il "buco" dell'Expo si allarga. Mancano quasi 3 miliardi di euro. L'interpellanza di Peluffo e Fiano (Pd)
Dal 31 marzo, giorno della vittoria dell'Expo, Letizia Moratti si è resa conto di una cosa. Che anche una grande opportunità come l'Esposizione Universale, se gestita male, può diventare una bomba ad orologeria capace di distruggere tutto il lavoro fatto. Una bomba che viene innescata, primariamente, dalle polemiche politiche. E in secondo luogo dalla mancanza di fondi. L'Expo ha avuto una primissima fase tormentata per la lotta delle poltrone della ex SoGe, ora Expo Spa, la società che dovrà gestire l'evento. Alla fine un assetto lo si è trovato, ma questo ha lasciato enormi malumori. Ora, è la volta della mancanza di fondi. Che rischia di essere drammatica.
Vinicio Peluffo
A interessarsi della vicenda, in parlamento, sono Vinicio Peluffo ed Emanuele Fiano, onorevoli del Pd. Che hanno sottoposto al governo un'interpellanza molto dettagliata. "Con questa interpellanza urgente, con la quale ci rivolgiamo al Governo con grande preoccupazione, chiediamo: quali siano effettivamente le iniziative che da parte del Governo si intendono attivare; quale impegno finanziario ed organizzativo si intenda sviluppare per portare a termine la programmazione delle infrastrutture necessarie per l'Expo; quali siano le iniziative che si intendono attivare affinché il sistema aeroportuale che fa perno su Milano sia collegato nei tempi rapidi e necessari al sistema delle infrastrutture". Il "buco" infatti preventivato per i bilanci dell'Expo ammontava a oltre due miliardi e 300mila euro. Un buco enorme. Che - però - si è scoperto ancora più profondo. Una voragine, che rischia di azzoppare la riuscita di Expo.
LA VORAGINE - La certezza arriva dalla risposta in aula del sottosegretario Giacomo Caliendo. Caliendo fa una disamina delle varie opere, parlando nel dettaglio dei numeri: "Il dossier di candidatura EXPO 2015 prevede una serie di interventi che riguardano opere essenziali, connesse e necessarie. Sono relative alle opere essenziali le strade, le metropolitane e gli interventi di urbanistica, per un costo totale di 1.854,1 milioni di euro, a fronte del quale i finanziamenti disponibili risultano pari a 760,9 milioni di euro. I finanziamenti privati ammontano a 343,1 milioni di euro ed i finanziamenti provenienti da enti locali (comuni, province e regioni) sono di 549,4 milioni di euro. Il fabbisogno finanziario residuo è di 200,2 milioni di euro", spiega Caliendo. Insomma, poca roba.
Il punto fondamentale sono infatti le cosìdette "opere connesse": "Queste riguardano, invece, altri interventi strettamente connessi all'evento EXPO 2015 per un costo totale di 11.390 milioni di euro rispetto al quale le risorse disponibili sono di 8.827 milioni di euro, con un fabbisogno finanziario di 2.563 milioni di euro. In particolare, fanno parte delle opere connesse: la Pedemontana lombarda, il cui fabbisogno residuo per la seconda fase realizzativa ammonta a 415 milioni di euro a carico dello Stato; la «Bre.Be.Mi», il cui progetto definitivo sarà trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel mese di gennaio 2009 e per la cui realizzazione non si richiedono finanziamenti pubblici e la tangenziale esterna di Milano, anch'essa da realizzare in completo autofinanziamento. Infine, le opere necessarie non incluse nel dossier di candidatura Expo 2015 riguardano una serie di interventi ferroviari, metropolitani e stradali. In relazione al quadro totale delle esigenze finanziarie emerge un fabbisogno finanziario residuo pari a 2.763,2 milioni di euro". Ecco, questo è il punto: mancano oltre 2 miliardi e 700milioni di euro.
A fronte di questo, quindi, il ricorso ai privati. Che - vista la crisi - non possono tuttavia garantire subito i fondi. Quindi, impasse completa. Al di là della criticità della situazione, qualche buona indicazione da Governo arriva. Prima fra tutte la volontà di "buttarsi" sul web. "La durata dell'evento (sei mesi) e tutte le sue fasi preparatorie saranno l'occasione per dirottare un altissimo numero di turisti, provenienti da tutto il mondo, verso il nostro Paese. Al fine di promuovere l'evento, in Italia ed all'estero, è in corso di elaborazione un progetto volto alla realizzazione di pacchetti di offerte che rispondano alle diverse esigenze dei turisti, sia dal punto di vista della durata dei soggiorni, sia in relazione agli elementi di attrazione che il nostro Paese offre - spiega Caliendo - L'Italia si sta, quindi, preparando ad affrontare la sfida dell'Expo 2015 mettendo al primo posto il tema decisivo della comunicazione, tenendo presente che ciò che oggi appare all'avanguardia nel campo della comunicazione - in particolare, il mondo del web - fra cinque-sei anni potrebbe risultare obsoleto per la rapidità con cui si evolvono tecnologie e tendenze. È prevedibile che nel 2015 sarà in pieno sviluppo quella che è stata definita la terza era del web, cioè l'estensione planetaria di una «social community» globale e interattiva che porterà, grazie allo sviluppo delle tecnologie, al prevalere dell'immagine sullo scritto. Ciò significa che se nel 2015 saranno trenta i milioni di turisti che «fisicamente» arriveranno a Milano, dovremo moltiplicare almeno per dieci i turisti «virtuali» che visiteranno l'evento nel web, in diretta e questo, per il turismo italiano, sarà un'occasione straordinaria".
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