Dal sito di SD
Prime impressioni, dopo Napoli
di Fulvia Bandoli
Mar, 22/09/2009 - 07:06
Dopo mesi di silenzio non mi aspettavo la luna. Avevo più timori che speranze, per questo non sono delusa. Preoccupata del futuro lo sono , ma consapevole che le persone che hanno discusso con tanta passione ( unitamente a quelle che non sono potute venire) hanno segnato un primo punto a loro favore. Nella sinistra siamo bravi a far critiche, assai meno a prenderci cura di un seme che potrebbe diventare una pianta. Per avere un nuovo soggetto politico bisogna iniziare un percorso, mettere in campo pensiero , iniziativa politica efficace che dimostri la nostra utilità sociale a chi vuole cambiare lo stato di cose presenti . E anche, non ultima, una ipotesi organizzativa democratica e partecipata. Mentre all’Ambra Iovinelli non avevamo deciso nulla a Napoli abbiamo fatto un passo e il merito è tutto di coloro che in questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane ,con decine di assemblee , hanno indicato la strada. Dopo dirò anche i limiti, ma dopo. Oggi possiamo aderire alla costituente di un nuovo soggetto politico,chi era a Napoli già l’ha fatto, e tra poco avremo aderenti che si riuniranno,in ogni città, e che finalmente avranno titolo esclusivo per decidere cosa debba essere Sinistra Ecologia Libertà. Un modo concreto per togliere dalle mani dei piccoli “partitini” il nostro destino e per iniziare a superarli nei fatti. Qualcuno potrebbe dire che forzo il ragionamento, che le decisioni prese sono più scarne… sono un po’ scarne è vero, ma la decisione votata da duemila persone di dare inizio alla costituente e di fare una tessera di adesione è presa e nessun “ soggettino” politico, da solo, potrà farla tornare indietro. Se qualcuno ostacolerà il percorso se ne assumerà pubblicamente la responsabilità e comunque non deciderà per tutti e non avrà potere di veto , così come altre e altri potranno invece decidere di spingerlo ancora più avanti. Il percorso costituente comincia a dipendere finalmente dalla volontà e dalla soggettività politica di ogni persona che intende esserne parte e protagonista. C’è un Coordinamento Nazionale provvisorio che per la prima volta vede coinvolte persone che non sono i soliti noti. E i coordinamenti regionali provvisori dovranno essere formati con lo stesso criterio di apertura . Abbiamo due gruppi di lavoro di 60 persone ( uno sullo statuto e le regole e un altro sui fondamenti e i principi ) che saranno formati in maggioranza dai territori e da esponenti di movimenti, associazioni e personalità che dovranno fornirci entro dicembre due bozze da discutere nella Conferenza programmatica di gennaio e preceduta da analoghe assemblee regionali. Che dovranno essere sovrane anche per quel che riguarda la definizione delle liste e dei programmi per le elezioni regionali. Il primo congresso costitutivo si terrà dopo le regionali.
Infine abbiamo tolto i tre simboletti e abbiamo messo la parola ecologia perché la Sinistra in Europa ha un debito di comprensione rispetto alla contraddizione ecologica, e noi vogliamo cominciare a saldarlo. Così come l’abbiamo con il tema della libertà.
I limiti e le manchevolezze ci sono state : la fretta di finire senza andare ordinatamente ad un voto , il non aver dato spazio ad eventuali ordini del giorno alternativi o su questioni specifiche ( mai aver paura della democrazia e invece
è sembrato che ne avessimo), non avere eletto un portavoce, non avere aperto ad un numero ancora maggiore di persone ed esperienze nuove il gruppo che dirige la Costituente. C’è ancora poca consapevolezza del fatto che noi, quelli che hanno diretto finora, dovremmo metterci in una posizione di servizio al processo senza cercare un posto in prima fila.
Ma il processo è iniziato e gli errori si possono correggere. Un partito nuovo non nasce dalla fusione di cinque gruppi, da un generico assemblearismo, dalla credibilità di un solo leader. Può nascere dalla volontà politica di molte e molti e dalla sua “necessità” sociale. Ci sono tutte e due le condizioni. Adesso bisogna mettersi al lavoro, ampliare la partecipazione, e al contempo vigilare perché le cose decise vengano fatte. E forzare, se serve, i limiti di alcune decisioni per trascinarle più avanti.
Fulvia Bandoli
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