domenica 12 febbraio 2012

Peppe Giudice: La CGIL, la FIOM e gli amici di Scalfari

La CGIL, la Fiom e gli amici di Scalfari
‎domenica ‎5 ‎febbraio ‎2012, ‏‎2.23.16 | Giuseppe Giudice
La CGIL, la Fiom e gli amici di Scalfari







Quando intervenni al congresso regionale di SeL, lo scorso anno, dissi che SeL non poteva assolutamente essere trascinata in una eventuale lotta interna alla CGIL da una Fiom eventualmente egemonizzata dalle posizioni di un Cremaschi. La Fiom per me non è altro che una federazione di categoria della CGIL stessa, una federazione che ha svolto un ruolo centrale (fu diretta per molti anni da Bruno Buozzi, grande figura di socialista riformista fucilato dai nazisti nel 1944) nella storia stessa della CGIL, ma che resta comunque un pezzo della CGIL sindacato confederale.

In quest’anno, con la messa in minoranza di Cremaschi, i rapporti tra CGIL e Fiom sono rientrati nella normalità e questo è un fatto altamente positivo. Merito della Camusso e merito di Landini.

Ciò che non mi convince della Fiom è comunque il voler apparire come una sorta di soggetto politico in embrione che poi si presta ad essere strumentalizzato da più parti.

Una parte era quella della sinistra neocomunista di Ferrero, che cercava di fare della Fiom uno strumento di spaccatura della Cgil in vista di una possibile unità con Cobas e rompicoglioni vari. Ma oggi questa prospettiva non mi pare più perseguita dalla Fed Sin né certo accettata dal gruppo dirigente Fiom.

Sarò forse affetto da eccessive dietrologie, e probabilmente sbaglierò nell’analisi, ma talvolta mi pare che in questa fase difficilissima con una transizione piena di incognite in corso (la scomparsa di scena di Berlusconi credo sia un fatto acquisito) la lobby Scalfari-De Benedetti (che è quella che poi ha ipotecato la sinistra della II Repubblica) stia di nuovo in campo per impedire che in Italia si formi un partito socialista e del lavoro – legato al Pse – e quindi si lasci il campo aperto – anche in una ipotetica III Repubblica, all’azione prevaricatrice delle lobby.

Il punto verso cui si concentra l’attacco è la CGIL, perché essa oggi è di fatto l’elemento privilegiato di coagulo di tutte quelle forze presenti nella sinistra , nel PD, in SeL, nel Psi, in settori della stessa Fed aspirano ad una sinistra socialdemocratica e del lavoro.

Pertanto la CGIL viene attaccata da destra, con la lettera di Scalfari alla Camusso, in cui la redarguisce ricordandole la linea dell’Eur del 1978 (in tutt’altre condizioni di contesto storico, economico e sociale, come la Camusso ha detto nella sua replica) e tramite il pieno allineamento di Repubblica al Corriere ed alla Stampa nella acritica difesa di ogni atto del governo Monti. Tutti costoro uniti a dare addosso ai sindacati (accusano la Cisl e la Uil di essersi accodate alla CGIL!!) ed elogiando la Fornero quando afferma che la riforma del mercato del lavoro la farà anche senza il sì della CGIL.

Poi si tenta contemporaneamente un attacco da sinistra (sempre da parte di quella lobby) utilizzando Micromega ed il Fatto Quotidiano: i radical-chic ed i megafoni dell’antipolitica. Tutti in appoggio alla Fiom…molto sospetto.

Sappiamo tutti che Micromega è una dependance di Repubblica e così anche il Fatto (non è finanziato dallo stato ma da De Benedetti – Padellaro e Gomez da che scuderia vengono?) .

Ho esplicitamente rifiutato di firmare un appello di Micromega a favore della manifestazione Fiom dell’11 Febbraio contro le discriminazioni anti-Fiom ed anti-Cgil. La manifestazione la sostengo certamente, ma non metto la mia modestissima ed insignificante firma su un appello fatto da un seminatore di confusione come Flores D’Arcais e firmato da un architetto extramilionario come Fuskas, più i soliti Camilleri, Dario Fo e Franca Rame, quello che fa la parte del prete rivoluzionario (ma Gesù non ha insegnato a fare il bene nel silenzio e senza squillare le trombe?), più altra gente che non ha nulla a che vedere con la classe operaia …basta. Se c’è una cosa che una nuova sinistra deve fare è quella di non firmare più appelli retorici…mi dispiace solo che una persona seria e schiva come Gallino (è uno che compare pochissimo in televisione) si sia mescolato a costoro.

Ma passiamo a valutazioni più politiche. IL Fatto quando la CGIL firmò il protocollo sulla contrattazione con Cisl e Uil gridò al tradimento dei lavoratori fatto dalla “craxiana” Camusso d’accordo con il “craxiano” Sacconi. A Telese qualcuno dovrebbe ricordare che se c’è l’art 18 è per merito dei socialisti non di Cremaschi.

