sabato 4 agosto 2012

P. L. Camagni: Da soli e non a qualunque prezzo

Da soli e non a qualunque prezzo

14 commenti:

claudio ha detto...

Non ho la mail di Camagni di cui apprezzo gli interventi, anche quando non li condivido, perchè sono concisi e precisi: come questo, che con due stralci di Bandoli e Gianni spiega benissimo la posizione neo psiuppina: cioè conta dire le cose giuste e non importa se gli altri fanno le cose sbagliate perchè per noi è prioritario dire, non governare. Anzi, governare ci fa un po' paura e un po' schifo...
Morale che la prospettiva è di unificare un pezzo di Sel, Fed, qualche scheggia sparsa qua e là, forse una sinistra sindacale (quelli che vorrebbero fare la IV confederazione con sinistra FIOM e Cobas): tutto insieme a oggi un 4-5 % dei votanti, molto meno degli elettori. ma siccome la situazione precipita, prenderemo di più...(lo dicono da sempre i trozkisti)
Certo che se la "vera sinistra" che in ogni paese d'Europa oscilla tra maggioranza e forte opposizione, qui è ridotta al 5%, vale l'osservazione di B. Brecht dopo la rivolta operaia di Berlino Est: se il popolo dissente da Comitato Centrale, bisognerà far dimettere il popolo. Perchè ci sono forti probabilità che indebolita da una scissione, la coalizione PD si giochi la maggioranza relativa a 3, con una coalizione di destra deberlusconizzata e con Grillo ( che se si dovesse rivotare col porcellum avrebbe un successone). Ma a lor signori e compagni è sufficiente avere le mani pulite.
Diceva Bismarck che non bisognerebbe mai guardare troppo da vicino come si fabbricano 3 cose: i governi, le leggi e le salsicce...

Pierpaolo ha detto...

Se vi foste dati la pena di controllare meglio, avreste scoperto che le dichiarazioni attribuite a Fulvia Bandoli sono state immediatamente smentite.
Posso solo immaginare (e la mia immaginazione è fervida, quindi...) quali siano state le motivazioni che hanno indotto la e-zine del "Popolo Viola" a travisare il pensiero di Fulvia.

Pierpaolo ha detto...

Già da mesi la parte più piagnona e infantile della sinistra italiana si è convinta che SEL è il nemico da abbattere. Non passa giorno senza che non si debbano rincorrere strumentalizzazioni, distorsioni della realtà, caricaturizzazioni delle posizioni del mio partito.
E siccome la madre dei cretini - soprattutto di quelli in malafede - è sempre incinta, star dietro a queste idiozie sta diventando un lavoro immane. Ovviamente non sto pensando né a Claudio né a Pierluigi, che probabilmente non si sono ancora resi contro di questa triste realtà, almeno non nelle dimensioni spropositate che ha assunto.
Permettetemi, perciò, di darvi un consiglio: la linea politica di SEL la trovate non sul blog di Beppe Grillo, su Europa, sulla e-zine del Popolo Viola, e neppure sulla Rivista Italiana di Ufologia. Piuttosto, cercatevi i documenti ufficiali sul sito del partito, http://www.sinistraecologialiberta.it/...

Se poi vogliamo parlare di cose serie, mi pare che chi ha un minimo di sale in zucca dovrebbe lavorare - i più schizzinosi, magari, anche "turandosi il naso" - per un successo elettorale di SEL, in quanto una modifica dei rapporti di forza tra questo partito e il PD avrebbe come effetto l'ancoraggio a sinistra della coalizione, e se questa ottenesse un buon risultato elettorale potrebbe avvantaggiarsi dell'autosufficienza per evitare qualunque tipo di accordo con i centristi, e ridurre al minimo l'influenza dei sostenitori dell'agenda Monti o dei clericali all'interno del PD.

Pierpaolo Pecchiari

P.S. in calce, la smentita delle presunte dichiarazioni della Bandoli, che tra l'altro è in vacanza e deve intervenire per interposta persona...


