giovedì 1 novembre 2012

Peppe Giudice: Bersani, Vendola e il socialismo

Giuseppe Giudice Bersani, Vendola ed il socialismo. Ho già detto che per me Bersani è uno degli uomini migliori del PD. E lo dico con la massima sincerità. E' veramente una persona per bene, senza e senza arroganza. ED uno dei pochi dirigenti postcomunisti convintamente socialdemocratico (a differenza di D'Alema). E se permettete una nota di soddisfazione personale ha nominato il mio fraterno amico Roberto Speranza come coordinatore della sua campagna per le primarie. A parte l'amicizia profonda che mi lega a Roberto, Bersani ha fatto una scelta coraggiosa di discontinuità e rinnovamento vero (che a qualche pachiderma della mia regione non è intimamente piaciuto). Ma non condivido affatto l'invito a votare Bersani al primo turno. Anche se viene da Sua Santità Mario Tronti (scherzo ovviamente). Voterò e farò votare Vendola. Non solo per dovere d'ufficio. Ma perchè nelle primarie serve irrobustire l'ala sinistra della coalizione. Gridare al lupo, al lupo su Renzi serve poco ed in un certo senso è un atteggiamento figlio di ipocrisia politica. Renzi è un prodotto pessimo di quella americanizzazione della politica condivisa da un pezzo importante del postcomunismo italiano. Le lacrime da coccodrillo servono poco quando si è accettato il PD che di questa americanizzazione è parte integrante. E Renzi è più organico al PD (che è veltroniano nel suo DNA) di Bersani. Questa è la amara verità. Ma poi quanta gente che sta con Bersani (Letta, Fioroni ecc) è più organica a REnzi (soprattutto nel suo "montismo") ? Queste sono le gravissime contraddizioni del PD che, come ho cercato di spiegare più volte, sono il frutto della mancata Bad Godesberg del postcomunismo. Che ha preferito Kansas City a Bad Godesberg. Gli Usa a Francia o Germania. Chi quarant'anni prima aveva il mito del paese con le slitte a sonagli, è passato al mito del paese dei cow-boys. Senza fermarsi in Europa. Potrei ricordare che Togliatti fu un acerrimo avversario della CEE - ma questo poi scatenerebbe dei risentimenti. Dicevo Bersani è un socialdemocratico convinto. Ma come dice il caro compagno Felice Carlo Besostri (che ha assistito al congresso PSF a Tolosa) per ora è costretto a limitarsi a fare il socialista transalpino (sennò fa incazzare Rosi Bindi o forse anche Sua Eminenza Reichlin) . SEnza una chiara discontinuità culturale non si costruisce una sinistra veramente socialista ed europea. Una Bad Godesberg italiana è indispensabile, anche perchè il socialismo democratico non è un semplice paradigma organizzativo (come riduttivamente sostengono gli strutturalisti di ritorno) ma è cultura politica. SE non la si fa propria poi è diffcile stare nel Pse oltre la mera appartenenza burocratica. E si potranno criticare le deviazioni liberali della socialdemocrazia solo se si sta sul serio nel quadro della cultura politica della democrazia socialista. Altrimenti esse verrebbero percepite come strumentali. E comunque che critichino Blair quelli che hanno sostenuto il privatismo thatcheriano di Prodi e D'Alema non è credibile. Per questo invito a sostenere Vendola che non sta nel PSE ma certo è molto più vicino al nucleo del socialismo democratico di quanto non lo siano D'Alema e Reichlin.

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