Quell’accordo servì a stanare Cisl e Uil e non compromise per nulla la CGIL. Ed oggi Cisl e Uil …a a meno di repentini cambi di idea sono schierati in un certo modo.

E però costoro cercano in ogni modo di accreditare la Fiom come l’unico baluardo a difesa dei lavoratori. Il loro obbiettivo è quello di spaccare ed indebolire la CGIL. Per questo Landini non dovrebbe prestarsi.

E se andiamo a vedere bene c’è qualcosa che accomuna quelli che contemporaneamente attaccano da destra a sinistra la CGIL. IL sostegno al Referendum – truffa di Parisi-Veltroni il cui unico obbiettivo era quello di non fare la legge elettorale stoppando il Passigli (guarda caso sostenuto dalla CGIL) ed andare a votare con questa.

E comunque il voler tornare al maggioritario (il Mattarellum) è serio indice di una precisa concezione della politica. I sistemi elettorali non sono neutri , come credono gli ingenui o i finti tali. Chi vuole il maggioritario vuole un preciso modello di politica in cui i soggetti collettivi organizzati ed autonomi non possano avere spazio. Spazio che invece va alle forme plebiscitarie e irrazionali, alla personalizzazione esasperata, al notabilato, al dominio delle lobby e dei poteri occulti paramassonici. Il maggioritario è il sistema che meglio esprime la logica del capitalismo liberale di pieno assoggettamento della politica all’economia e della scomparsa dei corpi intermedi.

Un partito socialista di massa non ha spazio in tale visione. Io spero che Vendola sia pur incautamente abbia aderito al referendum Parisi solo per tenere aperta la porta delle primarie e solo per quello. Perché non vorrei che pensasse di instaurare un rapporto organico con le lobby suddette. SeL ha bisogno di risorse economiche, chi vi milita lo sa bene. Ed i singoli contributi volontari servono ma sono tutt’altro che sufficienti. Per cui le pressioni delle lobby ed anche i loro ricatti sono perfettamente possibili per chi ha una visione realistica della politica. Il tema di un finanziamento pubblico, ma trasparente alla politica è essenziale per preservare l’autonomia dei soggetti politici.

Lelio Basso diceva che il carattere di sinistra di un programma non si misura sulla sua radicalità verbale (ed io aggiungo emozionale) ma sulla effettiva capacità che esso ha di modificare verso sinistra i rapporti di forza. Una seria battaglia per costruire una alternativa di programma e di progetto al liberismo la può fare solo una sinistra larga e socialista che si fondi su movimento sindacale solido ed il più possibile unitario. Sappiamo tutti che un certo sinistrismo è sempre stato oggettivamente complice della conservazione e lo è di più quando a questo sinistrismo gutturale si unisce l’antipolitica radical-chic. Chi ha orecchie per intendere intenda.





PEPPE GIUDICE

1 commento:

Vincent du Lack ha detto...

Mi spiace, ma devo riconoscere che di questo articolo -pur ben articolato- non condivido 'quasi' nulla, purtroppo.
Qui in Italia non si tratta di sforzarsi di trovare un modello di Partito neo-socialista che trovi nella CIGL quella "cinghia di trasmissione" come lo fu per tutto il dopoguerra ed oltre.. Qui non si tratta più ormai di trovare un "rassemblement" simil-SFIO mitterandiana annisessanta, o un modello socialista alla tedesca in stile Willy Brand, e men che mai un socialismo annacquato neolaburista alla Tony Blair; ma nemmeno -direi- una socialdemocrazia tipo-scandinava alla Olaf Palme:
"questo socialismo", "questa tipologia socialista o socialdemocratica" che dir si voglia non è più, essa è superata dagli eventi. Siamo nel terzo millennio, diamine!
Non possiamo più immaginare d'importare oggi "modelli" di sinistra che andavano bene in epoche in cui la cosiddetta "classe_operaia" era maggioritaria nell'ambito dei vari arcipelaghi delle classi lavoratrici tutte comprese. Ormai -volenti o nolenti- bisogna prender atto che sono sorte negli corso degli anni una 'moltitudine' di nuove figure che insistono nel mondo del lavoro (nel primario, nel secondario e soprattutto nel terziario...). Vogliamo ignorare questa lacerante verità?
Per cui -secondo mio modesto parere- bisogna "riinventare una Sinistra" che sia nel contempo 'avanzata' nel campo della visione della Società, ma nello stesso tempo 'intransigente e -se vogliamo, perchè no...- radicale' nelle scelte e nelle tutele delle "varie forme" di lavoro ormai presenti così corposamente nella Società occidentale avamzata.
Ecco perchè io credo che gli eventi degli ultimi decenni hanno dimostrato quanto sia stata vincente l'intuizione Rosselliana dell' "Altra-Sinistra", perchè tale sarebbe diventata quell' "Altra Italia" tanto vagheggiata, ma mai compiutamente realizzata ed attuata.
Grazie per l'attenzione. Con vivo apprezzamento per Tutti gli imperituri "rosselliani" quali Noi tutti siamo e continuiamo -nonostante tutto- ad essere.
Vostro . vincenzomazzotti .