Quando Forattini non aveva ancora ri-collocato il suo talento, usava ancora (ad esempio) il favorevole (allo scopo) profilo della Sicilia, per ricavarne l’immagine di un coccodrillo con la coppola in capo, dall’aria puntualmente famelica e feroce, non di rado anche versante lacrime, di coccodrillo appunto.
Con il suo marchio giustamente feroce, la satira, ricordava così a tutti, la Mafia. La sua vitalità bestiale, la necessità di contrastarla in via prioritaria.
In quello stesso tempo, qualche anno dopo che lo stesso disegnatore si era affacciato al grande pubblico (dalle pagine de la Repubblica nel 1976) innovando l’offerta di satira, vergò l’immagine che propongo qui di seguito, a suggello del rapporto fra Bettino Craxi e Riccardo Lombardi nella primavera del 1980, quando Lombardi, che aveva assunto la carica di Presidente del PSI dopo la morte di Pietro Nenni avvenuta il I gennaio, si rese presto conto che il segretario era quel “despota” che solo nani ballerine e faccendieri avrebbero potuto omaggiare per un intero decennio.
A mio modestissimo parere, Forattini ha così fissato su carta un efficacissimo omaggio a Riccardo Lombardi, dal quale ancora oggi si dovrebbe apprendere come “schiodarsi” dal conformismo, dal potere fine a sé stesso, dall’ipocrisia e da quel “primum vivere” che puntualmente si trasforma in vita indecente, quando non addirittura, come è stato il caso del PSI, in miserabile morte.
Il tutto, a salvaguardia di quel primario bene, che si chiama dignità.
vittorio melandri
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