mercoledì 16 dicembre 2009

Felice Besostri: Il progetto di sinistra e libertà non deve finire

IL PROGETTO DI SINISTRA E LIBERTA' NON DEVE FINIRE: PER UNA SINISTRA, IN ITALIA COME IN EUROPA, SOCIALISTA, AUTONOMA, DEMOCRATICA, ECOLOGISTA, LIBERTARIA, EUROPEISTA E LAICA di Felice Besostri

A Roma è stata convocata un'assemblea nazionale sul futuro di SeL. L'assemblea è stata indetta dalla Sinistra Democratica di Fava e dal MPS di Vendola, cioè da parte di alcuni dei soggetti che avevano dato vita a Sinistra e Libertà per le elezioni del Parlamento Europeo: non ci sarà la Federazione dei Verdi e non ci sarà il PSI. La Federazione dei Verdi, con il suo congresso, si è chiamata definitivamente fuori, adeguandosi al trend europeo dei Verdi, mentre i socialisti hanno posto pali e paletti alla trasformazione di un alleanza elettorale in un partito politico.
Per evitare equivoci dico subito che ogni partito, che non definisca un proprio programma e le proprie basi ideologiche, nonché, nell'attuale fase di internazionalizzazione dell'economia e della politica, la propria affiliazione internazionale, è prematuro e, comunque, ha basi fragili.
Dopo il fallimento della Sinistra Arcobaleno la sinistra italiana non può più permettersi di fare ammucchiate al solo fine di superare clausole di sbarramento (Detto incidentalmente, di dubbia costituzionalità, come ha ritenuto il TAR Lazio con ordinanza depositata il 15 dicembre, proprio nel ricorso promosso unitariamente da tutte le componenti di Sinistra e Libertà). Sinistra e Libertà ha rappresentato un inizio o una speranza di progetto politico, al di là delle intenzioni e riserve mentali di chi vi ha dato vita. La risposta sul significato di Sinistra e Libertà è stata data soprattutto dai suoi elettori, che in grande maggioranza non provenivano dall'elettorato di riferimento dei soggetti costitutivi. Questo aspetto positivo era ed è controbilanciato da quello negativo di non essere stati capaci di trascinare tutto il proprio elettorato potenziale in Sinistra e Libertà. Come nel resto d'Europa la sinistra è punita dall'astensione del suo elettorato tradizionale deluso o insoddisfatto dalle politiche perseguite o dalla scarsità dei risultati raggiunti o ancora dalla sfiducia verso le proposte concrete per uscire dalla crisi. Il mio partito, quello socialista, l'unico al quale sono e intendo rimanere iscritto, ha deciso di non partecipare all'assemblea di Roma e ha invitato tutti i suoi iscritti, e a maggior ragione i suoi dirigenti a non partecipare a coordinamenti e assemblee sotto l'egida di una parziale Sinistra e Libertà e, tuttavia sono qua, da socialista, ma senza rappresentarli. I socialisti sono rappresentati collettivamente dai loro organi nazionali ed è con essi che si devono fare gli accordi o registrare i dissensi. Ho già scritto e confermo che sarebbe una iattura che il PSI si dividesse in filoSEL ed antiSEL, così come chi partecipasse all'assemblea si dividesse tra antisocialisti viscerali e filosocialisti ecumenici: sia in un caso che nell'altro sarebbe tradito lo spirito originario di Sinistra e Libertà, quello di ricostituire una nuova sinistra in Italia. Non ci sarà una sinistra nuova, possibile e futura, se non ci si libera dagli stereotipi e dal settarismo. La mia presenza qui vuole essere anche una testimonianza individuale di una sinistra ampia e plurale. Non c'è bisogno di essere un personaggio carismatico, come Martin Luther King, per dire I have a dream, un sogno può coltivarlo ciascuno di noi ed il mio è quello di avere anche in Italia una sinistra, come in Europa, socialista, autonoma, democratica, ecologista, libertaria, europeista e laica.
Vorrei una sinistra, come non c'è mai stata in Italia, con vocazione maggioritaria. Vocazione maggioritaria non significa aspirazione a stare in maggioranza, comunque e con chiunque, ma proposta di governare il proprio paese con propri programmi e con propri uomini e donne alla guida del governo. Una vocazione, che dal consenso democratico e soltanto da esso, tragga la sua legittimazione e forza. L'accettazione senza riserve del nesso indissolubile tra socialismo, libertà e democrazia è l'unica scriminante possibile. Per questo si devono superare le ragioni della divisione del XX° secolo tra socialisti e comunisti. Questo superamento è necessario, ma non sufficiente per costituire una nuova sinistra:senza l'apporto dell'ecologismo, del femminismo e dei diritti civili non ci sarà una nuova sinistra. Piuttosto dai nostri padri del secolo passato e del XIX° secolo dovremmo imparare che non c'è sinistra senza un'idea altra di società. In altre parole senza una critica della società esistente e dei suoi valori fondanti non abbiamo una ragione di esistere e di aspirare a governare questo nostro paese sulla base di una riconquistata egemonia, che sostituisca quella della destra. Il fallimento delle ricette neo liberiste è sotto gli occhi di tutti sia a livello globale che europeo e nazionale, eppure il consenso per i partiti conservatori non diminuisce, salvo poche eccezioni nel nostro continente. Mi convinco sempre più che la parola SINISTRA, costituisca un recinto chiuso e non un terreno di espansione, al più definisce dove ci si colloca e non dove si intenda andare. Socialismo e comunismo avevano un ben più forte capacità simbolica, che deve essere ritrovata, sia pure senza fare sconti ad errori o tragedie, che hanno generato.
Quelli che partecipano all'assemblea e quelli, che non vi partecipano hanno l'obbligo di fare chiarezza ed il modo più semplice è quello di rispondere almeno a due domande:
1) E' possibile costruire una nuova sinistra senza una forte e accettata presenza socialista?
2) E' possibile una significativa presenza socialista al di fuori di una chiara opzione di sinistra?
La mia risposta è no ad entrambe le domande, ma non sono rilevanti le mie risposte, esse, come le mie azioni impegnano soltanto me stesso. Devono rispondere le nomenklature poiché decidono anche per gli altri. Non vorrei che nel deterioramento dei rapporti giochino riflessi di conservazione autoreferenziali e che si voglia conservare un proprio tesoretto da portare, ciascuno per proprio conto al PD. Non voglio nemmeno pensare che una specie di sindrome leghista si sia impadronita di compagni, che devono dimostrare chi ce l'ha più duro. La posta in gioco non è l'abilità nello scrivere documenti di polisemica interpretazione, ma il nostro futuro di persone che credono che un'altra società sia possibile e che dipenda anche da noi. Come altri ho creduto e credo nel progetto annunciato ed enunciato da Sinistra e Libertà e non posso assistere da spettatore al suo fallimento. Quando con altri compagni socialisti ho accettato di fare campagna elettorale per il Parlamento europeo ed addirittura di candidarmi per la Provincia di Milano, senza i Verdi e con un candidato presidente non convincente, ci ho messo la mia faccia e la mia storia di una militanza socialista e di sinistra iniziata nel 1961. Se fosse stata un'alleanza elettorale destinata a finire dopo le elezioni, avrei detto NO, GRAZIE! Neppure mi sento di interpretare con mezzo secolo di ritardo quei personaggi da rivista Candido, cui era dedicata la rubrica “Contrordine compagni!” Quindi mi assumo la responsabilità ed il rischio di partecipare a questa assemblea e voi quella di porre la parola fine ad un progetto, come sarebbe inevitabile se una parte, ancorché maggioritaria, ma questo oggi nessuno lo può dire, decidesse di trasformarsi in un partito, che pretenda la rappresentanza esclusiva di Sinistra e Libertà: questa è la sostanza, che non cambia se si aggiunge nel nome e nel logo una verde scritta ecologia. So che questa preoccupazione è condivisa da altri soggetti costitutivi di SeL, come l'Alleanza Lib-Lab, un esempio della capacità di attrazione del progetto, anche al di fuori dagli ambiti tradizionali delle sinistre. Sono qui, perché, come partecipante al Gruppo di Volpedo, sono impegnato nella trasformazione del PSE, il cui ultimo congresso di Praga rappresenta una decisa svolta a sinistra e con quella forza Sinistra e Libertà nel suo complesso si dovrà confrontare. Sono qui soprattutto per la ragione che i compagni della zona 8 di Milano, quelli con cui ho lavorato politicamente prima, durante e dopo le elezioni mi hanno eletto delegato in piena conoscenza delle mie opinioni sempre liberamente espresse in riunioni pubbliche. Un patrimonio prezioso di pratica unitaria, che non può essere disperso e che deve continuare in un costante confronto di idee e proposte. Questo spirito farà sì che alle prossime elezioni regionali lombarde si ricostituirà Sinistra e Libertà, una scelta avallata dalle Tesi approvate dalla maggioranza del Congresso provinciale straordinario del PSI di Milano e provincia e dal documento finale, in perfetta sintonia con le decisioni del livello regionale. Sono qui non per fare il socialista sciolto o in liquidazione, ma riconfermare un'adesione al progetto, che deve uscire rafforzato da questa assemblea.

79 commenti:

Dan ha detto...

Caro Felice,
è commovente la tua abnegazione nel salvare SEL (Sinistra Ecologia Libertà) che sembra un paziente in coma dopo TS ripetuti (Tentativi di Suicidio) ad opera di quelli ieri interni e che ora si chiamano la Federazione della Sinistra.....oppure Verdi "Sole che ride"....

Molti mi chiedono , se non sarebbe meno faticoso rafforzare PES.....in Italia? Un Partito Europeo Socialista anche in Italia?

Auguri, cmq.

Dan

Franco D'Alfonso ha detto...

Ho il sospetto che nel cadavere del PSI in tutte le sue forme degenerate e no sia stato piantato da tempo un paletto nel cuore...

edmondo rho ha detto...

Temo che il sospetto di Franco sul cadavere del Psi sia una certezza!
Il problema è come gestire la vita oltre la morte, forse dovremmo affidarci come leader al Conte Dracula?
Comunque, auguri (anche a Felice, per il suo impegno critico in SEL)
Edmondo Rho

sergio tremolada ha detto...

Mi sembra che il problema non sia salvare S. e L. ecc. ma di costruire una Sinistra nuova che si riconosca nel PSE anche con accenti critici per le precedenti "gestioni" e "politiche".

Lo si vuole e può fare?

Sergio Tremolada

PS i partiti in coma sono molti, anche quelli che non lo sembrano.

felice besostri ha detto...

Missione impossibile? Cerco di salvare SeL e PSI in un colpo solo. Il PSE è attualmente una confe4derazione di gruppi dirigenti di partitri socialisti nazionali ( e spesso grettamente nazionalisti) non è quyindi possibile una operazione tipo SFIO, cioè sezione francese dell'internazionale opraia, creando in Italia la S.I.P.S.E., la Sezione Italiana del PSE. SeL senza i socialisti è un'ennesima inutile versione di un partitrino di sinistra estremista. Se il PSI non si colloca a sinistra mi pare superluo, per i riformisti centristi il PD basta ed avanza

Carlo ha detto...

Ma poi e' mai esistito un progetto politico SeL? Ricordo che tra il 2006 e il il 2007 si discusse in lungo e in largo del nuovo soggetto politico che avrebbe dovuto unire Sd, Prc, Se, Pdci e non se ne fece nulla. Anzi dopo la straordinaria
manifestazione del 20 ottobre 2007 e il 'Non deludiamoci' di Liberazione, e' avvenuta la catastrofe elettorale del 13-14 aprile 2008. Tutta colpa del voto utile o di Mastella? No, c'era a monte proprio a novembre 2007 un progettino che coinvolgeva il Berlusconi del predellino su una riforma alla tedesca con lo sbarramento del 5%...E alcuni smaniosi di cacciare Prodi sbagliarono i loro calcoli riportando al Governo Berlusconi. E oggi? C'e' poco da inventare se non una entita' politica che riprenda aggiorni e riattualizzi una concezione di socialsimo di sinistra per non finire nelle braccia di Casini-Rutelli-Fini o in quelle di Ferrero-Diliberto-Salvi. Forza al lavoro, compagni!

luigi fasce ha detto...

Compagne e compagni rosselliani,
siccome non si riesce a convincere il popolo socialista disperso che
il PSI di Nencini non può essere considerato PES allora propongo di
diffondere il seguente questionarietto semplice semplice per darsi
sincera risposta.
Luigi Fasce www.circolocalogerocapitini.it


I COMPAGNI SOCIALDEMOCRATICI TEDESCHI NELL´ULTIMO
CONGRESSO DI DRESDA - 14 NOVEMBRE 2009 - HANNO RIPUDIATO
LA "TERZA VIA" (SEPPUR CAMUFFATA, SOSTANZIALMENTE UNA TOTALE
ASSIMILAZIONE AL NEOLIBERISMO) E CON NETTA SVOLTA A SINISTRA
SONO RIENTRATI NELL´ALVEO DEL RIFORMISMO SOCIALISTA
< .... Nel suo discorso di un'ora e 45 minuti, Sigmar Gabriel,
applaudito alla fine con un'ovazione di 7 minuti, ha buttato di fatto
a mare tutta la politica degli ultimi anni. Rivolto indirettamente a
Muentefering, Gabriel ha affermato che "chi spiega la disfatta
elettorale con il fatto che la gente non ci ha capito, ha qualche
problema in più di quello della comunicazione". Polemizzando con la
ricerca del "Neue Mitte", il nuovo centro, a cui puntò Schroeder,
Gabriel ha affermato che invece di cambiare il centro, spostandolo a
sinistra, "siamo cambiati noi".
Gabriel ha promesso un congresso ogni anno per dare voce alla base,
ha chiesto l'estensione della "Mitbestimmung", la cogestione, anche
alle aziende con meno di 2000 dipendenti, ricordando che "la Spd ha
avuto successo in passato quando non era il male minore..>
Il recentissimo congresso del PES a Praga - 7 8 dicembre 2009 - si è
posizionato anch´esso decisamente a sinistra e con un coro di
contestazioni di tutti gli intervenuti ha chiuso con il neoliberismo.

In Italia il PSI con le scelte di Nencini di chiudere con Sel e
aprire la fase della "casa dei riformisti" con il neoliberista PD di
Bersani e l´UDC teocon di Casini pare non sentire il vento di
sinistra del socialismo europeo..
SEI D´ACCORDO CON L´ATTUALE LINEA POLITICA DI NENCINI CHE
SPOSTA IL PSI A DESTRA INVECE CHE COME TUTTI I PARTITI
SOCIALISTI EUROPEI A SINISTRA ?

Si NO NON SO

E´ ben chiaro che spostamento a destra del PSI che significa
rinunciare a fare politiche socialdemocratiche per economia mista,
per riprendere il controllo di beni e servizi pubblici da parte di
stato e enti locali e per mantenere in piedi un welfare di qualità
saldamente in mano pubblica
SEI D´ACCORDO SU QUESTE POSIZIONI NEOLIBERISTE DI NENCINI

SI NO NON SO

Gli altri partiti socialisti europei non stanno subendo come noi in
Italia l´attacco oscurantista da parte di gerarchie vaticane-CEI e di
partiti cattolici conservatori e atei devoti come la Lega contro
laicità delle istituzioni e le libertà individuali e pertanto il PSI
di Nencini dovrebbe intensificare la difesa di laicità e diritti
civili ancora di più di quanto non abbia fatto la precedente gestione
Boselli
SEI D´ACCORDO CHE IL PSI DEBBA INTENSIFICARE LA DIFESA DI
LAICITA´ E DIRITTI CIVILI ?

SI NO NON SO

Peppe Giudice ha detto...

sia Boselli che Nencini sono stati e sono favorevoli alle privatizzazioni
(anchr quelle dei servizi pubblici
Sia Boselli che Nencini sono favorevoli all'impianto della legge Biagi (che
si basa sulla filosofia liberista della rimercificazione del lavoro) che
segue e peggiora il "pacchetto Treu" (Biagi era allievo di Treu)
Boselli e Nencini hanno messo Marco Biagi (iscritto alla Margherita) nel
Pantheon socialista insieme a Brodolini. Con tutto il rispetto doveroso per
un uomo che è stato ucciso per le proprie idee da fanatici sanguinari è
evidente che tra Biagi e Brodolini c'è un abisso (Brodolini con lo Statuto
dei Lavoratori si mosse in direzione della de-mercificazione dela rapporto
di lavoro); l'opposto della visione di Biagi (dovuta forse ad una certa
ingenuità da giuslavorista non in grado di percepire le dinameiche reali del
capitalismo attuale)
Nencini ha affermato che la precarietà è anche il frutto dell'esistenza di
lavoratori "garantiti" (cioè lavoratori con contratti a tempo indetermionato
che magari gudagnano poco più di 1000 euro al mese) e non invece dei
meccanismi perversi del modello liberista che concepisce il lavoro come
merce "usa e getta". In questo modo l'ineffabile Nencini accetta in pieno la
demagogia liberale della Bonino e di Giavazzi (il Lancillotto del liberismo
italiano) per cui l'unico modo di abolire la precarietà è abolire il
contratto a tempo indeterminato e far diventare tutti precari.
Nencini è il figlio di terza o quarta mano di coloro che hanno distrutto il
pensiero socialista in Italia (Amato, Martelli, Pellicani). Chi è socialista
ha solo una cosa da fare: abbandonare in massa il partito di Nencini (che
comunque dopo le regionali si squaglierà) e contribuire a costruire una
nuova sinistra. SeL ha i suoi limiti e le sue contraddizioni che non
sottovaluto (ma non credo che sia etichettabile come forza massimalista).
Come socialisti possiamo contribuire, stando nel processo, a correggere tali
errori.
Per cui credo che tutti i socialisti che credono alla ricostruzione del
patrimonio più autentico della nostra storia (liberandolo dalle deturpazioni
fatte da Amato, Martelli e Pellicani), consierano Nencini una variabile
estranea al socialismo e si sentono in sintonia con la svolta a sinistra
della SPD e di altre forze del socialismo europeo debbono unificarsi in una
associazione nazionale. Io personalmente ritengo che tale associazione possa
dare una mano al progetto di SeL, altrimenti ci astraeremmo dalla battaglia
politica in atto (essendo tutti d'accordo che il PS è finito e non ha senso
politico e che nel PD non vogliamo andare). Poi se SeL malauguratamente
dovesse fallire, avremmo comunque mantenuto l'obbiettivo di unificare l'area
socialista che ritiene che la collocazione nostra sia chiaramente a sinistra
del PD.

Gian Luca Chiesa ha detto...

Scusate ma questo "questionario" proposto dal Compagno Fasce, mi pare un po' tendenzioso, soprattutto nella seconda domanda, che parte da una premessa molto discutibile, infatti non vi è al mondo nulla di più incerto ed opinabile dell'economia, pertanto dire, soprattutto in Italia, paese già in crisi prima della crisi, causa una grave ingessatura di natura burocratica, dire che guardando al PD si scelgono politiche neo liberiste anziché socialdemocratiche mi pare assolutamente privo di fondamento. Peraltro, io non sposerei in modo univoco una teoria economica bensì adotterei una linea più mirata ad analizzare ogni singolo problema, stabilendo caso per caso quale metodo (o dottrina economica) utilizzare per affrontarlo. La storia ci insegna che tanto le politiche liberiste quanto quelle stataliste hanno pregi e difetti, pertanto, considerando che il bello del Socialismo è l'essere adogmatico, meglio sarebbe, secondo il mio modesto parere, cercare di avere sempre la capacità di scegliere quella più indicata, momento per momento e luogo per luogo, per migliorare le condizioni di vita del maggior mumero di persone possibili, pronti a modificare le tattiche e le strategie al mutare delle condizioni, fino al giorno in cui finalmente non si imparerà a creare davvero solide condizioni di crescita e sviluppo (sostenibile) per tutti e non a deciderle dopo eventi imprevisti ma prevedibili, (vedi l'attuale crisi mondiale).
Circa SeL, direi che ormai è come discutere di quali scelte fiscali dovrebbe fare l'amministrazione dell'Impero Romano... E' morta e sepolta. Molto più interessante è il discorso del PES e della sua rappresentanza in Italia. Credo che tutti abbiate letto sul sito del PSI l'intervento di Luca Cefisi; personalmente l'ho apprezzato molto e devo dire che per me ma non solo per me, sta rappresentando una luce nel buio di questi ultimi mesi: il PSI, che piaccia o no è in questo momento l'unico affiliato italiano al PES. Questo è un punto importante e può e deve essere un punto su cui iniziare a ricostruire un grande Partito Socialista in Italia. Sicuramente l'attuale dirigenza del PSI non è quella che compirà l'impresa però il rappresentare il PES in Italia è un talento che deve essere fatto crescere, il cui valore deve essere fatto salire. La sfida che chi si dichiara Socialista deve raccogliere è quella di lavorare per normalizzare l'Italia, arrivando a costruire il bipolarismo così come dovrebbe essere: a destra i conservatori Popolari ed a sinistra i Socialisti (noi), ammesse piccole riserve indiane di liberali, comunisti e neo fascisti. Sicuramente una impresa difficile ma possibile. Quale strada seguire? Come in economia anche qui non credo ci sia una ricetta precisa però sono convinto che condizione essenziale sia il rimanere ancorati all'appartenenza al PSE. Una delle cause che hanno portato rapidamente al fallimento SeL è certamente la mancata adesione di tutti i suoi componenti al PES. Se fosse durata si sarebbe ridotta come il PD, ossia un contenitore di soggetti in stato confusionale. Basta dire che il riferimento di molti componenti della defunta SeL era ( e probabilmente è) la Linke tedesca! La Linke, una accozzaglia di estemisti ed ex membri della est tedesca SED! Cmq, concludendo, il mio personale invito è quello di accogliere l'invito di Luca Cefisi e nella prospettiva di un PES destinato a divenire sempre più un partito unitario (e non più una federazione) in tutti i paesi d'Europa, operare anche in Italia per realizzarlo, unendo le forze ed adottando le linee guida che il PES stesso a livello europeo ci fornisce (mai letto "A New Social Europe"?) magari utilizzando l'attuale PSI come base e strumento per la costruzione Partito Socialista Europeo - Federazione Italiana.
Gian Luca Chiesa
PSI Tortona (AL)

sergio ferrari ha detto...

Credo che questo messagio di Beppe Giudice debba essere portato
all'Assemblea di. sabato di SeL. e che ci si debba dare un appuntamento per
avviare questa aggregazione in moda da essere presenti ai prossimi
apputameti di SeL in maniera più attiva e propositiva.
Sergio Ferrari

sergio grom ha detto...

In linea di massima sarei d'accordo con Giuseppe Giudice sulle sue
approfondite valutazioni e analisi dei limiti e dei difetti "neo-
liberisti" di Nencini e della Bonino. Però, posto che queste
considerazioni sono importanti, ma non "vitali ed essenziali" per il
futuro politico del nostro Paese (tutti precari? ma già lo siamo
diventati!!!) proporrei un'altra area di confronto, che in questo
momento sì, mi sembra vitale ed essenziale, ed è il confronto-scontro
con il cattolicesimo! Posto che nessuno si sognerebbe più di "vietare
il culto o chiudere le chiese", un bel confronto/analisi/studio/
approfondimento culturale di quelle che sono le ragioni umane
dell'alienazione religiosa in genere e, in particolare, della deriva
imperialista che la chiesa cattolica ha preso subito dopo la sua
legalizzazione costantiniana (in qualche paese più civile è in
visione nei cinema il bel film Agóra, sulla vita e, soprattutto la
morte di Ipazia, perseguitata intorno al 400 d.c. dai cristiani in
quanto donna e scienziata). Combattere culturalmente questo "minus"
della mente degli esseri umani che, in molti, forse troppi, grandi e
grossi, accettano di credere ancora al Babbo Natale di un dio da loro
stessi inventato mi sembra, questo sì, un terreno di confronto-scontro
e, si spera, incontro con quelle forze della sinistra: Socialisti,
Radicali, Verdi che, magari supportate dalla profondissima
teorizzazione di Massimo Fagioli sulla realtà, la mente e la nascita
umana, rappresentano, oggettivamente, l'unica speranza di una nostra
futura evoluzione politica e sociale.
Saluti socialisti sempre
Sergio Grom

sergio tremolada ha detto...

Con Boselli avevamo proposto una specie di Smig francese; relativamente alla
"Biagi" (impropriamente così denominata) avevamo ricordato, (del resto la
stesso Biagi lo aveva affermato) che prima ci doveva essere la riforma degli
ammortizzatori sociali. Con Nencini non ho letto nessuna proposta nuova
elaborata dal PS.

Ciao
Sergio Tremolada (Nuova Società)

francesco somaini ha detto...

Non sono iscritto al PSI. Ma penso che sarebbe un errore abbandonare quel
partito a se stesso.
Trovo semmai che l'obiettivo da porsi dovrebbe essere quello di fargli
cambiare linea politica.
All'ultimo congresso di Praga, anche il PSE ha rigettato di fatto le
tentazioni da "neue mitte" che hanno prevalso negli ultimi due decenni, ed
ha cominciato a riportare decisamente verso Sinistra la barra del Socialismo
europeo. Lo stesso deve avvenire in Italia.
Quanto a Sinistra e Libertà vedremo gli sviluppi che verrà prendendo. E'
certo però che se l'intento è quello di considerare i socialisti una
componente di serie B, o un parente povero, Sinistra e Libertà non potrà
andare lontano. Quel progetto ha un senso se si colloca entro una chiara
prospettiva socialista e se si raccorda con il Socialismo europeo (sia pure
con le sue specificità). Diversamente si condanna ad un rapido avvizzimento
(sul piano culturale prima, e su quello politico di conseguenza).
Un saluto,
Francesco Somaini (pres. Circolo Carlo Rosselli - Milano).

felice besostri ha detto...

SeL come progetto organico no, ma sembrava che si riunissero tutte le forze a sinistra del PD che non avevano o avevano perso nostalgia per il comunismo. Inoltre fare dell'ecologia uno dei temi portanti è. o dovrebbe essere, una delle caratteristiche del socialismo nel XXI° secolo. Bisogna imparare ad accontentarsi infatti " un cicin l'è mei de nagott", cioè un pochino è meglio di niente o anche, come in una canzone milanese " uno è più di nessuno"

davide vanicelli ha detto...

Questo tema, assai opportunamente proposto dal compagno Tremolada, mi sembra uno, se non il principale, nocciolo della questione, per le sue implicazioni politiche, economiche e sociali, oltre a quelle di cultura politica per il rilancio della socialdemocrazia (http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/economia/declino-stipendi/declino-stipendi/declino-stipendi.html?ref=search)

In estrema sintesi (mi rendo conto che il tema richiede molto più spazio di quanto ne abbiamo in una mailing list): il neoliberismo, con tanto di elaborazione scientifica di Milton Friedman finanziariamente sostenuta dai poteri forti americani, ci ha detto che per far crescere l'economia bisognava sostenere l'offerta, l'impresa e diminuire le tasse, meglio ancora se ai ricchi perché in questo modo si sprigionavano talmente tante energie che poi "ce ne sarebbe stato per tutti".

Non vi era nulla di più falso.

Il secolo breve aveva dimostrato esattamente il contrario: è la domanda a creare l'offerta, non il contrario. Sia quella privata che quella pubblica (Hobsbawm ha scritto in proposito delle cose di una semplicità e di una chiarezza assolute).

Ulteriore prova è la crisi economica che stiamo attraversando, la quale è solo in apparenza finanziaria - o meglio: ci vogliono far creder che sia tale - ma è di natura reale, perché per non REdistribuire reddito, magari tassando chi guadagna di più in favore di chi guadagna di meno, si è preferito far indebitare la gran massa di consumatori, fino a che la bolla è scoppiata clamorosamente, ma non inaspettatamente per chi non aveva le fette sugli occhi.

E questi trent'anni, tra l'altro, non hanno riscontrato un boom dell'economia: i tassi di crescita sono significativamente più contenuti di quelli del trentennio precedente, quello socialdemocratico, per intenderci.

A questo punto mi chiedo: quale cultura politica, quali valori proponiamo noi socialisti in un mondo in cui parlare di pubblico, redistribuzione del reddito, tasse, spesa pubblica risulta ripugnante per le masse abbindolate dai messaggi del successo facile sempre, comunque e a portata di mano per chiunque? Qual è il sole dell'avvenire che proponiamo dopo la fine del comunismo e dopo Bad Godesberg (visto che non bisogna buttare il bambino con l'acqua sporca)? Quali messaggi, di forte valore simbolico e di segno contrario al "fatti gli affari tuoi, che è la cosa più importante", lanciamo?

Una caro saluto

Davide Vanicelli

luigi fasce ha detto...

Caro compagno Chiesa,
sei quello di Volpedo che ci ha ospitato ?
Comunque sia mi pare sia il caso di risponderti pacatamente ...
pare che noi due seguiamo in campo socialista due scuole di pensiero.
Però non posso lascire correre l'accusa di tendenziosità.
Mi pare ovvio che io faccia domanda partendo da mie considerazioni su
come intendo io l'economia socialdemocratica ... più che tendenzioso
convinto ... poi altra affermazione che noi socialisti (per fortuna
secondo te) saremmo a-ideologici ... ahibò ... ci sono ideologie di
destra conservatrici liberiste e ideologie di sinistra progressiste
socialdemocratica ecologiste. Ideologia viene da idea senza idee che
orientano il percorso politico si fa come Nencini ..."seguitemi mi
sono perso".
Poi a un questionario si può rispondere si no non so
se qualcuno con altra scuola di pensiero socialista ne vuole
formulare uno suo financo tendenzioso ... faccia pure.
Dialoghiamo ? Devo confessare che pur rispettoso del pensiero di
Guido Calogero, il filosofo del dialogo ... a volte trovo qualche
difficoltà a dialogare ... specie quando presuppongo che i miei
interlocutori dovrebbero avere il mio stesso back ground di cultura
politica essendo dello stesso circuito di Volpedo.
Però ...lo dico da psicologo che sono "grandi sono i disturbi della
comunicazione" ! Dunque anche il dialogo diventa faticoso.
Sempre un fraterno saluto.
Luigi Fasce

Pierpaolo Pecchiari ha detto...

Purtroppo i presunti dirigenti del socialismo italiano si preoccupano più di inventarsi un ruolo di mediazione tra Casini e Bersani, o di trovare notai presso cui depositare accordi elettorali segreti, che non di fare politica.
Parlare di far cambiare linea politica a quel simulacro di partito è una contraddizione in termini.
Ormai dobbiamo rassegnarci: la nostra condanna e quella di rimanere socialisti, ma senza avere più un partito in cui riconoscersi davvero - insomma: i Cavalieri Jedi della sinistra italiana...

Pierpaolo Pecchiari

Dario Allamano ha detto...

"Ma l'idea che è in me non muore"

Caro Pierpaolo
siamo tutti figli di un modo di pensare la politica vecchio, e continuiamo a
pensare di poter rinnovare la sinistra utilizzando modi di pensare e modelli
partitici che ormai non hanno più senso.
Cerco di spiegarmi meglio.
I Partiti nazionali sono ormai una razza in via di estinzione, purtroppo la
forma del Partito sovranazionale non ha ancora preso piede.
A Praga Besostri ha posto il problema (applausi dall'aula), questione ripresa
anche dalla Aubry, il che significa che è una questione sentita e che andrà
sviluppata, è comunque un nostro obiettivo che inizia a prendere forma, ma
tutto ciò non basta.
Con l'approvazione della Carta di Lisbona il modello dell'Unione Europea ha
finalmente assunto una configurazione sufficientemente chiara. Esiste
peraltro all'interno di questo modello una contraddizione che è emersa anche
nell'occasione della trombatura di D'Alema (che è tornato a far danni in
Italia, ma questo è un altro discorso): il prevalere del modello
inter-governativo rispetto al modello Comunitario.
I partiti socialisti nazionali debbono prendere atto dell'evolversi della
situazione, spogliandosi di parte del proprio potere per farsi promotori del
rinnovamento (in Italia veramente il PS è nudo per cui non perderebbe
niente).
Nel momento però in cui si sceglie una linea politica contraria (più potere
alle Istituzioni europee) a quella della Lega (niente potere alle Istituzioni
europee), dobbiamo avere anche la lucidità di comprendere che la Lega tutti i
torti non ha, il potere si è allontanato dai cittadini, la politica
inciucista ormai è diventata "dottrina", occorre perciò ri-avvicinare il
potere politico-amministrativo ai cittadini, per cui più potere, ma anche più
democrazia (per cui via le leggi Bassanini) agli Enti elettivi locali (i
Consigli).
É a questo livello che si "impara" la democrazia.
Questo può essere un nostro compito, da svolgere nel 2010.
Cosa farà il PS(I) ed i suoi dirigenti saranno cavoli loro, noi dobbiamo tener
viva l'idea di un socialismo, quello municipale e delle case del popolo, da
cui poi nacque il PSI a Genova, il resto è fuffa.
Dario Allamano

Sergio Tremolada ha detto...

Forse il PS(I) è così perché la maggioranza dei Socialisti non si iscrive e cambia le cose; non ho mai creduto che il miglior modo di cambiare una struttura politica sia quella di demolirla e poi ...

Non ne conosco alcuna.

Sergio Tremolada

Giovanni ha detto...

Caro Sergio,
apprezzo la tua fiducia nel ruolo dei partiti e nella possibilità di cambiarli dall'interno. Molti di noi la pensavano così ancora negli anni '80, con i risultati che si sono visti. Putroppo aveva ragione Salvemini: le burocrazie dei partiti sono irriformabili. Sarebbe quindi l'ora di cominciare a lavorare seriamente su altre forme di aggregazione, utilizzando (e non venendo utilizzati) dai partiti.

Giovanni

ezio giungato ha detto...

Mi trovo totalmente d'accordo con la disamina di Gianluca e le sue conclusioni. Se vogliamo ancora impegnarci in politica come socialisti, non possiamo che farlo impegnandoci a costruire un grande partito della sinistra che abbia non solo il PES come punto di riferimento ma che sia in grado di contribuire alla sua modernizzazione ed al suo sviluppo.

L'articolo di Cefisi, che allego per maggiore chiarezza e divulgazione, ben rappresenta un nuovo modo di affrontare la questione socialista in Italia nel rapporto vincolante con il PES, che inevitabilmente dovrà "crescere" e diventare a sua volta vero partito.

Vogliamo parlarne?

Auguri a tutti di un buon Natale ed un Felice 2010!!!!!!!!!!!!!!

Ezio Giungato

claudio bellavita ha detto...

ecco: disponiamo appunto di un microossevatorio sul funzionamento delle burocrazie dei partiti: qualcuno di noi ha partecipato alla vicenda e potrebbe raccontarci come e dove Nencini è stato tirato fuori dal cappello...

silvio brienza ha detto...

Leggo da tempo questa discussione sul ruolo dei partiti e del PS(i) nonchè di Nencini che distrugge il PS; però sulla vicenda Nencini posso chiedere dove erano gli altri e alti dirigenti, intellettuali, teorici ?? tutti emarginati ??? e tutti quelli che addossano a Nencini tutte le colpe possibili cosa hanno fatto ?? Tremolada ha ragione, al di fuori dei partiti restano soltanto teoriche aggregazioni tipo Agorà, girotondi, ristretti circoli di intellettuali. Mi pare che sia troppo comodo addossare le colpe a Nencini (e anche Bettino Craxi) e...giustizia è fatta !

Silvio Brienza

Giovanni ha detto...

Dalla lettera di Tristano Codignola a Gaetano Arfé, 17 ottobre 1981 (pubblicata da Paolo Bagnoli, Il socialismo di Tristano Codignola, Biblion, Milano 2009)

Qualsiasi cosa si faccia, dentro fuori il Partito, per arrestare lo spaventoso degrado politico e morale in atto, è un aiuto alla battaglia comune. Se il Partito si salverà, esso tornerà ad essere il naturale punto di riferimento; ma è saggio pensare che si verifichi la possibilità opposta, ed allora bisogna predisporre per tempo le basi di un'alternativa, che sia capace di tenere conto delle trasformazioni della società, non per accettare il trasformismo, ma per predisporre nuovi strumenti politici di partecipazione e di trasformazione

luciano montauti ha detto...

Carissimi,l'importante è non pensare a se stessi ma ai problemi reali dei nostri cittadini che per conto mio non si risolvono con un'appiattamento sulle posizioni del PD,personalmente credo sia utile costruire una formazione a sinistra del PD che sia di governo e non solo di protesta fine a se stessa e poco importa se quel contenitore non è il PSI ,l'importante è quello di riempirlo con le nostre idee e con le nostre tradizioni.
Sono certo che ce la faremo!
L.Montauti.

Circolo Rosselli Milano ha detto...

Un viatico autorevole per SEL ? A me pare così !
Luigi Fasce

Dario ha detto...

caro Giovanni
concordo in toto con quanto scrivi, io l'esperienza dell'immutabilità dei
cosiddetti dirigenti socialisti l'ho sperimentata anche negli anno 90 e 2000,
è la burocrazia si autoperpetua nei secoli.
Sono anche d'accordo con te sulla necessità di lavorare ad altre e innovative
forme di aggregazione, è esattamente il motivo per cui è nato e sta crescendo
il Gruppo di Volpedo.
Dario

marco ligori ha detto...

E' miope chi non si rende conto che SeL è morta! Oggi eletto portavoce (per acclamazione sic!) Vendola nel nuovo partito Sinitra Ecologia e Libertà. Siamo furi l'idea originaria di Partito. Siamo dinanzi una sorta di Rifondazione 2. I socialisti non ci possono stare, al rimorchio, in una roba del genere....
Saluti

Giampaolo ha detto...

Luciano ha scritto: "....credo sia utile costruire una formazione a sinistra del PD che sia di governo e non solo di protesta fine a se stessa...."

Ma perché abbiamo questo complesso? destra sinistra; sinistra destra! Non basta dire costruiamo una forza diversa dal PD. NOI SIAMO UN'ALTRA FATTISPECIE ! Prima di tutto storico/culturale.

Sergio Tremolada ha detto...

Perchè pensare che l'organizzazione della politica sia possibile solo con i partiti che conosciamo?
Tuttavia ho militato in due associazioni (LIPU e WWF) eppure la solfa è solo quella che conosciamo: una struttura di dirigenti che tendono alla autoconservazione. La soluzione potrebbe essere quella di porre un termine statutario alla loro presenza ai vertici garantita da "una personalità (struttura?) giuridica" indipendente.

Sergio Tre

Sergio Tremolada ha detto...

Bene ma la questione è sempre quella: qual'è la nuova straordinaria struttura organizzativa, come dovrà funzionare? I Circolo di Meidner in Svezia? I Club di americana derivazione? Le Organizzazioni tematiche che si sciolgono una volta definita la proposta tematica?

Proviamo a discuterne senza pregiudizi; quando ero Segretario cittadino del Si prima e SDI dopo ho tentato di organizzare tale dibattito ma con scarso successo anche se si tentò una riforma organizzativa (decentramento della struttura della Federazione non più in grado di essere punto reale di riferimento di quelle due modeste Organizzazioni.

Sergio Tremolada

patrizio vannini ha detto...

Credo anche io che se vogliamo riportare il pensiero e il linguaggio Socialista ancora nel dipattito politico dobbiamo per forza farlo solo con l'aspirazione del PSE e con tutte le forze che si riconoscano sotto quella bandiera altrimenti non potremmo mai ricominciare e avremmo sempre le divisioni che giustamente ogni parte politica porta ,ma se lo scopo è quello di inpegnarsi con il simbolo PSE finirebbero divisioni difficili da sconfiggere .
E giustamente la mico Gianluca a fatto il richiamo al PSE che sono perfettamente d'accordo .
Anche io come Ezio mi unisco agli auguri di buone feste .

Patrizio Vannini

peppe giudice ha detto...

non è una Rifondazione 2. Se uno avesse ascoltato l'intervento di Vendola,
avrebbe potuto notare la grande apertura alla tradizione socialista , quella
vera e non certo quella di Nencini. Eppoi i socialisti saranno presenti nel
processo costituente con l'Associazione Socialismoesinistra e l'Associazione
Labour. Non ceto politico da sistemare, ma militanti ed intellettuali che
vogliono in autonomia dare un contributo per il progetto di una nuova
sinistra socialista, antiliberista e libertaria.

roberto biscardini ha detto...

I socialisti del PSI è da tempo che hanno deciso di non starci.
Altri socialisti sparsi sono ancora con un piede dentro e uno fuori.
Quando come dice Vendola questo nuovo partito si unirà a Rifondazione, come dice Vendola sul numero di Altri oggi in edicola, la partita purtroppo, dico io, sarà chiusa.
Biscardini

roberto biscardini ha detto...

I socialisti del PSI è da tempo che hanno deciso di non starci.
Altri socialisti sparsi sono ancora con un piede dentro e uno fuori.
Quando come dice Vendola questo nuovo partito si unirà a Rifondazione, come dice Vendola sul numero di Altri oggi in edicola, la partita purtroppo, dico io, sarà chiusa.
Biscardini

Circolo Rosselli Milano ha detto...

Caro Roberto,
la partita sarà chiusa anche perché, aggiungo io, qualcuno ha deciso di sfilarsi dal progetto per inseguire il PD (!) e l'UDC (!!!).
Ciao
Giovanni

sergio grom ha detto...

Non so, forse non capisco, ma è un po' di giorni che ricevo queste
mail in cui si parla di Sel, di Nencini, di rifondazione ecc ecc e non
ci sto capendo più un acca...!
Il punto è che Berlusconi governa e manca una vera opposizione, con
una struttura ed una propria visione politica. Ma se ci richiamiamo
tutti al Socialismo, perché discutere litigare ecc ecc?
Sì, va bene, il socialismo non gode di molta salute, ma non è morto,
anzi, non è mai realmente nato, ed è l'unica strada da percorrere
anche perchè non è mai ancora stata tentata..
Lo vogliamo costruire allora questo partito o movimento anche
culturale per la rifondazione del socialismo?
Ed alle elezioni un evviva per quello che ha detto Ferrero: anche con
Casini a capo di un governo di liberazione, per mandare innanzitutto a
casa Berlusconi...poi, con molta calma, ricerca sulla politica e sulla
realtà umana...ed un programma soft di riforme di base...
Saluti sempre socialisti
Sergio Grom

giorgio righetti ha detto...

Anch’io sono molto dubbioso sul futuro del nostro Partito (PSI).



Credo sia finito da un po’ il tempo di “non starci”. Con il naufragio della tanta auspicata unificazione socialista (abbiamo preso meno voti di quando eravamo SDI), si sono concluse, a mio avviso, tutte le possibilità di rifar nascere un partito Socialista in Italia.

Non essere stati all’assemblea di SEL ha fatto si che ancora una volta il PS non sarà tra i muratori di una casa socialista in Italia. E i treni quando si perdono, si perdono.



Mi chiedo chi ci seguirà nella scelta strategica di fondare un aggregazione di stampo socialista europeo, visto oggi nel nostro Paese tutti hanno già un partito.



In Veneto stiamo facendo scelte diverse. Noi vogliamo che le nostre idee continuino a vivere e non che restino elemento di discussione degli storici. Per questo alle prossime elezioni regionali ci presenteremo, insieme agli altri, con il simbolo di SEL.



Perché, come mi diceva sempre mio nonno, le radici servono, ma se l’albero non da frutti prima o dopo va tagliato per far legna da camino.



Giorgio Righetti (PSI Verona)

patrizio vannini ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con Biscardini noi non centriamo niente con Rifondazione e company questi sono Partiti che non centrano niente con la nostra storia e niente centrano con il PSE ,loro sono la Sinistra Radicale quella dei no e quella delle risse in piazza noi siamo stati e saremo la Sinistra delle Riforme vere .


Patrizio Vannini

luigi fasce ha detto...

Inveci io sono totalmente in disaccordo con Biscardini, questo PS(I)
di Nencini e Biscardini non è socialista europeo è liberista con
Bersani e teocon con Casini ... bella casa dei riformismi con questi
tre personaggi Bersani, Casini e piccolo piccolo senza "eletti"
Nencini.
Poi quali saranno mai queste vere riforme presagite da Vannini ? mah
... costituzionali per farci governare dal capo di governo capo
assoluto ? quello che tanto sarebbe piaciuto a Craxi ?
Ognuno che si dice socialista vada dove sente di andare - certo
abbiamo visto i Cicchitto e i Sacconi compreso De Michelis - dove
sono andati.
Meglio ma molto meglio a sinisgtra con gli ex comunisti che a destra
con i liberisti-teocon.
Luigi Fasce

Pier Paolo ha detto...

Mah!

Chi immagina che SEL sia una specie di Autonomia Operaia riveduta e corretta per mettersi al passo con i tempi dovrebbe leggersi il documento presentato a Roma, che qui allego: http://www.sinistraeliberta.eu/assemblea19/bozza_programma.pdf

Se poi, dopo questa istruttiva lettura, vi fosse ancora qualcuno che vede in SEL un covo di estremisti, delle due l'una.
O capisce poco di politica, o è in malafede.
Purtroppo ultimamente nel PS vi è chi riesce a fare le due cose contemporaneamente...

E comunque meglio "estremista" che perdere tempo nell'illusione di resuscitare, sia pure di fronte a mutate condizioni, l'esperienza del Pentapartito.

PpP

carlo ha detto...

Il dibattito e' certamente interessante e offre tantissimi spunti di riflessione. Intanto mi pare del tutto evidente che la tensione o la voglia di fare e impegnarsi a far politica non manchi. Poi che con le diverse sottolineature sia prevalente in tutti l'esigenza di 'riforme' necessarie al Paese. Il punto dolente e' quali forze siano, possano essere garanti di un reale processo di 'riforme' aggiungendo una parolina in disuso: "di struttura". O me che Bersani, Casini, Rutelli o D'Alema o lo stesso Vendola si dicano riformisti, non basta affatto: chiunque anche Berlusconi parla di riforme! E allora non si puo' giocare con le parole: da lombardiano incallito esigono, pretendo da chiunque che a "riforme" faccia obbligatoriamente seguire "di struttura" e che non ci sia nulla di riprorevole nel dirsi oggi nel 2009 "socialisti rivoluzionari". La si smetta di dividersi tra ex-socialisti, ex-comunisti: sono categorie prive di senso! Cio' che conta e' aver chiaro l'obiettivo e perseguirlo con integerrima coerenza: siamo d'accordo che l'unica, la sola 'via d'uscita' praticabile e possibile e' il socialismo, che non ha nulla a che vedere con vecchio e nuovo Psi? E che per esser tale, ossia attirare su di se consensi passioni, aneliti ad una societa' diversa e nuova, non puo' che essere 'di sinistra'? Pena, la riedizione addulcorata delle socialdemocrazie europee claudicanti? E allora si cominci da qui: dall'inventarsi il 'socialismo di sinistra' del XXI secolo prendendo il meglio dalla nobile, onesta, coerente, lungimirante esperienza del passato che ha annoverato gente com Lombardi, Foa, Trentin, Basso, Codignola, e perche' no? il grande filone dell'azionismo tanto indigesto a D'Alema oggi come ieri a Togliatti, oggi a Nencini come ieri a Nenni e Morandi? Questa per me e' la sola strada possibile, la 'via d'uscita' a sinistra dalla deriva catto-comunista in corso d'opera!! Casomai arricchendola e sostanziandola con una riflessione ed attenzione particolare alla distinzione netta tra 'bisogni' ed 'esigenze', tra beni di consumi e beni di acculturazione, qualita' della vita, dignita' umana, diritti civili perche', come recita lo splendido art. 3 della Costituzione, mutuato da "il libero sviluppo di ciascuno e' la premessa per il libero sviluppo di tutti" di Carlo Marx, per cui a ciascuno sia data la possibilita' di farsi la propria identita' e decidere della propria vita. Per far cio' che si chiami gruppo di Volpedo, SeL, Pinco Pallo conta poco: l'importante e' ritrovarsi su quest'impostazione ideale. Buon proseguimento a tutti

fabio mischi ha detto...

Con molta tranquillità ed umiltà una risposta con una domanda a Patrizio Vannini , ma Vendola non si è scisso da RC ? Ed allora cosa centra quel:"noi non centriamo niente con rifondazione e company".Se volete veramente mettere in discussione il pensiero di Nichi Vendola andatevelo ad ascoltare su radio radicale e poi giudicate.

Fabio Mischi

luciano montauti ha detto...

Cari compagni,ma finiamola di litigare tra noi,ognuno prenda la strada che vuole senza buttare fango su chi sceglie altre strade che sono semplicemente tre:
1) tenere il cerino in mano del ps uguale allo 0,3%.
2) fare come in Toscana uguale entrare nel PD.
3) costruire un'alternativa di sinistra e di governo uguale RIFONDAZIONE SOCIALISTA.
Io sono per la terza ipotesi e mai nessuno mi convincerà di cambiare opinione.
Quindi non rompiamoci il capo a pretendere di aver ragione e volerla imporre agli altri.
Saluti e BUONE FESTE a tutti.
L.Montauti.

leo ha detto...

Concordo con tutti Voi, ma il percorso di costruzione di un rappresentativo PS in Italia in attesa che il PSE si dia una struttura unitaria europea, secondo me, sarà molto molto molto molto lungo. Concordando, inoltre, sul fatto che ogni caso vada bene analizzato, direi: la Terza Via non è stata un fallimento poichè portò i laburisti al governo britannico e, forse, i socialisti spagnoli al governo dopo anni di opposizione e molte cose buone sono state fatte e per me si possono ancora salvaguardare, oggi se i laburisti britannici e i socialisti spagnoli perderanno le elezioni non dovremmo stupirci perchè lì è semplicemente finito un ciclo durato anni; il caso tedesco, se la Germania è uscita fuori dalle secche può ringraziare anche la responsabilità politica dell'SPD che ha contribuito a costituire il governo di emergenza nazionale purtroppo però regalando tutta la visibilità alla cancelliera CDU Merkel, la Linke, il cui leader Lafontaine pare che sia in fase di ritiro dovuto a qualche problema forse etico e personale, può rappresentare poco in Europa perchè in effetti è costituita pressochè da nostalgici ex DDR, non mi stupisco che in tale fase di crisi SPD e Linke il nuovo leader SPD Gabriel punti a recuperare parte dell'elettorato Linke spostandosi più a sinistra; i socialisti greci hanno vinto le elezioni più che per merito loro, per la completa disfatta ed incapacità del centrodestra locale, ma non li invidio per la "gatta da pelare economica" che debbono risolvere ossia un deficit/PIL al 12,7% previsto per il 2009 con un debito pubblico peggiore del nostro; e via dicendo.

Come sempre dipende e vediamo ...

Auguri.

Leo

dario ha detto...

Come sempre quando c'è da parlare di politica i socialisti si fanno in
quattro, nel senso che non essendo stati capaci nel quindicennio passato ed a
tutti i livelli, a produrre un Progetto politico condiviso ognuno, si sente
depositario del "verbo" e provvede a dire la prima cosa che gli passa per la
testa.
Ho l'impressione che molti compagni si sentono "importanti" non se esprimono
idee politiche, ma se parlano male di qualche altro socialista, purtroppo è
un vecchio difetto derivante dalla vecchia subalternità della cultura
socialista nei confronti di quella comunista.
Ma davvero cari compagni pensate che ai cittadini normali interessi più di
tanto la definizione della caratura socialista di Nencini o piuttosto la
quantità di apprezzamenti ai socialisti fatti da Vendola?
Sono sempre più convinto che se il livello della discussione resta così basso
non ci sono speranze, sembriamo tante vedove inacidite, che non hanno ancora
rielaborato il lutto della morte del compianto, o peggio ancora membri di
qualche clan di tifosi ultras.
Tra tutti gli interventi che ho letto in questi giorni, quelli obiettivi sono
stati veramente pochi, in particolare mi è parso molto interessante quello di
Gianluca Chiesa, che si può condividere o meno, ma almeno ha il pregio di
affrontare la "questione socialista" dal versante contenuti.
Se tutti faremo lo sforzo di remare in una unica direzione forse la piccola
barca dei socialisti terrà il mare, altrimenti lo sforzo per rimettere
assieme tutti i socialisti ovunque essi siano avrà poche speranze di andare
riuscire.
Con amarezza
Dario Allamano

stefano bazzoli ha detto...

