lunedì 11 gennaio 2010

Gim Cassano: Pas d'ennemis a droite

PAS D’ENNEMIS A’ DROITE.



L’espressione del leader radicale francese degli anni ’30, Renè Renoult, rovesciata, sembra essere una regola del PD, a prescindere da chi ne sia il Segretario. Si potrebbe inserirla al primo punto del famoso Manifesto dei Valori.



Sbagliando, perché avremmo già dovuto capirlo da tempo, non finiamo mai di stupirci di come il PD non sia in grado di esprimere un qualsivoglia disegno strategico che possa condurre ad una nuova ed alternativa maggioranza. Sembra che invece il tratto costante dei comportamenti di quel partito sia il disegno di ritenere inutile ogni evoluzione di rapporti a sinistra, temendo in modo particolare quei processi che potrebbero portare a colmare il vuoto creatosi alla sua sinistra.

Veltroni, almeno ebbe il buon gusto di dichiarare che il PD avrebbe fatto da solo, e che gli altri potevano arrangiarsi, coi risultati che sappiamo. Se non altro, il PD di Veltroni aveva indicato una linea politica, che poteva essere condivisa o meno; ed i comportamenti furono conseguenti ad essa.

Oggi, Bersani pone in atto comportamenti simili, ma con lo stile e la disonestà mentale del suo puparo D’Alema, il quale ha dichiarato guerra a Vendola, e cerca le nozze con Casini, benedette con l’acqua dell’ Acquedotto Pugliese. Si cerca, in Puglia, di far passare per linea politica quel che tale non è, e che corrisponde invece solo all’esigenza di “normalizzare” la Puglia in una logica che corrisponde in pieno alla nobilitazione dell’arte dell’inciucio espressa dallo statista di Gallipoli. E che non trova riscontro neanche in una logica nazionale e corrisposta da un’ UdC che in Lazio sceglie l’appoggio al candidato della destra.

Così, avviene che, mentre in Puglia Casini-D’Alema fanno il tiro al bersaglio su Vendola, in Lazio Casini va con la Polverini, ed il povero PD non saprebbe cosa fare se non arrivasse la Bonino a togliergli le castagne dal fuoco.

In Sicilia, quello stesso PD che tuona per la modernizzazione del Paese e per la buona amministrazione fornisce una stampella al traballante governo di Raffaele Lombardo, dimenticandosi completamente di cosa ciò possa significare in una Regione dove decenni di compromessi hanno condotto alla scomparsa della Sinistra: e sarebbe interessante conoscere, al riguardo, l’opinione dei neoassunti Borsellino e Crocetta.

Il risultato è quello che il PD evidenzia sempre più apertamente una scelta centrista, e che le cosiddette “aperture” di Bersani, che avevano entusiasmato non pochi sprovveduti della sinistra, sono solo un ricordo. Non c’è da stupirsi se, a questo punto, SEL congeli ogni trattativa con il PD: è nella logica delle cose.

Detto per inciso, per un partito che ha sbandierato a destra ed a sinistra la propria “novità” ed ha fatto delle primarie lo specchietto per le allodole, il fatto di farle o non farle a seconda delle circostanze, non c’è male.



Gim Cassano (10-01-2010)

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