martedì 29 dicembre 2009

Francesco Maria mariotti: Iran

L'Occidente si muova il meno possibile: le parole che Gary Sick, negoziatore per gli Stati Uniti con Teheran durante la crisi degli ostaggi del 1979, utilizzò con Repubblica (giugno 2009) per dire che meno faceva l'Occidente sulla crisi iraniana meglio era, temo valgano ancora oggi, anche per ragioni distinte da quelle che Sick esprimeva.


La situazione è delicatissima e l'Occidente (sarebbe da delimitare meglio cosa intendiamo con questa parola: in quest'ottica la collocazione dell'attuale governo turco è per esempio discutibile) non ha "tempo" per "ricalibrare" le sue politiche su un regime diverso da quello attuale.

Di fatto, lo si dica o meno, l'amministrazione americana e le diplomazie europee possono (e devono) alzare la voce per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, ma al tempo stesso probabilmente sperano e si muovono affinché la situazione non esploda e non deragli.

Di fronte al riemergere delle azioni qaediste e alle nuove tensioni che vedono protagonista la Russia (http://www.corriere.it/esteri/09_dicembre_29/putin-russia-armi_3391b94e-f44a-11de-a1b2-00144f02aabe.shtml), anche in termini per noi quasi vitali (vd. ripetute tensioni sul gas che passa attraverso l'Ucraina), è essenziale non perdere un fattore di "stabilità" -per quanto "avversa" - come Teheran.

Detta più semplicisticamente: meglio un nemico certo che una situazione completamente incerta o un amico dubbio (chi è realmente Moussavi? e chi sono i suoi uomini dal punto di vista politico?); anche perché con il nemico certo sei eventualmente autorizzato ad assumere atteggiamenti e risposte che in una situazione più incerta sarebbe più difficile approvare (leggi: bombardamenti mirati alle installazioni nucleari di Teheran).

Vuol dire che dobbiamo stare a guardare senza far nulla? No, la ricchezza delle società occidentali - forse la principale rispetto ad altri regimi e società - è la distinzione fra la struttura dello Stato e la mobilità della società civile; e anche nella logica di un funzionamento a comparti separati (come di fatto è oggi lo Stato moderno) si possono avere diverse azioni contemporanemente: oggi e in futuro, al di là delle politiche ufficiali dei governi, altre strutture degli stati e delle organizzazioni internazionali possono mantenere contatti con l'opposizione iraniana; le associazioni e i partiti politici, al di là del loro schierarsi ufficiale, possono coltivare rapporti, inviare aiuti per quel che possibile, mantenere viva la speranza di un futuro diverso per l'Iran, tentando anche di capire meglio se c'è una effettiva alternativa all'attuale regime o se si rischia di coltivare un sogno senza prospettive, o peggio aiutare altre fazioni liberticide (anche nel 1979 gran parte dell'Occidente tifò per la rivoluzione...)

Il percorso per un Iran veramente libero è molto lungo, e le scorciatoie non sono consentite.

Francesco Maria Mariotti
http://mondiepolitiche.ilcannocchiale.it

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