Da Arcipelago Milano
IL MURO DEL PD
28-9-2009 by Franco D Alfonso
Ci sono cose delle quali non si riesce a capire come sia possibile accadano , al di là del credo politico di ciascuno. In questi giorni i cittadini di Como e dintorni ( Hollywood compresa, per via di Internet e di George Clooney) hanno scoperto allibiti che per evitare l’esondazione del lago in città è stato tirato su un muro talmente alto da impedire la vista dell’acqua. Il sindaco ( di centrodestra , appena rieletto con maggioranza bulgara) ha dovuto assicurare che lo avrebbe abbattuto nel giro di pochi giorni . Molto bene , si pensa , un esempio di correzione efficiente in corso d’opera : ma , un’occhiata alle misure dello stesso in progetto oppure al “rendering” computerizzato che ormai fanno anche per il rifacimento delle profumerie non si poteva darla prima, senza spendere qualche milione di euro per tenersi , alla fine, il problema dell’esondazione delle acque in città ?
Qualcosa di molto simile sta accadendo al congresso del Partito Democratico milanese e lombardo . Dunque, alle scorse elezione il candidato Sarfatti perse contro Formigoni scontando , fra le altre cose, alcuni precisi ed individuati errori , quali l’eccessiva lunghezza del processo di scelta del candidato , che terminò a meno di cinque mesi dal voto e che condannò lo sconosciuto a dover recuperare più di cinquanta punti solo come notorietà ; la conclamata mancanza di proposte politiche specifiche alternative per l’amministrazione lombarda, con una campagna elettorale basata solo su un generico richiamo al voto “anti centrodestra”; l’incapacità di presentare un “gruppo dirigente” articolato e con esperienze note candidabile alla guida amministrativa della Regione , sull’esempio dei dirigenti Psi e Pci della Prima Repubblica , che potevano aspirare al ruolo di assessori solo esibendo un “cursus honorum” di incarichi di partito ed amministrativi di almeno qualche anno .
Il Pd ha pensato quindi bene di mettere in piedi un meccanismo congressuale regionale in contemporanea a quello nazionale ( con tanti saluti alla centralità politica e mediatica dei problemi lombardi ) , con un meccanismo di voto interno che permetterà di eleggere segretari ed organismi per novembre ed iniziare da quel momento , a quattro mesi dal voto , la ricerca del candidato alla Presidenza della Regione che , una volta individuato , dovrà correre per presentare i documenti entro i termini di legge, altro che preparare una campagna elettorale . Non parliamo della scelta di una “squadra” , come si dice adesso, che potrebbe scaturire pure dalla “Primavera” dell’ Inter , per quanto se ne sa .
Esattamente come gli incapaci amministratori di Como , i maggiorenti del Pd hanno tirato su un muro metaforico ma non meno spesso di quello del Lungolago tra sé e il resto della società che invece di impedire l’esondazione del voto impedisce la comprensione di quello che succede e, soprattutto, non succede nel proprio campo. Per certi versi è meglio che non si sappia troppo in giro quello che avviene nei poco partecipati ma spesso rissosi dibattiti interni : cosa penserebbe un comune cittadino , per esempio, se arrivasse a capire che gli “iscritti” stanno “votando” per la scelta di un segretario regionale in centinaia di piccole riunioni di “circolo” , scegliendo tra tre candidati che non si azzardano a proferire parola su chi pensano possa essere il candidato Presidente e quale la proposta politica ( loro stessi ? un amico di famiglia ? il leader di un altro partito ? ) , per di più in maniera totalmente inutile , dal momento che la nomina del segretario regionale è esclusiva competenza delle cosiddette “primarie” ? Infatti il bizantinismo perverso dei regolamenti è tale che il voto degli iscritti non ha nemmeno valore di selezione delle candidature per il ballottaggio delle primarie che invece ha per il nazionale ( cui si va solo se si supera una soglia minima di consenso tra gli iscritti) , non ha proprio alcun valore pratico . Dietro quel muro e dentro queste riunioni di condominio ci si accapiglia su questioni surreali , mentre il dibattito politico e amministrativo sembra riguardare l’interno del centrodestra, Lega-Formigoni o Moratti-Podestà-Ligresti.
Giano Bifronte con il suo sguardo verso la Prima Repubblica ha visto cose che voi umani non potete neanche immaginare , compresa l’utilizzazione di un Muro a Berlino o a Gerusalemme per nascondere orrori dolorosi e cattivi . Che il suo sguardo sull’oggi sarebbe stato costretto a rilevare il Muro della stupidità , a Como come a Milano, non lo aveva proprio messo in conto.
Franco D’Alfonso
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