venerdì 5 dicembre 2008

vittorio melandri: una guerra per bande

Fra i miei difetti, molti, annovero pure quello di leggere Marco Travaglio, giornalista che non mi ispira simpatie istintive, e nemmeno gode di miei pregiudizi favorevoli (i pregiudizi favorevoli che ho, li riservo in genere per le persone che riconosco essere di sinistra, e non è il suo caso) ma che fornisce notizie, verificabili, non certo notizie da bere.



Oggi, il suo corsivo su l’Unità è anche poggiato sul concetto di “giudice naturale”.



Dobbiamo forse considerarlo un concetto astruso?, da addetti ai lavori, oppure dobbiamo avere la pretesa che se non c’è, sia inciso al più presto nella coscienza dei cittadini?, è forse questa una utopia, o non stiamo parlando di un principio cardine su cui si può reggere un “ordinamento democratico” che sia orientato non solo alle patologie, ma innanzi tutto alla fisiologia del vivere comune?



Domande non retoriche, da considerarsi in attesa di risposta.



Or bene, sia chiaro, non voglio certo agli aderenti a questa mail insegnare un concetto che so essere qui, a tutti noto, ma al contrario denunciare la mia ignoranza rispetto al dato che sino a dieci anni or sono, nel caso dei magistrati, si poteva verificare l’assurdo che due magistrati potessero essere l’uno giudice naturale dell’altro.



Travaglio oggi segnala che non è più così (solo da dieci anni, e questo sì ci dà a mio parere la misura dell’obbrobriosa e immorale incuria in cui si lascia da decenni sprofondare l’ordine giudiziario …… e da parte di chi se non della politica….).



Questo dato che richiamo, serve però a mettere in luce che mentre la procura di Salerno si è mossa nell’ambito delle regole, e ricevuta notizia di un possibile reato commesso da un magistrato di cui la procura di Salerno e non altri è il giudice naturale ha indagato, il magistrato di Catanzaro che ha controinquisito “perché si è sentito offeso” non è il giudice naturale del magistrato di Salerno.



Trovo anche alla luce di questo, singolare, che il Presidente della Repubblica abbia prima chiesto “irritualmente” notizie a Salerno e solo poi apprendiamo questa mattina…. a Catanzaro…. ma io sono un cittadino qualunque, posso sbagliare e colpire il sole mirando alla luna…… sono invece convinto di non sbagliare a ritenere che la “guerra per bande” in cui possono sicuramente essere coinvolti anche in parte rilevante, magistrati, ha però origine in Italia nella politica.



Me lo ha insegnato purtroppo l’esperienza anche personale e nel mio piccolo provinciale, diretta, sul campo, ma certamente per me in materia, una data segna uno spartiacque, un crinale, una volta scollinato il quale, la “guerra per bande” nella politica italiana mi è apparsa nitida, laggiù …. nella pianura…..



La data è quella dall’agosto 1981, non posso indicare il giorno esatto, ma in un giorno di quel mese comparve il numero 11-12 AGO. SET. 1981, della rivista Pagina in cui il compagno “Fabrizio Cicchitto”, sotto il titolo:



“Come è potuto accadere che io sia finito nella P2” MEMORIA DI UN ERRORE……



Spiegava al colto e all’inclita come appunto la politica italiana fosse attraversata da una



“guerra per bande”.



Vittorio Melandri



P.S.



Per chi se ne fosse scordato o a chi non avesse avuto modo di conoscere la rivista di cui parlo, offro qui di seguito un bigino.



PAGINA, è stata una rivista mensile, di politica e cultura, come si leggeva, sotto la testata.

Fondata da Aldo Canale, fu da lui diretta insieme ad Orazio Maria Petracca, sin dal primo numero, ottobre 1980, sino al diciannovesimo ed ultimo, dell’aprile 1982.



Vale la pena di leggere gli autorevolissimi (tuttora tali e “forse” qualcuno meno) nomi, annoverati in quei diciannove mesi, fra i suoi collaboratori (e chiedo scuse anticipate per chi avessi dimenticato):



Federico Mancini (anche vicedirettore), Vito Apuleio, Pupi Avati, Mario Baccianini, Luigi Barone, Gianni Baget Bozzo, Orazio Barrese, Pierluigi Battista, Alfonso Berardinelli, Tiziano Bonazzi, Achille Bonito Oliva, Massimo Bucchi, Federico Bugno, Adele Cambria, Massimo Cacciari, Fabio Canale, Massimo Caprara, Enzo Cheli, Franco Chiarenza, Roberto Chiodi, Saverio Cicala, Giovanni Conso, Giuseppe Conte, Franco Cordelli, Mariano D’Antonio, Mario Deaglio, Fernaldo Di Giammatteo, Domenico Del Prete, Gregorio Donato, Vincenzo Ferrari, Massimo Fini, Gerolamo Fiori, Paolo Flores D’Arcais, Gaio Fratini, Paolo Garonna, Antonio Ghirelli, Giulio Giorello, Gino Giugni, Paolo Glisenti, Ruggeri Guarini, Duccio Guida, Mario Isnenghi, Patrizia Ippolito, Gad Lerner, Luigi Lerro, Sebastiano Maffettone, Empedocle Maffia, Enrico Magrelli, Marella Mancini, Luigi Manconi, Luciana Martinelli, Teresa Marchesi, Nicola Matteucci, Giuseppe Mazzei, Flavio Minervi, Gigi Moncalvo, Giampiero Muggini, Bruno Pagani, Gainfranco Pasquino, Daniela Pasti, Marcello Pera, Aldo Piro, Salvo Ponz de Leon, Paolo Portoghesi, Daniele Protti, Mario Raimondo, Marco Ramat, Aldo Rizzo, Aldo Rosselli, Stefania Rossini, Roselina Salemi, Michele Salvati, Mario Sanfilippo, Salvatore Sechi, Caterina Selvaggi, Mirella Serri, Stefano Silvestri, Gian Emilio Simonetti, Federico Stame, Gianni Statera, Antonello Talamanca, Giorgio Tinazzi, Giuseppe Turani, Sergio Turone, Paolo Ungari, Giuliano Urbani, Slavatore Veca, Guido Viola, Giovanna Zincone, Giuliano Zincone.

Nessun commento: