martedì 6 dicembre 2011

Gianvito Mastroleo: Due parole sul "dopo-Fiuggi"

Due parole sul “dopo-Fiuggi”
di Gianvito Mastroleo

Le valutazioni politiche sul Congresso-Conferenza di programma di Fiuggi le faremo nel Direttivo che speriamo di organizzare quanto prima.
A me preme anticipare due cose.
Il Congresso fu concepito in un clima politico del tutto diverso da quello nel quale si è celebrato; nonostante la buona volontà di Nencini, con la sua buona relazione, l’emergenza del Paese ha fatto premio sui contenuti, soprattutto dibattito e nelle conclusioni tratte nell’attesa dei provvedimenti varati dal Governo nello stesso pomeriggio.
Nella relazione Nencini ha espresso un concetto condivisibile: l’atteggiamento delle forze politiche rispetto ai provvedimenti del Governo determineranno il quadro delle alleanze in vista delle elezioni del 2013: giusto, anzi giustissimo.
Il voto del senatore Vizzini, dunque, e l’atteggiamento del PSI rispetto ai provvedimenti del Governo Monti non può che essere di consenso, ancorchè critico, finanche rispetto al ripristino dell’IMU (ex ICI) per la prima casa: se non si vuole entrare in contraddizione con se stessi, ma soprattutto per non essere confusi con i populismi leghista o dipietrista.
La seconda: non è stato un bene che dalla discussione del Congresso sia rimasto fuori il tema del Mezzogiorno: lo avrebbe richiesto una considerazione politica che mi ero ripromesso di illustrare.
Da un paio di mesi in avanti si è rotto il patto tra PDL e Lega del quale Tremonti era garante nel Governo: in cambio del federalismo (oggi messo seriamente in pericolo, o comunque non più fra le priorità del governo) la Lega Nord si era impegnata a rinunciare alla battaglia per il “secessionismo”.
Battaglia che oggi la Lega con la casacca di partito d’opposizione e ridefinendola per la “indipendenza” ha ripreso, sostenuta dalla considerazione che la condizione socio - economica dei territorio del Nord Ovest, dove registra il suo massimo insediamento, ha un reddito pro - capite e un PIL pari a quello della Germania; il che legittimerebbe quei territori a seguire più le politiche tedesche che quelle dei paesi più deboli dell’Europa.
Mentre il Mezzogiorno è sotto la duplice pressione: un’inedita situazione di disoccupazione e bassi redditi, e la spinta delle rivoluzioni magrebine i cui effetti si riversano soprattutto verso le regioni meridionali, aggravandone la condizione.
Sottosviluppo e inoccupazione diffusa, dunque, (altro che superato il divario!) mettendo a rischio l’unità della nazione e la coesione sociale, posta a fondamento del cambiamento voluto e garantito dal presidente della repubblica Napolitano.
Quando ci riuniremo citeremo tutti i dati: oggi si può anticipare che l’effetto combinato della caduta di competitività e del rallentamento decennale della crescita dell’intero paese della gravissima recessione del 2008-2010, dei profondi tagli lineari realizzati sui grandi servizi pubblici nazionali e delle persistenti difficoltà del bilancio pubblico italiano anche per le nuove norme del Patto di stabilità europeo, della cancellazione delle politiche regionali possono produrre un effetto “catastrofico” per il Mezzogiorno.
Sarebbe il caso, perciò, che i socialisti – e non solo quelli meridionali - riflettessero su tutto questo non relegando il tema in un Ordine del Giorno che nessuno leggerà mai, e di nessuna incidenza nell’azione politica.

4 commenti:

maurizio ha detto...


caro Marco,
sono Maurizio, dalla provincia di Bergamo, nord o profondo nord non mi interessa. mi interessa invece che il nostro partito si preoccupi, con la dovuta urgenza, di quelle regioni che sono a più di 1000 da casa mia, verso sud. Il mio paese, questo paese, per me e per i socialisti va dalle Alpi a Pantelleria.
Avanti! Compagne e compagni l'Italia è una sola e indivisibile!
maurizio quirico - bergamo -

marco ha detto...

Maurizio sono d'accordo con Te. Occorre uscire da alcuni steccati geografici ed ideologici e comprendere che in questo momento occorre dare spazio alla solidarietà ed alla equità; delle scelte politiche ed economiche. Io credo che con una grande forza di sinistra e socialista molte cose sarebbero più facili. occorre essere caparbi e convinti.

Saluti

P.S. Invito gli amici e Compagni ad ascoltare l'intervento di Bruno Giordano (che condivido all' 80%) al congresso del PSI di pochi giorni addietro (sul sito di radio radicalehttp://www.radioradicale.it/scheda/341103). Ad un certo punto del suo discorso (dopo che questi continuava a proferire la parola "sinistra" più volte) qualcuno (cioè io) grida la parola "socialista" ed egli precisa alcune cose che Vi invito ad ascoltare.

Compagni credo che si debba essere trasparenti e respingere chi continua a nascondersi dietro le parole in modo poco chiaro (da questo punto di vinta PD e SEL si equivalgono): noi dobbiamo porre come conditio inequivocabile a coloro che intendono costruire una forza nuova di sinistra con noi (e non possiamo che auspicare tale unione) una chiara adesione al PSE ed alla famiglia del socialismo europeo.

Non mi pare che sia questa l'idea di SEL al momento...

Saluti

Marco Ligori

franco ha detto...

Concordo che il discorso di Franco Giordano, non Bruno, quello l'hanno bruciato in Campo dei Fiori. Se ne parla poco ma il Congresso della SPD darà maggior forza al PSE e ad una ricomposizione della sinistra sottol'insegna del socialismo. Non è facile ma neppure impossibile, ma occorre crederci e finora una tale scelta è stata fatta chiaramente soltanto dal Gruppo di Volpedo ( Manifesto di Volpedo in www.gruppodivolpedo.it) e dal Network per il Socialismo Europeo(Dichiarazione d'Intenti in www.melogranorosso.eu). in entrambi i gruppi ci sono iscritti al PD, al PSI e a SEL ovvero, la maggioranza, non iscritti. Il PD non si sa cosa sia, il PSI non è nella maggioranza interessato a svolgere un ruolo a sinistra e SEL ha forti resistenze interne, quindi non sempre quello che è necessario è possibile.

marco ha detto...

Vero. Franco Giordano non Bruno...sarà stato un lapsus freudiano?.....

Vero anche ciò che dici: "non sempre quello che è necessario è possibile". Ma perchè non iniziare da ciò che è possibile?...

Saluti

Marco Ligori