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a Sinistra dimostri di saper fare: si al mutuo sociale
Sabato scorso, dalle rosse poltroncine dell'Ambra Jovinelli, l'associazione Per La Sinistra ha inaugurato il suo cammino lanciando le primarie delle idee: si è deciso che è il momento di riflette, di capire chi siamo e quali sono i nostri obiettivi. È un processo certamente utile al percorso unitario, necessario a chiarirci le idee, a palesare l'appello d'unità e la voglia di cambiamento. Le primarie delle idee, anche contrapposte alle primarie delle leadership, sono un'iniziativa che mi sento di condividere appieno, una campagna che mi vedrà coinvolto e pronto al confronto. Qualcosa, però, frena il mio entusiasmo e mi lascia perplesso.
Mi chiedo se noi, a sinistra, non siamo po' troppo narcisi e se non sia meglio cercare un'identità nell'azione piuttosto che nel pensiero. Credo che, con questa iniziativa, lasciata così, da sola, nel vuoto di progetto più assoluto, si corra il rischio di parlarsi un po' troppo a dosso, fare pura filosofia (anche se della più nobile) e dar solo dimostrazione della nostra alta capacità retorica, delle nostre magistrali analisi politiche. Vedo forte, sopratutto tra i giovani, il rischio di passare ancora per quelli che parlano, parlano, sognano un mondo diverso, migliore, e poi, però, all'atto pratico si perdono. La sinistra oggi ha invece bisogno di dar prova di sé e di smentire chi la taccia di essere ormai lontana dal Paese, di conoscerne sì le istanze e i bisogni, ma di non saperli raccogliere, tramutarli in obiettivi concreti e sfide da vincere. Oggi la sinistra dovrebbe dimostrarsi unita su campo di battaglia, nelle strade, più che in un comodo teatro. Anche e soprattutto per sancire l'importanza di un percorso unitario, abbiamo bisogno di misurarci con una sfida reale quanto più grande ed ardua possibile. La vera prova di forza, per dimostrare che di noi c'è ancora bisogno, non credo sia nel raccogliere idee, quanto nel trovare soluzioni, affrontare e vincere una sfida enorme, difficile e che rappresenti un nodo centrale nella vita delle persone.
Mi permetto quindi di avanzare una proposta.
Nella nostra regione, e in particolare a Roma, c'è un'emergenza che non può più essere ignorata, una battaglia che non può più essere lasciata in mano a collettivi e coordinamenti di cittadini, una battaglia che ha bisogno di un referente politico, di qualcuno che abbia la forza di trovare, proporre e ottenere una soluzione. Nel Lazio – ma è così più o meno ovunque – l'emergenza abitativa è una piaga sociale: propongo che questa sia la battaglia da portare avanti tutti assieme, quel terreno su cui dimostrarci capaci di stare uniti. Dico che la sinistra deve prendere il tema di petto e farne la propria bandiera; propongo – senza pretese di originalità – che la sinistra, nelle vesti dell'ass. Per La Sinistra, si faccia promotrice di una campagna di civiltà. Chiedo ai nostri dirigenti di mettere tutti noi in condizione di poter fare la nostra parte: le strade possono essere molte, ma io mi sento di proporre che nei prossimi mesi - prima e durante la campagna elettorale per le europee, nel Lazio come in altre regioni – si raccolgano firme a sostegno di un progetto tanto ambizioso quanto semplice e lineare: il MUTUO SOCIALE, un'idea di cui sinceramente vorrei poter rivendicare la paternità, un progetto che vorrei fosse tutto nostro - made in left - ma che, senza vergogna, dobbiamo condividere con chi da anni ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia, con la destra sociale di Casa Pound.
Il 'mutuo sociale' è lo strumento giusto per sancire il diritto all'abitare, l'occasione per sfuggire alla follia dell'affitto e per stabilire il diritto alla proprietà della casa. Capisco non sia facile riconoscere la lungimiranza di un avversario politico, ma noi invece dobbiamo essere in grado di rompere con le contrapposizioni ideologiche e valutare lucidamente la validità, o meno, delle singole proposte.
Fuori dalle logiche dell'assistenzialismo, la formula scelta per il 'mutuo sociale' è a carattere permanente, mira a soddisfare l'emergenza abitativa una volta per tutte e si propone di costruire quartieri di edilizia eco-sostenibile e a misura d'uomo, grazie all'istituzione di uno specifico ente regionale. Questa nuova struttura, su terreni demaniali già edificabili, utilizzerà i fondi per l'edilizia residenziale pubblica e gli specifici finanziamenti europei. Secondo la storica proposta della destra, dopo la costruzione delle prime case si instaurerebbe un circolo economico chiuso e sostenibile, in cui i soldi incassati dalle rate pagate dei primi assegnatari e i soldi incassati dall'affitto dei locali commerciali saranno destinati alla costruzione di nuovi quartieri e di altri lotti. Il 'mutuo sociale' è un progetto finanziariamente sostenibile: lo sforzo sarà solo nel costruire la prima consegna e nel bloccare i necessari fondi di garanzia. Poi basterà assicurare trasparenza e legalità.
Le case ottenute con il 'mutuo sociale' saranno effettivamente di proprietà delle famiglie che, attraverso rate a misura delle proprie risorse, ne avranno ripagato per intero il costo. Questa proprietà però sarà vincolata, condivisa con lo stesso ente: la casa non potrà quindi essere messa a garanzia di nessun prestito o ipoteca, ma anche non potrà essere pignorata da nessuna banca o creditore, non potrà essere venduta o affittata. Le case del 'mutuo sociale' non potranno mai essere oggetto di speculazione.
Imbarcarsi in questa sfida, raccogliere le firme necessarie a presentare una proposta referendaria, almeno regionale, ci sarà utile a dimostrare le nostre capacità pratiche e ci aiuterà a riconquistare quel contatto con il territorio che tanto ci manca. È una sfida che possiamo vincere, una battaglia che ci riporterebbe dalla parte giusta, al fianco di chi non ce la fa. Ci vogliono certo coraggio e onestà. Ci vuole la forza di riconoscere la validità di un progetto nato nella testa di altri, ma soprattutto ci vuole la capacità di fare proprio quel progetto, correggere la proposta di legge a modo nostro, dare l'impronta delle nostre convinzioni, dimostrare praticamente la differenza tra 'noi' e 'loro'. A noi sta evitare che questi nuovi quartieri siano dei ghetti per la povera gente e siano invece appetibili anche per il commercio e per i ceti medi, prevedendo sempre una quota di appartamenti da immettere sul mercato; scongiurare l'ipotesi di quartieri-dormitorio, spostando nei nuovi lotti edificati – o nelle zone recuperate - uffici e ministeri. Compito nostro sarà quello di limare alcune brutture contenute nella proposta dei discepoli evoliani impegnandoci, ad esempio, affinché le liste d'attesa siano aperte anche alle famiglie non tradizionali e ai cittadini immigrati.
È una sfida che possiamo vincere, basta avere coraggio, lo stesso di cui abbiamo bisogno per costruire la nuova sinistra. Io credo si possa fare.
*Sd Roma – consigliere II municipio
Forum sinistra - redazione@barilive.it
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