domenica 30 ottobre 2022

Franco Astengo: Socialdemocrazia della modernità: scelta obbligata?

SOCIALDEMOCRAZIA DELLA MODERNITA': SCELTA OBBLIGATA ? di Franco Astengo Al netto della grave topica di aver appellato Luigi Longo come Pietro (lapsus freudiano?) l'articolo di Elio Cappuccio ("Domani" 30 ottobre) pone alla sinistra la questione della amncata scelta socialdemocratica nel momento dello scioglimento del PCI, attribuendo a quel fatto il mancato decollo del PD oggi diviso tra l'attrazione verso le scelte populiste compiute dal M5S nuova (?) versione o verso le componenti tecnocratiche esaltate dalla presenza dei centristi. In realtà il PCI fu sciolto sulla base di una sola istanza, quella "dello sblocco del sistema politico" aderendo nella sua maggioranza all'idea dell'alternanza e del bipolarismo sulla base di suggestioni kennedyane (poi blairiane) accettate da un lato per convinzione e dall'altro per tatticismo (nell'errata di porsi nella scia togliattiana del "partito nuovo" e berlingueriana del "compromesso storico"). Ciò che rimase fuori da quel contesto non riuscì a proporre una "Rifondazione Comunista" (come erroneamente fu chiamata il partito residuale uscito da quella vicenda e non certo collegato con le istanze prevalenti presenti nell'area che si era opposta al disegno contenuto nella "svolta") : alla fine si realizzò soltanto un mix di conservatorismo e di volontà movimentista che alla fine, dopo la vicenda del G8 genovese sulla quale andrebbe aperta una franca discussione e una esperienza di governo, non ha prodotto altro che una successiva emerginazione (non solo elettorale) della sinistra dal "cuore" delle dinamiche sociali e politiche. Nello stesso tempo altri eventi portarono allo scioglimento del PSI: nella cui area il trascinamento dell'avventura craxiana (e la collocazione a destra di una parte del ceto politico che l'aveva percorsa e anche di parte dell'elettorato) impedì la ricostituzione di una soggettività adeguata capace di lanciare a sinistra una proposta di " fondamento" nella ricostituzione ideale, politica, organizzativa. Mi scuso per questa ricostruzione sommaria che dovrebbe comprendere anche le vicende del sindacato e il mancato appuntamento con una proposta di costruzione di un soggetto laburista che pure, ad un certo punto, poteva anche apparire praticabile. Oggi è il momento di riaprire quel discorso, proprio nel punto in cui l'egemonia della destra appare in via di consolidamento e quadri politici appartenuti all'area neo-fascista si apprestano a governare il Paese. Allora tocca ancora a noi quadri militanti che hanno vissuto e sofferto queste esperienze rilanciare una proposta di recupero di soggettività politica, anticipando quella che può diventare una crisi irreversibile che potrebbe principiare dalla definitiva caduta di un partito come il PD che pare avviato a frantumarsi in una pura e semplice lotta di potere continuando a perpetrare errori storici come quello del definire una leadeship attraverso le cosiddette "primarie". Per capirci meglio. Le due più importanti transizioni, a) quella ecologica, vira verso la conservazione dei rapporti sociali pre-costituiti b) quella digitale, è in mano al macro capitalismo. All’interno di una complessità di quadro politico che accomuna buona parte dei Paesi europei la ricollocazione della sinistra non può essere orientata semplicemente verso l’area ecologista ma deve ripensare al nuovo intreccio tra le contraddizioni sociali e il mutamento di relazione tra struttura e sovrastruttura dirigendosi verso una “socialdemocrazia della modernità” ( nell’esempio di un: “socialismo della finitudine”). Si tratta infatti di definire un quadro di alternativa fondata su di una visione di progetto di mutamento sistemico raccolta attorno alle cinque transizioni in atto: a) quadro geopolitico globale b) sanitaria c) ecologica d) digitale e della comunicazione e) le forme della partecipazione e dell'iniziativa politica Quest’ultima appare assolutamente decisiva poiché si sta smarrendo il collegamento tra conflitto sociale/organizzazione politica/ rappresentanza istituzionale. Il rinnovamento della socialdemocrazia e la tensione sovra - nazionale che dovrebbe accompagnare questo processo potrebbe servire per ricercare un nuovo grande compromesso come fu nei trenta gloriosi (dove però c’era l’Unione Sovietica e l’equilibrio geopolitico era fondato sulla logica dei blocchi). Rimane intatto, per un lavoro di lunga lena, il tema (e lo spazio) del “mutamento dello stato delle cose presenti”. Nel frattempo però occorre, per il qui ed ora, lanciare coraggiosamente una proposta costitutiva.

Nessun commento: