere la nuova soggettività di una vera Sinistra riformatrice. E' questo ciò che potrebbe distinguere l'approccio che qui si suggerisce, da altri che si sono tentati e visti in passato, e che non hanno portato a grandi risultati.
Un saluto,
Francesco Somaini

roberto ha detto...

Ha probabilmente ragione Quirico, siamo forse al pre, tutte le iniziativa di gruppi e azioni di questo genre possono considerarsi dei potenziali prodromi, per questo non vanno scoraggiate ma comunque incoraggiate, perchè sono elemento di vivacità politica e culturale, soprattutto se stanno sul concreto. Ma non c'è dubbio che alla fine anche la sinistra avrebbe bisogno di un nuovo partito riformista e liberalsocialista. Biscardini

elio ha detto...

Caro Quirico, sono d'accordo e le modalità a nostro parere sono quelle della Costituente socialista e di sinistra. E' l'unico sbocco per il quale personalmente sono disponibile a lavorare. Di movimenti e associazioni ne ho co-fondato fin troppi e sono finiti in niente. Elio Veltri

giovanni ha detto...

Caro compagno, io ero presente alla riunione, e condivido le cose che ritroviamo nel documento. Tentativi di costituenti sono miseramente falliti perchè spesso troppe prime donne non si trovavano d'accrdo, già al momento di costituire coordinamenti. Vediamo se partendo dai problemi si riesce a costruire qualcosa che poi sfoci in quello che auspichi tu. Giovanni Rebechi Rete Socialista-Socialismo Europeo. Muoviamoci per costruire, appunto in Campo Aperto.

claudio ha detto...

la sinistra non ha bisogno di un altro partito,su cui ciascuno ha i suoi pensieri diversi gli uni dagli altri. Ha bisogno di un pensatoio, di una società fabiana dove si rifletta alle riforme necessarie e a quelle auspicabili, a cosa è successo quando le hanno fatte in altri paesi e come è andata dopo, perchè non siamo stati noi a scoprire l’acqua calda: al massimo abbiamo scoperto lo specchio, a Venezia secoli fa, e da allora ci guardiamo compiaciuti l’ombelico dicendoci “ma guarda come sono di sinistra...”bene o male ce lo avevamo a Volpedo, e lo abbiamo bloccato pensando che l’Italia intera aspettasse le nostre indicazioni per sapere come votare...

comitato gobetti ha detto...

L'iniziativa 21 giugno può avere un senso solo se si prefige di dare all'Italia unica Democrazia Liberale d'Europa a non averne una sinistra socialista degna di questo nome, deve avere un orizzonte alto ed ogni azione deve essere un passo, rapido, per giungere ad un Partito Socialista altrimente diventerà una delle tante iniziative associative, bellissime, con grandi ragionamenti, stupende analisi socio-politiche, ricordi strugenti dei grandi della sinistra italiana. Il procedimento, anche se molti dell'area non sono daccordo, è quello della Lista Tsipras DIECI PUNTI PER L'ITALIA e chiamare tutto il mondo dell'aria socialista e liberale di sinistra a mobilitarsi. Altre strade non se ne vedono se non gridare all'intemocraticità del renzismo questo modello post democristiano 0.2 che non ha valori se non l'affermazione del leader.




COMITATO PIERO GOBETTI di Napoli

gim ha detto...

Rispondo ad alcune osservazioni circa “iniziativa21giugno”, essendone stato uno dei promotori.

Quali fossero gli intendimenti sui quali è stato avviato l’incontro è molto chiaramente definito nel testo preparatorio, ed ulteriormente specificato nel comunicato che è stato diramato dopo l’incontro e che è stato sottoscritto da figure appartenenti a diverse storie della sinistra italiana. Il tutto, in sostanza, significa:

1- La centralità della questione democratica come corpus inscindibile negli aspetti giuridico-istituzionali, politici, sociali ed economici.

2- La constatazione dell’assenza di una reale opposizione culturale e politica al disegno di completare e dare forma istituzionale alla trasformazione di una democrazia in un’oligarchia.

3- La necessità di muoversi in direzione di una Sinistra moderna e riformista, senza la pretesa che vi sia un unico percorso per arrivarci, ma con la convinzione che questo sia uno dei possibili percorsi.

4- Non pensare a costituenti, rifondazioni, federazioni (naturalmente presumendo di poter/dovere essere i federatori degli altri), ma cercando di avviare iniziative; in modo particolare quelle sul territorio.

5- Non si sta, quindi, costruendo una delle 100 associazioni che pullulano litigiosamente in quest’area, ma si sta cercando di mettere a confronto ed in rapporto di sinergia esperienze, storie, capacità, diverse.

A quanto indicato nel Comunicato dovranno aggiungersi altre iniziative: penso ad un ragionamento sulla riqualificazione della spesa pubblica ed al recupero del concetto di pianificazione, alla scuola pubblica, alla lotta all’illegalità palese ed occulta, ai diritti. E penso che si debba lavorare molto, unendo forze e capacità, sui territori, per affermare una capacità di progettualità e di presenza politica.

Solo su queste premesse, e cioè sulla pratica di percorsi comuni, e non in virtù di atti di fede, credo possibile provare a costruire una sinistra capace di crescere attorno ai fatti.

Gim Cassano

mario ha detto...

Credo che l' "Iniziativa 21 giugno" (alla quale non ho potuto partecipare, sebbene informato/invitato, ma che comunque ho seguito e sto seguendo via web) abbia finalmente colto nel segno.
Per la prima volta - per quanto la mia memoria "militante" mi possa aiutare - ci si ritrova intorno ad un tavolo per confrontarsi su idee e programmi volti innanzitutto a contrastare ed offrire alternativa, qui ed ora, alle due derive “renziana” e “populista” entrambe inscritte nell’imperante “pensiero unico” neo-liberista, antipolitico, anticostituzionale ed antidemocratico.
Fino a ieri, purtroppo ed in buona parte dei casi, simili incontri si erano risolti, per colpa di pochi o di molti, nei soliti dotti simposi dove però, seppur ingenuamente velato, l’intento principale e direi quasi esclusivo era quello della formazione di improbabili organigrammi di ancor più improbabili “coordinamenti dei coordinamenti” di non meglio definite aree socialiste declinate quasi sempre in tutte le loro varianti novecentesche.

Per la prima volta insomma abbiamo potuto preoccuparci della casa che brucia piuttosto che del salvataggio dell’argenteria e del quadro del nonno.
La dimensione realmente aperta dell’iniziativa fa sì che ad essa possano e debbano partecipare anche realtà già costituite come i Comitati Tsipras…..dei quali credo che , seppur a titolo personale, alcuni esponenti di base abbiano già aderito e/o partecipino (me stesso incluso).

Spero si possa continuare su questa strada e personalmente farò di tutto per garantirlo.
Fraterni Saluti.
Mario Francese

peppe ha detto...

anche io non ho potuto partecipare alla iniziativa ma ne condivido pienamente il senso e lo scopo. NOn si tratta di creare "sovracoordonamenti" tra associazioni che hanno la loro peculiarità (pur muovendosi in uno spazio attiguo) , come giustamente dice Francesco Somaini, quanto più semplicemente e più produttivamente , muoversi insieme per sostenere attivamente alcune battaglie politicamene qualificanti (penso ad esempio alla battaglia contro la legge elettorale Italikum ed a quella contro il Fiscal Compact in Costituzione, o sui temi del lavoro) per una battaglia democatica e socialista e per sensibilizzare su questi temi fondamentali l'opinione pubblica