sabato 1 settembre 2012

Franco Astengo: Ritorna la teoria delle due sinistre

RITORNA LA TEORIA DELLE “DUE SINISTRE”

L’assemblea nazionale di SeL, svoltasi in gran fretta venerdì 31 Agosto, ha in sostanza sancito, attraverso un massiccio voto maggioritario, il ritorno alla non mai abbastanza criticata “teoria delle due sinistre” che i militanti di più lungo percorso politico ricorderanno senz’altro.

L’idea, espressa dal documento sortito dall’Assemblea di venerdì scorso, è, infatti, quella di una “delimitazione” a sinistra, proponendo per la stessa SeL un percorso interno a un’area a “vocazione governativa” per un nuovo centrosinistra collegato a un patto di ferro con il PD (unica eccezione la ricerca di un collegamento, in questa fase molto difficoltoso, con una forza come l’IDV della quale tutto si può dire meno che si tratti di un soggetto appartenente a una possibile area di sinistra).

Si chiude così, anche formalmente, l’ipotesi di un percorso di unità a sinistra, nelle sue diverse componenti, anche nella forma riduttiva di una presentazione elettorale comune, se non di proposta di nuova soggettività: SeL reclama, per intero, l’appartenenza a un altro campo, del resto già ben individuato da tempo nella scelta della forma della soggettività politica, identificata in quel “partito elettorale personale” imperniato sulla figura del leader, con attorno una “rete” di sostegno incondizionato che, poi, riverbera la stessa struttura a livello locale, accettando di fatto il meccanismo del “presidenzialismo – maggioritario”.

D’altro canto la valutazione di questa scelta va posta anche su di un altro piano, non posto in rilievo nel corso dei lavori della già più volte citata Assemblea: quello del diritto di cittadinanza all’interno del sistema politico – istituzionale.

E’ evidente come, in particolare attraverso il dibattito in corso sulla modifica della legge elettorale (dibattito emblematico del punto di caduta al quale è pervenuto l’intero quadro politico oggi presente in Parlamento) e nell’accentuarsi del meccanismo presidenzialista(enfatizzato dalla vicenda “intercettazioni” da qualsiasi lato la si voglia osservare) e dell’affermazione della cosiddetta “democrazia di competenza” in luogo della “democrazia rappresentativa” (un fenomeno sul quale sono intervenuti con puntualità Ilvo Diamanti e Nadia Urbinati) i tre partiti che sostengono il governo dei “tecnici” si stanno muovendo sul terreno del “partito di cartello”, quella formula particolare attraverso la quale si tende, attraverso la formulazione di apposite norme in particolare in materia elettorale, di impedire a nuovi soggetti di entrare a pieno titolo nell’arena politica (o perlomeno, a limitarne l’impatto).

E’ questo il significato insito nelle proposte di premi di maggioranza (al partito, e non alla coalizione: e sarà questo un particolare non indifferente per definire certe strategie), soglie di sbarramento, listini bloccati.

Meccanismi che possono essere aggirati soltanto attraverso un rapporto diretto con uno dei soggetti protagonisti, appunto, del cosiddetto “partito di cartello”, al di là della proclamata autonomia politico-culturale di cui dovrebbero disporre tutti i soggetti organizzati in campo.

L’obiettivo, nello specifico del “caso italiano” di questi tempi è chiaro: quello di fare in modo che, comunque, il governo dei tecnici in una qualche forma (la più possibile vicina all’attuale) resti in sella per proseguire nel suo lavoro di demolizione di ciò che resta, all’interno della crisi, di coesione sociale nel Paese.

Così le due “sinistre”: o perlomeno una presunta sinistra collocata, nel campo, appunto del “partito di cartello” (di cui beninteso fa parte anche la Lega Nord, che a proposito di soglie di sbarramento avrà un trattamento privilegiato).

Ho affrontato soltanto l’aspetto della dinamica politica in atto, senza entrare nel merito delle questioni di qualità della crisi, del livello europeo, della feroce lotta di classe in atto per estirpare definitivamente i diritti dei lavoratori.

