Le recenti furiose risse interne alla magistratura hanno fatto dimenticare un problema. Con successive decisioni, più di giustizia amministrativa che di potere legislativo (è già questa sarebbe una grossa anomalia) l'età massima dei magistrati per andare in pensione è stata aumentata da 72 anni a 75 e adesso, per venire incontro alle richieste del giudice Carnevale, a 82.
In un contesto in cui è legittimo chiedersi se non sarebbe opportuno un frequente controllo medico sulla permanenza dell'equilibrio mentale e dell'attitudine all'imparzialità, rischiamo di trovarci con i vertici giudiziari popolati da anziani stizzosi e non aggiornati, il cui principale problema sarà quello di mantenere comunque posizioni dirigenziali di tipo apicale, perchè "indietro non si torna", anche se la legge prescrive dei limiti massimi di permanenza negli incarichi.Ma siccome per il CSM anzianità fa grado, si tratta solo di cambiare posizione.
Sarebbe forse il caso di studiare un passaggio su second life, organizzando per i vegliardi un'esistenza di ermellini, cerimonie,e solenni perorazioni, con la partecipazione virtuale e reverente delle massime autorità dello Stato e quella virtuale e plaudente delle minime.L'unica cosa non virtuale sarebbero gli emolumenti, ma tanto non c'è una grande differenza dalle loro pensioni. Largo ai giovani e agli esperti, quindi, che potrebbero esercitare le funzioni a titolo di "vicari" dei virtualizzati. Tanto , a moltiplicare le posizioni di vertice, si registra sempre il consenso delle burocrazie.
A proposito,chissà se l'ISTAT è riuscita a registrare il numero dei direttori generali di ministero e parificati nella prima repubblica, prima e dopo l'istituzione delle regioni, e nella seconda, alla caduta di ogni ministero? Così, tanto per capire...
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