giovedì 18 dicembre 2008

bonacci: dura lex, sed lex

da aprile

Dura lex sed lex
Marzia Bonacci, 17 dicembre 2008, 21:13

Il caso Englaro Dopo l'atto di indirizzo alla regioni affinchè non sospendano alimentazione e idratazione ad Eluana, oggi il ministro Sacconi rilancia minacciando "conseguenze inimmaginabili" per coloro che agiscano in senso contrario. Gli risponde Lamanna, estensore del decreto con cui il padre della giovane era stato autorizzato a interrompere le cure dalla Corte d'Appello: c'è una sentenza della Cassazione e va rispettata perchè non impugnabile



Per non attuare la sentenza si sta cercando di fare di tutto. E in modo trasversale da tutte le parti politiche. Come testimonia la mozione presentata alla Camera da quaranta deputati di Lega, Pdl, Udc e Pd: in quest'ultimo caso schierata in prima linea, neanche a dirlo, la teodem Binetti. Eluana per questi quaranta ferventi cattolici deve vivere, ad ogni costo e contro ogni volontà, della famiglia e della magistratura.

Lo stesso per il ministro del Welfare Sacconi che, sempre martedì, ha inviato a tutte le regioni un atto di indirizzo in cui mette sull'avviso le strutture -convenzionate, private o pubbliche- affinché non sospendano l' alimentazione e l'idratazione alla giovane in coma da 17 anni. Bollando come "illegale" qualsiasi azione contraria e arrivando, oggi, a minacciare di "conseguenze inimmaginabili" quei sanitari che agiranno in senso opposto a quanto ordinato dal ministro-re.

E' l'Armageddon giocato sulla pelle di una vita e di una famiglia, ma anche su quello della giustizia. C'è infatti una sentenza della Cassazione che ha posto la parola fine sulla vicenda autorizzando il padre di Eluana, Beppino Englaro, a realizzare ciò per cui si batte da molto più di un decennio: dare una fine dignitosa a sua figlia, che non avrebbe voluto "vivere" come sta vivendo.

La scriviamo questa parola, vivere, tra virgolette, perché a differenza del ministro Sacconi e di tanti ferventi cristiani, che siedono sugli scranni istituzionali od Oltre Tevere, crediamo che il suo significato si declini in modo personale, in quella sfera dell'intimo e della coscienza di ciascuno e di ciascuna sulla cui soglia Stato e politica si devono fermare. Non lo dicono le femministe, ma quel padre discutibile della politica moderna che si chiama Thomas Hobbes: perfino il suo Levitano indietreggiava di fronte all'intimità della coscienza. Mettere in crisi questo significa intaccare il principio dell'autodeterminazione ad esistere da parte dell'individuo, a patto che non arrechi offesa o danno ad altri suoi simili; è la libertà di stabilire in cosa si debba tradurre la parola vivere, passando anche per il riconoscimento di un'altra grande libertà: quella di decidere a quali trattamenti sanitari ci si voglia o meno sottoporre. E' l'hebeas corpus che ha fondato il diritto d'Occidente, non proprio una quisquilia trascurabile.

Certo si obietta che in molti casi, quello di Eluana compreso, questa possibilità di comunicare cosa si voglia e cosa no, in termini di cure e quindi anche di qualità di vita, non è possibile. Ma ci sono una storia, un'esistenza, un passato, fatti di quotidianità e di scambio, di affetti e amori che parlano per lei. Sono gli stessi che si materializzano nel padre di Eluana, rispetto a cui nessuno si può attribuire maggiore legittimazione nel decidere il destino della giovane. Eluana non è figlia dello Stato, della Chiesa, della politica, ma solo di Beppino Englaro: per questo, forse, è bene che ad esprimersi sulla sua vita sia soltanto lui.

Non potendoci riuscire, come invece accade in altri stati, a causa della latitanza della legge italiana, ha scelto di invocare l'intervento della giustizia che gli ha accordato il consenso. C'è una sentenza, che tecnicamente si definisce passata in giudicato, che lo autorizza a staccare il sondino (si dice così in gergo giornalistico per abbreviare), e che il ministro in nutrita compagnia vorrebbe disattendere. Il responsabile del Welfare rilancia, arrivando anche a minacciare coloro che semplicemente si prestino a rendere esecutiva una sentenza. In questo caso la clinica Città di Udine che si è detta pronta ad accogliere la giovane per mettere in atto i passaggi necessari, indicati anche dalla Corte d'Appello di Milano, per condurre alla morte Eluana. Per altro lo fa tentando il tutto per tutto, quando la stampa -Il messaggero Veneto- lascia trapelare la notizia che la stessa struttura si è accordata con la famiglia per provvedere al trasferimento della ragazza entro poche ore, rispettando tutti gli iter legali previsti. Lo fa invocando, nell'atto di indirizzo che intimorisce le regioni, tre riferimenti. Tutti discutibili. La Convenzione Onu sui disabili, chiamata in causa, è stata approvata ma non ancora ratificata dall'Italia; la Costituzione, anch'essa usata come grimaldello fondamentalista, riconosce la libertà di curarsi o meno nel suo art.32; il parere del Comitato nazionale di Bioetica del 2005, pure questo clava in mano del ministro, si è espresso sulla possibilità di sospendere idratazione e nutrizione in modo tutt'altro che unitario: a maggioranza e non all'unanimità.

Ma liquidare la mossa di Sacconi è molto più semplice. Basta ricordagli che il suo è un atto amministrativo meno vincolante della legge dello Stato, di un verdetto di tribunale. A stabilirlo è la gerarchia delle fonti di diritto. "Il decreto non ha bisogno di alcuna ulteriore certificazione di esecutività perchè la legge dice che tutte le volte che un provvedimento giudiziario non è più soggetto a impugnazione diventa definitivamente esecutivo", ha spiegato il giudice della prima sezione civile della Corte d'Appello di Milano Lamanna, estensore del decreto con cui lo scorso luglio Beppino Englaro era stato autorizzato a interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiali della figlia. Se non bastasse c'è anche la stessa della Cassazione, la quale ha dichiarato inammissibile l'impugnazione del tribunale meneghino avanzata dalla Procura Generale.

Dunque niente da fare per Sacconi&co: anche il diritto e non solo il buon senso sono dalla parte della famiglia di Eluana.

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