lunedì 20 gennaio 2014

Francesco Maria Mariotti: Le trappole della retorica politica

Oggi sul tavolo della politica - e quindi sul "nostro" tavolo, perché la politica siamo anche noi, ci piaccia o meno - c'è la riforma elettorale. Argomento in realtà non molto importante, soprattutto se non viene accompagnato a riforme che stabilizzino realmente i governi (e che difficilmente si trovano nella legge che regola il voto; penso per esempio a sistemi di sfiducia costruttiva o regole per la formazione dei gruppi parlamentari) o che diano realmente poteri forti al premier e al governo (comunque nulla a che vedere con la "cosmesi" del presidenzialismo, secondo me). La discussione sulle proposte che stanno girando è inoltre viziata dal fatto che ci siamo incastrati - oserei dire che ci siamo autointrappolati - su una questione mal posta ("permetteteci di scegliere il nostro rappresentante"), che in realtà non è così importante, e che rischia di "obbligarci" a giudicare negativamente scelte che non sono forse così strane (Stefano Ceccanti, costituzionalista, in queste ore sta ricordando come l'anomalia - nello scenario europeo - siano le preferenze, non le liste bloccate, già in uso in altri paesi). Da questo caso forse si capisce che in politica è necessario agire con cautela anche nei momenti polemici, indirizzando correttamente il cosa e il come della critica (a volte soprattutto il come, evitando sempre toni apocalittici). Troppo spesso una critica mal posta prima (penso per esempio alla critica generalizzata alla Bossi-Fini sull'immigrazione, mescolata - temo impropriamente - alla questione della punibilità penale dell'immigrazione clandestina) rischia di far apparire i compromessi inevitabili del poi tutti inaccettabili. Forse ho speso troppe parole; andiamo dunque alle questioni veramente importanti: It's the economy, stupid... E quindi, anche in vista delle prossime scadenze elettorali per l'Europa, mi permetto di segnalare argomenti di riflessione soprattutto economica di cui trovate estratti sul mio blog. A proposito di Europa e di retorica della politica: interessante articolo sul Fiscal Compact, che forse non è quella mostruosità draconiana che sembra essere passata nell'immaginario; tema su cui è il caso di tornare in futuro per approfondire ulteriormente. A proposito di semplificazioni: funzionano le ricette del Fondo Monetario Internazionale? Forse sono troppo astratte? Un bell'articolo di Fabrizio Goria sui paesi che in Europa le hanno adottate e che si stanno riprendendo. Cosa fare contro la disoccupazione? Alcuni articoli - in particolare un paio del centro studi Nomisma - per tentare di trovare strumenti con cui reagire; sicuramente non basterà la ripresa e non saranno necessariamente utili gli ennesimi correttivi sul piano del diritto del lavoro. Come leggere il periodo attuale? Ci sarà un ritorno della mano pubblica nell'economia? un articolo molto interessante di Stefano Cingolani per provare a fare un punto della situazione. In ultimo tento di presentare con il richiamo di un paio di articoli la figura di Stanley Fisher, keynesiano anomalo e pragmatico, che avrà un ruolo importante nella FED, a fianco del nuovo Governatore, Janet Yellen. E poi naturalmente articoli su Libia, Medio Oriente, e resto del mondo... Scusate la lunghezza della mail, e buona lettura Francesco Maria Mariotti

19 commenti:

Lorenzo ha detto...

Mi fa piacere apprendere che < l'anomalia - nello scenario europeo - sono le preferenze, non le liste bloccate, già in uso in altri paesi. Che difetti hanno le preferenze? La lista viene decisa dal partito; la posizione nella lista viene decisa dal partito; la circoscrizione viene decisa dal partito (che ci fa Anna Finocchiaro eletta in Abruzzo?). Inoltre viene favorito chi ha più soldi da spendere per rendersi più visibile. Dal '46 ad oggi abbiamo avuto sistemi più o meno proporzionali che alla fine hanno portato il Paese alla obiettiva decadenza odierna. Ed è una storia costellata dai veti, dai ricatti e dai danni dei piccoli partiti (pensiamo a Prodi1 e Prodi2, per esempio). Forse sarà il caso di provare una versione senza i piccoli partiti. E poi quante chiacchiere sulla forma: Berlusconi è andato nella sede del Pd; pensate ai commenti se Renzi fosse andato nella sede di Fi. Renzi non doveva vedere il pregiudicato B: ma di fatto ha preso milioni di voti ed è il secondo partito (casomai critichiamo quelli che l'hanno votato nonostante). Anche Grillo, moralista massimo, mi pare ha dei conti in sospeso con la giustizia: mai che qualcuno ne parli. Insomma, quante chiacchiere! Anni di chiacchiere e nessuna riforma. Cordialmente. Lorenzo Borla


Franco ha detto...