Mi è parso decisivo sottolineare al massimo il tema di fondo dell’itinerario tracciato dalle forze maggioritarie in questo momento all’interno del sistema politico, un itinerario al fondo del quale, come ha affermato il ministro Barca, c’è l’idea di una democrazia “inclusiva”, nel senso della delimitazione netta del recinto di governo inteso quale unico riferimento possibile perché si possa disporre di un minimo di agibilità politica.

Per una sinistra che non intenda rassegnarsi a questo meccanismo di assoluta perdita di autonomia culturale e di capacità di iniziativa e intervento non rimane che affermare il principio opposto: quello di proporre il principio dell’affermazione di una democrazia rappresentativa che, a questo punto della crisi economica, sociale, politica e culturale, potrà affermarsi soltanto esponendo un netto segnale d’opposizione a un quadro dominante così pesantemente negativo.

Savona, li 1 settembre 2012 Franco Astengo


10 commenti:

roberto ha detto...

non mi pare che la politica di sel, indicata da Vendola all' assemblea nazionale, escluda nessuno. Certo l' intesa politica con Bersani, che oggettivamente puo' ancorare a sinistra almeno buona parte dell' elettorato del pd, prelude ad un' alleanza che si pone l' obiettivo del governo del paese da sinistra, ma non vedo alcuna chiusura a chi intenda perseguire tale obiettivo e partecipare a un confronto costruttivo, ciò è confermato anche dall' apertura del percorso per la definizione programmatica a movimenti e associazioni.
E' chiaro che l' idea delle due sinistre viene superata solo se la nuova sinistra si propone come forza di governo, come avviene in tutta Euopa, legata a un progetto di trasformazione profonda del modello sociale ed economico, nell' interesse dei ceti più deboli..

luciano ha detto...

Veramente l'assemblea Nazionale di SEL del 31/08 è stata convocata da ben una quindicina di giorni e nei termini statutari (senza alcuna grande fretta)poi non vedo anch'io come ben riporta qua sotto il compagno D'Ambra"alcuna chiusura a chi intenda perseguire tale obiettivo e partecipare a un confronto costruttivo, ciò è confermato anche dall' apertura del percorso per la definizione programmatica a movimenti e associazioni .

Astengo mette la seguente etichetta“partito elettorale personale”quindi se lo inventa oppure non ha letto il documento dell'01/08 "E' tempo di cambiare" dove è riportato quanto segue:"Il primo passo deve riguardare la democrazia dei e nei partiti, che devono riformarsi per essere
strumento dei cittadini e non luogo opaco di interessi particolari. Abbiamo assistito ad una progressiva degenerazione della fondamentale funzione di rappresentanza dei corpi intermedi, che va contrastata immettendo più partecipazione e democrazia diretta. L'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, con una nuova legge sui partiti, dovrà tener conto delle nuove domande di partecipazione e trasparenza: democrazia diretta nelle scelte, così come si è cominciato a fare con le primarie, per favorire il rinnovamento e premiare le competenze; limiti inderogabili all'esercizio di funzioni di direzione e di rappresentanza istituzionale; trasparenza e accessibilità ai bilanci, in un quadro di netto ridimensionamento dei finanziamenti pubblici e di tetti inderogabili per le spese elettorali.
Vanno posti limiti e controlli ai finanziamenti provenienti da privati, in particolare aziende e gruppi imprenditoriali, al fine di contrastare l'eterodirezione della politica da parte delle lobby economiche e anche per favorire il finanziamento diffuso dei cittadini alle attività politiche."

Le due sinistre?Tutti noi sappiamo che ci sono e che SEL tende di ridurre al minimo quella critica e protestataria rappresentata in larga misura dalla FdS e dei Comunisti Italiani che ad oggi sono quotati dall'1,90% al 2,50% cercando quindi di costruirne una di programma e di governo come del resto esiste nella nostra Europa.

