sabato 13 agosto 2011

Lanfranco Turci: Di male in peggio

Di male in peggio

Il pareggio di bilancio in Costituzione è una mossa ideologica tipicamente
di destra (idem la modifica dell'art.41) che se messo in pratica davvero
paralizzerebbe le capacità di politica economica degli stati. Il che non
vuol dire che non si possa avere in certi anni anche il bilancio in pareggio
o addirittura in attivo. Ma vincolarlo in Costituzione è la prova estrema di
come il liberismo abbia fatto danni devastanti anche a sinistra. Segnalo
l’ampia letteratura in tema su http://www.levyinstitute.org/ .Che poi
Tremonti sostenga questa modifica e quella dell’art.41,quel Tremonti che due
o tre anni fa accusava la sinistra di soggezione al mercatismo, è la prova
ulteriore che siamo di fronte a gruppi dirigenti screditati,che si
troveranno uniti,con Berlusconi o meno,solo nel dare l'ennesima stangata ai
ceti popolari e un'ulteriore spinta recessiva al paese. Intanto Usa e Europa
marciano felici nella stagnazione se non peggio. Ieri l'altro Krugman
osservava che non siamo di fronte a una seconda caduta recessiva dopo quella
del 2008, perchè la ripresa non è mai cominciata davvero. Interessante
capire la dinamica della decisione di ieri del governo di anticipare al 2013
il pareggio di bilancio,cioè 25 md di tagli fra assistenza e detrazioni
fiscali soprattutto a carico dei ceti popolari e tagli ulteriori agli enti
locali e alla sanità. La Bce si è rifiutata fin dall’inizio della crisi di
fare il suo dovere di sostenere i titoli di stato contro la speculazione,
l’Europa ha rinviato all’infinito lo strumento degli eurobond per sostenere
i debiti sovrani e avviare un piano Marshall europeo. Idem per la tassa
sulle transazioni finanziarie. Così di fronte al precipitare della crisi è
diventata senso comune (indotto dal pensiero unico che pervade i mass media)
la accettazione della necessità dell’austerity, propugnata dalle destre e
dalla cultura neoliberista tuttora dominante, con i suoi contenuti classisti
(Secondo la definizione di Bersani) e le sue implicazioni recessive. Ora
Berlusconi e Tremonti hanno un paravento “oggettivo” per le loro scelte, i
sindacati sono divisi e quasi disarmati (devo dire che non ho capito
l’union sacré delle forze sociali, un protagonismo confuso,velleitario e al
limite autolesionistico per le organizzazioni rappresentative di ceti
popolari)e la sinistra non sa che dire,spiazzata dalla mossa collaborativa
di Casini e dalla malcelata disponibilità a dare copertura al governo da
parte di un pezzo importante del PD. Non sa che dire perché fin dall’inizio
ha rifiutato una lettura sociale della crisi e degli interessi in conflitto
all’interno di essa e alla sua stessa origine. Ha rifiutato di abbandonare
una visione irenistica e assolutoria delle politiche delle istituzioni
europee, della cultura neoliberista che le ispirava e degli interessi
nazionali forti che le condizionavano. Si è rifiutata quindi di assumersi
l’onere di un autonomo progetto di risposta alla crisi, sia a livello
nazionale che europeo, attorno a cui cercare di costruire un movimento di
lotta , una forte pressione popolare e quindi una propria maggioranza. Da
qui anche è derivato, al di là delle sollecitazioni del Presidente della
Repubblica,il modo disarmato con cui ha ingoiato il passaggio in due giorni
della manovra Tremonti in Parlamento. Manovra che doveva cambiare le sorti
del paese e che invece è stata seguita dalla rincorsa verso l’alto degli *
spread* fra i titoli di stato italiani e tedeschi, secondo lo schema già
visto all’opera in Grecia e negli altri paesi periferici. Ora può darsi che
la Bce, Germania permettendo, decida di sostenere in modo efficace i nostri
e altrui titoli pubblici o che invece li lasci a un livello tale da tenerci
un ferreo morso in bocca. Ciò non toglie che nel frattempo, dopo la
irresponsabile inerzia iniziale del governo e di Tremonti, avremo imboccato
quella strada della austerity e della recessione che a livello europeo,
almeno a voce, tutti i Partiti socialisti e il Pd condannano. E la avremo
imboccata senza una reazione ancora adeguata nel paese e senza che si
delinei una alternativa a sinistra. Complimenti!

PS:ho visto una foto degli indignados spagnoli con un cartello:”Trichet và a
casa!”.Quando in Italia?



Lanfranco turci

7 commenti:

guido ha detto...

Io credo che sarebbe molto utile se, a partire dalle più condivise delle osservazioni che ci siamo scambiati, si potesse stendere un documento organico che facesse il punto su una serie limitata ma essenziale di cose. Farei alcune premesse:
a) La politica economica e in particolare quella fiscale sono il modo con cui le società regolano, oltre ai bilanci pubblici, anche il grado di fiducia del popolo;
b) E' inutile stare a discettare sul mercato o meno: questo è il capitalismo! e da sempre sappiamo che lasciato a se il mercato, inteso come sistema, non si autoregola, ma ha una tendenza maledetta a creare delle onde soggette a feed back positivo, cioè a una tempesta perfetta, come quella in cui ci troviamo
c) Nelle tempeste ce n'è per tutti, ma in particolare per chi non entra con le vele terzarolate e i boccaporti chiusi
d) E per quelle navi i cui skipper si sono occupati delle divise di bordo, ma non della competenza dell'equipaggio, a cominciare da quella del capitano c'è il rischio di andare a fondo
e) Fuor di metafora se in passato hai fatto debiti, è inutile discettare sulla finanza cattiva, a un certo punto ti vengono a chiedere i soldi indietro e se dai l'impressione di non poterli pagare chiedono sempre più forte. Le agenzie di rating da un lato fanno il loro mestiere e dell'altro fanno parte di un gioco interattivo che si chiama doppia ermeneutica. segue

guido ha detto...

segue
E' un po' come la storia della moglie di Barbablù:una volta che hai aperto il baule e guardato dentro non puoi più tornare indietro. Se sai una cosa la influenzi. Poi che siano anche attori influenzati a loro volta è possibile, ma accessorio.
f) Potrebbe essere, e sottolineo l'ipotetico, che i legami intrecciati tra banche e stati in Europa si dimostrino un collante più forte della volontà di stare assieme. Forse si può partire da lì per ragionare.
g) Io non credo che il popolo italiano si composto da persone che sragionano. Certo se per venti anni li hai rimbesuiti con le liberalizzazioni (mai fatte) il mercato (mai realizzato) non ti metteremo le mani in tasca (mentre gli succhiavi le vene) la figa gratis anche per i settantenni, la socuetà aperta di Popper affidata ai bolscevichi come Ferrara e via sghignazzando poi è difficile dirgli adesso ti chiediamo un po' di soldi pe andare avanti.
h) Gli italiani sono disposti a fare sacrifici se c'è qualcuno che glieli chiede seriamente e con la faccia pulita. Non dimentichiamo che quando è syata lanciata la candidatura d Pisapia, solo poco più di un anno fa e sembra un secolo, in pole position per le primarie c'era Penati (e lo dico senza anticipare un giudizio di colpevolezza, anzi sperando davvero sull'innocenza, perché essendo l'accusatore Pasini, qualche sospetto è lecito)
i) Temo però che non ci sia in giro nessuno con la faccia capace di stimolare la necessaria fiducia. Temo proprio nessuno. Il problema è che di tutti conosciamo non solo vita morte e miracoli, ma anche fin l'ultimo brufolo sul mento. La TV non perdona, dopo un po' brucia tutti perché anche il più serio si è prestato a fare il buffone davanti a una telecamera almeno una volta e poi non può più venire a chiederti di dargli un euro da spendere per la tua salvezza.
j) C'è un precedente che dovrebbe essere studiato a fondo. Nel 1943 il governo americano era in seri guai per le spese di guerra e non riusciva a piazzare i War Bonds emessi in quel periodo. I maggiori artisti da Frank Sinatra in giù non riuscivano a piazzare un cent finchè la campagna venne affidata a Kate Smith, una cantante de absoluta segunda. Tanto per intenderci una rotondetta cicciona alta 1,55 che cantava roba tipo "Too Late" nell'orchestra di Guy Lombardo. Kate Smith fece un famoso war bond drive con 65 appelli dalle 8 di mattina del 21 settembre 1943 alle 2 del mattino del giorno dopo, raccogliendo sottoscrizioni per la cifra record di 39milioni di dollari. Un successo cataclismico che come spiegò Robert Merton in una famosissima ricerca (Mass Persuasion) era basato sul fatto che in un periodo in cui le orecchie erano assolutamente chiuse alla "propaganda delle parole" Kate Smith era riuscita a imporre con il suo impegno personale una propaganda "of the deeds", cioè dei fatti. Berlusconi che ha consulenti che conoscono il mondo, ha cercato di sfruttare questo antico strumento, con il famoso governo del fare, solo che per lui anche i fatti sono solo parole.
k) ci serve una Kate Smith, ma per cosa? Non basta chiedere sacrifici, ma occorre spiegare perché. Ecco perché penso che se invece di perdere tempo in formule politiche e numerologia parlamentare riuscissimo a fare un documento succinto in cui si propone un significativo contributo metà a riduzione de debito, ma metà a restituzione in capacità di acquisto tale da dare una iniezione alla economia, forse si potrebbe rilanciare un dibattito sensato

