venerdì 25 maggio 2012

Felice Besostri: La sinistra in Europa tra desiderio e realtà

La sinistra in Europa tra desiderio e realtà di Felice Besostri
Il PASOK ha sostenuto politiche di austerità, ma poteva non farlo essendo dipendente da prestiti per poter pagare stipendi e pensioni? Papandreu non doveva cedere sul referendum, una via di rafforzamento dell'autorità del Governo e della sovranità del popolo greco. Schulz e la SPD lo sostenevano, più che la Merkel fu Sarkozy a mettere il veto. I greci non decidono chi debba governare in Germania, ma il governo tedesco, frutto di libere e democratiche elezioni ( particolare non secondario di cui ogni tanto ci si dimentica) può invece imporre attraverso l'UE la propria politica economica e finanziaria a governi greci, per quanto anch'essi liberamente scelti. Altra via di uscita istituzionale non può esserci se non trasformando l'UE in uno stato federale, per il cui governo votano tutti gli europei e un sistema politico europeo con partiti europei sovranazionali e non confederazione di gruppi dirigenti nazionali. Non so le prossime elezioni, ma le ultime non hanno delineato una soluzione greca alla crisi. Il governo uscente era appena a 2 seggi dalla maggioranza assoluta, ma soltanto grazie alla legge elettorale che regala 50 seggi su 300 al primo partito senza soglia minima di percentuale. Tuttavia a prescindere dalla legge non c'era UNA MAGGIORANZA POLITICA ALTERNATIVA di sinistra. La sinistra-sinistra ha escluso il Pasok da ogni alleanza e il Pasok pure, ma anche fosse scomparso, come molti auspicavano e auspica con i soliti eccessi di furore irrazionale, che periodicamente devastano la sinistra, non c'era possibile alleanza neppure tra Syriza e KKE. Anche in Germania sarebbe auspicabile una MAGGIORANZA ROSSO ROSSO VERDE, ma se non si fa è troppo facile attribuirne la colpa alla sola SPD, quando ci sono settori della Linke contrari per principio ad un accordo con la SPD, " perché la Linke sarebbe in tal caso ueberfluessig(superflua)",e verrebbe meno” la sua funzione di partito anticapitalista”. Ma c'è anche una destra socialdemocratica come in Turingia che preferisce accontentarsi di una Vicepresidenza in una Grosse Koalition, piuttosto che avere la presidenza con un governo integrato dalla Linke. Le dirigenze di Land nella SPD sono altrettanto democraticamente elette a scrutinio segreto dai suoi iscritti. Noi non abbiamo la forza numerica, ma come sinistra italiana visto il suo sfacelo, neppure l'autorità morale per impartire lezioni agli altri. Dobbiamo decidere con chiarezza "dove stare" e" con chi stare", che sono risposte che precedono il "come starci" ( personalmente, ma credo il Gruppo di Volpedo nel suo complesso, ritengo che la risposta debba essere nel PSE molto criticamente). Allo stato attuale non siamo in grado di influire sulle decisioni né del PSE, né dei suoi partiti maggiori( PSF, SPD, Labour), né di quelli modello come i partiti socialdemocratici scandinavi. Per superare questo impasse che è pura impotenza abbiamo bisogno di tutti e di tanti, ad esclusione di grilli parlanti e mosche cocchiere. Un'uscita dalla crisi senza abbattere il welfare e con una prospettiva di crescita dipende dal grado di cooperazione tra SOCIALISTI AL GOVERNO E SOCIALISTI ALL'OPPOSIZIONE NEI PAESI CHE CONTANO. Di questo discuteremo a Genova il 30 giugno prossimo nella stessa Sala Sivori dove ebbe inizio la fondazione del Partito dei Lavoratori 120 anni fa. Una presenza fisica e una maggiore coesione politica tra chi a sinistra si richiama al socialismo, alla democrazia, al lavoro e alla libertà produrrà più energie positive dei dibattiti su FB, specie quando non è la crescita di un comune sentire l'obiettivo, ma quello di avere l'ultima e definitiva parola, un altro modo di dimostrare chi è più maschio mostrando i suoi attributi(intellettuali of course).

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