dall'opinione
Governo versus Eluana
Lo Stato Etico avrà la meglio ?
di Alessandro Litta Modignani
Il provvedimento annunciato ieri dal governo italiano, per impedire l’interruzione delle terapie che protraggono la vita artificiale di Eluana Englaro, è illegittimo sul piano giuridico – come sostanzialmente ha ribadito ieri il magistrato della Corte d’Appello - ingiusto sul piano politico e letteralmente impudico dal punto di vista morale.
La prova inconfutabile della disonestà intellettuale dei proponenti è data dal fatto che proprio costoro, pochi mesi fa, sollevarono in Parlamento un risibile conflitto di attribuzione dei poteri dello Stato, nei confronti della Cassazione. “Non spetta ai giudici fare le leggi – si disse allora – bensì al Parlamento”. Naturalmente la Corte costituzionale respinse il ricorso: se il Parlamento non aveva fatto leggi in materia, la magistratura aveva comunque il dovere di pronunciarsi, sulla base della Costituzione e delle norme vigenti. Per tre legislature, è bene ricordarlo, gli integralisti hanno bloccato qualsiasi progetto di legge sul testamento biologico. Siccome però costoro sanno bene che la legge che vorrebbero – “contro” il testamento biologico - in Parlamento non si riesce a fare, ecco che ora gli ex-ricorrenti vorrebbero che fare le leggi spettasse... al Governo, a sua discrezione, chiamandole magari “atto di indirizzo”. Un atto di guerriglia, semmai, contro il corpo di Eluana Englaro. Un trucco disonesto per aggirare la Costituzione. Un autentico arbitrio, autoritario e malvagio.
Le motivazioni del provvedimento sono sconcertanti nella loro inconsistenza. Si fa riferimento a un pronunciamento del Comitato di bioetica, che come tutti sanno non ha alcun valore legale (certo inferiore a una sentenza della Cassazione). Poi all’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute e il rispetto della dignità della persona: se lo avessero letto fino in fondo, quello stesso articolo dice anche che nessun cittadino può essere sottoposto a un trattamento sanitario contro la sua volontà. Infine, si richiama la Convenzione Onu sui disabili, comma 25: interrompere alimentazione e idratazione è una discriminazione. Certo che lo è: ma solo per coloro che non hanno esplicitamente chiesto il contrario! Altrimenti diventa un obbligo, e “discriminato” è chi lo subisce.
E’ proprio questo il punto più evidente della malafede degli integralisti. Mentre il governo si accingeva al colpo di mano, si svolgeva a Roma una manifestazione della Comunità Papa Giovanni XXIII, dietro allo striscione “lasciateci vivere”. La comunità, informano i giornali, ha portato in piazza una decina di persone con gravi patologie invalidanti, per dimostrare che questi soggetti “hanno il pieno diritto di rimanere in vita”. E chi ha mai detto il contrario ? Tutti costoro fingono di non capire quello che è chiaro anche a un bambino: non è in gioco il “diritto di vivere” di nessuno, bensì “l’obbligo di vivere”, senza la possibilità di rifiutare alcune cure, che costoro vorrebbero irrinunciabili. “Dio lo vuole” sostengono, dunque la Chiesa se ne fa interprete, lo Stato si adegua e il Governo lo impone.
“Interrompere alimentazione e idratazione non è legale” dicono Sacconi, Martini e Roccella. Ma da quando è il governo a stabilire cose è legale e cosa no ? E le leggi ? E la magistratura ? Cosa ne è stato della divisione dei poteri, principio fondativo dello Stato moderno ?
Mentre scriviamo questo commento, sembra che qualcuno sia fermamente intenzionato a resistere. Beppino Englaro rilascia commenti gonfi di sconforto, ma i medici della clinica di Udine, dove dovrebbe essere esaudita la volontà di Eluana, fanno sapere che la stanno aspettando. Sanno di avere la legge dalla loro, con le sentenze di Milano, della Cassazione e della Consulta. Sanno di essere dalla parte del diritto e della ragione. Riuscirà lo Stato Etico ad avere la meglio e a piegare il coraggio di questi uomini giusti ? Raramente la lotta fra la libertà dell’individuo e il potere dello Stato ha raggiunto livelli così alti di valore simbolico.
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