domenica 14 agosto 2011

Franco Astengo: Costi della politica

Deve essere chiaro che l'abolizione delle province e l'accorparmento dei piccoli comuni non c'entra nulla con la riduzione die costi della politica, e non va conteggiato in quel capitolo. Si tratta di una operazione che si colloca sul terreno di una ristruttrazione istituzionale, eseguita nel segno di quel pressapochismo che, proprio nel campo delle istituzioni ha sempre caratterizzato il centrodestra italiano ed in particolare il presunto "federalismo" della Lega Nord che non si è mai avuto il coraggio di definire come sarebbe giusto "decentramento fiscale". L'abolizione delle province lascerebbe, una volta realizzato in queste condizioni e estrapolato da un piano complessivo, una montagna di problemi riguardanti prima di tutto l'attribuzione ad altri enti delle deleghe assegnate alle Province in applicazione della riforma del titolo V (pensiamo ad urbanistica e ambiente) e alla collocazione del personale (analogo problema riguardante il personale dovrebbe sussistere anche per gli uffici decentrati dello Stato a livello provinciale: Prefetture, Agenzie delle Entrate, Comandi provinciali delle forze armate, dei carabinieri e della polizia, tanto per fare degli esempi. Questi uffici saranno aboliti?). Inoltre sorgono problemi specifici riguardanti determinate situazioni: il rapporto con le Regioni a statuto speciale che possono autonomamente deliberare in materia di istituzione e abolizione di province; il caso del Molise che ne resterebbe privo; quello della Liguria dove coinciderebbero territorio e popolazione tra Regione e Provincia di Genova (a proposito: e l'area metropolitana). Al riguardo dei comuni al di sotto dei 1.000 abitanti (a parte il farraginoso meccanismo dell'elezione del "Presidente" dei Sindaci) in questa sede mi permetto di far rilevare come recentemente siano state abolite le Comunità Montane, le sole istituzioni in possesso del "know-out" utile per affrontare il problema fungendo da riferimento e coordinamento. Quanto alla riduzione del numero dei consiglieri siamo alle solite: si riducono le possibilità di espressione democratica e non stipendi, benifits e meccanismi di elezione (vedi listini e liste bloccate) che impediscono ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti in base ad una pluralità di espressione politica.
Infine, fuori sacco: abolizione dei contratti nazionali di lavoro e delle celebrazioni laiche, meritano da parte della CGIL la proclamazione dello sciopero generale, subito!
Grazie per l'attenzione Franco Astengo


3 commenti:

piero ha detto...

Buonasera leggo con molto interesse tutte le vostre mail anche se non intervengo mai , ma oggi faccio un' eccezione stimolato dai vostri interventi soprattutto da quello di Paola Meneganti. Oramai la politica nazionale non conta piu' niente , non è che i partiti dicano quasi tutti le stesse cose , il problema è che oramai siamo governati da una burocrazia europea nominata e cooptata , il consiglio europeo , che ha forte potere , nominati e cooptati piu' dei parlamentari nazionali , infatti il parlamento europeo che non eleggiamo non conta nulla applica solo le direttive del consiglio europeo. Purtroppo solo per dare un' idea il mondo oggi è retto solo dalle grandi banche e dalle multinazionali. Apple solo per far comprendere , detiene una liquidita' di settantaseimila miliardi di dollari , cifra sufficiente per comprare tutto il sistema bancario italiano , altro che affondare la nostra borsa che è un mercatucolo. Quindi risulta chiaro che si persegue l' evasione fiscale da marciapiede , si da la colpa dei mali dell' umanita' alle province , che l' Italia è stata portata alla rovina dai dipendenti pubblici sopattutto regionali e provinciali tipo il compagno che ha scritto la mail e si è firmato appuntato. Con stima Piero Ferrari

claudio ha detto...

in effetti in Italia non abbiamo idea di cosa sia il federalismo: i più colti pensano a Cattaneo, quelli della Lega pensano di tenersi i soldi delle tasse, nessuno ha studiato l'esempio europeo più efficiente e duraturo (risale al Sacro Romano Impero), il federalismo tedesco, che neanche Hitler pensò di smontare

guido ha detto...

Sono d’accordo, ma proprio per questo si dovrebbero insistere, da parte della sinistra, ma a partire da noi, che mentre l’abolizione di TUTTE le provincie, con una riorganizzazione delle funzioni aveva un senso, l’abolizione di alcune ( e poi vedrete che ne aboliranno solo un pugno delle più sfigate) province NON HA SENSO. Che senso ha abolire la provincia di Trieste e non quella di Milano? Perché Milano è più popolosa? Ma che c’entra? Sono le funzioni che contano. E poi ti voglio vedere accorpare gli uffici di Parma e Piacenza! Chi lo pensa è un mentecatto che non sa neppure la storia dei due cani che si incontrano su un ponte, uno è un bel cagnone che viene da Parma e ha, come di prammatica un bel osso di prosciutto in bocca L’altro è uno sfelenzo cane di Piacenza che chiede subito “Ma mo te di dove sei?” L’altro si gonfia tutto di orgoglio e di dice “Mo io sono ben di Peeerma”! E giù che l’osso cade per terra dove il canide piacentino se lo azzanna immediatamente. Il cagnone parmigiano si incazza e pensa di vendicarsi subito e a sua volta dice “E tu bello dibensu di doveseeei? E l’altro a mascella stretta “mi sun de Pizenza!”. Avevamo (noi italiani) una occasione d’oro per dire, via le Provincie, in sei mesi ridistribuiamo le funzioni e riduciamo il personale, ci impegniamo a tagliare 54mila posti, con serietà ed equità., e anche a pensare in tempi brevi ad aggiungere a regioni (che sono uno sreco demenziale, io personalmente terrei le Provncie e abolirei le regioni ma non si può dire)e, comuni un numero limitato, ma ponderato di aree metropolitane. Ma questi signori al potere sono intellettualmente governati da aziendalisti d’accatto che ragionano solo in termini di efficienza numerica come se facessero tutti bulloni, e via che tagliano, si fa per dire: mi viene in mente l’altra famosa barzelletta che tutti conoscete del signore ammalato di orchite o qual cosa del genere che viene inviato dal suo medico al famoso chirurgo di Bad Schandau in Sassonia il quale dopo aver sentito la diagnosi del medico italiano sbotta “Ach italiena zembre taghliare taghliare. Koghlioni non zi taghliano zi schtrappano!”. Ecco i nostri governanti hanno proceduto così, non sapendo come taghliare si sono limitati a shtrappare. GM