giovedì 11 luglio 2013

Francesco Maria Mariotti: Srebrenica

Ci sono eventi che hanno segnato la storia contemporanea, e la nostra vita, anche da lontano. Il massacro di Srebenica (1995) che oggi ricordiamo è sicuramente uno di questi; molti di noi assistettero con sconforto e rabbia a quanto avvenne sotto gli occhi dell'ONU, e questo evento forse più di altri - fra i tanti orrori che si videro in quella guerra - ci spinse a posizioni "interventiste", in quello scenario, ma non solo. Oggi ricordiamo con dolore le vittime, ma il mio pensiero va anche a quei soldati olandesi dell'ONU che non ebbero la forza - ma forse neanche la possibilità realistica - di intervenire. Mi chiedo se nei loro confronti non ci fu un accanimento eccessivo, perché è sempre difficile giudicare quando non si è "sul campo". Mi chiedo come oggi vivano questo ricordo orribile. Forse, la presunta vigliaccheria di quei soldati rappresentò uno scandalo in cui trovammo raffigurata molta della nostra incapacità - ma anche imposssibilità oggettiva, per certi aspetti, vista la complessità di quelle dinamiche belliche - di intervenire. E' opportuno, è necessario, che avvengano gli scandali, come forse ha detto il Maestro (la traduzione è oscillante, si sa) E nello scandalo di Srebenica imparammo purtoppo molto, tragicamente, della nostra fatica di europei e della nostra difficoltà di fondare una vera comunità politica; che richiede spesso la guerra, grande tabù (anche nella forma virtuale odierna) del nostro continente. Francesco Maria Mariotti Martedì 9 luglio migliaia di persone si sono radunate lungo le strade di Sarajevo, in Bosnia, per assistere al passaggio di tre mezzi che trasportavano i resti di 409 persone morte nella strage di Srebrenica, nel 1995, e identificate negli ultimi dodici mesi. Le bare erano dirette al piccolo comune di Potocari, vicino al luogo della strage, dove giovedì 11 luglio si terrà – nel 18esimo anniversario della strage – l’annuale cerimonia di sepoltura dei cadaveri identificati nel corso dell’anno. La riesumazione e l’identificazione dei morti nella strage di Srebrenica è stata iniziata negli anni Novanta dal Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia, ma negli ultimi anni è passata sotto la responsabilità delle autorità bosniache. Le fosse comuni in cui vennero sepolti i morti di Srebrenica dai serbo-bosniaci sono numerose e sparse per tutto il territorio circostante al paesino. In alcuni casi, nel tentativo di nascondere l’entità della strage e le responsabilità, gli autori del massacro scavarono nuove fosse in cui trasferirono parte dei morti, complicando ulteriormente le procedure di ritrovamento e identificazione. (...) Nel 1995, a Srebrenica, le forze militari serbo-bosniache guidate da Ratko Mladic organizzarono il massacro di migliaia di musulmani bosniaci. All’epoca era in corso la guerra di Jugoslavia e la zona di Srebrenica era sotto la tutela delle Nazioni Unite, presenti con tre compagnie olandesi di caschi blu. L’area era diventata protetta a partire dal 1993, in seguito a un’offensiva serba che aveva indotto le forze bosniache a ritirarsi e lasciare il controllo all’ONU. L’attacco delle forze guidate da Mladic iniziò il 9 luglio e due giorni dopo le truppe serbo-bosniache entrarono in città. Dopo aver separato gli uomini adulti dalle donne, dai bambini e dagli anziani, iniziò il massacro che portò all’uccisione di oltre 8 mila persone. Le forze dell’ONU non intervennero per ragioni che non sono mai state chiarite fino in fondo. Secondo la versione ufficiale, i 600 caschi blu nella zona non erano preparati e armati a sufficienza per affrontare le forze serbo-bosniache. http://www.ilpost.it/2013/07/10/identificazione-sepoltura-morti-srebrenica-potocari/ http://it.euronews.com/nocomment/2013/07/10/omaggio-alle-vttime-di-srebrenica/ http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/07/09/ricordare-srebrenica-parte-la-marcia-della-pace/ https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Srebrenica (ricostruzione abbastanza dettagliata, ma che ha la pecca di ricordare anche una teoria negazionista/complottista, che forse non meritava neanche un cenno)

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