Nel testo si rileva una inesettezza grave dal punto di vista della storia elettorale e un dato da approfondire. Dal '46 ad oggi non abbiamo avuto sistemi più o meno proporzionali, tra il 1994 ed il 2001 si è votato con un sistema misto 75% collegi uninominali maggioritari e 25% quota proporzionale. Quindi un sistema largamente maggioritario. Il proporzionale successivo, quello del 2005, era viziato da un abnome premio di maggioranza (bocciato dalla consulta) che lo rendeva, impropriamente, maggioritario al di sopra di qualsiasi segno. Prova lampante il risultato delle ultime elezioni. La realtà è che il sistema politico italiano non è riducibile al bipartitismo perchè composto in maniera molto più complessa dal punto d vista delle strutture politiche che lo compongono. D'altro canto i cosiddetti "ricatti" se non sono esercitati dai piccoli partiti lo sono dai gruppi di potere all'interno dei grandi. Le questioni sono due: quella del reale radicamento sociale delle forze politiche e una legge elettorale che non traguardi l'immediatezza della fase ma che abbia respiro sistemico, tenuto conto della realtà politica. Un progetto di fatto bipartitico in Italia non può avere - appunto - respiro sistemico. Grazie per l'attenzione Franco Astengo
Aggiungo e mi scuso: mi permetto di considerare un dato di danno alla democrazia la costante ascesa delle astensioni dal voto. Sarò legato a vecchi schemi ma il fatto che l'aumento dei non votanti ci avvicini alle democrazie europee non mi ha mai convinto. Comunque adesso siamo ben oltre. Ancora grazie Franco Astengo
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maurizio ha detto...

D'accordo che de gustibus non est disputandum (il grande Totò diceva "sputacchiandum"), ma mentre c'è chi sta con Felice qualcuno preferisce invece citare Stefano Ceccanti. In quanto alle liste bloccate sappiamo come sono state fatte da noi, mentre sempre Felice ha ricordato più volte come si fanno in Germania. Di questo Ceccanti ovviamente non parla.
Per quel che riguarda Prodi1 e Prodi2 in entrambi i casi si era ormai fuori dal proporzionale, ai tempi del primo c'era il Mattarellum, ai tempi del secondo il Porcellum. Se si vogliono eliminare i piccoli partiti non è difficile, basta alzare la soglia di sbarramento al 10%, ma con chiarezza, non ricorrendo al trucco dell'hispanicum in salsa italiana. Chi si assume la responsabilità?
Comunque basta chiacchiere, come suggerisce Lorenzo Borla: qui si lavora, non si parla di politica.
Maurizio Giancola

maurizio ha detto...

Caro Astengo,
mi sembra evidente che il '46 sia in realtà il '96. Nel merito sono pienamente d'accordo con te.
Maurizio Giancola

felice ha detto...

L'anomalia sono liste bloccate senza una legge sui partiti politici, come in Spagna, Francia Gernania e come richiede l'art. 49 Cost.. Anomalia è soglia di accesso con premio di maggioranza: alla faccia dl voto uguale. Ogni premio di maggioranza non npuò essere voto personale e diretto perché i seggi sono assegnati alla circoscrizione in base alla popolazione, mentre i premi di maggioranza seguono nel dare il premio partecipazione al voto e voti e quindi i seggi trasmigrano: è inevitabile e su questo c'è una precisa sentenza del Tribunale Costituzionale Federale tedesco che la considera violazione del voto diretto: " Nessuno può essere favorito o svantaggiato dal comportamento degli elettori di una circoscrizione in cui non è candidato. In Germania non c'è premio di maggioranza e la ripartizione è rigorisamente priporzionale. Oltre che la soglia del 5% nazionale si partecipa alla ripartizione con 3 mandati diretti e per le liste locali il 5% è di circoscrizione.Scusate la lusta corta consente di conoscere i candidati e proprio perchè li conosco che li posso scegliere. Se il premio è 18 su 33 o 20 su 35% siamo sempread un premio superiore al 50%. A parte il fatto che ci sono alternative alla lista bliccata che non prevedono preferenze come la cancellazione di candidati che alterano l'ordine di lista. Tuttavia non capisco la poleica contro le preferenze da parte degli esaltatori di primarie, dove si vota con la preferenza e in assenza di limiti legali di spesa. Non facciamo confronti con la distorsione del Maggioritario, lì si sceglie un candidato e ci sono leggi sui partiti politici o forme di selezione dei candidati nei collegi come in Gran Bretagna






Felice C. Besostri

Lorenzo ha detto...

