venerdì 16 dicembre 2011

Claudio Bellavita: Complicato è il mondo

questo titolo, mutuato dall'ultimo libro di Tony Judt, è un po' problematico, come è giusto che sia per chi riconosce che "sa di non sapere" ma si propone di cercare insieme a amici e compagni, senza voler produrre documentoni di verità categoriche.
Proviamo a elencare una prima serie di cose di cui parlare: ce ne sarebbe per anni.

1-In 100 anni, nonostante 2 guerre "mondiali" per la parte più ricca del mondo e non meno di 4 per la parte più povera, oltre a carestie e almeno una pestilenza, l'umanità è passata da 2 miliardi a 7. Sui 2 miliardi la parte più ricca e civile era intorno ai 400 milioni, sui 7, circa due miliardi. Ma l'informazione e la pubblicità sono alla portata di tutti e quindi anche gli altri 5 vogliono sedersi a tavola e vivere nello stesso modo.
I consumi totali quindi stanno aumentando geometricamente, ci stiamo divorando le risorse naturali e potrebbe arrivare il momento in cui non ci sarà più energia sufficiente.
Eppure , l'economia esige che i consumi continuino a aumentare (lo "sviluppo" sta nella crescita del PIL) e tutte le religioni considerano un peccato gravissimo il controllo delle nascite.
Ma forse la cosiddetta scienza economica è un'altra religione, per l'adorazione di un PIL che esige sacrifici umani, forse fino all'autoannientamento in una crisi epocale scappata di mano ai suoi sacerdoti...
Intanto non si arresta il flusso di chi vuole vivere meglio subito e preme verso le frontiere dei paesi che per ora stanno meglio. Certo, gli immigrati ci servono, anche perchè sono giovani e intraprendenti, migliorano la situazione demografica dell'occidente, e pure le qualità razziali, ma non possiamo spopolare il mondo povero e stra-affollare quello ricco. Non è solo un problema di risorse, è anche un problema di spazio e di cementificazione.

2-Conseguentemente, è diventato più importante lo sfruttamento del consumatore che quello del lavoratore, al punto che la finanza d'occidente non ha problemi nel licenziare lavoratori, anzi lo richiede come "misura di risanamento". Ma non può licenziare i consumatori, e allora moltiplica le forme di credito purchè continuino a comprare, salvo inventare prodotti finanziari per liberarsi di questi crediti praticamente inesigibili, cercano di guadagnare in poco tempo anche su questa transazione
.

3-la produzione dei beni si sta spostando dai paesi tradizionalmente industrializzati ai BRICS. Che stanno accumulando velocemente una quota crescente della ricchezza mondiale, ma sono privi di potere reale e militare (nessuno conosce, anche solo approssimativamente, qualità e quantità degli armamenti cinesi).
I popoli arabi stanno chiedendo di usare la ricchezza petrolifera per garantire il welfare delle popolazioni.
Per ora, non si ha notizia che stia accadendo qualcosa di simile nei BRICS. E fare un po' di propaganda al nostro welfare, oppure mettere dei dazi per punire le importazioni dai paesi dove non esistono pensioni e sanità pubblica?

4- ci troviamo in mezzo a una crisi finanziaria dove i governi hanno chiaramente perso la bussola delle priorità. La crisi non nasce da problemi produttivi o di mercato, ma da una serie di gigantesche truffe messe in piedi all'interno del sistema finanziario. Anzichè far fallire le banche e le assicurazioni incoscienti e truffaldine si preferisce far fallire gli stati, oppure imporre tagli inauditi al welfare. I poveri, gli anziani e i lavoratori devono pagare i debiti di gioco degli straricchi. La rivoluzione francese è cominciata così, è ora di girare la frittata e vedere cosa succede a far pagare i responsabili e non le vittime.
Per ora, siamo fermi all'applicazione della tassa sul macinato (ora è la benzina) che nell'ottocento faceva mantenere dai poveracci l'esercito e la corte.
E' incredibile che di fronte a un 'economia che non funziona più, perchè dominata da un settore finanziario che non serve a orientare la produzione e lo sviluppo, ma solo a creare bolle speculative e truffe, la sinistra europea e mondiale sia stata muta per così tanto tempo, forse travolta dal blairismo(e noi in Italia dalla sua approssimazione provinciale, il veltronismo).
Incredibile che nessuno a sinistra abbia alzato la voce per pretendere la messa sotto controllo degli strumenti truffaldini della finanza mondiale: swaps, CDS, derivati, futures e tutti i prodotti (basati su assicurazioni non solvibili ma non classificate dalle società di rating) che gli strapagati gnomi di New York e Londra si inventano per prendere i soldi e scappare, lasciando il conto da pagare agli stati, trattandoli anche da inguaribili spendaccioni.

