domenica 13 settembre 2009

Mariangela Maturi: Acqua pubblica addio

Da Il Manifesto

Mariangela Maturi
Acqua pubblica addio largo ai privati


Tentar non nuoce. Così dal governo giunge voce di qualche manovra che silenziosamente spinge verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali, acqua compresa. Ad agosto c'è stato un intervento del ministro dell'economia Tremonti, ora ci si mette Fitto, responsabile degli affari regionali. Così da due giorni sono state approvate alcune subdole modifiche all'articolo 23bis che riforma l'amministrazione dei servizi pubblici locali e riguarda la gestione dell'acqua, dell'energia, del gas, dei rifiuti e del trasporto urbano. Il nodo cruciale delle riforme nella gestione riguarda proprio i criteri di affidamento dei servizi: d'ora in poi la «via ordinaria» di gestione di un bene come l'acqua sarà regolata dalla compartecipazione in una Spa di un ente locale e di un privato scelto attraverso gara, che disporrà di non meno del 40% del capitale e ne sia socio «industriale». L'unica eccezione che consente ad un Comune di proseguire la gestione con il totale capitale pubblico è concessa solo in condizioni straordinarie e preventivamente approvata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Quindi, sarà sempre più difficile che un Comune possa gestire una Spa in autonomia. Marco Bersani dell'associazione Attac spiega: «Sembra che il governo abbia raccolto il richiamo di Confindustria sulle casse sicure. Non c'è entrata più sicura di quella dei servizi pubblici, quindi la direzione intrapresa è verso la privatizzazione dei servizi pubblici, dall'acqua alla luce e il gas».
Esiste, per gli enti locali, un modo per evitare di privatizzare anche un bene pubblico come l'acqua? «Si, il modo c'è – spiega Bersani – alcuni Comuni stanno già cambiando il loro statuto in questa direzione: se l'acqua viene considerata 'bene privo di rilevanza economica', la gestione esce dall'ambito della normativa governativa e il bene viene considerato per la sua rilevanza ambientale, sociale e culturale. In tal caso, il Comune può evitare la privatizzazione e ripristinare la democrazia». Insomma, la scelta per i Comuni è tra la privatizzazione e trasformare l'acqua in un bene pubblico, che abbia priorità diverse dal solo rientro economico. Staremo a vedere.

Nessun commento: