sabato 27 ottobre 2012

Felice Besostri: Dal Congresso del PSF

Vi scrivo dal Congresso di Tolosa del PS, dove mi trovo a rappresentare da solo il PSI. Ieri mi sono ascoltato in diretta Bersani, cui è stato dato un posto di rilievo all'inizio del congresso dopo Sigmar Gabriel e il Presidente del Partito Socialista portoghese. Bersani ha parlato in francese, con il suo accento emiliano, ma di ottimo livello. Un nuovo esempio di socialismo transalpino, mentre, tra l'altro è della provincia di Piacenza, avremmo bisogno di un socialismo Cisalpino, anche come antidoto al leghismo Cispadano. Ebbene nel testo francese le parole Sinistra e Socialismo o socialisti ricorrono più volte, almeno tante quante progressisti e/o democratici. Insomma per sentire quelle parole, che non ricorrono nemmeno una volta nel Documento d'Intenti ITALIA BENE COMUNE di PD-PSI-SEL, bisogna venire all'estero. Bersani, che qui può essere presentato come camarade, senza colpire la sensibilità della Bindi, non si è dimenticato di essere il segretario del PD, di cui è segretario da 3 anni, infatti ha voluto sottolineare che a fronte dei 150 anni della SPD( detto per inciso alla SPD si è riferito più volte, in perfetta sintonia con i francesi, perché tutti sanno che senza una vittoria Socialdemocratici/Verdi in Germania, non cambierà la politica europea) il suo partito è un "bebé" di appena 5 anni, ma malgrado ciò è il primo partito italiano. Questa parte del discorso, insieme con la valorizzazione di Monti, ma sempre declinato al passato, è la parte meno convincente. In un contesto socialista poteva ricordare i concetti espressi nel suo messaggio di saluto al Convegno del Gruppo di Volpedo sul 120° della Fondazione del Partito dei Lavoratori, cioè che in quella storia e in quei valori ha una parte delle sue radici. Detto di passaggio vi è anche l'accenno ad una nuova organizzazione che possa raggruppare in Europa progressisti e democratici: una vecchia concezione che basta cambiare il nome, come fosse substantia rerum, per risolvere problemi che sono politici. Di fronte alla crisi planetaria che attraversiamo il problema non è più quello di coniugare il socialismo con la democrazia, questo dopo il fallimento del comunismo sovietico, è un dato acquisito, ora il problema è di convincere i democratici conseguenti di rapportarsi con l'esigenza di sconfiggere la minaccia alla democrazia , che implica la fase attuale del capitalismo. Per raggiungere l'obiettivo di smantellare il welfare, controllare la dinamica salariale verso il basso, mantenere le diseguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza, anzi accentuarla a favore di quel 1% di privilegiati, che anche quando hanno una nazionalità, questa non coincide con quella dei loro capitali, che stanno in paradiso...fiscale, non possono permettersi la democrazia, né quella rappresentativa con parlamenti che controllano gli esecutivi, né le forme di partecipazione diretta e popolare alle decisioni di politica economica: il principio una testa un voto alla lunga dovrebbe far prevalere il 99%, o quantomeno c'è questo rischio, se finisse il monopolio informativo a profitto delle classi dominanti, che resta uno strumento di intossicazione dell'opinione pubblica, anche quando sono minoranza politica in Parlamento. Un Congresso come raramente si svolge in Italia. Con tempi contingentati per tutti, un Congresso dove si sono confrontate ben 5 mozioni, ma in cui il segretario sostenuto da una mozione con il 66% dei voti, è stato eletto con il 77%. Emotivamente spostato a sinistra, il più grande applauso è stato tributato ad un discorso di un delegato dei lavoratorei del Gruppo PILPA in lotta, quando ha concluso con un attacco a "quelli che non rispettano il valore del lavoro, la ricchezza deve tornare ai salariati", che fa il paio con l'attacco alla finanza, tout court, non alla finanza neo liberista o sregolata indicata come "il nostro nemico" da Segolenè Royale attuale Vicepresidente dell'Internazionale Socialista. Si potrebbe fare dell'ironia sull'estremismo verbale come copertura di una politica governativa ancora incerta, ma sarebbe facile. Accanto a un Gerard Filloche approdato da tempo al Partito Socialista, dopo essere stato il stato il segretario di un Gruppo della Galassia comunista la più settaria, rispetto al quale Ferrero farebbe figura di un socialdemocratico di sinistra, vi è Manueo Valls, ministro degli Interni, ugualmente applaurito quando si riferisce alla Repubblica bene supremo( “E’ la sinistra che ha inventato la Nazione)), quando annuncia la masima durezza nei confronti delle bande giovanili, che siano espressione di gruppo estremisti religiosi o di criminalità di quartiere. “Non tollereremo nelle nostre periferie alcun ordine di mafie o jjhadisti, il solo ordine è quello repubblicano” Ricchezza delle diversità più che contraddizioni Come anche è di per sé bello vedere un assemblea multirazziale anche negli oratori o vedere un compagno come Harlem Desire, figlio di una coppia mista, fondatore di SOS Racism diventare Segretario Generale o dopo un Forni, di origine piemontese , presidente dell’Assemblea Nazionale al tempo di Jospin, ritrovare alla presidenza in Bartolone, di origine siculo-maltese nato in Tunisia. Vi consegno un pensiero tratto dal Manifesto UTOPIA che " bisogna avere dei sogni sufficientemente grandi per non perderli di vista" Felice Besostri, inviato dell’Avvenire dei Lavoratori di Zurigo

