Neil Clark, New Statesman, sunto da Internazionale n775
...il socialismo, inteso come un sistema in cui lo Stato controlla parte dell'economia e redistribuisce le ricchezze per produrre eguaglianza sociale, dato per spacciato dai teorici e dagi stessi partiti socialisti tradizionali che negli anni scorsi hanno sposato programmi neoliberisti e globalizzanti, se non proprio thatcheriani, è in ripresa in tutta Europa, con la richiesta di rinazionalizzare molte delle aziende privatizzate, di bloccare le liberalizzazioni del settore pubblico, di tassare i patrimoni, di garantire il welfare e l'assistenza sanitaria gratuita.
Il paese dove lo spostamento a sinistra è più marcato è la Germania. In appena 18 mesi Die Linke è diventata la principale forza d'opposizione ai cristiano democratici nei land dell'ex Germania orientale.
Linke chiede la rinazionalizzazione dell'elettricità e del gas, la messa al bando degli hedge fund e la creazione del salario minimo garantito. Secondo un recente sondaggio, due terzi dei tedeschi sono in tutto o in parte d'accordo su queste richieste.
Die Linke è una coalizione tra vari raggruppamenti, i principali sono la Sinistra Anticapitalista, la piattaforma Comunista e il Forum Socialista Democratico.
Anche in Olanda il partito socialista SP guidato da Agnes Kant è in continua crescita e sta per scavalcare il tradizionale Partito laburista olandese. SP ha cominciato a farsi notare opponendosi nel 2005 al trattato costituzionale europeo e impostando una campagna contro l'immigrazione di massa, vista come strumento del neoliberismo per scardinare i diritti dei lavoratori e aumentare la flessibilità. Sp si batte contro la "cultura dell'avidità" simboleggiata dai giganteschi bonus per i manager speculatori e sul denaro facile. Sp si chiamava partito comunista olandese, ha abbandonato il nome e ha coalizzato socialisti e comunisti sul suo programma.
In Grecia il partito in ascesa è la Coalizione della Sinistra radicale (Syriza), coalizione di più di dieci gruppi politici, che nelle elezioni del settembre 2007 ha sfiorato il 20% avvicinandosi al tradizionale Pasok, sempre più a destra e oligarchico. Il consenso sale al 30% tra i giovani al di sotto dei 36 anni.
In Norvegia i sociaisti di sinistra sono già al potere, in un governo di coalizione tra partito di Centro, laburisti e socialisti di sinistra. Il governo ha bloccato la privatizzazione delle aziende statali e investito nel sistema previdenziale, nella sanità pubblica e nell'assistenza agli anziani.
In sostanza tutti questi partiti sono cresciuti opponendo alla crisi del capitalismo soluzioni di stampo nettamente socialista, e riuscendo a unire le loro forze mettendo da parte le differenze storiche e organizzative sulla base di un programma comune.
In Spagna il PSOE non ha mai rinnegato i suoi principi di sinistra per aprire al neoliberismo e in marzo è stato confermato al potere. Zapatero ha promesso "una politica economica socialista" basata sui bisogni dei lavoratori e dei poveri.
In Francia il partito socialista è dilaniato tra la sinistra tradizionale della Aubry e quella innovativa con aperture al liberismo della Royal. E non riesce a coalizzare un'opposizione che sfrutti il declino di popolarità di Sarkozy.
In Gran Bretagna l'opinione pubblica si sta spostando a sinistra ma pochi pensano a una linea politica in tutto e per tutto socialista. A settembre diversi gruppi socialisti si sono ritrovati a Manchester senza raggiungere un'intesa. L'appeal elettorale di questi gruppi al di fuori del Labour è fortemente ridotto dalla loro posizione in materia di immigrazione, favorevole a politiche inclusive e di apertura. E il sistema elettorale inglese non consente comunque di sperare in rappresentanze parlamentari. Resta però un vivace dibattito all'interno del Labour.
L'autore non nomina l'Italia
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