martedì 22 maggio 2012

Franco Astengo: Prima nota sui ballottaggi

Una prima nota, del tutto incompleta, sull’esito del turno di ballottaggio per le elezioni amministrative del 20-21 maggio 2012.
E’ evidente che il dato di maggior rilievo di questo turno di ballottaggio è rappresentato dalla crescita verticale dell’astensionismo, una crescita tale da rendere difficile qualsiasi valutazione politica immediata, che potrà essere più opportunamente sviluppata nei prossimi giorni, allorquando sarà stato possibile “scavare” al meglio nell’insieme dei dati.
Alcune situazioni, però, possono essere già inquadrate con sufficiente approssimazione: tra le città più importanti il dato di maggior rilievo sul piano – appunto – dell’astensionismo è rappresentato da Genova, dove si è passati da 263.849 voti espressi al primo turno per tutti i candidati-sindaci, a 191.329 voti raccolti dai due candidati arrivati al ballottaggio. Mancano cioè all’appello circa 72.000 voti (un’intera città, più popolata di Savona per esempio). Deludente la performance della candidatura Doria, che pur eletto, ha perso tra un turno e l’altro circa 13.000 voti (da 127.000 circa a 114.000 circa). Nella sostanza la percentuale con la quale Doria è stato eletto è pari al 22,67% sul totale degli iscritti nelle liste: meno di un genovese su quattro.
Non esaltante, sotto quest’aspetto, anche il dato di Orlando a Palermo, che sicuramente ha strapazzato il concorrente diretto staccandolo di quasi 100.000 voti, ma il cui dato percentuale sul totale degli elettori è del 28,01% (158.010 voti su 564.041 iscritti nelle liste).
Ben diverso il quadro di Parma, dove si è registrata la prima elezione di un Sindaco appartenente al movimento 5 stelle. Al primo turno, infatti, si registrarono 87.827 voti validi per i candidati-sindaci. Al secondo turno i voti validi sono stati 85.072 (il 96,86%, quindi quasi tutti gli elettori del primo turno sono tornati al voto) e il candidato del movimento 5 stelle è salito da 17.103 voti a 51.225 (un incremento di 34.122 voti, quando al primo turno tutti i candidati esclusi dal ballottaggio ne avevano sommato 35.841: di conseguenza si può ben affermare che tutti gli elettori dei candidati sconfitti al primo turno sono tornati alle urne per votare compatti il candidato del movimento 5 stelle).
Candidato, adesso neo-Sindaco che alla fine ha ottenuto il voto del 36,02% del totale degli iscritti nelle liste: sicuramente una delle percentuali più elevate di tutta questa tornata elettorale, dall’esito assai complesso.
Un fenomeno che accade soltanto alla presenza di candidati di questo movimento come a Mira (da 3.169 a 8.102) o a Garbagnate (dal 1.347 a 4.751, pur in presenza di una sconfitta).
Per il resto si può ben affermare che il centro-sinistra ottiene importanti affermazioni come ad Alessandria, Como, Monza, senza riuscire però a intercettare il voto degli elettori dei candidati esclusi al primo turno, se non in minima misura e quindi risultando una sostanziale incapacità di fronteggiare il fenomeno dell’astensionismo.
Sempre seguendo lo schema della percentuale ottenuta sul totale degli elettori, la neo-sindaco di Alessandria si colloca al 27,40%, Como al 30,97% (un ottimo exploit), Monza al 27,18%.
Una curiosità, in conclusione: dal sito del Ministero dell’Interno si rileva che lo scarto tra i due candidati sindaci a Meda è di 1 (uno voto).
Sarà da analizzare anche il fenomeno rappresentato da casi come quello di Belluno, dove il rappresentante di una lista civica in svantaggio al primo turno riesce a farsi eleggere Sindaco, raccogliendo anche in questo caso la quasi totalità dei voti degli elettori ritornati al seggio pur avendo visto i propri candidati sconfitti al primo turno.
Per fare questo lavoro però ci vorrà tempo, ma sicuramente ne sortiranno elementi importanti di riflessione al riguardo di una fase politica che si sta nuovamente aprendo in una dimensione di nuova transizione, perché rispetto alla prossima scadenza (le politiche 2013) due temi s’impongono nell’agenda: la nuova legge elettorale e, in conseguenza di questa, la modificazione dell’offerta politica attraverso un necessario riallineamento del sistema.
Se ciò non avverrà, potremmo anche avere risultati del tutto sorprendenti, magari sterilizzati dal premio di maggioranza, ma testimonianza non passiva di una situazione di vero e proprio ulteriore scollamento tra ceto politico e paese reale.