3 commenti:

elio ha detto...

Condivido quanto scrive Besostri e non ho nulla da aggiungere. In Italia i post comunisti, dopo il fallimento dei regimi comunisti, azichè lavorare per costruire una grande forza socialista insieme ai tanti socialisti per bene mai pentiti, hanno fatto il partito democratico nel quale solo dimostrare simpatia per la socialdemocrazia europea più moderata, che non è certo il partito socialista francese, è considerata una bestemmia. Elio Veltri

stefano ha detto...

Bellissima corrispondenza. Per come si e' trasformata la condizione dei partiti in Italia, sembra un dagherrotipo. Sequenze color ocra a cui manca solo il bruillard dell'intenso fumo delle sigarette, in cui ci sono restituite le condizioni emotive della partecipazione e la dialettica tra forza sociale e forza di governo che quel partito esprime. Grazie a Felice di tenere, dove può e come può, aperto il varco con l' Europa.
Stefano Rolando

luigi ha detto...

Dopo il reportage di Felice propongo questa mini analisi
psicoanalitica di Bersani che ho avuto la "chance unique" di
ascoltare in diretta al convegno di Tolosa con mia moglie Costanza
Matteini accreditati assieme a Besostri generosamente dai compagni
Francesi come "invitati stranieri".
Ma veniamo a Bersani che sembra affetto da strana sindrome, anzichè
di personalità di scissione di identità politico-ideologica.
Infatti in Italia è "democratico", si definisce "progressista" e nè
scrive e nè nomina mai la parola socialista ne tantomeno la parola
sinistra , mentre in Francia il suo discorso è stato costellato da
tante belle parole riferite al socialismo. Potete verificare su
indicazione di Besostri. Anche il saluto iniziale rivolto ai
congressisti, non più in uso in Italia nel PD, è stato forte e chiaro
"camarade". Finalmente una sana regressione. Un idillio il discorso
nei confronti dei socialisti francesi, fatto in buon francese con
accento emiliano.
Insommma solo per il piacere aver ascoltato Bersani in salsa
socialista è valsa la pena di farsi 700 km nel ruolo di secondo
pilota ausiliario di Besostri.
Un confortante saluto.
Luigi Fasce