giovedì 23 giugno 2011

ANPI | A Genova la sezione Fulvio Cerofolini

ANPI | A Genova la sezione Fulvio Cerofolini

19 commenti:

elio ha detto...

caro giovanni, ho conosciuto cerofolini nel psi quando era sindaco come me. Un galantuomo. mi associo alle condoglianze.elio veltri

claudio ha detto...

Quando leggo, di ottimi socialisti, come certo fu Cerofolini, che non ho avuto l’occasione di conoscere “Poi, il mandato da parlamentare, la rottura con il Psi - lui, da sempre esponente della sinistra lombardiana del partito - e la scelta di confluire nel Pds;” sento una cacofonia politica nella mia testa che non mi lascia per niente tranquillo.
Il PdS che ha aborrito i socialisti e l’appellativo socialista é stato il rifugio dei “migliori”socialisti perché nel Partito Socialista costoro respiravano un’aria socialista ancora più rarefatta? Una conclusione che mi lascia sconfortato.

Claudio Marra

elio ha detto...

Il 6 ottobre del 1981 Antonio Natali scrive a Tristano Codignola, Enzo Enriques Agnoletti, Gianfranco Amendola, Franco Bassanini, Paolo Leon, Renato Ballardini e Franco Fedeli tutti membri del comitato centrale il seguente telegramma:" In relazione notizie di stampa circa tua adesione a iniziative scissionistiche dal Partito Socialista sei convocato presso sede Commissione centrale di controllo per fornire entro le ore 18 di martedì 6 ( lo stesso giorno!) tue spiegazioni ed eventuali smentite. Alcuni abitano lontano da Roma e sono nella impossibilità di presentarsi. E' evidente che la decisione di buttarci fuori dal partito è già stata presa. Io anticipo Natali, improvviso una conferenza stampa a Pavia e do notizia della mia uscita dal PSI. Per gli altri Natali, da solo, "prende atto che hanno cessato il loro rapporto di militanza dal PSI". De Martino si chiede perchè " dia tanto fastidio a Craxi la dissidenza di un piccolo gruppo di persone rispettabili". Giolitti dice che " il PCI degli anni cinquanta era più tollerante". Bobbio ricorda di avere tra i dissidenti " vecchi amici e persone che stima e convide l'affermazione che politica e morale comune debbano coincidere". Bocca scrive che" la dissidenza dei Veltri, dei Leon, dei Ballardini è minima, ma è un altro segnale del vuoto che si sta aprendo tra la macchina dei partiti e la società civile". Ruggero Orfei ritiene che i fondatori della Lega dei socialisti" hanno sollevato un problema che investe la natura del PSI". Craxi invece parla di "una vera vera e propria costruzione offensiva, frutto di convergenze fra tendenze politiche, interessi economici e giornalisti di avventura". Poi l'avvertimento finale:" Noi ci predisponiamo a reagire con la massima energia e non ci lasceremo intimidire nè disorientare". IL primo dirigente politico importante che ho incrociato nei giorni successivi al Congresso nazionale dei socialisti francesi è stato Giancarlo Paietta che mi ha insultato perchè " dal partito non si esce mai". Non commento. Il tutto documentato nel libro Laterza DA CRAXI a craxi. Elio Veltri

paolo ha detto...

Caro Marra,



Cerofolini, che ho conosciuto da ragazzo negli anni ’70, era veramente un ottimo socialista – non ho mai condiviso le sue idee lombardiane, ma ne ho sempre avuto un grande rispetto. Dal ’76 non ho più frequentato il partito ligure (tra l’altro avevo cambiato città) ma non ho difficoltà a credere che per un onest’uomo come Cerofolini non fosse facilissima la convivenza con Alberto Teardo e i suoi sodali. Non sono sicuro che nel PSI ligure degli anni ’80 si respirasse molta aria di socialismo, o almeno si trattava di un ben strano socialismo….



Paolo Zinna

felice ha detto...

Il PDS era membro dell'Internazionale Socialista e del PSE, quindi formalmente un partito socialista

luciano ha detto...

Il Pds non credo, ma la successiva versione (i DS) fu effettivamente il
luogo nel quale molti ottimi socialisti - non mi azzardo a dire "i migliori"
- come Ruffolo, Spini, Aniasi, Pericu, Benvenuto ed alcuni di noi (scusate
l'immodestia), trovarono per qualche anno un partito aderente alla IS ed al
PSE ed intenzionato a divenire a tutti gli effetti un partito
socialdemocratico di stampo europeo.
Poi ebbe il sopravvento la coazione a preservarsi in eterno come
post-comunisti, e dunque l'attrazione per quell'approdo senza identità e
senza storia che alla fine hanno chiamato PD ...
Ma per qualche tempo la speranza di avere trovato nei DS, più che un
rifugio, un vero partito socialista in costruzione ha avuto un fondamento.

Luciano Belli Paci

luciano ha detto...

Caro Luciano,io sono tra quelli che sono rimasti nel SI',poi SDI,poi PS dal 93 al 2008 ho sbagliato ?forse,ma la storia si ripete oggi ,alcuni sono rimasti nel PS ora PS+I,altri sono senza tessera,altri come il sottoscritto sono in SEL e non parlo di quelli che ancora oggi sono nel PD o nel PDL perchè non m'interessano affatto (almeno al 95%) .
Io sono certo di una cosa che Nencini ha commesso l'errore + GRANDE a non continuare il suo e il nostro tragitto in SeL ed il perchè è semplicemente questo:NICHI VENDOLA è un uomo solo al comando e senza di noi è ISOLATO!
In SEL si può lavorare per il nostro orizzonte ....ma a parte la nostra realtà livornese dalle altre parti siamo troppo pochi.
Fraterni saluti .L.Montauti

fabio ha detto...

Condivido ciò che dice Belli Paci e per confermarlo ulteriormente incollo i
primi due articoli dello statuto dei DS in uscita dal congresso di Roma del
2005. Tra l'altro quel congresso approvò su proposta di Spini , sostenuta in
tutto il partito da noi laburisti , che nel simbolo comparisse per esteso la
scritta:partito del socialismo europeo.
3 Febbraio 2005
Statuto dei Democratici di sinistra
Modificato a Roma il 3/4/5 febbraio 2005


Parte Prima - Principi fondamentali

Titolo I - I valori

Articolo 1 - Valori fondanti

1) Costituiti sul convergere di differenti tendenze culturali e
politiche che si rifanno ai valori democratici e antifascisti fondativi
della Repubblica italiana, al pensiero socialista - nella pluralità delle
esperienze storiche riconducibili alla tradizione democratica e riformista
del Pci, del Psi e del movimento operaio italiano -, al pensiero laico e
repubblicano, al pensiero cristiano sociale, al pensiero ecologista, aperti
all'incontro con culture e movimenti che hanno messo al centro della loro
azione i diritti umani e il valore delle differenze, il personalismo
comunitario e la salvaguardia dell'ambiente, i democratici di Sinistra
assumono queste tendenze consapevoli della necessità della loro continua
rielaborazione a confronto con le sfide della modernizzazione e del mondo
che cambia e si uniscono per contribuire alla costruzione di una società
aperta e plurale, libera e solidale, giusta e sicura.

2) Il partito dei "Democratici di Sinistra", cofondatore del Partito
del Socialismo Europeo, aderisce all'Internazionale Socialista e si
riconosce nelle idealità e nei valori del socialismo democratico.





Saluti

Fabio Mischi

davide ha detto...

Esatto.



Non era colpa nostra se nel Psi si diceva che "rubare per il partito non è reato".



Non è colpa nostra se chi ha denunciato certe cose per tempo è stato letteralmente epurato.



Non è colpa nostra se il PSI andava con Dini, poi con Pannella, ecc.



Non è colpa nostra se il PDS era membro dell'IS e del PSE e poi ha seguito altre strade.

roel ha detto...

Da vecchio militante socialista, astensionista dopo tangentopoli, rotengo che la confluenza nell'ex-Pci di alcuni compagni sia dovuta, nei casi di buona fede, ad un'errata analisi ed irrazionale valutazione politica.

Una cosa risultò chiara dalle parole dello stesso Craxi in pieno Parlamento: "Tutti prendiamo i soldi". Anzi c'era qualche partito che li prendeva dall'interno e dall'estero.

Che l'ex-Pci abbia sempre voluto fare il Pierino di turno, ergendosi a moralista, è un'ipocrisia nella quale i compagni più avveduti non sono mai "cascati".

segue

roel ha detto...

Quello che ancora oggi mi amareggia fu il "fuggi, fuggi" e il fenomeno di reciclaggio dei camaleonti entrati nel partito per interessi personali e come cortigiani del capo, che in tutta fretta abbandonarono e contro il quale , come alla "quercia abbattuta", il maggiore accanimento aggressivo venne dagli ex-pcisti.

La parte meno acculturata, la plebe, cioè il "sottoproletariato", contrariamente al ruolo che gli assegnava il fondatore del marxismo, fu strumentalizzata e portata alla ribalta come protagonista e forza d'urto della campagna demagogica scatenata nell'ambito di un disegno macchiavellico: spazzare via la Dc, liquidare il PSI, mandando nelle patrie galere Craxi e avere così mano libera e totale controllo del potere e del Paese.

Ma il disegno non riuscì per l'entrata in campo di Berlusconi che vanificò quel disegno. Per cui anche contro di lui si contibnua ad adoperare la stessa tattica

di denigrazione e di giustizialismo, usando ogni mezzo e attribuendogli tutte le responsabilità dello sfascio, sapendo bene che liquidando lui, la via al potere è facilitata al successo.

Ma è palesemente e oggettivamente dimostrato che i privilegi, le "caste", le super-caste, gli sperperi, i favoritismi, il clientelismo, le collusioni, ecc, ecc, che si fa di tutto per attribuire all'attuale governo, hanno radici lontane e rappresentano un'eredità del passato.

Una delle prove più evidenti è rappresentata dalle quattro regioni consegnate alla criminalità, conseguenza delle pratiche clientelari, affaristiche e dei voti di scambio, anche trasversali, che hanno caratterizzato il passato.

Cose tutte su cui si è voluto porre le pietre tombali dell'occultamento e del silenzio, quando invece sarebbe stato necessario un ampio dibattito di autocritica e di chiarimento, con l'intento di evitarne il ripetersi nel futuro.

Come non plaudire all'azione dell'attuale ministro degli interni e delle forze di polizia che lo assecondano, per le "retate" e la cattura di criminali latitanti da tempi

tanto lunghi da non potere evitare dubbi e sospetti?

Il fenomeno della corruzione politica sta per ripetersi, tant'è che anche oggi inquinano i partiti personaggi di dubbia reputazione e si offre ancora una volta l'occasione ai pp.mm. d'assalto di far sentire il tintinnio delle manette e la possibilità di decapitare perfino la massima assise rappresentativa, ove si verificano, ironia della sorte, "i due pesi e le due misure".

Per quanto mi riguarda, ritengo che "sic stantibus rebus", la scelta politica più responsabile è l'astensionismo, per preservarsi dalla complicità e correità nelle storture e nell'andazzo di un sistema che ha trasformato la cosiddetta "democrazia" in oclocrazia , nell'ambito della quale gli squali del capitalismo, i marpioni, i furbastri, i faccendieri, i papponi, gli arrampicatori, spadroneggiano ampiamente.

Quanto allo sfascio del PSI, mi domando ancora: Come è potuto succedere che un partito con tradizioni e rappresentanti così nobili , con esempi di virtù incrollabile,

a volte fino al sacrificio della vita, sia potuto cadere così in basso e diventare lo zimbello delle procure di tutta Italia?

Due date da non dimenticare:1892-1992, cioè un secolo dal nascere al morire!

Mi domando anche:Perchè le persone dabbene del partito (erano la maggioranza) non chiamarono all'appello i militanti, invece di rintanarsi nel più assoluto silenzio, impauriti e disorientati come conigli?

Oggi ogni possibilità di rilancio partecipativo potrebbe verificarsi con l'introduzione di un parziale sorteggio nell'assegnazione dei seggi, cominciando dal basso, dopo aver previsto rigorosi prerequisiti, anche culturali, per l'elettorato passivo, evitando tassativamente il voto di preferenza al singolo, che, specie nel sud, ha prodotto i più aberranti fenomeni di corruttela e di devianza. Un saluto. Roel

pier Paolo ha detto...

Per fortuna ci sta pensando la Divina Provvidenza, incarnatasi nel Cardinal Bertone.

L'altro giorno mi si è aperto il cuore quando ho sentito, come ogni mattina, la trasmissione di Giannino su Radio 24.
Vi si rendeva conto della decisione della Chiesa di favorire la rinascita di un partito che restituisca rappresentanza politica unitaria ai cattolici.
In pratica, rifare la DC.

Come è immaginabile, a me della DC non importa un bel nulla; ma è chiaro che la ricostituzione della DC comporta l'immediato disfacimento di quella mostruosità della politica italiana che risponde al nome di Partito Democratico...
Con ciò in Italia si avrà un sistema bipolare, ma imperniato - come nel resto d'Europa - su un forte Partito Socialista e su un forte Partito Popolare.

Insomma: per vivere da socialisti, facciamocene una ragione, dovremo... morire democristiani!

http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=nuova-democrazia-cristiana-vaticano-cattolici-chiesa-toso-bertone

PpP

guido ha detto...

Ho seguito un po’ il dibattito su PSI-PDS ecc,ma non mi ha dato nessuna nuova informazione o chiarimento. Pertanto penso che dovremmo lasciar perdere le tristi storie del Pci e PSI d’antan. Secondo me non sono belle da qualsiasi punto di vista le si rigiri. Io temo che la peggiore eredità che Craxi ci ha lasciato sia stata il potere televisivo di Berlusconi, in un periodo in cui molti italiani avevano bisogno di guida e purtroppo l’hanno ricevuta da Emilio Fede e Bruno Vespa. La catastrofica svolta militarista di una parte del movimento ha messo una coperta di piombo sulle spinte liberatorie e progressiste. Non abbiamo ancora fatto bene i conti storici con tutta la vicenda, e sarebbe credo un errore rivangare quella storia senza fine. Mi sembra che i socialisti milanesi abbiano avuto il coraggio e la fortuna di ripartire da tre e spero che si riesca a continuare in questa direzione.



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guido ha detto...

Ora penso che il compito sia quello di fare i conti intellettuali e politici, con il Berlusconismo e i suoi alleati e sostenitori, diretti e indiretti. Ieri Michele Salvati (che cito come testimone), molto giustamente, si scaglia, con toni per lui abbastanza inusuali, contro chi in questi anni non ha sottolineato abbastanza fortemente i rischi che correva il nostro paese. Già caro Michele, proprio così, ma chi ha questa responsabilità? Sarebbe bene scendere all’empireo delle deprecazioni universali per mettersi su quello politico delle responsabilità concrete di politici che hanno preso decisioni e di intellettuali che le hanno sostenute. Non basta prendersela ora con Tremonti, che è stato osannato e riverito da tutti fino a ieri. Bisognava dirlo prima, e non sussurrarlo solo agli amici.

segue

guido ha detto...

Naturalmente intellettuali specchiati e insospettabili nella loro dirittura come Rondolino, che da D’Alema è passato direttamente al Giornale di Berlusconi, visto che ormai non si può più parlare di toghe rosse nel momento in cui la procura indaga anche su Penati, alzano il tiro e fanno rispuntare il “partito dei giudici”: che non ci sarebbe neppure in spirito se una oligarchia politica avida e corrotta non avesse malversato a piede libero per tutti questi anni, ogni volta peggiorando l’avidità e la sfacciataggine ostentativa. Poggiolini e la moglie facevano schifo, ma avevano almeno un residuo di riservatezza che li portava a nascondere la refurtiva dentro i puffi del salotto. Questi qui i prodotti del ladrocinio te li sbattono in faccia, un gesto tanto più odioso in quanto viene fatto pubblicamente in un periodo in cui gli italiani sono poveri. L’altra sera mi sono trovato del tutto casualmente seduto vicino a un giovane imprenditore fiorentino, uno che ha sempre votato Berlusconi e che mi raccontava che a colloquio con un sottosegretario per una questione relativa ai suoi affari (non è un pauper, ma neppure un tycoon) ha fatto mentalmente il calcolo che il valore delle cravatte, dei vestiti, dei soprammobili personali , degli orologi del sottosegretario e del suo numeroso team che parlava con lui, era pari o superiore al valore della questione che era andato a trattare. Dove prende i soldi per una Maserati da 100mila e passa, il ministro Brunetta? (che parcheggia anche nel posto disabili! http://www.stopcensura.com/2011/05/brunetta-arriva-in-maserati-e.html ) ?

guido ha detto...

Li vedi passare al berlusconismo e di colpo da scalcagnati peones compaiono tutti belli rimpannunciati con bei vestiti ( di solito sprecati) lussuose cravatte Rolex da esposizione e vetture da auto esposizione, insomma come dice la canzone “ s’allisciano, se magnan’a città”. Ma non sono solo loro, è tutta una classe di politici provinciali che si è di colpo trovata a gestire il lusso. Non voglio citare il solito, ma uno che scalcia via un cane perché gli “mangia le scarpe da tre milioni”, quelle scarpe non se le potrebbe permettere.

guido ha detto...

Ancora ieri D’Alema e Veltroni si sono lamentati di essere sotto attacco, ma non gli viene mai il sospetto a questi signori che se vengono attaccati dai propri alleati e “compagni” (gli attacchi provenienti dall’altra parte sono molto rari) forse qualche ragione c’è’. Forse, forse? Anche solo per ragioni puramente statistiche tra tanti attacchi forse ce n’è qualcuno da prendere in considerazione. Riparte la solfa dell’antipolitica, ma non passa neppure nell’anticamera del cervello a costoro che il movimento non è contro “la politica”, ma fortemente contro “questa politica”. E’ un errore clamoroso e che può portare a conseguenze esiziali. Se nessuno della dirigenza del CS capisce questa cosa e intercetta il movimento, chi vuole una nuova politica sarà marginalizzato e disperso, ma prima ancora stupidamente antagonizzato e la classe politica invece di correggersi si rinchiuderà nel bunker della difesa dal “partito dei giudici” lasciando senza governo una crescente conflittualità. Purtroppo vedo che molti intellettuali che pure non sono stati teneri con D’Alema & Co, prendono come offese personali le critiche fatte all’oligarchia del PD. Un amico, dopo l’articolo sul Manifesto, mi ha scritto “Se hai un modo per liberarci di B. adesso, entro ora di pranzo, ti firmo cambiale in bianco senza positioning.... Guarda che se non ce l'hai finiro' per dare la colpa a te, o almeno per accusarti di complicita'! “ Cioè dopo 17 anni di semiquiescenza adesso tocca a me trovare il bandolo. Non pretendo tanto, ma so che se non c’è una levata di scudi ampia contro questo sistema e contro tutti i suoi sostenitori, rischiamo di brutto.

guido ha detto...

Personalmente sto vivendo questa situazione con una sensazione di totale estraneazione o “sdoppiamento di realtà”. Da un lato assistiamo a un vero Götterdämmerung alla Jean Genet, con puttane vestite da ministre e ministre vestite da puttane, con i potenti che cadono fragorosamente in modi che sarebbero piaciuti a Visconti, ( o a Woody Allen, persino di notte, nel bagno) con suicidi, preti intriganti, costruttori intrigoni, Fede, Mora e altri figuri spaventosi di lampadati con la pelle cotta dagli UVA; personaggi inqualificabili come Quagliariello che ancora pochi giorni fa a un giornale radio della mattina sosteneva con una incredibile impudicizia di essere al lavoro per un decreto legge che avrebbe riportato la “par condicio” tra creditori e debitori spostando il pagamento del debito accertato a dopo il terzo grado di giudizio. Tanto serviva la giustizia, questo decreto, che neppure Alfano ha avuto lo stomaco di presentarlo (nel merito vedi l’articolo di Alessandro Pace sulla Repubblica del 20 luglio). Bravo Quagliariello, un vero genio della politica; radicale libero di servire fino alla morte, è entrato a far parte del gruppo stretto di difesa a oltranza: la versione berlusconiana e un po’ burlesque, alla Bonvicini, delle Sturmtruppen SSTotenkopf. Un quasi-decrepito Lupi, anche lui con il volto cotto dal sole, che sostiene che è a rischio la democrazia se si mandano in galera Papa e Tedesco. Fine della democrazia? Calmi,“Non c’è fretta, la fine del mondo è solo la fine del mondo che conoscete” (Mark Strand, “Il grande poeta ritorna”, dalla raccolta: L`inizio di una sedia, Donzelli, traduzione di Damiano Abeni). Buoni e calmi, siete voi alla fine. Giuliano Ferrara, per una volta pettinato e quasi pulito, che con l’aria di chi tuona indignato le più sconvolgenti verità contro-etiche, non si rende conto di stare semplicemente rinnovando l’antica tradizione di Ponzio Pilato, la più classica delle posizioni pantofolaie della peggiore borghesia italiana: Papa non mi piace (e via denigrando) ma “consegnarlo” al PM Woodcok, che poi sarebbe il suo magistrato naturale, sarebbe il crollo della democrazia: le parole che Ferrara usa oggi (20 luglio) sul Foglio, sono quelle del mafioso, chi si sottopone alla legge è “un infame”, e rinuncia alla “rigorosa autonomia del politico” dalla magistratura: cioè “la casta” in senso proprio o meglio una oligarchia al di sopra della legge, con “rigorosa autonomia”. Homines ad servire parati, senza il minimo ritegno: non ne hanno perché vivono in un altro mondo che sta per finire. Il governatore della Lombardia compare, vestito da Paperoga a Miami, con l’aria ilare di Magnum PI a contarla su alle povere famiglie italiane che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese (1 su 5 va in vacanza). E da dove lo spiega? Da un pontile di porto turistico con dietro una grande panoramica di yachts. Hanno perso il controllo persino delle più elementari norme televisive.