Caro Pierpaolo,



ci sono molte parti condivisibili di questa bozza di programma di SeL.

Il laicismo è apprezzabile, la parte sociale ed antiliberista interessante.

Come al solito il mio personale travaglio riguarda la politica estera e la lotta al terrorismo internazionale (sì, proprio quella che SeL ritiene una copertura per crimini imperialisti).



Nel metodo ritengo che questa parte dovrebbe essere una priorità assoluta per qualsiasi forza politica, mentre non lo è per nessuna (solo i radicali, come al solito, parlano con una certa costanza di politica estera).



Nel merito, sul cosiddetto “disarmo”, sul “superamento” della NATO, sull’uscita dall’Afghanistan (intervento definito “inutile”), considero inaccettabile il documento.

In questa parte è agli antipodi non solo della mia posizione (che è il meno), ma certamente delle recenti (ultimi 10 anni) posizioni socialiste in Italia, e penso in particolare a Boselli.

La non-violenza è una pratica condivisibile se il bersaglio è una democrazia (vedi Gandhi). E’ un’utopia disastrosamente dannosa se il bersaglio è l’intolleranza ed il fanatismo (vedi Monaco 1938).

Per me questa parte internazionale è sufficiente a non prendere nemmeno in considerazione l’eventualità di votare SeL (a livello nazionale o europeo), anche nell’improbabile caso che ritorni sulle schede.

Se poi mi chiedete qual è l’alternativa, per ora, ammetto tutta la mia indecisione e tutto il mio scoraggiamento, non sentendomi rappresentato sufficientemente da alcun partito.

Credo però che nell’ “appello di Volpedo” per un rinnovato e rivitalizzato ruolo del PSE ci sia ancora molto di buono.



Stefano Bazzoli

peppe ha detto...

questa trovata di SEL estremista è l'ultima idiozia di chi
vuole difendere l'indifendibile: un presunto PS di fatto più a destra del PD!

felice besostri ha detto...

Usciamo dal generico quali sono le riforme vere patrocinate dal PSI negli ultimim 5 anni?. Non dico riforme approvate, ma almeno proposte con ddl quando avevamo almeno un parlamentare. iL PROBLEMA DI FONDO è CHE I SOCIALISTI SONO INSUCURI E PERCIO' TEMONO il confronto e la contaminazioni e si rifugiano in un passato mitico ed apparentemente rassicurante. Come chi in tempi di globalizzazione si rifugia nelle piccole patrie. cari compagni su con iulmorale io se incontro uno che ha avuto qualche trascorso in rifondazione non ne ho paura, storicamente abbiamo avuto ragione noi. cosa dobbiamo temere. o tutto ciò è un alibi per entrare nel PD di riffa o di raffa ed individuare nell'UDC l'alleato principale tanto da commemorare Nenni con Casini: talmente interessato che neppoure si è fatto vedere.

sergio tremolada ha detto...

Forse non è così vero che ci richiamiamo tutti al Socialismo; molti aderenti
a S. e L. pensano che il PSE sia da superare (al contrario del PD, da
sinistra) per l'unità delle Sinistre almeno in Italia.
Nel dibattito di S. e L. non v'è traccia del recentissimo dibattito del PSE
di Praga.

Sergio Tremolada

peppe ha detto...

Fabio ha perfettamente ragione. Ascoltate l'intervento di Vendola e vedrete che probabilmente è più moderato del vecchio Nenni. Ma già, per molti di voi la tradizione socialista non è quella dei socialisti Nenni, Basso, LOmbardi ma dei non-socialisti Amato, Pellicani e Martelli.
Allora siamo un'altra cosa!

luigi fasce ha detto...

Condivido tutto quanto caro compagno, però con quale naviglio si può
riprendere il cammino indicato ? Gruppo Volpedo, SEL pinco pallo.
Qui c'è da fare la scelta operativa dopo tanto giusto e alto parlare
... in questo frangente, senza nessuna pretesa di esser il solo nel
giusto, opto per SEL. Potrei allargarmi e portare tanti motivi ma
insomma parlo a compagni intelligenti o si vuole o non si vuole.
Pur mantenendo l'adesione al Gruppo di Volpedo che ritengo
fondamentalmento un crogiuolo di cultura politica di sinistra (come
sapete per me liberalsocialismo è sinonimo di sinistra) che può
supportare felicemente in questo SEL. Poi siccome l'unica corrente
ancora nel PSI - ma non solo - è www.socialismoesinistra.it ne
seguirò il destino politico dentro (aspettando il congresso
straordinario del PSI prima delle elezioni regionali) e poi se
necessario fuori in SEL.
Mi auguro altresì che tutta la galassia liberalsocialista,
riformista, LIB LAB e quantaltro dopo gli utili tentativi di
riportare in SEL il PSI (per i verdi è bella pretesa, ci basta essere
ecologisti come i socialisti europei (Manifesto Madrid e congresso
Praga)
Ideali e prospettive ma anche scelte operative qui ed ora.
Un fraterno saluto e buone feste a tutti.
Luigi Fasce www.circolocalogerocapitini.it

peppe ha detto...

Carissimo Dario
rifondare il PSI è impresa impossibile, a meno che non si sia estremamente
chiari su ciò che noi definiamo socialismo. Un socialista non può essere
favorevole alla privatizzazione dei beni collettivi e di quelli sociali. Un
vero socialista è per l'abrogazione della legge Biagi (ma anche per il
superamento del Pacchetto Treu) in quanto strumenti di ri-mercificazione del
lavoro e di abbassamento di fatto di diritti e tutele. Un vero socialista si
colloca alla sinistra di un partito di centro-centro-sinistra come il PD. Un
vero socialista intende costruire una alternativa organica al modello
economico e sociale liberista rifiutando le derive liberaloidi e non
socialiste dei Blair, degli Amato, DEgli sSChroeder. Il congresso della SPD
tedesca ha segnato una netta svolta a sinistra ed un recupero di quel
programma di "Bad Godesberg" che pur essendo considerato revisionista nel
1959 rispetto al programma dei DS (o peggio del PD ) sarebbe di estrema
sinistra.
Se queste sono le caratteristiche del socialismo la scelta è netta e non ha
niente a che vedere con le tifoserie.
Se uno condivide l'Appello di Volpedo non può stare nè con il PD nè con
Nencini (PD in sedicesima) ma credo debba contribuire la costruire una nuova
sinistra con Vendola.

luciano belli paci ha detto...

Concordo con Stefano nel rilevare i gravi difetti del programma di SEL in
materia di politica estera, e non solo (energia nucleare).
C'è una sorta di coazione a ripetere vecchi slogan sul pacifismo assoluto,
contro la NATO ("senza ricadere nella scelta della formazione di un esercito
europeo" SIC !!!), per il ritiro dall'Afghanistan, come se il tempo fosse
passato invano.
Come se la storia del '900 non ci avesse insegnato che il pacifismo assoluto
è il migliore alleato di Hitler e Stalin, che il valore assoluto non è la
pace (che può essere quella delle fosse comuni), bensì la libertà.
Come se la sinistra potesse continuare ad ignorare che il terrorismo è una
minaccia reale, che il fondamentalismo islamico è aggressivo ed
espansionista e non va scambiato con una forma di reazione alle colpe - che
pure ci sono - dell'occidente.
E non sono gli unici difetti del programma Solo per fare qualche esempio,
manca ogni accenno al PSE, alla cogestione delle aziende (art. 46 cost.), ai
problemi dei liberi professionisti, che fanno parte anch'essi del mondo del
lavoro ...
Eppure, a differenza di Stefano, non solo ho votato e rivoterò per SEL, ma
ho perfino dato la mia adesione a questo soggetto allo stato nascente.
Non credo di essere preda di una forma di dissociazione mentale.
Semplicemente individuo una priorità politica.
La posizione di SEL in politica estera mi pare obiettivamente irrilevante,
anche perché l'Italia di Berlusconi, avendo stabilito che la politica estera
si identifica con gli affari con i selezionati amici del premier, è
pressoché irrilevante nello scenario internazionale.
Invece è cruciale, a mio modesto avviso, la costruzione di un soggetto
politico di sinistra di governo, di sinistra laica, di sinistra
antiliberista (uffa, una volta sarebbe bastato dire "socialista" ...), alla
sinistra del PD.
Mi pare che solo SEL si proponga di svolgere questo ruolo.
Che poi ci riesca è un altro paio di maniche.

Luciano Belli Paci

pierpaolo ha detto...

Sono d'accordo con Luciano.

Primum vivere, deinde philosophari.

Innanzitutto dobbiamo pensare a come far sopravvivere l'esperienza della
sinistra storica italiana. Per motivi simili, mi pare che PD e PS
abbiano rinunciato a questo ruolo, forse troppo a cuor leggero. Del PD
si è già detto e scritto tutto il male possibile, semplicemente è un
partito che ha rinuciato ad essere di sinistra (... e a nessuno venga in
mente di sostenere che questa distinzione non è più attuale, o si becca
da me dieci cartelle su situazione economica e sociale in Italia,
accompagnate da un'abbondante bibliografia!). Del PS ormai non si può
dire più nulla, soprattutto perché esiste solo nei vaneggiamenti di
alcuni professionisti della politica, per i quali il ritorno a quella
che Berlusconi definisce "la trincea del lavoro", ammesso che l'abbiano
mai conosciuta, sarebbe come bere da un calice amarissimo.

SEL è l'ottimo, un punto d'arrivo? No, SEL non è l'ottimo, ma il
possibile ora; e non è un punto d'arrivo, ma un punto di partenza. Che
ci piaccia o no, l'unico possibile.

PpP

pier paolo ha detto...

Sono contento di vedere che c'è qualcun'altro che ha capito che la
cosiddetta legge Biagi va abolita.

Basta blaterare di flexsecurity! L'Italia non è la Danimarca o l'Olanda,
la legge 30 ha legalizzato lo sfruttamento e, ironia della sorte, ha
reso possibile la schiavizzazione anche di quei giovani che un tempo
sarebbero stati considerati "forti" al momento di entrare nel mondo del
lavoro, perché ben preparati, in possesso di lauree serie, con
esperienze di stage all'estero, e con la conoscenza delle lingue.
Non è concepibile che un ingegnere con 2 o 3 anni di esperienza prenda
700 € al mese in Romania, e 1000-1300 in Italia. Un sistema industriale
che si avvale dei mezzucci messi a disposizione dalla legge 20 anche e
soprattutto per non riconoscere i meriti merita di deindustrializzare
(come in effetti sta succedendo già), con le conseguenze che tutti
possiamo immaginare.

