giovedì 16 agosto 2012

Elio Veltri: Tre domande a Mario Monti

Tre domande a Monti che nessuno fa


Non si capisce perchè nessuno chieda spiegazioni al capo del governo su :

1)Imposta patrimoniale oltre 1- 1,5 milioni di patrimonio;
2)Accordo con la Svizzera per tassare i capitali degli italiani che li hanno esportati illecitamente evadendo le tasse;
3)Confisca e vendita dei beni mafiosi.
a)Sul primo punto i sindacati e alcuni partiti hanno chiesto al governo di imporre una patrimoniale. Ma di fronte alla posizione negativa dell’esecutivo, nessuno ha chiesto al capo del governo di presentarsi in televisione e di affrontare un confronto serio sull’argomento, spiegando le ragioni del diniego. Se i sostenitori della patrimoniale, tra i quali ci sono anche io, hanno ragioni fondate per insistere, devono sfidare il capo del governo di fronte a milioni di italiani. Gli argomenti iniziali di Monti contro la patrimoniale: difficoltà a individuare i patrimoni in maniera tale da imporre una imposta , avevano convinto anche me. Ma dopo 10 mesi di governo, se si fosse stati convinti della opportunità di imporla, il governo si sarebbe dovuto dotare degli strumenti necessari per farlo seriamente. Il tutto considerando che una mini patrimoniale è stata introdotta con L’IMU.
b)Sul secondo punto le proposte sono state davvero pochine e sporadiche. So bene che Monti si è adeguato a una disposizione dell’Unione Europea che è contraria ad accordi bilaterali con altri Stati, che prevedono l’anonimato degli interessati, com’è avvenuto con l’accordo Germania- Svizzera: la Svizzera tassa i soldi esportati e custoditi nelle sue banche, passa i soldi alla Germania e in cambio quest’ultima consente che gli esportatori di capitali mantengano l’anonimato . Di fronte alla posizione contraria dell’Unione europea, Monti avrebbe potuto fare l’accordo con la Svizzera impegnadosi a rispettare la Direttiva europea se e quando fosse stata emanata;
c)Sul terzo punto nessuno ha fatto e fa proposte. Sono tutti contenti di leggere ogni tanto sui giornali che la magistratura sequestra beni mafiosi. Me nessuno si pone il problema delle confische effettivamente eseguite, della necessità di incrementarle e di che fine fanno quei beni. Vedo che le informazioni sulla trattativa mafia- Stato infiammano la pubblica opinione, ma nessuno si pone il problema vitale che è il seguente: come mai le mafie italiane sono molto più potenti di 30 anni fa, anno di approvazione della legge Rognoni-Latorre, fatturano oltre 200 miliardi di euro all’anno, sono una potente mutinazionale che nuota come i pesci nell’acqua dell’economia globale e investe un terzo dei guadagni nell’economia legale.

Elio Veltri

8 commenti:

claudio ha detto...

caro Veltri, io di domande ne farei una sola: ha provato Monti a fare un conto di quanto risparmierebbe lo Stato e quanto guadagnerebbe di imposte sul consumo legalizzando tutte le droghe, come da 30 anni consiglia di fare Milton Friedman, che non è mai stato un fricchettone o un movimentista. Secondo me 10 miliardi di imposte e un terzo di quel che si spende per la sicurezza. Ci sarebbero anche due vantaggi: vendendo droghe pesanti controllate diminuirebbero i morti per overdose, sparirebbe lo spaccio, e qualcuno comincia a spiegare agli USA che hanno definitivamente perso un'altra guerra. Nella quale, non so perchè, si era fatto arruolare Craxi, come un sudamericano qualunque.
Quanto alla vendita dei beni confiscati, purtroppo si può fare solo quando la relativa sentenza è passata in giudicato: con i tempi della nostra giustizia e la variabilità di sentenze tra un livello e l'altro non c'è mai niente di definitivo, il massimo che si può fare è la confisca provvisoria, il resto è demagogia. Come parlare di patrimoniale quando i capitali sono liberi di girare non solo in Svizzera, ma in tutta la UE, e basta intestarli a una fondazione o a una società di diritto locale, come ormai fanno tutti: della UE si è realizzata la libera circolazione dei capitali e delle merci, non quella dei lavoratori.

felice ha detto...