E dall’altro una opposizione compìta, prego Alphonse, no passi lei Gaston, come se fossimo in un salotto de La Traviata. Anche Alexander Stille, che pure fa un interessante, ancorché abbastanza ovvio, confronto tra Berlusconi e Murdoch, si dimentica di far notare che Murdoch non è anche il Presidente del Consiglio del suo paese. Però anche lui , Murdoch, come S.B., ci racconta che “lui non sapeva” come uno Scajola qualsiasi. Sono tutti lì a fare il gioco del cerino, ma i segni che il cerino potrebbe essere spento da una gran ventata sono visibili, li leggiamo ogni giorno. C’è qualcuno nella leadership del PD che si dia una sveglia? Oppure davvero fanno tutti parte della medesima oligarchia

dario ha detto...

Caro Guido

Concordo con quanto tu scrivi, ma in questo periodo sta arrivando a conclusione una fase politica iniziata ventanni fa che si fondava su una presunzione:

fatti fuori i socialisti (non tanto e non solo Craxi) ma proprio il socialismo democratico e riformista l'Italia sarà un paese migliore. Qualcuno nel tempo questa tesi l'ha anche teorizzata.

é vero quanto tu dici, che oggi in Italia si ruba di più e con più sfacciataggine, a tutti i livelli, e questo paese è ormai sull'orlo del baratro, ma questo è l'esito quasi scontato del teorema di "Mani pulite" sopra riportato. Ormai lo stesso Napolitano si premura di zittire pubblicamente Di Pietro ("c'è qualcuno che fa il difensore d'ufficio dei magistrati" detto davanti agli uditori giudiziari).

La soluzione di questa questio (la questione socialista) non sta però, come leggo troppe volte su questa mailing, nella discussione infinita su chi era più o meno craxiano negli anni ottanta, nell' affannosa ricerca di una verginità antica, ma nel ricercare nella nostra Storia quanto di buono ci sia e quanto di questo sia ancora utile oggi per dare una risposta adeguata alla crisi economica, sociale e politica che stiamo vuvendo, al fine di trovare una via d'uscita "socialista" a questa crisi.

Ai giovani che stanno tra i 18 anni e il 35 anni del craxismo poco interessa. Io ritengo che la questione Craxi sia ormai (dopo la bella lettera di Napolitano alla vedova del gennaio 2010) una questione da storici, la politica socialista è un'altra cosa: è il conoscere la realtà per trasformarla e soprattutto per trasformarla in favore di quei cittadini che non fanno parte dei "poteri forti".

Noi socialisti del Gruppo di Volpedo questo tentiamo di fare, coniugare la nostra bella storia con l'avvenire, e il prossimo 25 settembre a Volpedo analizzaremo la situazione del mondo del lavoro (o meglio del mondo dei lavori) per continuare a ricercare questo passaggio a nord ovest per il socialismo del futuro.

Fraterni saluti

Dario Allamano