venerdì 26 agosto 2011

Lanfranco Turci: Lettera a Macaluso

Caro direttore leggendo il tuo editoriale”Cgil sbaglia ma…”mi è venuto da esclamare:”Emanuele,tu quoque!”.In questi giorni è tutto un coro contro la Cgil antiquata,massimalista,senza bon ton. Quel bon ton che i tanti De Vico vorrebbero che la Cgil mostrasse di fronte all’ombrello di Altan pervicacemente manovrato dal ministro Sacconi. Su questo però devo darti atto che anche tu parli di provocazione e ,sia pure troppo educatamente,richiami Bonanni e Angeletti,che a me paiono invece muoversi come i furbetti del quartierino,tutt’altro che preoccupati di salvaguardare l’unità sindacale. Ma tu dici anche- e questo mi stupisce davvero-che non è opportuno proclamare uno sciopero generale” mentre è in corso una lotta politica”.Verrebbe da domandare “se non ora,quando?”Aggiungo inoltre che non penso solo che lo sciopero sia giustificato dalla provocazione del governo sull’articolo 8,né solo dall’esigenza di dare qualche spinta in più agli emendamenti dell’opposizione laddove coincidenti con la piattaforma della Cgil,ma per il suo significato più generale. La verità è che il messaggio del Pd in questa crisi è debole e contraddittorio. Per un verso si definisce la manovra indigeribile ,classista e depressiva e si lascia intendere di nutrire (ma davvero?)forti riserve sulla impostazione europea,sull’accordo Tremonti-UE e sulla stessa tuttora sconosciuta lettera Trichet/Draghi. Per l’altro si lascia poi cadere il senso generale di opposizione alle risposte alla crisi da parte delle forze conservatrici europee e italiane,si rinuncia a mobilitare quella grande opposizione sociale che si è espressa nei movimenti di questi mesi,nei referendum e nello stesso voto alle amministrative e si ritorna a cedere alla visione della crisi come di una sorta di emergenza naturale cui rispondere con la coesione nazionale e con il comune sforzo a chi è più bravo a proporre dighe,chiuse o sacchetti di sabbia.Lo sciopero della Cgil ha se non altro il merito di ricordarci che si tratta di una crisi sociale e di sistema ,che richiede non solo il rigore dell’equità come discrimine per le misure proposte,ma richiederebbe anche una diversa visione del futuro,di cui c’è grave carenza nella attuale malato clima politico del paese.

Lanfranco Turci


5 commenti:

angelo ha detto...

Scrivo a seguito di un’esperienza più che decennale maturata da funzionario pubblico. Con la recente riforma Brunetta, il Sindacato è stato di fatto escluso dall’organizzazione del lavoro e, più in generale, il suo potere di contrattazione è stato ridotto praticamente a zero. La CGIL ha attribuito tale responsabilità anche a CISL e UIL, ritenute ancelle al servizio del governo. Ma, prioritariamente, c’è da chiedersi: la riforma è stata complessivamente un bene o un male? Ad esempio, ha inciso positivamente o negativamente sull’organizzazione del lavoro? Per decenni, il potere di contrattazione del Sindacato ha senz’altro impedito che si attuasse la previsione dell’art. 97, comma 1, della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”. Nella gestione della cosa pubblica, Amministrazione e Sindacato hanno operato in maniera condivisa, hanno co-gestito la disponibilità di mezzi e risorse pubbliche. La recente crisi ha di fatto implementato l’impossibilità di proseguire per questa via. E’ un bene o un male? Tutto sommato, io credo che possa essere un bene. Credo che sia uno di quei casi in cui, come ha invitato a fare di recente il Capo dello stato, ai concittadini non sia stata detta finora la verità o, almeno, tutta la verità. Qual era, qual è e quale deve essere il ruolo del sindacato dei lavoratori (o pensionati, etc.): è questo il punto nodale della questione. In proposito, senza dilungarmi oltre, io credo che il ruolo sia semplicemente quello di difendere gli interessi delle categorie rappresentate. E allora, rispetto alla manovra del governo, che c’azzecca l’ennesimo sciopero del sindacato?

Angelo Giubileo

claudio ha detto...

Condivido, in base a una esperienza molto marginale ma significativa. La revisione del regolamento degli asili di Torino, fatta da un assessore di rifondazione con i sindacati, si è occupata solo della tutela dei dipendenti e non delle famiglie dei bambini. I cui rappresentanti erano pochi e designati di fatto dal sindacato.

felice ha detto...

le mie valutazioni cincidono più con Lanfranco.Su errori dei sindacati non ci piove, ma proprio percHè sto dalla loro parte non posso loro perdonare tutto quello che fanno(M. Gorki), ma il complesso della manovra è ingiusto e di classe. Noi di sinistra abbiamo abbandonato l'OPERAISMO CLASSISTA, I PADRONI, INVECE, NO!

luigi ha detto...

E' per noi di tutta evidenza che lo spirito critico deve essere
rivolto in ogni dove, tanto a destra tanto a sinitra. Più facile
contestare le politiche liberistiche che la Spectre internazionale
finanzcapitalista ha instaurato nel mondo , facile anche indicare il
che fare come abbiamo già fatto più e più volte anche se purtroppo le
soluzioni sono tacciate di conservatorismo e purtroppo queste accuse
sono ancora considerate credibili da una larga maggioranza dei
cittadini tanto che hanno votato per almeno 1/3 Berlusconi-Bossi. Che
poi con questa percentuale e con le liste formate dai capi partito si
governi con un numero più che sufficiente in Parlamento, abbiamo già
detto tutto il male possibile del Porcellum (ma il PD nicchia).
Perché le trombe del liberismo hanno avuto orecchie recettive è
presto detto, è quello che qui è stato accennato, dirigenti pubblici
di lusso, contaminazioni tra funzione pubblici e private (giudici,
alti dirigenti PA.medici (sapete cosa significa attività intramenia ?
la compatibilità tra lavoro nel SSN e privato ?), e poi, qualcuno ha
messo in evidenza gli aspetti poco edificanti dei sindacati, che
quando va bene hanno occhio solo per iscritti e poco per utenti (ah
gli anni 70 con Basaglia, le lotte per chiudere le scuole speciali e
le classi differenziali, la chiusura delle segreganti residennze per
minori abbandonati, tanto i parftiti della sinistra PSI PCI tanto i
sindacati, tutti, erano uniti su queste battaglie dei cittadini,
mica pensavano solo agli iscritti.
Tra le critiche al sindacato da gridare forte, in minima parte
nazionale e in massima parte degli altri Paesi dell'occidente, tanto
che rappresentatno le imprese private (dalle fabbriche alle banche)
tanto che rappresentano i lavoratori del comparto pubblico, quello
che hanno lasciato fare ai manager dei Fondi Pensione che col
"capitale del lavoro" hanno contribuito significativamente alla
attuale desertificazione del tessuto industriale di USA e UE. (Vedasi
per utile approfondimento "Luciano Gallino - Finanzcapitalismo -
Feltrinelli 2011)
Un paradosso ignobile da parte di coloro che un tempo gridavano
"lavoratori di tutto il mondo unitevi".
Certo della follia del mondo di oggi non mi stupisco tanto, è tratto
del percorso dell'umanità se già Erasmo da Rotterdam ha sentito il
bisogni di scrivere il suo "Elogio della pazzia". Ma questa pazzia
che i Fondi Pensione distruggano altri compagni lavoratori in ogni
angolo del mondo mi sembra pazzia da contenere anche con la camicia
di forza, da subito. So che ci sono tentativi di creare l'unione
sindacale internazionale almeno per i metalmeccanici, anche in Europa
sembra che il sindacato si stia muovendo in questi termini ma oltre
che a affrontare l'armata liberista internazionale occorre che si
metta fine a questo uso criminogeno dei Fondi pensione.
Aspetto di sentire voci dai sindacalisti in questo senso anche al
Volpedo4.
Un socialista dialogante fraterno saluto.
Luigi Fasce - coordinatore-segratario GdV

claudio ha detto...

però se CGIL riuscisse a collegare la sua azione con quella di altre confederazioni europee avrebbe un peso ben diverso. Lo stesso per il Pd: possibile che siamo sempre provinciali? i nostri problemi ce li hanno tutti, in Europa, in più abbiamo un governo ridicolmente inetto