PpP

sergio ha detto...

Circa il nostro impegno all'estero: 11.000 uomini delle Forze Armate italiane sono presenti su più fronti; forse siamo la terza nazione per impegno diretto; poi è vero che l'impegno a volte non vale la candela viste le qualità dei nostri governanti.

Sergio Tremolada

dario allamano ha detto...

Caro Peppe
io non ho affatto in testa l'idea di rifondare il PSI, se fosse stato così
sarei rimasto nello SDI-PS-PSI, invece me ne sono andato perchè da tempo
vedevo la deriva individualistica del suo cosiddetto gruppo dirigente, il cui
unico obiettivo era salvare la poltrona sotto le proprie chiappe.
Se dopo 120 quel Partito non è più stato in grado di eleggere un parlamentare
qualche motivo ci doveva pur essere ed era l'autoreferenzialità di quel
gruppo (quella che veniva chiamata la cooperativa).
Un'idea di socialismo in Italia potrà rinascere, non so sotto quale forma, ma
solo se, come tu giustamente dici, i socialisti sapranno ripartire con umiltà
e dedizione dai problemi concreti di quei ceti che noi potremmo rappresentare
e che oggi non si sentono rappresentati da nessuno.
Io sono amico di tanti sindacalisti seri (di CGIL, CISL,UIL) e da tutti ricevo
lo stesso messaggio: siamo in difficoltà non riusciremo a reggere un
peggioramento della situazione occupazionale, i lavoratori iniziano a
considerarci come minimo incapaci.
Sono personalmente amico di due imprenditori che a Torino nel mese scorso
hanno fatto lo sciopero della fame (Imprese che resistono) e quando sono
nell'ufficio di Patrizia Guglielmotto posso leggere centinaia di mail che
dicono "non ce la facciamo più, il Governo fa solo promesse e l'opposizione
sa solo proporre inciuci, nessuno fa proposte serie".
Il socialismo deve saper rappresentare questi bisogni e con loro i meriti di
quelle migliaia di laureati che, dopo anni di studio, si trovano con in mano
un pezzo di carta senza avere prospettive serie di lavoro (in casa ne ho una,
mia figlia, che fa la ricercatrice precaria al Poli di Torino con un
contratto che scade il 31 dicembre).
La questione non è se i socialisti stanno meglio nel PD o in SEL o da soli, ma
se i socialisti sono ancora capaci di comprendere la realtà per riformarla,
temo purtroppo che non ci siano più troppe speranze, siamo ormai una Armata
Brancaleone ( ti ricordi il dialogo famoso? <"onde ite?", "Sanza meta", "Puro
noi sanza meta ma per diverso percorso">)
Fraterni saluti
Dario Allamano

roberto biscardini ha detto...

Caro Sergio a pag 4.
E comunque persino Sansonetti ha sintetizzato il senso dell'intervista titolandola: "Cara Rofondazione. Ora unità". Se mi dovessi sbagliare o Vendola ci ripensasse, non mi potrebbe che fare piacere.
A presto
Biscardini

sergio ferrari ha detto...

Caro Biscardini,ho letto la pag.4 ma Vendola non dice quello che gli attribuisci, ne esplicitamente, ne implicitamente. Ho l'impressione che tu abbia confuso il titolo di Sansonetti con il pensiero di Vendola-....... mi sbaglio?.
Sergio Ferrari

dan ha detto...

Scusate se mio intrometto... tra Ferrari e Biscardini.....

finora nessuno ha risposto in modo chiaro alla domanda iniziale di molti : con tutte le energie spese in SEL non vale la pena darsi da fare per un PES anche in Italia? Autonomo, cioè senza fusioni ?

Le alleanze sono altra cosa....

(in fin dei conti anche la Lega Nord all'inizio della sua comparsa raccoglieva malamente ,060_1% dei voti.....)

Mi sembra che i residuali compagni socialisti rimasti dentro SEL....possano evaporare in una nuvola rifondarola....dopo le elezioni di primavera.

Sarebbe un peccato togliere energie socialiste...al PES ?

www.pes.org

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/simboli-sinistra/simboli-sinistra/simboli-sinistra.html

Buon Natale,

Dan Ferrato.

gian luca chiesa ha detto...

Concordo pienamente con il compagno Ferrato!!! PES autonomo in Italia.

Gian Luca Chiesa

peppe ha detto...

ma perchè il PS rapprrsenta le idee del PSE in Italia o non piuttosto una sigla che oggi vale lo 0,3% al servizio unicamente delle aspirazioni personali di qualche buontempone?

felice ha detto...

Essere stato impegnato in SeL ovvero, se ce ne saranno le condizioni, impegnarsi in SEL non è alternativo all'impegno per il PSE, che significa anche impegno per la sua riforma: così come è, cioè un coordinamento di gruppi dirigenti socialisti nazionali non andrà da nerssuna parte.
Per il PSE devono lavorare soltanto i sopravvisuti iscritti del PSI? Mi sembra che questo non sia l'interesse del socialismo europeo.
I missionari devono frequentare i luoghi degli infedeli se vogliono convertirli. Non starsene tra di loro a ricordare i vecchi tempi. Per far questo bisogna avere idee e fiducia in se stessi, qualità che a molti socialisti mancano e per questo rifuggono i confronti

felice ha detto...

Ho sentito Vendola in diretta e non ho colto alcuna proposta di unificazione con Rifondazione ed alleati. Ho solo colto una possibile unità regferendari su Legge 30, sull'acqua bene pubblico e sulle centrali nucleari. Questioni di merito e sulle quali ci sono diverse opinioni a sinistra, compreso all'interno del PSI. Ho sentito un forte appello ai socialisti ed ai loro valori. Le parole non mi impressionano più di tanto: agli Stati Generali della Sinistra un certo D'Alema disse : "Compagni socialisti, nostri fratelli maggiori, prendeteci per mano per condurci nel socialismo europeo". Sappiamo tutti come è finita, che i DS sono usciti dal PSE. Però sono ancora dell'idea che si mettono i compagni alla prova. La questione principale è di sapere cosa propone il gruppo dirigente nazionale del PSI a parte le crritiche, giuste e strumentali a SEL: Il PSI nello spettro politico dove si colloca? deve4 entrare o no nel PD, previo un fidanzamento più o meno lungo? Quest'ultima è una proposta, che non condivido, ma almeno è chiara ed ha una sua dignità politica. Se , invece,andiamo con il PD se ci da posti e lo combattiamo quando ci ignora, non è dignitoso e, perciò, non è socialista

luciano montauti ha detto...

Carissimi compagni,è inutile spargere falsità su quanto detto da Vendola in merito all'unifucazione con i rifondaroli ..facetelo vedere ...?ma vi è impossibile,e quindi sarebbe l'ora di parlarci tra di noi con documentazioni vere altrimenti si rischia il RIDICOLO.
Io so soltanto che Vendola ha parlato privatamente con i nostri delegati di S e L ai quali ha dato il massimo rispetto e la sua comprensione di aver noi rifiutato incarichi di S e l solo e soltanto perchè altrimenti espulsi dal PS(I).
Questo è il PS(I) di oggi ,senza rispetto dello statuto cambiano linee politiche ma nello stesso tempo rifiutano un CONGRESSO STRAORDINARIO.e noi lo vogliamo fare SUBITO non quando ormai sono seduti sulle comode poltrone OFFERTE dal PD.Vedasi la Toscana per esempio.
Buone Feste a tutti.L.Montauti.

luigi fasce ha detto...

Beh ... allora se proprio si vuole il chiarimento ... che sia.
Cosa significa la costituzione del PES in Italia ? Aderire come
singoli o gruppi al PES in Italia mi sembra ottima cosa ma poi alle
elezioni nazionali regionali provinciali e comunali che si fa ogni
spezzatino di PES si organizza e si presenta ? magari si riesce a
livello comunale ma dal provinciale in su ?
Ribadisco nulla osta che ci si possa iscrivere a PES singolarmente o
in gruppi o in circoli ... perché no ... ma non cambia che l'attuale
PSI sia l'unico rappresentato nel PSE e il paradosso l'unico che non
è in linea con l'attuale riposizionamento ideologico
socialdemocratico in ambito economico del resto di europa dopo Praga.
Il partito di Nencini resta liberista in economia e teocon sul fronte
della laicità e delle libertà individuali siano esse religione, stile
di vita e quant'altro diritto di cittadino senza che stato e chiesa
mettano il becco.
Fughe dalla nostra responsabilità di costruire un partito di sinistra
socialdemocratico in economia, ecologista e laico e libertarioè non
sono concesse dalla realtà italiana qui ed ora.
Ovviamente se non si fosse capito sarò della partita per SEL.
Luigi Fasce - www.circolocalogerocapitini.it

peppe ha detto...

personalmente credo che Vendola sia profondamente più sincero di D'Alema (piena
incarnazione in versione minore della doppiezza togliattiana). Per il resto Felice
ha ragione. Vendola non propone la riunificazione con Ferrero ma solo un impegno
comune su questioni specifiche. L'abrogazione della legge 30 la vogliono molti
iscritti al PS.

francesco somaini ha detto...

Ecco come la penso io.



Sinistra e Libertà (e adesso Sinistra, Ecologia e Libertà) era e rimane una
buona idea.

L'ipotesi di fondo, quella cioè di dar vita ad un soggetto politico che si
collochi con chiarezza alla Sinistra del PD, è infatti assolutamente sensata
e da perseguire.

E' ciò di cui il Paese ha bisogno: una forza credibile e autenticamente
riformatrice, che ponga i temi della giustizia sociale al centro dell'agenda
politica, che contrasti le insensate derive liberiste e che abbia una chiara
vocazione ecologista (anche nel senso di immaginare modelli di sviluppo
alternativi a quelli incentrati sulla pura dilatazione dei consumi). Ci
vuole una forza inoltre che accanto a ciò, si sappia anche far carico di
tutelare i diritti civili e di rendere più laica la società italiana, che
difenda la libertà di stampa e di espressione (rompendo monopoli ed
oligopoli), che promuova (e non comprima) la democrazia e la partecipazione,
che sappia conciliare un autentico garantismo con una seria cultura della
legalità, ecc. ecc.



aegue

francesco somaini ha detto...

segue

Sia ben chiaro: per liberare l'Italia dall'incubo del Berlusconismo è in
realtà assolutamente leggitimo, anzi doveroso, pensare ad alleanze ad ampio,
amplissimo raggio, che vadano dalla Sinistra radicale alla Destra moderata.

