sabato 16 marzo 2013

NENCINI: NE' CON IL PD, NE' RIPIEGARSI SUL PASSATO. SCRIVERE UNA PAGINA NUOVA

Psi news 15 marzo 2013 NENCINI: NE' CON IL PD, NE' RIPIEGARSI SUL PASSATO. SCRIVERE UNA PAGINA NUOVA Si è svolto ieri, il seminario organizzato dal Psi, per aprire una riflessione sull'esito del voto delle ultime elezioni politiche e sulle prospettive per il Psi e per l'Italia. Al seminario, al quale hanno preso parte anche Ugo Intini, Tiziana Parenti, Luigi Covatta e Mario Serpillo, erano presenti assessori e consiglieri regionali socialisti, segretari regionali e provinciali, alcuni componenti della direzione nazionale e i sei parlamentari socialisti eletti. I due esperti analisti, Federico De Luca, della 'squadra' D'Alimonte e Fabrizio Masia, presidente di EMG, hanno esaminato i flussi elettorali e le ten! denze della società italiana del dopo voto. Sono intervenuti Vizzini, Craxi, Potenza, Iorio, Scuderi, Labellarte, Benaglia, Bartolomei, Guidi, Cefisi, Del Bue, Sollazzo e il senatore italo-brasiliano eletto all'estero, Fausto Guilherme Longo, che ha ottenuto 30 mila preferenze in Sudamerica. "Sono socialista nella vita, nella testa, nel cuore- dice Longo nel suo intervento. L'Italia ha bisogno di un Governo, ma non di un Governo qualsiasi. Occorrono politiche di progresso e una grande spinta riformista e socialista, di cui il Psi sia l'ispiratore. Ho fiducia che supereremo assieme il difficile momento in cui si trova l'Italia". Le conclusioni del seminario, sono del segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini: "La fragilità sociale italiana non è destinata a tramontare. Studenti, disoccupati, liberi professionisti, votano il partito di Grillo e se la fragilità sociale aumenta, questo consenso rimarrà stabile. Il Movimento 5 Stelle, il cui obiettivo è il tentativo di destabilizzare questo sistema politico e portare fino in fondo la lotta ai partiti, non può votare la fiducia perché ha un'altra strategia. Se Bersani avrà l'incarico di formare il Governo, noi lo sosterremo con lealtà. Ma se Bersani non riuscirà, dovremo chiederci cosa fare, favorendo comunque soluzioni che portino a un governo di cambiamento. Il Pd si troverà nelle stesse condizioni del Psi nel 1921-22 e dovrà scegliere se votare un governo di emergenza nazionale oppure no. Intanto, in parlamento non c'è più il partito di Fini, non c'è Storace seppellito da FdI, non c'è Di Pietro e non c'è la sinistra antagonista. Non sappiamo cosa sarà di Casini, ma è possibile un 'rassemblement' di Monti, Montezemolo, associazioni cattoliche. Il Pdl dovrà avviare l'operazione ricostruzione, se non altro per ragioni anagrafiche. E Vendola ha dichiarato di trovarsi meglio nelle fabbriche di Nichi piuttosto che nel partito che ha fondato. Il Psi non può aspettare le mosse degli altri, sarebbe irresponsabili! Chiarisco subito: noi non entriamo del Pd e non dovremo ripiegarci sul passato. Va definita rapidamente la nostra missione in un tempo di formidabili cambiamenti. E bisogna tenere conto che le prossime elezioni politiche potrebbero essere molto vicine o comunque vicine. Un partito piccolo non può rappresentare tutto e deve caratterizzarsi per delle scelte precise. Non dobbiamo fare un partito 'tematico' ma non possiamo pretendere di diventare un partito 'generico'. Dobbiamo qualificarci soprattutto come partito dei diritti civili e del lavoro, nelle sue nuove articolazioni e nei suoi nuovi bisogni: dal mondo della conoscenza ai neo professionisti, dagli atipici senza diritti ai giovani diseredati. Saremo l'unico presidio laico in parlamento e abbiamo il dovere di ereditare quella storia. Dovremo radicare relazioni con altre culture laiche e democratiche. Abbiamo ottimi amministratori locali, ma la questione nazionale è prioritaria. Non pensiamo di valorizzare un partito 'localizzandolo'. Di un partito che si chiama 'socialista', rappresentante in Italia del Pse e dell'Internazionale Socialista, possiamo esaltare le sue particolarità regionali ma dentro una cornice nazionale. Abbiamo di fronte un cammino delicato ma appassionante, che possiamo affrontare a condizione di avere coesione e responsabilità. Ad ogni livello. Un modello di partito va modulato su queste prospettive: più federalismo, organizzazioni più snelle, rinnovamento. Non dobbiamo rifugiarci nell'angolo dell'intoccabilità, perché l'intoccabilità diventerebbe immobilismo. Non si getta via nessuna storia: va aperto un percorso, con la rapidità che la politica richiede. Le cose accadute intorno a noi non ci consentono di fermarci. Se ci fermiamo, commettiamo un errore. Inizieremo col presentare in tutta Italia, sin dal mese di marzo, le proposte di legge che renderanno evidente la nostra autonomia e la missione che stiamo costruendo. E al contempo avvieremo tutte le iniziative necessarie per dare corpo a questo progetto.

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