venerdì 29 marzo 2013

Stefano Rolando: Lombardia. Si apre utilmente nel civismo un dibattito su se stesso e sulla sua prospettiva. | Buona e mala politica

Lombardia. Si apre utilmente nel civismo un dibattito su se stesso e sulla sua prospettiva. | Buona e mala politica

2 commenti:

luigi ha detto...

Il mio commento.
Fuori tema, si discetta analizzando alla luce dei tre criteri scelti
(definiti progetti) l'esito delle elezioni lombarde, ma se si vuole
si potrebbe estendere l'analisi dei risultati elettorali delle
elezioni politiche.
E' il sottinteso qui non detto perché forse è il criterio di analisi
che manca anche agli analisti-interpreti dell'esito elettorale
disastroso per la sinistra, ma anche della destra sebbene in certi
territori come la Lombardia vince le elezioni ma specularmente alle
elezioni politiche c'è il 25% di votanti "vaffanculisti" grillini.
Nell'articolo nessun accenno alla "crisi del sistema neoliberista".
Eppure è su questo paradigma che si interpreta l'esito del voto,
tanto leghista tanto grillista.
Per la Lombardia la lega e questa volta il PDL ne riprende i toni
contesta di fatto il modello neoliberista imposto con la
globalizzazione contro l'Euro, le restrizioni, contando sulla memoria
corta dei lombardi che nell'anno montiano le hanno sostenuti in
Parlamento. Scissione mentale ? Ebbene è possibile, in Lombardia si
contesta tutto quello che è stato fatto nell'anno passato con Monti e
gli elettori lombardi, pensando di rinchiudersi nel loro recinto di
"ghe pensi mi" votano ancora la coalizione di centrodestra (Lega Nord-
PDL e rimasugli tremontiani fattosi colbertiano.

luigi ha detto...

Si dirà che sono
ciechi egoisti gli elettori che su questo "progetto" antiliberista,
protezionista, anti euro, hanno votato questa coalizione. Ma questo è
il "criterio" interpretativo per capire il movens della scelta
elettorale. Mi scordo il ruolo del centro-sinistra ? Ma lo sappiamo ...
senza fisionomia netta ... ma sotto sotto da venti anni a questa parte
"seguaci della "terza via blairiana" ovvero in buona sostanza
neoliberista. L'aggravante è che una volta era sostanziosa politica
socialdemocrazia, in Italia il modello economico era quello della
costituzione, economia mista finalità sociale dell'economia (titolo
terzo parte economica).
Ma alla costituzione hanno tolto la spina i trattati europei
neoliberisti - sono internazionali e dunque immodificabili per via
referendaria - bisogna ridefinirli a livello europeo per una europa
solidale e non conflittuale. Poi rimettere in funzione la
Costituzione e ricominciare a nazionalizzare pezzi di sistema
bancario e di industria, ecc., ecc.
Per quanto riguarda le elezioni politiche nazionali, stesso discorso
il punto dolente è la sinistra socialdemocratica che non c'è più
tradita dal PD e del virtuale PSI, ma anche, per l'alleanza
precipitosa di SEL col PD.
In assenza di modello economico e sociale alternativo al neoliberismo
da parte della sinistra-socialdemocratica o se si vuole
liberalsocialista, da un lato è bastato per Berlusconi gettare il
boccone della restituzione dell'IMU e far balenare condoni e
tolleranza nei confronti degli evasori delle tasse (è vero che sono
alte e inique) e quelli con la prima casa pensionati a rischio di non
riuscire a pagare le spese di condominio, e vedersela pignorata da
Equitalia, pensando tutto il possibile di male della persona
Berlusconi ... lo votano.
E siamo all'apoteosi grillina con il 25% dell'elettorato e una marea
di deputati e senatori in Parlamento. Perché lo hanno votato gli
italiani ancora più furiosi contro la "casta" comprendendoci il PD
che ha sostenuto Monti boia neoliberista-teocon con un Bersani
strabico che si è presentato alle elezioni pensando a un futuro
governo alleato con Monti in continuità con le politiche di rigore e
tenendo a guinzaglio Vendola (abbiamo visto l'infima percentuale del
voto elettorale di SEL). Tutto si lega e si capisce benissimo l'ira
iconoclasta che però è utile solo per distruggere. Poi bisogna subito
dopo costruire. Non resta che lavorare per la rifondazione del
partito, pluralista, della sinistra italiana facente parte del PSE
riposizionato a sinistra, che proponga senza tentennamenti il
ripristino del modello economico previsto dalla nostra Costituzione e
la rifondazione dell'U.E. su basi di cooperazione interna e difesa-
esportazione del modello economico socialdemocratico e
cooperazione internazionale perché abbiamo di fronte il problema di 7
miliardi di persone che abitano il pianeta Terra che ha già esaurito
le risorse energetiche.