Per i patrimoni sopra i 500.000 Euro( sotto costa troppo esterovestirli), o la patrimoniale è retroattiva almeno al 1 gennaio 2010 o non si troverà nulla. Ovviamente con la posibilità di dedurre i beni dimostrando di averli trasferiti legalmente a terzi e tassando come donazioni i trasferimenti a fiduciarie italiane o estere

Nel patrimonio o entrano i valori mobiliari o è ennesima presa in giro, quindi, oltre che titoli, stock option, gioielli, mobili d'autore e quadri almeno quelli assicurati. Il valore è quello dichiarato all'assicurazione con prelazione a quel prezzo alla PA in caso di trasferimento.

Norme europee per gestione crisi finanziarie, trovo assurdo che si impangono controlli e restrizioni alla P.A in crisi e i privati possono far quel che vogliono, come esportare capitali come è avvenuto in Grecia mentre riceveva aiuti

La patrimoniale straordinaria deve essere recuperabile dalle future imposte sul reddito: sarà conveniente dichiarar di più. Reintrodurre imposte su eredità e donazioni come anticipo sulla patrimoniale. In poco tempo bisognerà arrivare come in Germania che il 10% dei più ricchi paga il 46% delle imposte dirette.

Se non ci sono partiti retti da statuti democratici, effettivamente rispettati, non ci sarà RICAMBIO DEI GRUPPI DIRIGENTI, SE NON CI sarà ricambio non sorgeranno nuovi gruppi dirigenti( preferisco questo a nuovi leader). Ricmbio vero non con le cosmesi di donne e giovani cooptati dai vecchi gattopardi, anzi ci vorranno quote di ulraottantenni in pace dae sensi e senza cariche o incarichi pubblici da almeno 20 anni. Se sono stati fatti fuori erano persone per bene e poi lo diceva già Montaigne che i vecchi danno buoni consigli perché non possono più dare cattivi esempi







guido ha detto...

Caro Claudio, hai mille e una ragioni. Sono rimasto in attesa dopo l’articolo di Saviano e l’intervento di Veronesi curioso di sapere se c sarebbe stata una discussione. Calma piatta, si preferisce parlare della Santanché. Ho vissuto male la vicenda craxiana della guerra alla droga. Con Veronesi eravamo in un Comitato di “saggi” (uno dei tanti)di consulenza a Pillitteri e avevamo preparato un documento ben argomentato a favore di una politica antiproibizionista che allora era nel DNA e anche nella generalità dell’opinione socialista di base. Di colpo è arrivato il diktat di Craxi che ha stupito un po’ tutti. Ricordo benissimo che in una riunione a Firenze me ne sono lamentato con Giuliano che non era pregiudizialmente antiproibizionista ma mi ha spiegato che in quel momento non si poteva fare altrimenti. Al congresso del PSI a Milano all’Ansaldo ci siamo parlati con Veronesi e raggiungemmo la convinzione che non si poteva fare diversamente. Mi ricordo che alla fine lui concluse citando Mao e il giunco che doveva chinarsi in attesa che passasse la tempesta. In grazia di questa mia posizione sono stato spesso chiamato in quel periodo a far da punching ball nelle sezioni periferiche in cui i craxiani si erano impegnati a far passare la linea. E purtroppo non ci fu nulla da fare. Ma da quell’esperienza uscì rafforzata la mia convinzione che la base non era d’accordo, era disorientata e non ci stava. Ci sono buone ragioni per credere che la posizione illiberale sulla marijuana e quella troppo vaticanista sull’ora di religione furono due grandi occasioni mancate per allargare l’area si consensi nel PSI fuori dalla morsa cattocomunista e in un terreno genuinamente libertario dove si stava ammassando una grande quantità di consensi. Craxi decise per la linea perbenista in entrambi i casi , e si è visto. Ma più in generale la maggiore truffa sulla marijuana è venuta dai medici (gli stessi cucchiaini d’oro che poi si dichiarano antiabortisti) che violando ogni logica sperimentale hanno sostenuto l’antiproibizionismo sostenendo la “teoria” (bufala) della “poli-addiction” e cioè che tutti gli eroinomani fumano anche la marjiuana. Anche se fosse vero (ma probabilmente uno fatto si fa di tutto anche della colla per cuoio) non prova il contrario e cioè che tutti consumatori di cannabis sono eroinomani. Anzi è vero proprio il contrario: esiste di fatto un esperimento a carattere mondiale che di dice che delle centinaia di milioni (a essere cauti) di giovani che hanno provato la cannabis (Blair,Clinton e me inclusi) solo una frazione irrilevante sono passati alle droghe pesanti. Del resto l’alcool fa male e può uccidere se entri in un bar qualunque davanti a te ci sono centinaia di bottiglie ciascuna della quali se per caso decidessi di scolarla ti porta all’ospedale. Come mai non succede? Con la cannabis non è neppure possibile, anche volendolo non puoi andare in ospedale per una fumata. Certo se consumi er troppo tempo alcool o cannabis o altro puoi farti del male, ma è una questione medica non carceraria. E allora perché questa differenza che tutti i governanti, salvo pochi continuano a usare come strumento di repressione. La risposta a me sembra una sola che dietro al business cannabis c’è la potenza della mafia. G

