martedì 22 gennaio 2013

Luciano Belli Paci: Le parole che aspettavamo

Vendola: "... Io mi batto per una cosa che in Europa c'è già: un grande partito socialista europeo. E credo che ci sia bisogno di Sinistra Ecologia e Libertà per costruire la casa dei progressisti europei. In Italia quell'europeista di Monti teorizza che non ci debba essere la contesa tra destra e sinistra, la stessa che contraddistingue qualunque nazione europea. Io vorrei europeizzare l'Italia". Intervista su Left, supplemento dell'Unità del 19.1.2013, pagg. 22-25.

5 commenti:

Simone ha detto...

Sarò ingenuo ma sono convinto che l'alleanza Pd-Sel-Psi abbia i numeri e le possibilità per vincere le elezioni e governare il Paese.
La maniera sicura per perderle consiste nel vagheggiare fantomatici accordi pre e postelettorali con il Centro montiano, che in realtà è solo una destra più presentabile di quella berlusconiana (l'analisi svolta a suo tempo da Revelli sulle due destre, tecnocratica e populista, ha in questo caso un'applicazione da manuale).
E' sconcertante ascoltare dirigenti di primo piano del Pd che affermano la necessità di associare Monti al governo all'indomani del 25 febbraio, pur in presenza di una maggioranza numerica che consentirebbe al centrosinistra di governare da solo. Sta proprio qui il lascito peggiore della cultura politica togliattiana e berlingueriana, non riuscire a concepire la democrazia come un campo conflittuale tra idee e programmi diversi: è grottesco e paradossale che una forza ormai compiutamente socialdemocratica avverta la necessità di farsi sdoganare dagli ex (post) berlusconiani Monti e Casini e dall'ex (post) fascista Fini!
A quando un'alternanza di tipo europeo tra una destra liberale e una sinistra socialista? Eppure i precedenti di Vendola, Pisapia, Doria, Zedda, dovrebbero insegnarci che solo una sinistra autonoma, identitaria, autenticamente socialista, non subalterna ai dogmi liberal-liberisti, è in grado di sconfiggere gli avversari.
Cordialmente
Simone Zecca

felice ha detto...

Alle parole seguano i fatti, vada ai congressi dei partiti socialisti, almeno i
più importanti o cominci da quelli picoli e partecipi ai congressi del PSE o
alle sue conferenze. La prosima 8,9 e 10 marzo a Budapest, che sarà anche
un'occasione contro il regime autoritario della FIDEZ

Felice Besostri

lorenzo ha detto...

Caro Simone, tu porti ottimi argomenti in appoggio al tuo ragionamento, a condizione che si avveri quanto dici in premessa (la maggioranza numerica che consentirebbe a Pd/Sel di governare da soli) (cosa che spero anch’io, ma su cui non sarei altrettanto sicuro). Se ciò non si avvera e se c’è la possibilità di governare associando Monti, che cosa si fa? Si rinuncia a governare (consegnando il Paese allo stallo, o per l’ennesima volta alla destra)? Oppure che altro? In ogni modo, è una discussione del tutto astratta, perché nei fatti Bersani farà l’alleanza con Monti, piaccia o meno a chicchessia. E poi mi sembra non ci si renda, o non ci si voglia rendere conto, che l’elettorato italiano, come si è visto dal ’48 in poi (io c'ero già), è prevalentemente di destra. Prima con la Dc e poi con Berlusconi. La sinistra ha prevalso due volte con Prodi, imbarcando veramente tutti (stavo per dire cani e porci) e con maggioranze risicate e insieme a uno scorpione di prima categoria quale Bertinotti e con prospettive di morte sicura. Quindi è inutile che continuiamo a inseguire l’utopia (dal ’48 a questa parte) di una possibile vittoria duratura della sinistra/e. Gli elettori (una testa un voto) purtroppo per noi, ci remano contro. Allora, non sarebbe meglio provare a rispondere a una domanda secondo me ben più importante in questo momento: tutte le forze elettorali promettono, quale che sia la forma, ulteriori spese di bilancio, e non in piccola misura. Come reperiranno le risorse? A questa domanda finora nessuno (nemmeno Fassina) ha dato una risposta chiara e convincente.
Cordialmente. Lorenzo

simone ha detto...




Caro Lorenzo,
il problema di una possibile e a mio avviso non auspicabile alleanza con Monti ce lo porremo all'indomani delle elezioni, nel caso in cui il centrosinistra non dovesse conseguire una maggioranza politica autosufficiente. E anche in quel malaugurato frangente io guarderei prima di tutto alla nostra sinistra.
In politica le componenti psicologiche hanno un'importanza non trascurabile: da alcuni settori del Pd traspare una sfiducia nei propri mezzi e una subalternità politico-culturale che non fa che allontanare i potenziali elettori, che alla fotocopia preferiranno sempre l'originale.
Quanto all'Italia paese di destra: ammesso e non concesso che tale sia stato nel passato (ho ricordi molto vivi degli anni '70: tra mille problemi e contraddizioni ci fu un'avanzata impetuosa nel campo delle conquiste civili e sociali), non significa che ciò debba continuare ad accadere nel futuro. Certo, occorre una classe dirigente di sinistra all'altezza della situazione, e su questo punto qualche dubbio ce l'ho anch'io. Torno a ripetere: chi avrebbe scommesso un centesimo sulle vittorie di Vendola in Puglia e di Pisapia a Milano?
Tra il pessimismo nenniano (l'Italia è un paese, appunto, di destra, e il compito principale della sinistra consiste nel salvaguardare le istituzioni democratiche anche a scapito delle riforme) e l'ottimismo lombardiano sulla capacità della politica di dare battaglia in nome di una trasformazione in senso socialista e democratico dell'esistente (non a caso bollato come velleitario dai Giorgio Amendola di turno), ho sempre preferito il secondo.
Grazie per il tuo messaggio, un saluto caro
Simone

roberto ha detto...

Carissimi,
ho anch' io vivissimi ricordi delle battaglie per i diritti negli anni'70, che seppur all' epoca giovanissimo ho immagazzinato in modo indelebile nel mio bagaglio politico. Anch' io ero un giovane lombardiano, figuriamoci se non concordo con Simone!
Oggi però bisogna stare più sul presente e dallo stato di fatto presente trarre i motivi delle posizioni politiche!
L' alleanza con Monti, che è avversario elettorale del centrosinistra, è impensabile per gli interessi che oggettivamente rappresenta ed in quanto legato al PPE, dunque contrapposto al campo socialista e progressista europeo.
Del resto in qualche modo si avvicina a dirlo lo stesso Bersani, che ha confermato fedeltà agli accordi di coalizione con Vendola.
Se proprio vogliamo pensare allo scenario post-voto, nella mallaugurata ipotesi di pareggio al Senato, tutt' al più un Bersani presidente del consiglio incaricato dovrebbe presentarsi alle Camere, come diceva Vendola, con il programma del centrosinistra..
A quel punto saranno altri a doversi far carico della governabilità...
Poi va visto come la penserebbe il nuovo Presidente della Repubblica.
Comunque, per il momento è inutile mettere il carro avanti ai buoi.
Lavoriamo per vincere bene!