La compagna Fulvia Bandoli, della Presidenza Nazionale di SEL, impossibilitata a farlo personalmente per ragioni logistiche e di lavoro (...e anche perché non è sua abitudine girare con il computer al seguito...) mi ha incaricato di precisare quanto segue in relazione a quanto pubblicato stamane in rete dal sito "Il Post Viola", a firma Massimo Malerba, pezzo che rappresenta un chiaro, ancorché colorato e bizzarro travisamento di quanto più volte affermato e scritto da Fulvia Bandoli. L'intento strumentale appare in tutta la sua evidenza laddove ci si limiti alla semplice lettura del testo autentico, al quale in ogni caso si rimanda, testo nel quale la compagna Bandoli mai fa riferimento a suggestivi piani segreti o a subdoli e malevoli inganni; piuttosto si sottolinea un deficit di chiarezza e di approfondimento rispetto a possibili scenari futuri.

La compagna Fulvia Bandoli precisa altresì come nel citato pezzo non sveli nulla di nuovo, non foss'altro perché ancora oggi le dichiarazioni della Sereni e di Franceschini ( e la stessa Carta d'intenti del PD in tutta la sua letterale evidenza ) hanno ben rappresentato la chiara e dichiarata intenzione da parte del PD, nella fase successiva al voto, di fare un patto di legislatura con l'UDC, portando così a compimento l'alleanza tra centrosinistra e moderati. Operazione e scenari questi a fronte dei quali SEL deve differenziarsi e chiarire, lavorando per un centrosinistra che abbia il coraggio di provare a vincere con il suo profilo autonomo ed i propri programmi, sulla scia di quanto avvenuto in Francia ma anche delle tante battaglie recentemente vinte in tante amministrazioni ( Milano per tutte ) con imprese che sulla carta apparivano proibitive.



( La compagna Fulvia Bandoli ringrazia con l'occasione il compagno Marco Furfaro per le parole di puntualizzazione, stima e affetto che ha ritenuto di scrivere nei suoi confronti nel corso di uno dei molti animati dibattiti che in rete sono scaturiti proprio a partire dal pezzo in oggetto )

mario ha detto...

Non conoscevo la citazione da Bismark e non so quindi se sia letterale o “a memoria”. Se è letterale direi che ha più di un livello di lettura. Il rapporto dei 3 punti non sarebbe infatti a caso, ma ogni elemento discenderebbe dall'altro e il senso potrebbe essere: è meglio non guardare come si fanno i governi, né come i governi fanno le leggi, né come seguendo le leggi vengono alla fine fabbricate le salsicce, e l'ultima parte potrebbe essere sottintesa: basta che le salsicce siano buone.

mario ha detto...

E' un buon paradigma di un conservatore profondamente illiberale, ma che ha il senso della realtà. Che poi questo non basti, mi sembra che si veda dalla storia della Germania e dagli esiti della sua democrazia conservatrice nel nazismo, peraltro non molto diversa da quella italiana con i suoi liberali conservatori come Giolitti. Però il fatto che non basti, non vuol dire che un processo, non qualsivoglia, ma il più possibile corretto, con cui alla fine il paese possa produrre le salsicce, non sia necessario.

mario ha detto...

Per cui la critica di Claudio Bellavita è cogente, ma sarebbe più convincente se opponesse alla astratta idealità di certuni, una concreta per quanto magari approssimata capacità di altri nel fare le salsicce. Ma qui non si vede nessuno capace di fare salsicce o qualsiasi cosa diversa da una legge. Manca in Italia l'ultimo punto di Bismark: le leggi Italiane non sono utili a nessuno che vuol fare qualcosa ma solo a produrre altre leggi, a far moltiplicare le cause e le vertenze, a discutere di quisquiglie e pinzillacchere. Un professore di Giurisprudenza ascoltato ad un seminario, si chiama Centonze, disse una frase bellissima: molte leggi italiane sono criminogene. E per uscire dal mondo delle citazioni farò qualche osservazione rilevante per la fabbricazione delle salsicce.

mario ha detto...

I notai. In Italia ci sono circa 1.200.000 srl (dato ricavato da G.Zanarone Delle società a responsabilità limtata Giuffrè Editore). Prendiamo un valore basso di capitale 15 mila euro come media, visto che il 90% delle srl sono piccole o microaziende, e vediamo cosa succede quando si crea una srl. I soci vanno da un notaio che prende loro le carte di identità, la descrizione delle attività dell'azienda e compila un documento che recita più o meno Oggi addì …. nel mio ufficio di via ….. si sono presentati davanti a me Notaio …... i signori x,y e z della cui identità sono certo . Seguono formule standard varie. Per questo esercizio di alta professionalità prende dal 12 al 16% del capitale sociale, cioè almeno 1.800 euro. Poiché il milione e duecentomila srl esistenti sono la somma algebrica di srl che chiudono e di srl nuove e poiché anche la chiusura di una srl necessita dell'intervento del notaio, credo che complessivamente si possa dire che il paese per poter produrre salsicce ha versato ai notai una taglia di 4 o 5 miliardi di euro.

mario ha detto...

