mercoledì 22 agosto 2012

Claudio Bellavita: Dieci punti per un programma

in caso di pubblicazione sul blog preferisco questo testo con qualche arricchimento dal dibattito di oggi in rete


dieci punti per un programma

dico dieci perchè se no non li legge nessuno: potrebbero essere 60 come quelli di Hollande, però sintetici e non sbrodolosi come le 300 pagine di Prodi che nessuno ha letto (tanto la sostanza era che lui aveva già svenduto le autostrade) Sono aperto alle aggiunte, un po' meno alle cancellazioni, il primo punto è irrinunciabile.

1-democrazia nei partiti, in Italia e in Europa.
- i partiti che non fanno un congresso ordinario almeno ogni due anni, e quelli che li fanno ma gli iscritti non sono chiamati a votare delle mozioni politiche, o che li fanno, gli iscritti sono chiamati a votare le mozioni , ma i nomi dei dirigenti e dei delegati al livello superiore vengono acclamati e non votati su scheda segreta, non ricevono un euro di finanziamento pubblico e la motivazione viene pubblicata su tutti i giornali, a loro spese , eventualmente da scontare sulla ripresa dei contributi. Vuol dire che se non si introduce la democrazia nei partiti personali si fa un bel risparmio. E un po' di chiarezza (quanti sanno che nello statuto del PD sta scritto che il congresso ordinario si fa una volta all'anno?)
-in Italia vuol dire che i parlamentari sono scelti dagli elettori, o col metodo della preferenza o con quello del collegio unico. Una classe politica screditata come la nostra, all'interno come all'estero, non ha alcun diritto morale di fare delle cooptazioni di recupero a livello nazionale. anzi, è un tumore da combattere, conmetastasi nella formazione dei gruppi dirigenti.
-in Europa vuol dire elezione popolare del presidente della UE e parlamento con gli stessi poteri di quello federale degli USA. Solo a questo punto è accettabile che abbia il potere di interferire con i poteri degli stati, altrimenti, la UE figura come un irragionevole Moloch che impone sacrifici a tutti i poveri e sperpera le risorse dei ricchi e finirà travolta dai referendum o dalle elezioni nazionali.

2-promuovere le iniziative di riforma dal basso: le autorità di governo e il nuovo parlamento devono promuovere un movimento di "cahiers de dolèance" in cui i vari livelli locali e nazionali della burocrazia e dei corpi sociali associati propongono le modifiche a normative e regolamenti che fanno del nostro paese la barzelletta del mondo civile per l'enorme difficoltà di avviare delle iniziative e di ottenere i propri diritti.Non siamo un paese occupato dallo straniero, ma solo da una casta che purtroppo abbiamo votato e non è capace di autoriforme, ma solo di affidare la gestione pratica del governo agli avvocaticchi


3- La regola della democrazia interna va applicata anche ai corpi sociali organizzati che ricevono contributi dello Stato, per esempio per la formazione o per l'adempimento di pratiche burocratiche: nessun contributo a chi non si autogoverna nel modo democratico sopra descritto. Pur nel rispetto dell'autonomia sindacale, si esortano gli elettori che condividono il programma a operare perchè il sindacato crei collegamenti stabili con gli altri sindacati dell'unione europea, per determinare un minimo welfare comune, e per per sollevare davanti alla commissione europea la questione del "dumping sociale", interno ed esterno alla UE. Se la UE funziona a senso unico, contro i lavoratori, non è colpa della UE, che è nata come strumento neutro, è colpa dell'assenteismo dei sindacati e dell'impreparazione e sudditanza culturale delle sinistre.Si auspica anche che i sindacati si diano carico di difendere i diritti dei lavoratori stranieri in regola e di denunciare gli imprenditori di quelli che non lo sono: anche questa è evasione e dumping.

4- nell'utilizzo degli aiuti europei e di quelli di stato deve prevalere il criterio del settore economico su quello del territorio. nel senso che tutti gli aiuti vanno alle regioni che sviluppano progetti credibili e puntuali nei settori prioritari: peggio per quelli che si ostinano a eleggere faccendieri che non riescono neanche a mettersi d'accordo sui nomi dei progettisti, in genere incompetenti. Lo Stato renderà pubblico l'elenco edelle regioni rimaste senza contributi e le motivazioni.
Nei progetti nazionali, spazio programmato (la parola programmazione va ripristinata alla faccia dei sacerdoti del libero mercato dei baroni ladri del finanzcapitalismo) alle fonti di energia, alla ricerca di petrolio, e minerali preziosi (pazienza per gli ambientalisti),all'innovazione tecnologica e produttiva, alle comunicazioni di un paese lungo, montuoso e stretto che ospita il doppio della popolazione che dovrebbe e con troppe case a seguito delle migrazioni. Un progetto di risanamento edilizio nelle aree terremotabili cioè un secondo piano Fanfani- casa. Ripensare se è giusto ricostruire dove il terremoto ha colpito.
Quando gli aiuti di stato , di regione o di UE vanno direttamente a un'impresa, questa deve aprirsi a forme di cogestione contrattata con i dipendenti