1 commento:

claudio ha detto...

le due analisi, sul voto del primo turno comprese le liste civiche (
> lavoro faticoso ma indispensabile) e quella sul voto ai ballottaggi,
> consentono di trarre tre conclusioni:
>
> -al primo turno, i voti validi raccolti dai partiti tradizionali sono
> intorno al 34% dell'elettorato, meno che più. Basta detrarre dai voti
> validi (votanti meno bianche e nulle) i voti raccolti da Grillo e
> civiche.. Siccome i partiti tradizionali sono quelli che ricevono il
> contributo pubblico direi che siamo in una situazione tipo rivoluzione
> francese. Un piccolo numero di privilegiati, apprezzati malvolentieri da
> una minoranza della popolazione, vive largamente alle spalle delle tasse
> di tutti. E siamo, come allora in un periodo di crisi, in cui continuare
> a buttar soldi in un errore della CIA come l'Afghanistan è ritenuto
> molto più importante che le spese sociali, queste sono facoltative,
> quelle obbligatorie. Come le spese di Versailles, insomma.
>
> -i voti validi al primo turno sono all'incirca la stessa % di quelli al
> referendum dell'acqua. Che questa ostinata minoranza elettorale che ci
> governa continua a ignorare e si prepara a sabotare per dar retta a
> quattro finanzieri e quattrocento inetti funzionari delle ex
> municipalizzate che si sono montati la testa e pensano di aver scoperto
> una miniera d'oro...per loro
>
> -ai ballottaggi, certo, il Pd ha avuto un grande successo, conquistando
> molti comuni, tra cui alcuni tradizionalmente di destra, come Como e
> Monza. Ma sono successi da voto in discesa, cioè tra il primo e il
> secondo turno il candidato sostenuto dal PD ha perso meno voti degli
> altri, in un contesto di scarso ritorno alle urne di un elettorato
> rassegnato al peggio e all'estraneità . Mentre Orlando e Pizzarotti
> hanno aumentato i voti o perso pochissimo, cioè hanno trasmesso una
> speranza di cambiamento.
>
> Questo tipo di analisi è ben più importante di quelle dei sondaggisti
> perchè si svolge su un universo completo e abbastanza vicino alla reatà
> dell'elettorato totale, mentre i sondaggisti si limitano all'universo
> che compare sugli elenchi telefonici, meno di un terzo degli elettori e
> senza giovani, e ne consultano poco più di un migliaio.
>
> PS che non c'entra. Raccomando di leggere su Internazionale di questa
> settimana il servizio sul Brasile. Un paese in scandalosa crescita
> economica che ha il bilancio in pareggio, e ha ridotto il numero dei
> poveri.: Dove c'è un governo corrotto in modo piuttosto plateale, ma
> nessuno pensa che la libera iniziativa in campo economico sia il valore
> più sacro della società. Dove al governo c'è molta gente che gli USA e
> la chiesa ufficiale definivano terroristi e han fatto anni di carcere
> tremendo. E che ha raggiunto un raro triplice traguardo: crescita
> economica a tassi che USA e Europa manco si sognano, libertà politica
> come non esiste in Cina e riduzione delle ineguaglianze, cosa che non
> esiste in quasi nessun paese del pianeta, dove in genere trionfa il
> contrario.
>
> PPSS Chi è Astengo? un anziano prof che vive a Savona e non vedrete mai
> nei nevrastenici teatrini di Vespa. Quindi non esiste. O meglio, esiste
> solo nei blog, che periodicamente qualcuno di quel 34% pensa di chiudere
> o regolamentare, faccenda per loro molto più urgente che regolamentare
> il finanziamento pubblico e il sistema elettorale.
>