sabato 21 luglio 2012

Franco Astengo: Corazzieri

Purtroppo la discussione impostata attorno all'articolo di Valentino Parlato "sono un corazziere", al riguardo di prerogative e immunità del Presidente della Repubblica, non coglie il dato di fondo della situazione, che è quello dell'aprirsi - evidente - di un conflitto, tanto paventato quanto esorcizzato, tra "Costituzione formale" e "Costituzione materiale" nel senso dell'avviarsi di una torsione presidenzialista e sostanzialmente limitativa delle prerogative di fondo della centraltà della rappresentatività politica indicate dalla Costituzione Repubblicana.
L'attuale settennato, sulla scia di quando già avvenuto a livello di Presidenza del Consiglio (a partire almeno dal 1987) e nel quadro generale di personalizzazione e spettacolarizzazione della politica, è stato incamminato con decisione sulla strada del Presidenzialismo e il conflitto istituzionale avverso la Procura di Palermo, al di là dei risvolti più precisamente giuridici ma nella sua sotanza politica intende affermare questo dato, aprendo la strada ad una idea di considerazione "sacrale" del ruolo (ricordate l'unto del signore?) che necessariamente richiederà l'elezione diretta dal popolo.
Insomma, come già nell'occasione dell'ascesa in carica dell'attuale governo siamo ai limiti della Costituzione: la sinistra, invece di paventare "sfasci" (già in atto, non c'è da preoccuparsi) dovrebbe riprendere l'annuncio che ogni tanto viene effettuato dagli altoparlanti delle stazione: "Allontanarsi dalal striscia gialla!" e porsi decisamente alla testa di una opposizione intrisa di spirito repubblicano, sulla base dell'idea di fondo della centralità del Parlamento.
La situazione è davvero a rischio, non dimentichiamolo ma per ragioni opposte da quelle adottate nelll'articolo in questione che richiamava - appunto - i corazzieri.
Grazie per l'attenzione
Franco Astengo

2 commenti:

felice ha detto...

Tra i principi di fondo della costituzione vi è quello dello Stato di diritto: piaccia o no vi è l'irresponsabilitàn totale del Presidente e quindi non potendo rispondere dei suoi atti( tranne chhe per attentato alla Costituzione e alto tradimento), nion può essere intercettato, che è strumento di indagine penale. Le prerogative del Presidente gli appartengono per la funzione che dovrebbe esercitare nell'equilibrio dei poteri come custode della costituzione. Quindi se il conflitto di attribuzione ha la finalità che formalmente gli attribuisce riconduce la funzione a quella costituzionale. Un presidente in un regime presidenziale invece non può sottrarsi alla critica politica. Se con letelefonate Napolitano avesse messo un ostacolo alla scoperta della verità sulla trattativa Stato mafia potevas configurarsi una delle grasvi responsabilità, ma in tal caso si deve dar avvio alla prtocedura di impeachmente, ma neppure in tale procedura potrebbero essere acquisite quelle registrazioni. Chi attacca furiosamente Napolitano per aver sollevato conflitto di attribuzione ha in mente il riocorso alle urne con il porcellum, prospettiva cui napolitano si oppone. Non esiste centralità del parlamento con questo parlamento di nominati. Le liste bloccaste e il premio di maggioranza sono stati gli attentati alla costiotuzxione non il conflitto di attribuzione

claudio ha detto...

e diciamo anche che mi danno molto fastidio quelli che attaccano l'irresposabilità del Presuidente, sancita dalla Costituzione, e difendono la sacralità intoccabile dei PM, sancita dal privilegio di casta e dalla colpevole inerzia dei Procuratori Generali