venerdì 21 marzo 2014

Vittorio Melandri: Ma le mafie hanno perso?

MA LE MAFIE HANNO PERSO??? “Il problema principale dell’Italia: cercare sempre il brutto, criticare, criticare, criticare e solo criticare. Io cerco il bello.” Parole di Oscar Farinetti (Il Fatto Quotidiano 21 marzo), pronunciate nel paese dei “servi” dei “tengo famiglia”, della “piaggeria” sport nazionale…. …. e …….. Nel paese in cui è ancora possibile leggere un elenco “aperto” di vittime innocenti di mafia, che arriva a 900, è possibile chiedersi se le “mafie hanno perso?”, e non solo accomodarsi nella convinzione, ancorché umanissima, che le mafie non siano manco loro immortali, né tanto meno che abbiano vinto? Il rischio denunciato da Silvio Messinetti (il manifesto 21 marzo) in chiusura del suo pezzo elogiativo (mi pare), del libro di Giovanni Fiandaca e Michele Lupo, «La mafia non ha vinto», ovvero il “rischio che la giustizia penale si tramuti in una sorta di sociologia del crimine nella sede sbagliata”, come si coniuga con la certezza che la giustizia penale in Italia, e cito solo a mo di esempio fra i tanti possibili, ancora arranchi penosamente, rispetto all’utilizzo di quelle “misure preventive di tipo patrimoniale” che la “Commissione Fiandaca 1999-2001”, rilevava essere “lo strumento più efficace di aggressione alla ricchezza di tipo criminale”? Elio Veltri nel 2006 su l’Unità, ricordava che sempre la stessa Commissione raccomandava si adottasse …. “«l’inversione dell’onere della prova», che significa che la provenienza lecita del bene la deve dimostrare il possessore”. Da profano, ad occhio e croce, mi pare cosa da far inorridire i “garantisti ad una via”, ma in un paese in cui per dirla con un sociologo che fa il suo mestiere, Manuel Castell, che nel terzo volume della sua trilogia, intitolato “Volgere di Millennio” scrive fra l’altro: «Complesse architetture finanziarie e reti commerciali internazionali collegano l’economia legale a quella criminale (..). L’economia e la politica di molti paesi (tra cui l’Italia, la Russia, le repubbliche dell’ex Unione Sovietica ..) non possono essere comprese senza considerare la dinamica delle reti criminali che gravano sul loro funzionamento quotidiano»…. ….. come si può pensare di essere garantisti solo nei confronti dei “presunti colpevoli”, e non anche delle “certe vittime”? Certe vittime che continuiamo ad essere noi tutti cittadini, anche quando non aggrediti fisicamente, bontà loro, da poteri criminali sempre più trasformisti e “all’onor del mondo”. Vittorio Melandri

1 commento:

felice ha detto...

In certe condizioni e sotto determinati presupposti è possibile l'onere dell'inversione della prova, a servirwebbe per i beni più antichi intestati a prestanome. Per quelli più recenti la provenienza lecita apparentemente del denaro è garantita dal ricicleggio. Per questo è urgente introdurre anche il reato di autoriciclaggio, perché il primo passaggio in "lavanderia" è quello più esposto: somme ingenti in contanti si trasformano in liquidità bancaria






Felice C. Besostri