venerdì 11 settembre 2009

Giorgio Mele: la guerra di religione

Dal sito di SD
La guerra di Religione
di Giorgio Mele
Ven, 11/09/2009 - 06:59
Negli scritti teologici giovanili il vecchio e moderato Hegel denunciava alla fine del 700 la deriva di quella che egli chiamava la storia della chiesa positiva, e cioè quel processo storico che aveva allontanato la chiesa dalla religione naturale, dalla funzione spirituale di cura delle anime. La religione si era fatta positiva e cioè tradotta in dogmi, fondata sulla rivelazione divina e sulla struttura autoritaria della chiesa, istituzione astratta e dedita solo alla cura del potere temporale e politico.
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A molti dei grandi intellettuali di allora che vissero o erano investiti dagli echi delle guerre che insanguinarono l’Europa nei secoli tra il 400 e il 700 che furono fondamentalmente guerre di religione risultava chiaro il ruolo nefasto del potere temporale della chiesa. Tutte le conquiste di libertà dell’epoca moderna passano dall’affermazione della divisione assoluta tra stato e chiesa.
Lo sforzo del pontificato attuale sembra tutto proteso ad abbattere questo principio fondamentale della democrazia moderna a sottomettere la vita pubblica e privata ai dogmi del suo potere e in questo senso si rende come diceva Hegel istituzione astratta e lontana dalla gente alla ricerca spasmodica del suo spazio politico.
Da istituzione universale come era sotto Giovanni XXIII è diventata ora solo un pezzo del sistema del potere politico puntello ideologico del centrodestra. Che pena!!
Che autorità, che credibilità può avere una istituzione che si piega all’attacco omofobico di Feltri;
Ora questa chiesa fa sapere di pretendere che nelle scuole non solo l’ora di religione diventi materia curriculare ma che sia obbligatoria e rigorosamente cattolica.
E subito risponde positivamente la peggiore ministra della scuola della repubblica.
E che cosa insegneranno agli studenti gli insegnanti di religione gli unici a non perdere posto? La doppia morale di chi difende la famiglia naturale ma chiede di votare per quelli che se la fanno con le escort, che non dice una parola sulla omofobia perché in fin dei conti non è vero che siamo tutti figli di dio, che difende gli immigrati ma chiude gli occhi di fronte alla ragione e ai ricatti politici, che insomma come si diceva una volta Cristo è morto di freddo? Che valore ha l’insegnamento di una religione i cui principi vengono contraddetti quotidianamente? Perché i cattolici non chiedono di discutere di queste drammatiche contraddizioni nelle loro istituzioni e cioè nelle chiese, non fanno delle sane assemblee che mettano in discussioni i dogmi che hanno prodotto solo odio e guerre nella storia.
La scuola pubblica è la scuola di tutti credenti e non credenti, è la scuola in cui tutti i punti di vista sono legittimi e alla pari e per questo è la scuola del dialogo, non la scuola dei dogmi. La dimensione religiosa ha un ruolo importante nella storia degli uomini e per questo, come si fa in tanti paesi europei, si potrebbe insegnare la storia di tutte le religioni. Se si vuole insegnare il catechismo ci sono le chiese e non le scuole.

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