lunedì 5 dicembre 2011

Claudio Bellavita: Tre spunti di riflessione sulla crisi

Invece di un articolone sistematico e lunghissimo offro tre argomenti su cui qualcuno può provare a ragionare, probabilmente meglio di me

- il margine di sfruttamento sui consumatori ha superato di molto, in quasi tutto il mondo, quello sui lavoratori: è una faccenda meritevole di qualche riflessione teorica per una rifondazione della sinistra, anche perché siamo tutti consumatori mentre i lavoratori dipendenti, per lo meno in occidente, sono una minoranza, forse neanche la più grande.
E non è un caso che il movimento in difesa dei beni comuni raccolga tanta partecipazione volontaria nonostante l'ostilità della stampa e dei partiti.
La politica non ha ancora affrontato il problema, ma la finanza si, e con la bolla del credito al consumo basato alla fine sull'allargamento dei mutui sulla bolla edilizia, ha fatto detonare la crisi finanziaria in cui ci troviamo e da cui certo non si esce riducendo i consumi con misure di austerità

-mentre in Europa ci scontriamo con la cocciutaggine tedesca di non trattare l'euro come tutte le altre monete del mondo fanno per difendersi dalle speculazioni, sempre dall'Europa non partono neanche richieste di mettere sotto controllo internazionale i nuovi prodotti finanziari, che di fatto creano moneta fittizia per chi vuol speculare sulle merci, sulle valute e sui debiti.
Mentre la creazione di moneta a mezzo di credito bancario è attentamente vigilata dalle banche centrali di ogni paese, dalla BCE e dalle regole di Basilea., i futures, i derivati, gli swaps, i cds (credit default swaps) non hanno regole condivise e accettate, ogni borsa, banca e assicurazione si regola come gli pare , e nessuna agenzia si sogna di assegnare un rating ai loro stimati clienti che stan bidonando il mondo.
Anzi, dopo che l'ondata della Thatcher e di Bush ha lanciato lo slogan "più mercato meno stato", fino ad arrivare alle parole d'ordine demenziali dei tea party, il sistema finanziario mondiale si preoccupa di più di tenere in piedi le banche e gli assicuratori che hanno corso rischi esagerati piuttosto che gli stati che han speso troppo in stipendi e Welfare. E' questo il mondo che vogliamo?

-il provincialismo della sinistra italiana, che rifiuta le periodiche occasioni di incontro a livello europeo, ha fatto si che gli amministratori dei nostri enti locali siano stati i più polli d'Europa a farsi riempire di derivati. Ma erano tanto di moda, gli spacciatori sono stati scambiati per "società civile" e vezzeggiati, figuriamoci farsi spiegare bene da un terzo professionista neutrale cosa c'era scritto nei loro contratti...
Bastava che qualche sindaco chiedesse ai suoi colleghi di Francia, Germania e soprattutto Scandinavia come si, regolavano loro, forse avrebbe trovato qualcuno che rispondeva "io avverto i carabinieri"....

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