Recentemente Monti, con incredibile spregiudicatezza ed evidentemente scontrandosi con il suo ministro della giustizia che ha detto che al suo senso giuridico ripugna il fatto che si possa fare una srl senza l'intervento di un notaio, ha postposto (non eliminato) l'intervento del notaio per le srl i cui soci abbiano meno di 35 anni. Ma sia ben chiaro non appena uno dei soci avrà compiuto 35 anni di corsa dal notaio. Faccio presente che neppure in Francia dove il notaio spunta dappertutto, sono così stupidi da tassare la creazione di una aziende.

Sarebbe interessante una discussione sul senso giuridico del ministro della giustizia, che forse farebbe bene ad esercitarlo su altri problemi. Quattro o cinque miliardi di euro buttati via.

mario ha detto...

Il costo della PPAA. Prendo i dati ufficiali dell'agenzia statistica tedesca e della corte dei conti italiana. Sono dati del 2009, ma in Italia è già un miracolo di trasparenza. Per poter fare il confronto ho riportato i dati tedeschi ad una popolazione di 60 milioni come quella italiana. I dati sono questi. I dipendenti della PPAA italiana sono 3.500.000 quelli tedeschi equivalenti (cioè rapportati a 60 milioni) sono 3.300.000. Duecentomila in più per l'Italia. Le retribuzioni complessive sono in Germania 114 miliardi in italia 168. Qualcosa non quadra. Ho citato questi dati all'ex ministro Cesare Damiano in un incontro alla Casa della Cultura, quello che come risulta dalla sua stessa autobiografia, scrive racconti sui gatti e li dipinge. Mi ha chiesto di mandarglieli per poterli controllare. Li ho inviati all'indirizzo email presente sul sito del Parlamento. Ma non ho saputo più nulla. Sperando che non si sia suicidato per la vergogna, aspetto con fiducia. A meno che non glieli abbia mangiati il gatto.

mario ha detto...

Qui i miliardi di euro cacciati via sono oltre 50 ogni anno. Quanto basta per metter su il welfare per 4 milioni di disoccupati. Penso che i socialisti della SPD, di cui si rammarica Lanfranco Turci, siano più che egoisti, razionali: perché dovrebbero mettere in pericolo il loro welfare per un paese che butta via ogni anno 50 miliardi. Scommetterei che a differenza di Damiano, loro quelle cifre le conoscono.

mario ha detto...

Sicurezza sul lavoro. Dopo la tragedia della TyssenKrupp vennero rilasciate molte dichiarazioni tra cui quella del ministro del Lavoro Cesare Damiano che ha chiesto a tutta la società italiana di farsi carico dell'emergenza sicurezza: "Il Governo ha fatto molto ma le norme, i controlli e le sanzioni da soli non bastano".

mario ha detto...

L'opinione che i controlli non bastino è opinabile. Bisognerebbe prima farli. Continuo a credere da meschino empirista, che delle belle multe salatissime e rapportate al rischio siano l'unica soluzione. Ma Cesare Damiano chiede a tutta la società italiana di farsi carico della sicurezza. Mi dicesse cosa devo fare, ci proverei, ma né io né la società italiana sappiamo che fare. E' tipico della classe politica italiana fare appello al paese per fare quello che dovrebbe fare lei.

Ma posso testimoniare, finalmente, di un intervento decisivo del governo per ridurre la piaga delle morti sul lavoro. Una nuova legge. Che produce effetti come il seguente.

mario ha detto...