C'è una bella differenza tra chi ruba e chi assume troppi dipendenti pubblici, ma nessuno la ha ancora rilevata, sembra di dire un'eresia. E noi diciamola! ...anzichè scambiare i truffatori e i loro complici per la "società civile" che ci deve salvare, e eleggerli alla nostra testa

5- i paesi europei continuano ad avere 27 eserciti che non si possono neanche scambiare le pallottole, 27 diplomazie con obiettivi diversi, hanno fatto ridere tutto il mondo perchè non erano in grado di bombardare per più di 3 settimane un paese straccione come la Libia.
I burocrati di Bruxelles, e di Francoforte, che continuano a essere nominati dai governi e non dal parlamento europeo che pure è eletto, si affannano a decretare quanti pasti devono saltare i cittadini dei paesi spendaccioni per mettersi in regola. Nessuno rileva che tra poteri trasferiti alla UE e quelli trasferiti alle regioni, i costi più parassitari sono quelli del mantenimento degli stati nazionali....

Per un mix tra imbecillità diplomatica e ostinata paura dell'immigrazione, l'Europa ha perso la possibilità di agganciare la Turchia che con ogni probabilità,con il suo sviluppo "cinese", col suo esercito e la tradizione del panturchismo, diventerà una potenza mondiale. Passeremo così dai BRICS ai BRICST. Chissà, potrebbero mettersi tutti d'accordo col loro debitore USA per fondare una ONU su basi diverse, e lasciare all'Europa l'organizzazione di un museo storico e un parco turistico

6- se l'Europa è indietro rispetto al mondo, l'Italia è indietro rispetto all'Europa. Per colpa della sua finanza, della sua burocrazia (giustizia compresa) e della sua sinistra, innamorata della propria specificità e incapace di collegamenti organici con l'Europa e il resto del mondo. Capace al massimo di un terzomondismo retorico e cattopiagnone.
Il sindacato, poi, non si è ancora accorto che c'è la globalizzazione (veramente, non si è neanche accorto che c'è la UE) e che non si possono fare altre Alitalia, anche se non spiacerebbero ai nostri finanzieri, che sanno già come guadagnarci su. Continua nella nostalgia dell' operaismo e non si occupa delle condizioni di lavoro con cui funzionano gli altri grandi paesi europei, che ottengono più qualità nei prodotti e più benessere per i lavoratori.

7- al di fuori della quasi inesistente elaborazione dei partiti, sta crescendo nel pubblico, che si informa e dibatte nelle sedi che trova, cioè su Internet, la consapevolezza :

-che è in corso una campagna globale per l'appropriazione dei beni comuni, che costituiscono un monopolio naturale di consumi

-che nella maggior parte dei partiti (in Italia , in tutti) è stata eliminata la democrazia interna: ci sono solo più partiti personali o oligarchici.

Questa ultima è un specie di controriforma della classe politica, che reagisce con la repressione del dissenso all'apertura di spazi di dibattito non più sotto il suo controllo. Esattamente come reagì la Chiesa alla possibilità data dalla stampa di leggersi da soli le Scritture...mentre non ci vorrebbe molto a utilizzare internet non solo per radunare (scarse) folle plaudenti agli interminabili e confusi discorsi dei leaders autonominati ma anche per prendere decisioni e scegliere gli uomini. Chissà se Internet potra diventare la nostra piazza Tahrir: l'anzianità in carica di troppi politici italiani è simile a quella di Mubarak, e forse di simile c'è anche altro.

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