Nichi Vendola anche ieri l'altro sera a Tilt Camp a Marina di Grosseto ha ricordato che SEL si riferisce ai grandi partiti socialisti e socialdemocratici come la SPD,il PSF e i Laburisti inglesi cosa anche questa che è sfuggita al compagno Astengo ma non al al compagno Martin Schulz presidente del Parlamento europeo del PSE che ha invitato SEL e Vendola come osservatori a Bucarest (sembra comunque si faccia a Bruxelles) .
Fraterni saluti,Luciano

felice ha detto...

a proposta di una sinistra di opposizione è la conferna delle 2 sinistre.Non dobbiamo confondere sinistra al governo e sinistra di governo. Una sinistra di governo può anche essere all'opposizione, na non come scelta, ma perché non ha la forza di governare per non avere consenso sufficiente.Ritorniamo alla proposta della necessità di Stati Generali della Sinistra: se non c'è nemmeno un luogo dove confrontarsi, altro che 2 sinistra, almeno 10 ognuna per suo conto. Chi si oppone all'acordo con il pD a prescindere, propone un fronte con IdV, che concordo con Astengo, che non è di sinistra

luciano ha detto...

Quel che mi ha stupito della nota di Astengo, che solitamente apprezzo anche
quando dissento dalle sue tesi, è il suo carattere impolitico.

Sembra che ad Astengo sfugga il fatto che SEL è nata proprio per non
ripetere mai più l’esperienza della “Sinistra Arcobaleno”.

Il che significa due cose: 1) basta con la sinistra esclusa dal parlamento
italiano; 2) basta con la sinistra che si lascia docilmente assegnare dal
Veltroni di turno la parte in commedia dell’antagonista, regalando al PD la
patente (falsa) del riformista. Due sinistre esistono nella realtà
effettuale pressoché in tutti i paesi europei, escluso il Regno Unito dove
il sistema elettorale non lo consente. Dunque vi è una pratica – non una
teoria – delle due sinistre, e con essa occorre fare i conti. Se
l’obiettivo fosse stato quello di fare la Linke italiana, Vendola poteva
pure rimanersene in Rifondazione, o no ?



Luciano Belli Paci

pierpaolo ha detto...

Entro meno che posso nelle polemiche che coinvolgono il mio partito, ma
stavolta non posso esimermi dall'apprezzare l'analisi di Luciano.

Peraltro chi, come me, ha avuto contatti non sporadici con la sinistra
"a sinistra di SEL" non può che concludere che quelle siano ormai
"partes infidelium", in cui non si può costruire alcunché di buono,
perché analisi e spunti anche interessanti e condivisibili sul piano
della critica sociale e della proposta si accompagnano a settarismi e
paranoie insopportabili.

Passi quando mi facevano l'esame del sangue perché ero iscritto a
partiti della "diaspora socialista"; ma essere apostrofato come
socialtraditore da iscritto a SEL è, francamente, ridicolo. E rende
conto di cosa ci si possa aspettare dalla frequentazione politica di
quanti, a sinistra, sono sempre pronti ad arruolarsi e ad arruolare
nell'ennesima "Compagnia della Buona Morte", purché tanto perdente
quando pura e coerente ideologicamente...

Ma è noto che la storia, quando si ripete, lo fa passando dalla tragedia
alla farsa, e le polemiche contro SEL di questi mesi sono molto simili a
quelle che si scatenarono contro il PSI negli anni del primo
centro-sinistra - come se la DC di quegli anni non fosse stata più a
destra, in alcune sue frange, del PD attuale. Solo che quello era un
dibattito serio, oggi siamo all'insulto, alla distorsione della realtà,
alla messa in caricatura delle linee e del personale politico. Come al
solito, il lupo perde solo il pelo...

Fraternamente,

Pierpaolo Pecchiari


guido ha detto...

E' una malattia, ma non solo italiana (il vecchio Lenin la sapeva lunga in proposito), quella di non riuscire a distinguere il rigore delle idee dalla magia delle credenze estreme. A chi crede che gli intellettuali siano solo quelli che hanno fatto la maturità classica consiglio (ovviamente se non già letto) il classico sul fanatismo "The True Believer", di Eric Hoffer, scrittore scaricatore di porto e vera testimonianza di vita colta che di sé scriveva "« My writing is done in railroad yards while waiting for a freight,in the fields while waiting for a truck, and at noon after lunch. Towns are too distracting. ». Lo ammiro soprattutto perché è capace di scrivere dopo pranzo (vedi Bianciardi in proposito). Personalmente mi sono fatto l'idea che molti di quelli che si credono duri e puri, o sono un po' malati, oppure sono piccoli borghesi frustrati e sono poi i primi a passare al nemico quando brillano le svanziche. G

sergio ha detto...