5- Università: basta coi contributi alle università private che non rispondono a criteri qualitativi minimi secondo norme internazionali. Basta anche con le università locali private fabbriche di stipendi per professori di scarso livello ma di forte appoggio politico. Basta coi contributi a CEPU. Le tasse universitarie devono anche servire da orientamento per le scelte dei giovani: tasse basse per le facoltà scientifiche, normali per quelle economiche, mediche e linguistiche, altissime per giurisprudenza: l'eccessivo numero di avvocati (il doppio dei professionisti della Francia) e la mentalità giuridica prevalente nella PA sono un cancro che paralizza e divora il nostro paese

6-un progetto speciale per la scuola media inferiore, il buco nero del nostro sistema scolastico, dove si perdono le migliori intelligenze dei giovani poveri delle periferie e li si avvia alla criminalità, attraverso la scuola della microdelinquenza giovanile. E' un problema sociale ma anche di ordine pubblico. Occorre avviare una sperimentazione in alcune periferie critiche per estendere poi in un progetto nazionale ed europeo. Fondamentale introdurre come requisito per la docenza alle medie inferiori la preparazione psicopedagogica. Non ne hanno bisogno e non li chiedono, ma darei contributi al boy scout..

7-legalizzazione di tutte le droghe per ridurre il danno, combattere per davvero il traffico , aumentare le entrate e ridurre le spese per una guerra che è già perduta. Non è una guerra di religione, è un problema sociale che affrontato con isteria anzichè con raziocinio, distrugge dei giovani per arricchire la delinquenza, e istituire uno stato di polizia. Occorre intervenire prima che corrompa la polizia, come è già successo da tempo in USA, creando un meccanismo infernale col record mondiale di detenuti rispetto alla popolazione. Una decisone del genere svuota le nostre carceri e si pensi a quanti uomini delle forze dell'ordine si possono rendere liberi per funzioni di protezione civile e ambientale, di tutela del patrimonio artisitico, di risanamento edilizio.


8-giusto vendere gli immobili inutilizzati dello stato e degli enti, ma si potebbe anche fare una vendita straordinaria del 5% dei depositi dei nostri musei, preparato con una mostra mondiale itinerante dei nostri tesori. In pagamento di queste vendite si accettano a prezzo pieno i nostri titoli di stato. Stesso discorso per la vendita dei beni mafiosi, resa difficile dall'interminabile durata dei nostri processi. Per frenare questo malcostume giudiziario, di cui è maestro Berlusconi, occorre introdurre delle norme fortemente penalizzanti per i ricorsi a vuoto, le assenze e i rinvii. Tornando ai beni dei mafiosi, basta con le gestioni fai-da-te delle onlus e peggio ancora dei comuni più o meno infiltrati: fare un corteo antimafia non da titolo per una gestione economica complessa. Se ne occupi la guardia di finanza col controllo dei carabinieri di altre regioni, e, magari, in qualche regione, si fa il viceversa. Pubblicità dei risultati.

9-giusto ridurre il numero e i privilegi dei parlamentari, ma in contemporanea un governo non composto da alti burocrati ne riveda numero, le funzioni e privilegi dei burocrati stessi. Una spending review fatta come si deve, magari da una società internazionale di revisione organizzativa, dovrebbe anche considerare quante funzioni dello Stato sono state trasferite alle regioni e alla Unione Europea. Eppure il numero dei direttori generali di ministero è enormemente aumentato e determina un incredibile rallentamento delle decisioni che richiedono il "concerto" di più direzioni: tipico l'emanazione di regolamenti applicativi delle leggi che impongono il termine ultimativo di 6 mesi entro i quali è già tanto se si riesce a fare una prima riunione di tutte le direzioni interessate. Come non bastasse, a ulteriore schiaffo dell'incapacità di leghisti, molte direzioni generali si sono moltiplicate per 20: per alcune funzioni, qualcuna anche di competenza regionale, lo stato ha mandato un suo direttore genrale in ogni regione. Nessuno dei nostri audaci parlamentari ne ha mai chiesto il numero, ma i direttori generali sono ormai più numerosi dei parlamentari, costano di più e han diritto all'auto blu.

10- Le società a partecipazione statale in settori strategici non devono essere svendute, ma devono dare l'esempio rinunciando a parte degli utili per combattere l'aumento dei prezzi e così ampliare la loro quota di mercato. Fu una follia dell'Ulivo immetterle nella confindustria, a tessere trame di potere e di monopoli. . Fu una follia sindacale pensare che il ruolo delle società a partecipazione pubblica serva a tenere in vita aziende decotte per tutelare un'occupazione più dannosa che inutile, come i forestali della Sicilia. Anche le Coop dovrebbero fare la loro parte , per dare credibilità alla parte poltica di riferimento: meglio ampliare la presenza anche industriale nel paese e combattere l'aumento dei prezzi che farsi derubare da Mediobanca e Li Gresti per essere ammessi a servire il tè nel salotto buono...

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