martedì 2 luglio 2013

Francesco Maria Mariotti: Gli Americani ci spiano

Stupisce un po' la sequela di dichiarazioni che molti politici europei stanno rilasciando a commento delle presunte rivelazioni sullo spionaggio USA nei confronti di diplomatici e organizzazioni europee. E' abbastanza ovvio che un sistema di analisi come quello che è stato costruito dagli Stati Uniti abbia preso in esame anche conversazioni degli "amici". Sta nel gioco delle alleanze, al contrario di quel che dicono di pensare in Germania e da altri parti. Giusto chiedere chiarimenti, anche questo sta nella dinamica un po' "ipocrita" delle diplomazie, però a tutto c'è un limite. E se lo si supera, si rischia di fare la figura dei fessi: insomma, dove vivono i nostri politici/diplomatici, se arrivano a "meravigliarsi" di ciò che nelle relazioni internazionali è "naturale"? Proviamo a prendere il problema anche da un altro lato: vogliamo essere pienamente indipendenti dagli USA? addiruttura magari dar loro "filo da torcere"? vogliamo fare una politica estera totalmente autonoma, magari come Europa? Allora dovremmo probabilmente fare investimenti molto più pesanti di quelli che stiamo facendo in questo momento, dovremmo fare una riflessione molto approfondita - e molto meno improvvisata - dal punto di vista delle responsabilità da assumerci nello scenario internazionale. Peccato che siamo gli stessi che si fanno problemi per 10 F35 in più o in meno, per parlare dell'Italia. Non so se è evidente la contraddizione. A me pare di sì. Insomma, la "dipendenza strategica" dagli Stati Uniti non si risolve con belle dichiarazioni, ma solo sfidando la superpotenza sullo stesso piano e con gli stessi mezzi; ma la scelta del'Europa è sempre stata diversa, giustamente. E la vittoria - sul lungo periodo - del modello europeo sarà su altro livello, se l'Europa saprà rinnovare - e non tradire - il patto sociale che ha sempre caratterizzato il suo stile di vita. L'unica strada da seguire è fatta di poche tappe di buon senso: parlare molto chiaramente con gli americani, sapendo che ci sarà sempre un doppio (triplo, quadruplo, a seconda delle situazioni) livello; farsi un po' furbi (la possibilità di "schermare" talune situazioni è probabilmente in mano anche ai nostri tecnici); evitare di aprire un contenzioso che avrebbe del ridicolo, ora. I veri nemici sono altri, ed è necessario che Europa e USA continuino a percorrere la strada della storia assieme. L'alleanza USA - Europa è da ripensare, rinnovare, rafforzare, per il bene dell'Occidente, e non solo (anche per gli egiziani e i turchi, tanto per capirci...) Francesco Maria (...) Se gli europei, come sta capitando a qualche leader a caccia di titoli d’estate, cadranno nella trappola tesa da Putin e servizi cinesi per imbarazzare Obama, avranno forse qualche piccolo ritorno di immagine, ma alla lunga pagheranno un prezzo cospicuo nella condivisione delle informazioni e nell’antiterrorismo. Da parte sua Obama dovrebbe seguire le indicazioni del saggio senatore Udall, e – anziché girare il mondo leggendo discorsi sempre colmi di retorica affascinante, fratellanza e giustizia per poi in segreto seguire le politiche del suo detestato predecessore G. W. Bush - eliminare i protocolli segreti del Patriot Act per continuare sì nell’opera di intelligence, ma senza gli aspetti più oscuri ed odiosi, sottratti al controllo giudiziario. Ai tempi della Commissione Church, nel 1975, l’America seppe ripulire in pubblico gli eccessi di Cia, Nsa e Fbi in tempo per la fine della Guerra Fredda. Chi voglia però davvero comprendere il caso Snowden, Prism, Nsa, al di là di ipocrisie e propaganda, deve rimetterlo dove è sempre stato, scontro tra sistemi di spionaggio internazionali, non nobile campagna di giornalismo contro il Potere. La gaffe del Guardian, costretto a rimuovere dal suo sito un’ulteriore accusa, già in edicola nell’edizione cartacea, è la conferma che di buona informazione poco sopravvive in queste ore. Cercando di trascinare l’Italia nel calderone, s’è fatto vivo Wayne Madsen, ex spia che ora vive di complotti e fole, persuaso che Obama sia «un gay, rinnegato africano, impostore alla Casa Bianca».(...) Chiarezza senza propaganda, di Gianni Riotta - laStampa, 1 luglio 2013 Alcuni commenti per capire cosa sta succedendo in Egitto Alcuni articoli di commento per capire cosa sta succedendo in Egitto; il futuro è ancora molto ambiguo, soprattutto se a scriverlo saranno i militari, ma finalmente - forse ben prima di quanto ci si aspettasse - stanno venendo al pettine i nodi di un voto che ha tradito la aspettative che molti avevano riposto sulla cosiddetta "primavera". Un monito per il futuro: anche se la linea di demarcazione di questa protesta forse non passa nettamente per la questione della laicità e anche se ogni paese è una storia a sé, in tutta la fascia del Mediterraneo è bene non farsi illusioni sui governi caratterizzati dal cosiddetto "islam moderato". La libertà ha ancora molta strada da fare. FMM L'Esercito egiziano minaccia Morsi (ilPost) Egitto alla resa dei conti (AffarInternazionali) L’attivismo giudiziario della corte costituzionale egiziana (AffarInternazionali) In Egitto è l’ora dei Tamarrud (ISPIonline) L'Egitto col fiato sospeso (ISPIonline) Una foto Una foto per riflettere...

1 commento:

alberto ha detto...

Il problema, per me, non credo sia questo. Il problema è con chi dialogano in Italia (Francia, Grecia, ecc.) i servizi segreti americani e a chi passano le informazioni dopo averle scelte. Se tutto resta oscuro il rapporto non avviene più tra “Stati” che fanno parte di una stessa alleanza di difesa, ma tra parti ( più o meno interessate) di essi.Le strategie della tensione nei decenni passati in Italia come l’ingerenza criminale di Kissinger nel Cile di Allende, dovrebbero insegnare. “L’America lavora per noi” e va bene, ma sarebbe oltremodo utile sapere chi è quel “Noi”.