Milano, 19 dicembre 2008
Caro Felice Besostri,
per la cortesia della signora Antonietta ricevo oggi il tuo messaggio del 17 di dicembre. Desidero dirti subito che quando tu scrivi “giocare a tutto campo dal PD alla sinistra e agli ambientalisti la carta del socialismo europeo, come occasione per la ricomposizione della sinistra italiana” fotografi nei particolari il mio desiderio (e pensiero, se si può dire) politico.
Quanto alla “identità comunista” credo, per onestà intellettuale, vadano fatte queste osservazioni che notoriamente possono e devono essere approfondite:
1) comunisti nel ‘900 sono i militanti europei che hanno condiviso il pensiero e la strategia di Lenin. Quello che fu un abile colpo di stato, preparato intellettualmente, divenne un modello dottrinario che riprendeva classiche tesi marxiane, oltre e in polemica con i socialisti che avevano avuto il testo come II Internazionale di sbagliare la posizione nei confronti della guerra. Tutti sanno che in Europa la strategia leninista fallì, il caso italiano è tipico. Dopo di che il comunismo politico fu la dipendenza da Mosca come “stato guida”. Per il resto – ora cito il PCI – nel territorio (Emilia, Toscana, Liguria e altrove) venne ripresa la politica socialista tradizionale. Il partito comunista, specie dopo lo strappo con l’URSS, non aveva più nulla che fosse distinguibile nella prassi concreta della tradizione socialista. La sparizione del leninismo è la sparizione della identità storica dei comunisti. Beninteso, resta l’identità partitico-istituzionale, l’identità affettiva, ma la prima non c’è più, e la seconda si è dispersa, e tuttavia esiste nell’elettorato, e ora invece rischia di essere definitivamente perduto a causa del “partitismo” romano, banale, centralistico, autoreferenziale, ecc. ecc..
Naturalmente in una società dominata dai mezzi di comunicazione di massa è molto difficile fare proselitismo. E tuttavia sono convinto che una linea come la tua può trovare adesioni importanti e di notevole livello. C’è un enorme bisogno di prospettiva generale, una cultura, di partecipazione democratica, di selezione d una élite colta e non chiusa in sé stessa, di un assoluto rigore morale da portare come esempio di che cosa deve essere la vita politica. Credo che con un pò di dedizione e di pazienza una prospettiva che seriamente si richiami a questi temi abbia un suo avvenire. Intendo un nucleo politico coeso e disponibile capace di creare quel “terremoto” nella sclerosi del partitismo che, una volta avviato, (e questo è il difficile) nessuno sa dove possa arrivare. Quindi Felice vai avanti nella via già intrapresa.
Ovviamente tu puoi fare quello che credi dei miei messaggi perché essi sono privati solo nel modo, ma pubblici nella loro finalità. Liberale e liberista è una posizione, anzi una distinzione che risale a Benedetto Croce, la cui idea di libertà non era la stessa della tradizione anglosassone dove libertà, mercato, democrazia sono stati concepiti come appartenenti alla medesima storia.
Se avessi saputo che la mia traccia avrebbe trovato una attenzione così ampia, avrei potuto lavorarvi di più e meglio. Se la salute ed il tempo tengono, lo farò.
In ogni caso ti farò avere sempre tutto quello che abbia un senso compiuto.
Quanto a me, rassicura tutti che vivo questi inviti come un onore di cui sono grato, e in particolare sarebbe un onore con il prof. Salvadori e con l’on. Macaluso. Ma non sono più in grado di fare viaggi, giro per Milano (quando è necessario) in taxi e del resto tu hai visto come vivo a Stresa. Ti dico solo una cosa (che puoi riferire a tutti) e che mostra come, dal punto di vista della deambulazione, io sia impedito. Ho deciso di stampare le lezioni che ho fatto tre anni fa all’Istituto Warhburg di Londra su Giordano Bruno.
Avevo sempre pensato di chiudermi un mese o più in una biblioteca specializzata (il Warhburg stesso, per esempio) per mettere ordine al materiale bibliografico. Ora non lo posso più fare e nella prefazione sarò costretto a menzionare questa circostanza.
In ogni caso ti sarò grato delle notizie e, nei miei limiti (che mi dispiacciono, ma non desidero vedere “in quello che resta del giorno” solo il negativo) sono disponibile a condividere il tuo lavoro e quello di altri compagni. È un modo per dire che ho sempre cercato di essere fedele alla mia giovinezza.
I più cordiali saluti.
Fulvio Papi
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