E’ ben vero che fra il 1994 e il 2001 abbiamo votato con il maggioritario (per 7 anni su 68). Tuttavia la quota di proporzionale nel 1998 (se non ricordo male) non ha impedito a Bertinotti di far cadere il governo Prodi1. Dunque mi sembra che il proporzionale nell’arco dei 68 anni non abbia dato buona prova. Per non parlare delle campagne elettorali con preferenze. Ricordo le città tapezzate, anche sui vespasiani, di manifesti personali; i voti comprati, i voti di scambio, le clientele, le truppe mastellate, e così via. E poi in Parlamento le mille correnti tutte orientate a ottenere poteri e vantaggi personali. Questa era la “rappresentatività”. Non è un bel ricordo. Naturalmente si può obiettare che nessun sistema elettorale ci darà la certezza di un buon governo, quindi un sistema vale l’altro. E’ probabile che sia così. Ma non bisogna trascurare il disastro economico in cui il Paese si è lasciato trascinare (sempre di lì bisogna partire), e secondo me non ne usciamo con poteri frammentati. Secondo me dobbiamo avere un governo forte, sostenuto da una forte maggioranza. Infine mi sembra una buona idea di stabilire per legge che si facciano le primarie, che bilancerebbero le liste bloccate.
Cordialmente. Lorenzo Borla

franco ha detto...

Perchè adesso: niente correnti, niente cordate, niente favori personali? Il
tema è la moralità e la qualità della politica...Franco Astengo

Giovanni ha detto...

sulla proposta delle primarie per legge il ducetto (mi ricorda qualcuno...)
ha già risposto al buon Cuperlo (che mi ricorda qualcun altro).
Pensiero personale: rispetto a questa porcheria sistema francese, tedesco,
inglese, persino il mattarellum sarebbero stati meglio. La tentazione di
stare a casa si fa sempre più forte...
ciao
Giovanni

dario ha detto...

Il Berlurenzinum è una proposta francamente irricevibile perchè riconferma un modello truffaldino (come dice Melandri), senza possibilità di scelta per il cittadino, con un abnorme premio di maggioranza e per peggiorare le cose con soglie di sbarramento francamente antidemocratiche, che tagliano fuori forze politiche che definire partitini beh mi pare un tantino azzardato.
Dario Allamano

dario ha detto...

caro Borla che forse il nuovo ceto politico ha fatto meglio di quello della Prima Repubblica? Sta affondando nell'ignominia di spese pazze consentite da leggi assurde che hanno decuplicato i fondi al disposizione dei gruppi politici e che sono stati usati per acquisti personali. La qualità del gruppo dirigente non la definisce la legge elettorale (e neppure una legge sui partiti) ma l'etica della responsabilità ed in Italia l'etica lascia molto a desiderare
Fraterni saluti
Dario Allamano

dario ha detto...

Ogni tanto concordo con Scirocco, Renzi è davvero il più simile per cultura al sistema dei Podestà, è il miglior prodotto della prima legge porcata: quella dei Sindaci (Bassanini), che li ha portati a maturare una cultura profondamente autoritaria perchè privò i Consigli Comunali del ruolo di controllo democratico. Se tanto mi da tanto un Podestà sveglio fa in fretta a trasformarsi in un ducetto.
Dario Allamano

lorenzo ha detto...

Il sistema elettorale ideale non esiste, sia perché non si possono prevedere con ragionevole certezza gli effetti dell’applicazione pratica (e men che meno, come è stato giustamente osservato, si possono fare proiezioni sull’assegnazione dei seggi); sia perché se si vuole l’assenso di un arco politico non limitato alla metà più uno dei consensi, si deve per forza accettare il compromesso; e qualsiasi compromesso sarà insoddisfacente per chi vuole un sistema ideale (che non dà alcuna certezza più degli altri di funzionare). Di qui i giudizi non positivi su questa legge (uno scenario ben peggiore di quello ipotizzato con la più nera delle fantasie) che fra l’altro non è ancora definitiva ed è aperta a modifiche. Per il resto mi va bene quello che scrive Repubblica nel fondo di oggi, presumibilmente per mano di Ezio Mauro: . Insomma, le discussioni van bene quando approdano a una conclusione. Cosa davvero rara. Per carità, a me piace discutere, ma per niente lavorare. Vivo di rendita. Cordialmente. Lorenzo Borla

Salvatore ha detto...

Bertinotti la causa della ingovernabilità? dei danni al paese? Dio mio!!!!! Tutto avrei immaginato nella mia vita tranne di dover difendere quel "simpatico" movimentista chic di Bertinotti. Vorrei ricordare che Rifondazione Comunista fece cadere il Governo dopo una serie di rospi indigesti che nessun leader sano di mente avrebbe accettato, e che erano del tutto fuori dagli accordi programmatici (che erano solo accordi di desistenza, come è bene ricordare).

Ne ricordo solo alcuni:


9 Aprile 1997: l'Ulivo, con le sue due componenti, fa approvare la missione ALBA, cioè di andare a giocare alla guerra in Albania, GRAZIE ai voti del Polo delle Libertà


Finanziaria del 1997: proposta del governo di tagliare di 5mila miliardi di lire le pensioni, Bertinotti mette in minoranza il governo e solo dopo che il taglio delle pensioni viene ridotto a 3mila miliardi, su insistenza di Rifondazione, Prodi può riprendere la marcia.

In quell'occasione, per compensare il taglio delle pensioni e ottenere il consenso di Rifondazione a votare una finanziaria che andava contro ogni suo programma, Prodi promise una legge per ridurre gradualmente gli orari di lavoro a 35 ore entro il 2001...... Detto fatto: nel 98 una delle prime cose che fece fu un decreto per consentire alle imprese di non pagare gli straordinari entro la 48esima ora, nonostante l'orario legale fosse di 40 ore


poi nel 98, una volta che l'operazione euro era avviata (unico vero obiettivo del governo Prodi) e già si profilavano all'orizzonte altre stampelle al governo (UdR di Cossiga e le voci sulla scissione di Cossutta) Prodi presenta una finanziaria che Bertinotti non poteva assolutamente accettare: era un prendere o lasciare.

Circa poi il fatto che "lasciando" Bertinotti abbia aperto la strada alla vittoria di Berlusconi nel 2001, mi piace ricordare che dal 1999 al 2001 ha governato D'Alema........ e senza essere disturbato da Bertinotti. E come mai agli elettori non è piaciuto??????? Ancora colpa di Bertinotti?????


Facile dare le colpe a chi è una voce critica, che piaccia o no, quando si è incapaci di fare qualcosa di buono....... facile dire che le voci critiche devono sparire......... lo fanno normalmente i grandi dittatori, da Stalin a Mussolini passando per Pinochet e Franco e Hitler e compagnia bella......


e quello che Renzi sta facendo con la legge elettorale gli somiglia moltissimo. Poi, per carità, se vogliano a tutti costi salvare la faccia con noi stessi e non ammettere che il PD è il Partito del Demonio (scusate la battuta, ma rido per non piangere) allora troviamo pure tutti i Bertinotti, adesso, e i Socialisti e gli Anarchici e gli Ebrei e gli Zingari, domani, a cui dare le colpe......



Caro Giovanni, anche io ho la tentazione di stare a casa, ma oggi più che mai il Paese ha bisogno di persone che abbiano il coraggio di alzare la voce..... Possiamo dire anche noi, per una volta, "Boia chi molla"?

Scusate lo sfogo compagni, ma ho appena visto il TG3, e, credetemi, stavolta mi ha fatto più male del solito


Salvatore Salzano

francesco maria ha detto...

Solo per chiarire che il mio non era un intervento a favore della proposta di Renzi & Berlusconi, che - a prescindere da altre considerazioni più politiche, e moolto critiche - ha diverse criticità; quello che mi premeva sottolineare è una non sottile incoerenza di molti - forse lo stesso Renzi, se non ricordo male - che criticano un punto come se fosse decisivo, irrinunciabile, sacrosanto, e poi si ritrovano a fare compromessi proprio su quel punto.


Era una riflessione sulla tendenza a "sacralizzare" questioni politiche per pura retorica, e trovarsi intrappolati, tanto da doversi contraddire per agire.


FMM

maurizio ha detto...

Anch'io sono convinto da tempo che il sistema elettorale ideale non esista, però anche i difetti si collocano su piani diversi. Quello che hanno inventato Renzi e Berlusconi è forse ancora peggio del Porcellum di Calderoli (sembrava impossibile ma è vero), con buona pace di Lorenzo Borla e di Ezio Mauro.
Per il resto sono pienamente d'accordo con Dario e con Salvatore Salzano.
Maurizio Giancola

giampaolo ha detto...

Per la verità la Bassanini privò il cittadini anche del controllo di legittimità sulla spesa, eliminandi i Comitati di controllo regionali e affidando al "dirigente generale", cioè all'ex Segretario Comunale (che era funzionario dello Stato), la certificazione di congruità. Quindi un dipendente di gradimento del Sindaco che se non ottempera ai desiderata viene rimosso.

Vale a dire che è riposto nel Sindaco e nel suo "dirigente generale" tutto il potere discrezionale.

Va da se, che accompagnando ciò a laute indennità per il Sindaco e lauti stipendi per il segretario generale, la spesa pubblica va nel pallone.

Giampaolo Mercanzin.

lorenzo ha detto...

Caro Allamano, fare di tutt'erba un fascio di chi ha profittato dei rimborsi per fare acquisti personali non mi sembra equo. Dimentichi che al 90% si è trattato di esponenti della destra. La qualità del "gruppo dirigente" di oggi è senz'altro peggiore di quello della prima Repubblica. Ma anche qui non possiamo mettere sullo stesso piano destra e sinistra. Inoltre sono convinto che il Pd farà le primarie dei candidati: a quel punto la questione delle preferenze dovrebbe essere superata. Anche secondo me le primarie dovrebbero essere imposte per legge: come si fa nei collegi uninominali inglesi. Ma nelle misura in cui mi sarà dato di sceglier il mio candidato del Pd, degli altri partiti mi importa di meno.
Cordialmente. Lorenzo Borla

felice ha detto...

Non si può essere contro le preferenze e a favore di primarie che sulle preferenze si basno e che per di più (vi ricordate lo scandalo di Napoli con Cozzolino?) sono manipolabili, la platea congressuale non è definita pria e non ci solo tetti LEGALI di spesa. . Dove ci sono liste bloccate c'è una legge sui partiti politici, sono soggetti pubblici con conbtrolli amministrativi, contabili e giurisdizionali. Quando ci sarà la stessa soluzione in Italia non sarà più contrario alle liste bloccate parziali come in Germania o corte coe in Spagna. Smettiamola di prenderci in giro. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale c'è una via obbligata votare con la legge di risulta. L'Italicum è contro la sentenza e solo il dominio dell'informazione da parte dei gruppi di potere lo nasconde grazie anche a Costituzionalisti asserviti. Faccio l'esempio di Ceccanti.: uno che in bitroduce le soglie di accesso nella legge eletorale per le europe con la motivazione"bisogna impedire che rientrino in gioco le forze politiche escluse dal Parlamento nel 2008" non dovrebbe più dare opinioni da prendere in considerazione. La vera forza di Renzi ora è l'unico residuo leninista nel PD: Il Segretario Generale ha sempre ragione e vale il Centralismo democratico.






Felice C. Besostri

roberto ha detto...

Concordo con le considerazioni di Astengo.
Soprattutto vorrei poi sottolineare che se un premio di maggioranza troppo elevato è ovviamente incostituzionale, come già rilevato dalla Consulta), altrettanto potrebbe esserlo il premio che venisse attribuito, nel caso del turno di ballottaggio come prevederebbe l' intesa Renzi-Berlusconi, ad una coalizione che al primo turno avesse avuto una percentuale anche ben inferiore al 35 %.
L' Italia ha sue particolarità storiche politiche e culturali che non possono essere cancellate con un colpo di spugna di stampo tecnocratico, la complessità è anche una ricchezza, occorrono soluzioni politiche intelligenti per una legge elettorale che aiuti la governabilità ma salvaguardì pluralismo e libertà di scelta.
Da noi a Livorno quacuno dice perfino: "bella mi' legge truffa!". Scusate la battuta ma mi è proprio scappata.
Saluti. Roberto D'Ambra