Sogni di mezza estate, d'ccordo... GM

claudio ha detto...

attenzione Turci a dire "La Bce si è rifiutata fin dall’inizio della crisi di
fare il suo dovere di sostenere i titoli di stato contro la speculazione" La BCE non ha nessun dovere, ma se si sostituisce al debitore principale in stato fallimentare ha se mai il dovere di commissariare il debitore. Ma non ne ha il potere.
Immaginiamo di essere tra privati: tu hai un debitore che rinvia ogni scadenza, non presenta nessun piano, non ha neanche la minima credibilità personale, inseguito per truffe, imbrogli e corruzioni giudiziarie per coprirle, e ha un solo interesse, di durare ancora il tempo necessario per farsi qualche legge ad personam. Gli presteresti ancora dei soldi? e chi valuta il suo debito non deve dire che è rischioso. Se a questo si aggiunge che si continua a dire che per la Grecia qualcosa devono pagare anche le banche e gli altri creditori, è logico che chi ha della liquidità cerchi di liberarsi in fretta dei crediti verso tutti gli stati che possono avere delle crisi.
Ci dimentichiamo sempre che chi ha della liquidità ha cuore di coniglio, zampe di lepre e memoria di elefante. oppure non ha più la liquidità, ma dei bei titoli su cui è stampigliato "ti pago a mai, col tasso ridotto"

lanfranco ha detto...

mi sembra che tu faccia un pò di confusione fra debiti privati e debiti pubblici e che dimentichi che le banche centrali sono state istituite come prestatori in ultima istanza.cosa che la bce ha fatto generosamente con le banche semifallite,ma si rifiuta finora di fare con gli stati.non dimentichiamo infine che le banche centrali hanno la leva di stampare moneta.Ciò detto certamente l'intervento della bce non sarebbe l'unica risposta necessaria.Insisto nel segnalare la abbondanza di saggi sull'argomento del Levy institute

guido ha detto...

Scusate, ma a me sembra che se solo la manovra di luglio avesse avuto una parte delle misure imposte e dichiarate poi nella conferenza stampa ci saremmo risparmiati molti guai (e lo dico senza entrare nel merito della manovra che è comunque altamente criticabile) Invece hanno voluto fare la furbata codarda da venditore di Forcella di rimandare il grosso degli aggravi fiscali a babbo morto e ci siamo presi la stangata. Questo è un comportamento da delinquenti e nessuno fa credito a dei truffatori. GM

PS Si poteva anche dire non solo non siamo d’accordo, ma rinunciamo all’ostruzionismo solo se togliete le più grandi uttanate. Guardate il genere di ricatti che fa la destra a Obama.

felice ha detto...

Tutti i commentatori hanno rilevato che un maggiore solidarietà iniziale sarebbe costata molto meno, ma non 'è un governo europeo, che potesse prerndere la decisione. Hic Rhodus Hic salta

fidel ha detto...

non sarebbe male cominciare a discutere anche di signoraggio e banche centrali....