Due o tre anni fa una piccola azienda con grandi capacità tecniche ha avuto finalmente un buon contratto da una società di distribuzione dell'energia.. L'azienda ha investito in una nuova risorsa, mettendo sotto contratto un programmatore molto bravo e molto caro e aspetta con impazienza la data prevista per iniziare il lavoro. Invece del contratto arriva un a lettera dell'ufficio legale con un prestampato dove bisogna indicare le spese fatte per le iniziative di sicurezza sul lavoro messe in atto per la commessa. Con la nota: la cifra non può essere zero, ed il responsabile legale della società è responsabile anche penalmente per eventuali inesattezze. La richiesta fatta è un obbligo imposto dalla nuova legge sulla sicurezza sul lavoro. Non capisco quale sicurezza sul lavoro sia garantita da una cifra senza alcuna qualificazione. I controlli comunque continuano a non farsi.

mario ha detto...

Quali sono i rischi che corre un programmatore che scrive i suoi programmi sul suo portatile e si collega via internet con calcolatore del cliente e scarica il programma scritto? Nessuno, a parte l'inciampare o scivolare o ricevere un vaso di fiori sulla testa quando va dal cliente. Contro queste evenienze tutti i dipendenti e i collaboratori dell'azienda sono assicurati, ma questo non basta perché la cifra indicata deve far riferimento agli interventi specifici per questa commessa, la cui pericolosità è evidente a tutti. Insomma, non si riesce far partite il lavoro perché fino a che non si mandano i dati che richiede l'ufficio legale, il contratto non parte. Alla persona molto costosa messa sotto contratto per quel lavoro si fa fare qualcosa d'altro che però non produce reddito e si tempesta di telefonate l'ufficio legale, il commercialista, colleghi ed amici, e così telefonano anche a me, perché a suo tempo ero stato socio di una srl. Ma lo ero stato prima di questa legge per cui avrei potuto aiutarlo in una infinità di altre assurde richieste, dagli estintori alle tendine alle finestre al colore delle scrivanie, ma su questa non so che fare. La situazione è critica perché la società è composta dal proprietario e da un dipendente, più il consulente sotto contratto per questo lavoro e il costo del contratto senza le corrispondenti entrate la farebbe andare a fondo. Mi ricordo allora di ciò che aveva detto il Professor Centonze “molte leggi italiane sono loro stesse criminogene”, e così gli dico la sola cosa possibile “Visto che la legge ti vuole bugiardo, di una bugia”. E così è stato fatto. L'amico è un giovane onesto e specchiato. Adesso è un italiano come gli altri. Sa che lo stato è un suo nemico. Tra l'altro essendo un piccolo imprenditore (innovatore) non è questa l'unica che gli hanno fatto lo stato, l'agenzia delle entrare, il comune e le grandi aziende monopolistiche clienti.

Nel mio piccolissimo queste cose le ho dette e ripetute un po dappertutto, alle meschine persone che come me credono che produrre salsicce sia importante per il paese. Ogni tanto incontro nei posti più impensati, a Biella, a Parma a Cerignola, qualcuno che dice cose simili localizzate dalle sue parti e sulla sua esperienza e si solidarizza. Ogni tanto ci scriviamo raccontandoci le ultime porcherie locali e nazionali e anche loro ne hanno da raccontare, ma posso dire con certezza che queste cose non interessano nessun partito od organizzazione politica ne Milano, ne a Biella ne a Cerignola.

Per cui la critica di Caludio Bellavita, che pure è giusta, non giustifica però le indicazioni che ne trae, perché né gli ex Psiup, né il PD, né SEL, né i resti del PSI, né l'IDV sanno come si producono le salsicce.

A me sembra evidente che invece di correre dietro a questi signori, come inutilmente si fa da anni, e con la certezza di non ricavarne niente che ci aiuti a produrre le salsicce, si dovrebbe ripartire all'inglese da un piccolo club “Delle salsicce” e come hanno fatto i nostri nonni e bisnonni con le loro associazioni e ricominciare a parlare agli operai, ai tecnici, ai precari, ai disoccupati, affrontare i problemi della produzione delle salsicce con loro che li conoscono (o nel caso dei disoccupati vorrebbero ben conoscerli) e con una lotta dura ma giusta e concreta, rimettere il paese in grado di produrre salsicce e distribuirle equamente tra tutti (a scanso di equivoci, equamente non vuol dire in parti uguali). Ad un club come quello, io a differenza di Marx (Groucho) mi iscriverei subito e sicuramente si iscriverebbero l'amico di Biella e quello di Cerignola. Cosa si aspetta?




Mario Saccone