Forse prima che socialista (anche “lombardiano” nel cuore e nella mente), dovrei dichiararmi “galileiano”. Nel senso che sono convinto assertore del motto appunto “galieiano”, per cui “prima vengono le cose e poi i loro nomi”.
E questo mi induce a rifiutare un “partito” cioè una “cosa” che prima di essere …. è nominata. Ribaltando così la logica galileiana e fissando una improbabile sequenza, per cui prima è venuto il nome e …..la cosa deve ancora arrivare.
Sarò poi inutilmente testardo ma continuo a rifarmi a Norberto Bobbio per dire che “Destra e Sinistra” intese in senso politico, come da lui codificate, non solo esistono ancora, ma sono più attuali e che mai, e dal mio punto di vista, la “sinistra” anche più indispensabile che mai.
La società “liquida”, o meglio, la società “liquefatta” dal potere del capitale, al cui soldo combatte una “tecnica” capace di figliare una “tecnologia” mai vista prima, rende molto più arduo il compito della sinistra, non meno necessario.
Quello che temo è che, dinnanzi alle difficoltà, la mancanza di capacità di analisi, unita al fatto che la classe dirigente del PD sta molto bene anche da sconfitta, e che sono oggi in maggioranza i tremacoda al posto degli intrepidi, induca a fare proprio il motto:
“se non puoi batterli unisciti a loro”.
Oggi poi è un giorno particolarmente triste.
Il principe dei “tremacoda”, dinnanzi ad una questione morale capace di trasformare la società da liquida a gassosa non sa far di meglio che scimmiottare Bettino Craxi e dalla prima pagina del Corriere della Sera……. nemmeno più con il “ruggito del coniglio” ma con il tipico “squittio del topo” …..tuona…..
“Caro direttore, se il Presidente della Repubblica denuncia il preoccupante impoverimento culturale e morale della politica, non solo nel Mezzogiorno, tutti i partiti devono sentirsi chiamati in causa.”
Sono passati più di 15 anni da quando Bettino Craxi, novello Pietro, lo aveva detto almeno tre volte, e non sulla prima pagina del Corriere, ma davanti alla Camera dei deputati.
3 luglio 1992
“Si è diffusa nel Paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni, una rete di corruttele grandi e piccole che segnalano uno stato di crescente degrado della vita pubblica”.
29 aprile 1993
“I finanziamenti illegali ai partiti ed alle attività politiche non sono stati tuttavia una invenzione e una creazione degli anni ottanta. Hanno radici, come si sa, ben piu' antiche e ben ripartite tra le forze che si contrapponevano, in lotta tra loro, e sovente senza esclusione di colpi. Così come nella vita della società italiana non e' nata negli anni ottanta la corruzione nella pubblica amministrazione e nella vita pubblica. La vicenda dei finanziamenti alla politica, dei loro aspetti illegali, dei finanziamenti provenienti attraverso le vie piu' disparate dell'estero, della ricerca di risorse aggiuntive rispetto poi ad una legge sul finanziamento pubblico ipocrita e ipocritamente accettata e generalmente non rispettata, accompagna la storia della società politica italiana, dei suoi aspri conflitti, delle sue contraddizioni e delle sue ombre, dal dopoguerra sino ad oggi”.
4 agosto 1993
“Se si debbono ricostruire, vita, morte e miracoli della nostra democrazia e dei suoi mali bisogna farlo in modo corretto. Tutto allora è bene che venga alla luce senza falsità e senza menzogne, senza bugiardi e senza extra-terrestri che giungono tra di noi interamente vestiti di nuovo. Ne ho parlato e ne parlerò ancora, perchè trovo del tutto intollerabile che salga con disinvoltura sulla tribuna degli accusatori chi, per finanziamenti politici illegali, dovrebbe semmai stare, al pari d'altri, sul banco degli accusati”.
Se dobbiamo usare Walter Veltroni e il PD come parametro per dire che un Partito Socialista in Italia non c’è, siamo in ritardo di almeno 15 anni, il PSI lo ha ucciso certamente il suo ultimo segretario, ma…..….proprio da questa realtà continuo a trarre la convinzione che di socialismo e di sinistra, in questo paese ce ne sia più bisogno che mai….. e il PD e Walter Veltroni ne sono la più acclarata dimostrazione.
Vittorio Melandri
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