elio ha detto...

Caro Bellavita, imposte patrimoniali esistono in altri paesi europei nei quali le regole sono le stesse; l'accordo con la Svizzera l'hanno fatto Germania e Inghilterra; quanto ai beni mafiosi si possono accelerare le confische e di molto. ma noi non vendiamo e spesso non utilizziamo nemmeno quelli già confiscati che sono il 5-6% del totale. In America negli anni 90 il Marshall, agenzia che si occupava di beni confiscati li vendeva in maniera differenziata a seconda della categoria di beni( mobili, immobili e aziende), tutti i giorni. Ci è stato spiegato in un incontro dai dirigenti dell'Agenzia. Qui da noi, un'azienda su due confiscate falliscono e i lavoratori rimpiangono i mafiosi che gestivano prima che intervenisse lo Stato. Stiamo parlando di beni il cui valore viene stimato 1000 miliardi di euro. Inoltre oggi la mafia non ha più bisogno di uccidere: corrompe e compra e un terzo dei soldi incassati li investe in economia legale. Quindi le cifre della corruzione che il paese paga e che costituisce una parte consistente del debito pubblico diventano astronomiche. D'altronde essendo le regole europee uguali per tutti ipaesi dell'Unione nessun altro paese ha livelli di illegalità, corruzione e criminalità organizzata come il nostro, con oltre 500 miliardi di Pil tra economia sommersa e criminale.Elio Veltri

claudio ha detto...

Sulla patrimoniale continuo ad avere i miei dubbi, chi ha i soldi non è scemo, e sa che prima o poi la patrimoniale arriva. Se intesto i miei liquidi a una società di gestione in Lussemburgo, o anche in Austria, o a Montecarlo o Irlanda, e le azioni di questa società le metto in mano a uno studio legale fuori UE, nessuno potrà mai sapere di chi sono. Singapore sembra sia molto più sicura, perchè ci sono i soldi dei politici cinesi e chi parla lo ammazzano,ma chi si fida? Comunque a Pavia insegna Tremonti, che queste cose le conosce bene...
Per le confische hai ragione, ma allora bisogna fare una legge particolare, evitando il verminaio attuale di gestione da parte di amici del giudice, di comuni e enti locali infiltrati, di pie opere religiose, di professionisti dell'antimafia: si affidi tutto alla Guardia di Finanza, fissando obiettivi e tempi di vendita, sotto la vigilanza di un altro corpo dello stato, collocato in regioni diverse, e con l'obbligo di riferire annualmente in parlamento sulla gestione e le vendite.

luigi ha detto...