Piuttosto che ad "inciuci" con Berlusconi, per intaccare la Costituzione, si
pensi cioè ad unire quante più forze possibile in un nuovo Comitato di
Liberazione Nazionale.



Ma nel contempo occorre anche costruire in tempi brevi un soggetto politico
credibile a Sinistra: un soggetto che abbia le caratteristiche sopra
indicate, e che riconosca nel Socialismo il proprio naturale orizzonte
ideale; e nel PSE (tanto più nel PSE post-Praga) il proprio prioritario
punto di riferimento. Ora che i Socialisti europei hanno compreso che le
derive liberiste alla "neue Mitte" sono state un errore, si sta del resto
delineando, a livello europeo, la fine della eclissi della socialdemocrazia
ed il ritorno ad un prospettiva politica che potremmo definire di tipo
neo-socialdemocratico. E' in tale prospettiva che anche il nuovo soggetto
politico di Sinistra - che si dovrebbe auspicare per l'Italia - si dovrebbe
ragionevolmente e convintamente collocare.

segue

francesco somaini ha detto...

segue

Si rende peraltro del tutto evidente - sia detto per inciso - che questo
nuovo soggetto politico non può essere identificato in alcun modo con il PD.
Perché tale soggetto deve in realtà pensarsi appunto come l'embrione di un
partito neo-socialdemocratico e di Sinistra, mentre il PD (che Veltroni
asseriva non essere un partito di Sinistra) è nato viceversa sulla base dell
'assunto che il Socialismo Democratico non abbia in realtà più niente da
dire, e che occorra andare definitivamente al di là della Socialdemocrazia.
Anche con la nuova leadership di Bersani, la ragion d'essere del PD rimane
sostanzialmente quella: toglietegli infatti quell'unico amalgama e il PD,
che già non è in grado di esprimere alcuna identità, non sarà davvero più
nulla. Ma chi si ritiene socialista come può riconoscersi in una prospettiva
che abbia il suo unico presupposto proprio l'ipotesi della morte del
Socialismo?

segue

francesco somaini ha detto...

segue

SEL, al contrario, potrebbe avere le caratteristiche per diventare quel
soggetto politico di cui si avverte il bisogno.

Ma, a sua volta, se vuole evitare il rischio di finire risucchiata verso
culture politiche di puro antagonismo, anche SEL deve abbracciare con più
convinzione una prospettiva politica chiaramente socialdemocratica (o
neo-socialdemocratica), e deve avere la capacità di evitare quelle pulsioni
anti-socialiste, che, come sappiamo, hanno sempre avuto spazio nella storia
politica della Sinistra italiana. Perché è inutile nascondersi che anche in
SEL, o per lo meno in alcuni suoi esponenti e in alcune realtà locali,
queste pulsioni sono in vero assolutamente presenti, come da tempo ci
vengono ripetendo ad esempio i nostri compagni torinesi (che ogni volta che
incontrano "quelli di SEL" di Torino ne escono in effetti con delle
impressioni assolutamente negative).

segue

francesco somaini ha detto...

segue

Perciò, perché SEL diventi l'embrione di quella Sinistra credibile di cui c'
è bisogno e non una frangia di neo-comunisti inconcludenti, c'è
evidentemente parecchio lavoro da fare.

Ma è un lavoro che spetta in buona misura proprio ai Socialisti, ovunque si
trovino collocati.



I Socialisti, infatti, non possono restare alla finestra, ma devono essere
coloro che principalmente favoriscono questa fondamentale maturazione in
positivo di SEL. Devono lavorare perché il processo di trasformazione in
senso socialista di SEL si consolidi e si rafforzi, e perché ne escano
battute le tentazioni neo-massimaliste.

segue

francesco somaini ha detto...

segue

Il che significa anche, però, che i Socialisti devono operare attivamente al
processo di costruzione di questo nuovo soggetto politico di Sinistra.



E qui si arriva al nodo del PSI di Nencini.

Eh sì: perché in questi ultimi mesi il piccolo PSI di Nencini non ha
certamente lavorato nella direzione che si sarebbe potuto auspicare. Sul PSI
nenciniano gravano infatti delle pesanti responsabilità.

Anziché rafforzare il progetto di Sinistra e Libertà il PSI ha infatti
oggettivamente indebolito tale progetto. Ha per esempio avallato, in regioni
come la Toscana, accordi sottobanco con il PD, arrivando ad introdurre lo
sbarramento del 4 % nella legge elettorale di quella regione (una norma
studiata apposta per impedire a soggetti politici alternativi al PD medesimo
di consolidarsi elettoralmente). Ha poi cominciato a sostenere (come lo
stesso Nencini venne a dirci a Volpedo nello scorso ottobre) che Sinistra e
Libertà poteva essere tutt'al più un cartello elettorale, da usare solo
quando e dove avesse fatto comodo, ma non un progetto politico di più ampio
respiro. Quindi si è messo a vagheggiare ipotesi di improbabili accordi
alternativi: dapprima con i radicali (ancora prigionieri della loro nefasta
infatuazione per il liberismo), poi con i verdi (in preda a loro volta ad
una curiosa deriva) e da ultimo perfino con l'UDC di Casini (e di Cuffaro).
In pratica, da parte del PSI si è messa in scena l'ennesima deprimente
successione di giri valzer di un partito senza bussola che negli ultimi
anni, pur di sopravvivere (e senza peraltro riuscirci) ha finito per tradire
completamente se stesso. E quel che è peggio è che stavolta questi giri di
valzer hanno per giunta tutta l'aria di non essere altro che delle mere
cortine fumogene e delle sparate senza costrutto per coprire quello che,
viceversa, sembra essere l'unico sbocco possibile per questo gruppo
dirigente: e cioè quello di accucciarsi sotto l'ala protettiva del Partito
Democratico. Insomma, nella speranza di riceverne in cambio qualche tozzo di
pane (che non potrà peraltro che essere necessariamente modesto), si è di
fatto venuti abdicando ad ogni dignitosa prospettiva politica. Per un piatto
di lenticchie ci si è messi, o ci si sta mettendo, nella condizione di
rinunciare anche alla dignità.

Da socialista, per quanto non iscritto al PSI, io intendo qui esprimere
tutta la mia personale delusione per il gruppo dirigente di quel partito e
per la linea politica da esso perseguita in questi ultimi mesi. E quando
sento esprimere giudizi come quello di Roberto (Biscardini), per cui i
Socialisti considerebbero la prospettiva di SEL ormai come morta e sepolta
(senza peraltro che si sappia nemmeno indicare un'alternativa), non posso
che provare una grande tristezza.

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francesco somaini ha detto...

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La verità, piuttosto, è che la dirigenza nazionale del PSI è parsa
manifestamente inadeguata rispetto ai compiti che sarebbe invece stata
chiamata a svolgere. E quel che è peggio, è che questa ambiguità di condotta
non solo ha portato il PSI ad allontanarsi da quella che avrebbe dovuto
essere la via maestra (e cioè la coerente costruzione del progetto di
Sinistra e Libertà), ma ha evidentemente contribuito anche ad alimentare
nelle altre componenti della stessa Sinistra e Libertà quelle deleterie
pulsioni anti-socialiste che già erano in parte presenti, e che il PSI
nenciniano ha però finito per rinfocolare (laddove il suo compito sarebbe
stato viceversa proprio quelle di farle sopire).



Tutto ciò premesso, che cosa, in concreto, si può ora immaginare di fare?

Io capisco perfettamente quei molti compagni che, come Pierpaolo ed altri,
hanno deciso, o stanno decidendo di aderire a SEL. Li capisco perfettamente,
così come capisco l'esasperazione di chi constata l'assoluta inconcludenza
del PSI di Nencini. Mi pare anche però che entrare alla spicciolata in SEL
rischi in realtà di essere poco produttivo. Se infatti bisogna lavorare
perché SEL assuma un connotato socialista più marcato, è chiaro che
occorrono segnali più significativi di quelli che possono venire da singole
adesioni individuali, o dalle adesioni di piccoli gruppi. Ci vuole un
processo più ampio e condiviso.

Inoltre, aderendo subito a SEL, si finisce per abbandonare a se stesso il
PSI. E invece sarebbe forse opportuno che si riuscisse a recuperare questo
partito al progetto: o inducendo il suo gruppo dirigente a cambiare
finalmente rotta, oppure ponendosi il problema di sostituire quel gruppo
dirigente.

A questo riguardo io credo anche che realtà come il Gruppo di Volpedo
possano forse giocare un qualche ruolo, a condizione che sappiano mantenersi
unite. Penso che questo sia nell'interesse stesso di SEL (come ben
riconoscono alcuni dei suoi dirigenti più lucidi) e più in generale nell'
interesse di della nazione e del Socialismo italiano.

E allora mi pare che sia verso questo obiettivo che si dovrebbe cercare di
tendere, ciascuno con le sue possibilità.

Un saluto (e auguri laicissimi di buone feste).

Francesco Somaini.

sergio tremolada ha detto...

E se inventassimo un'"entità" politica (trasparente) che comincia a
raccogliere adesioni dirette al PSE (anche se sappiamo che non saranno, per
il momento, accolte ... specie se poche).
Basta aspettare il messia che ci salvi!

Sergio Tremolada

claudio ha detto...

non so non so ma ho l'impressione che i socialisti italiani più che il
messia aspettino oro incenso e mirra....potenza delle cattive abitudini...

giovanni baccalini ha detto...

Sono d’accordo con te che si tratta di un documento accettabile, ma gracile e molto parziale. Il Manifesto di Volpedo prende posizione su molti dei temi che sono decisivi per una scelta di adesione e lo giudico ancora troppo parziale. E’ importante, quando ci si mette in compagnia, sapere prima di che compagnia si tratta. Sono tra quelli che hanno deciso che quelle di Bersani e di Nencini non sono buone compagnie, ma se debbono aderire a qualcosa di nuovo vogliono essere ragionevolmente persuasi che non ci saranno sorprese troppo sgradevoli. Cari saluti. Giovanni Baccalini

giovanni baccalini ha detto...

Sono d'accordo con i giudizi e la proposta di Somaini. Concordo sull'utilità
di raccogliere tutte le possibili adesioni di socialisti al nuovo movimento
politico, ma prima di procedere all'adesione ritengo che si debba aver
chiari i contenuti culturali, politici e programmatici di SEL. Il Manifesto
di Volpedo penso sempre che debba essere lo strumento per valutare la
compatibilità con le nostre idee ed i nostri propositi di vecchie e nuove
formazioni politiche. Cari saluti. Giovanni Baccalini