Ma la corrente principale di Sel non era la "Sinistra per il Socialismo"?
Che ne è? Era una finta riconversione al Socialismo europeo?

Salutissimi.
Sergio Tremolada

sergio ha detto...

Caro Paolo,
dopo 20 anni di CGIL (anni 70 - 90) un'esperienza che mi
ha insegnato tante cose, mi ha convinto che i tempi di maturazione delle
politiche del PCI non erano consone alle necessità del nostro Paese e che le
direttrici imboccate (per esempio l'eurocomunismo) avrebbero messo la
Sinistra tutta in una condizione subalterna (particolarmente sul piano
culturale) nei confronti del sistema capitalistico così come veniva
evolvendo già in quegli anni.

I prodromi vi erano già tutti ed ora ...

Dovremo smettere di cercare l'ottimo per il meglio possibile.

Ciao.
Sergio Tremolada

pierpaolo ha detto...

Delle correnti interne non saprei dirti, ma ti posso riferire quello che
ho sentito ieri da Migliore a l'altro ieri da Smeriglio - intervenuti a
due dibattiti nell'ambito della festa provinciale milanese di SEL.

Come è noto SEL invierà suoi osservatori al prossimo congresso del PSE,
cosa che all'interno del partito non ha suscitato manifestazioni di
entusiasmo e giubilo, ma nemmeno ha creato scandalo.

Sia Smeriglio che Migliore hanno detto le medesime cose.

Non c'è alcuna soluzione alla crisi in ambito nazionale, le uniche
scelte politiche significative saranno fatte in Europa, ed è necessario
che SEL si colleghi in qualche modo alle forze del PSE. Il contrasto
alle politiche basate sull'austerità deve essere fatto dove queste
prendono forma: Consiglio d'Europa, Commissione e Parlamento europei.

Il PSE si sta faticosamente muovendo sulla strada per diventare un
partito transnazionale - un processo talmente importante da rendere
impossibile limitarsi ad assistervi. E sembra uscito dallo stato
catatonico in cui lo avevano gettato Blair e Schroeder, riprendendo e
attualizzando le linee di una sinistra decisamente più "tradizionale",
proponendo piattaforme degne di essere considerate.

I partiti socialisti e socialdemocratici sono forze di governo, ed
essere partito della sinistra di governo è la scelta che ha fatto SEL
(cosa ben diversa dal voler essere partito sempre al governo, come
giustamente ha ricordato Felice Besostri).

In più mettiamoci le considerazioni sul fatto che le prossime elezioni
europee vedranno cambiare i meccanismi di elezione del presidente e,
verosimilmente, della stessa commissione europea, che diventerà simile a
un governo politico nazionale e dovrà reggersi sui voti di una
maggioranza politica in parlamento. Per SEL sarà scontato sostenere
un'eventuale maggioranza socialista, o unirsi agli altri partiti
socialisti nell'opposizione alle destre.

Insomma: la ricerca da parte di SEL di un rapporto destinato a
stringersi sempre di più con il PSE è stata presentata come una naturale
conseguenza dell'ordine delle cose.

La cosa interessante è che non sono state prese in considerazione -
neppure per un attimo - ipotesi che in altri tempi sarebbero parse
estremamente suggestive o degne di considerazione, del tipo "costruiamo
piuttosto la Syriza italiana", oppure "proponiamo il nostro come un
modello per la ricomposizione della sinistra europea su basi diverse".

Per fortuna pare che si stia affermando un concetto semplice: in Europa
la sinistra è socialista, e non ha nessun motivo per cambiare.
E se le cose andranno secondo logica, lo sarà presto anche la sinistra
italiana.

Pierpaolo Pecchiari

luciano ha detto...

Caro Sergio leggiti questo:"Sono stato invitato dal Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, come osservatore al prossimo congresso del Party of European Socialists (Partito Socialista Europeo) "- Nichi Vendola

Questo invece lo scriviamo noi,In Europa si sono accorti di noi, nonostante tutto. Ora tocca a noi fare passi in avanti nella giusta direzione, che per me si chiama adesione al PSE.Luciano Montauti