Puntuale risposta di Veltri,con il quale a suo tempo ho avuto un
bisticcio in occasione di presentazione di suo libro a Chiavari, lui
contrario irriducibile alla liberalizzazione delle droghe tanto
leggere che pesanti io su posizioni paro paro a quelle del compagno
Bellavita. Risposta di Veltri che a mio avviso conferma che l'unica
soluzione possibile con tutti i pro liberalizzazione-legalizzazione,
l'unica a strocare monopolio droga a mafie e il giro infernale che il
proibizionismo consegue specie con le attuali leggi repressiveche
mandano in galera i pesci piccoli ma sono tanti tanto che sono sembra
i due terzi degli ospiti delle patrie galere. Aggiungiamo a quelli
indicati da Bellavita anche questo beneficio della legalizzazione lo
svuotamento delle carceri italiane senza bisogno di amnistia o
indulto.
Ogni tanto appare notizia che un presidente di stato america del sud
annuncia la legalizzazione delle droghe leggere quanto meno, è di
ferragosto su La Stampa che per l'Uruguai dovrebbe essere in
dirittura d'arrivo la legge voluta dal presidente Mujica che
introduce il monopolio di stato della marijuana. Con sottrazione
netta alle mafie di<30- 40 milioni di dollari l'anno>. Per non
parlare di tutti i costi di polizia, galere, corruzione, ecc., ecc.
Aggiungo anche perché è il correlato alla droga la liberalizzazione
della prostituzione. Altro monopolio assegnato alle mafie.
Con stesse conseguenze devastanti.
Per questo ancora una volta abbiamo responsabilità noi socialisti con
la compagna Merlin che partendo da buone intenzioni ha poi lastricato
l'inferno della prostituzione.
Per chi volesse saperne di più, volendo, leggere mia relazione fatta
a suo tempo, di cui metto stringa
http://www.circolocalogerocapitini.it/eventi_det.asp?ID=343
Un dialogante fraterno saluto.
Luigi Fasce

Paola ha detto...

Un momento, per favore. Un momento. Fin da quando stavo nella FGSI (many years ago) sono per la legalizzazione, dirò così, delle sostanze psicotrope, perché credo nel libero arbitrio e nella responsabilità individuale, oltre alla indubbia sottrazione di un cespite incredibile alle mafie etc. Ma la prostituzione è tutt'altra storia. Potremmo parlare della Merlin, potremmo parlare di tutto, ma nella prostituzione, in primis, gioca la domanda, la domanda maschile, che non è rivolta ad un bicchiere o ad uno spinello o ad una siringa, ma mette in gioco corpi, desideri, violenza, dominio e sottrazione al dominio, la scena primaria del patriarcato e della sua crisi, oggi, e anche schiavitù e morte. Non negli stessi termini. Non è la stessa cosa. Niente affatto.
P.M.

guido ha detto...

Caro Luigi, l’”inferno della prostituzione” come lo definisci tu c’era anche al tempo dei casini e anzi era dentro il sistema dei casini. Io sono abbastanza vecchio da averne fatto un uso moderatissimo perché così si faceva, ma ne ho sempre ricavato una sensazione di squallore e depressione. Molti anni dopo ho cercato di spiegare a una mia amica inglese come funzionassero i casini e le è preso un fou rire da vergognarsi. Non riusciva a capacitarsi che la nostra educazione sessuale passasse di lì. Ha perfettamente ragione Paola la prostituzione è un prodotto della domanda maschile ed è lì che va semmai curata. In ogni caso è un mercato diffuso che non è facile da regolare, anche se la Merlin ha dato gli strumenti necessari per colpire lo sfruttamento, che è un aspetto non irrilevante. Di tutti i modi per regolamentare la prostituzione a protezione delle prostitute, quello dei bordelli di stato era il più squallido e degradante. La famosa retorica dei casini, non per caso appannaggio dei fascisti è una cosa penosa e il retaggio di una società arretrata e stupidamente patriarcale, di un patriarcato sordido. Dobbiamo ringraziare il coraggio della Merlin ogni giorno. Comunque prostituzione e consumo di sostanze potenzialmente dannose non sono assolutamente comparabili se non in una visione perbenista dei mali sociali. Sono due comportamenti totalmente diversi.G